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Autore: MardyBum__    04/10/2010    2 recensioni
« Dimmi perchè » domandò lui scuro in volto.
Nessuna risposta, non una sillaba uscì dalla bocca di lei che teneva lo sguardo fisso sul pavimento.
« Rispondimi dannazione! »
« Non lo so, diamine non lo so perchè Tom! Tu pensi che per me sia facile? Credi che non mi sia impegnata per cercare di smettere? Ci ho messo tutta me stessa ma non ci sto riuscendo e non so se mai ci riuscirò! » Urlò lei tutto d'un fiato mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.
Le braccia di lui la avvolsero, la strinse a sè per poi guardarla negli occhi « Non farmi questo ti prego, significhi troppo per me e non sopporterei di perderti »
A quelle parole il suo cuore perse un battito.
« Aiutami Tom, ti prego »
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hey girls! Eccovi qui anche il capitolo numero 7. L'ispirazione questi giorni si sta facendo sentire :D Allora faccio qualche ringraziamento ad Annalisa_ che continua a seguire la storia, grazie cara ;) e un ringraziamento anche ad una nuova lettrice *____* Simbiosi. Bene, godetevi anche questo capitolo e recensiteee! :*

LE

Seven.

Il viaggio verso l'ospedale fu lungo, nonostante Adrian avesse costantemente il piede sull'acceleratore. Non era molto vicino.

- Nia, mi senti? - domandò alla sorella che giaceva sul sedile posteriore.

- Siamo quasi arrivati resisiti - continuò lui agitato.

La sfortuna volle che proprio in quel momento il semaforo doveva diventare rosso.

Esitò un attimo, era agitato, andava di fretta, ma non poteva permettere di aggravare ancora di più la situazione facendo qualche incidente stradale.

Cercò di "tenere sveglia" la sorella parlandogli, continuava a ripetergli di non abbandonarla, ogni tanto la guardava dallo specchietto ma ogni volta che la osservava era un colpo al cuore, è brutto da dire, ma sembrava davvero morta.

Le lacrime si fecero spazio sul volto del ragazzo. Finalmente la scritta "HOSPITAL" si impossessò della strada, Adrian tirò un sospiro di sollievo e si diresse verso il parcheggio.

Scese dall'auto prese in braccio la sorella e correndo si diresse verso l'entrata, era tutto silenzioso, c'erano delle infermiere che di tanto in tanto passavano qua e là.

- Per favore aiutatemi! - Urlò il ragazzo in lacrime.

Subito le infermiere caricarono la ragazza su una barella, l'aspetto di Nia non era dei migliori, aveva la bocca coperta di sangue e la maglia era colpetamente sporca di quel liquido rosso.

- Come è successo?- domandò un'infermiera mentre correva insieme alle sue college spingendo la barella.

- Non lo so, l'ho trovata su un marciapiede già ridotta in questo stato, vi prego fate qualcosa è mia sorella! - Supplicò il ragazzo in lacrime, mentre seguiva velocemente le infermiere.

Arrivarono davanti ad una porta. Una di loro si voltò verso Adrian e lo rassicurò.

- Faremo il possibile, sta tranquillo, ora però deve rimanere qui. - Disse abbandonando il ragazzo nella sala d'aspetto e scomparendo dietro quella porta.

Non sapeva se chiamare Bea e le altre, se avvertire i suoi genitori.

In quel momento non sapeva nulla, sapeva solo che voleva che sua sorella stesse bene. Nient'altro.

Immerso fra i suoi pensieri non si accorse della dottoressa che era uscita dalla sala e si era parata di fronte a lui.

- Eri tu con la ragazza? - domandò.

- Eh?..Ah, sisi ero io con lei, come sta?- Domandò pulendosi le lacrime sul viso.

- Fortunatamente è fuori pericolo. Ha una leggera ferita sulla testa, forse l'impatto col marciapide ma nulla di grave, le abbiamo messo dei punti. Ha delle contusioni sullo stomaco...presumiamo sia stata picchiata - disse la donna seria.

- Come picchiata?! - domandò incredulo il ragazzo.

- Si, purtroppo. Ma l'eccesso di sangue è avvenuto a causa di un' ulcera - continuò lei.

- Un'ulcera, ma come..come è possibile, si spieghi meglio non la seguo. - Ribattè lui.

- Beh l'ulcera oltre ai violenti colpi è stata causata da un'altro fattore - Spiegò lei.

- E quale sarebbe? - Chiese il ragazzo.

- Non ci girerò intorno. Sua sorella si droga. -

Non voleva credere a ciò che aveva detto il medico.

- Come, si..droga, che vuol dire si droga?!! - Domandò agitandosi.

- Presumo non lo sapesse, abbiamo analizzato il sangue e si sono presentate delle tracce di cocaina. Lei davvero non sapeva che sua sorella facesse uso di queste sostanze? - Domandò di nuovo il medico.

Adrian fece cenno di no con la testa.

- Posso vederla? - domandò.

- Si, ma non la faccia affaticare ha bisogno di riposo.- Detto questo sparì nel corridoio.

Si avvicinò alla porta, spinse la maniglia ed entrò. Lei era lì, distesa sul letto, pallida, coperta di tubi e tubicini.

Gli faceva male vederla in quel modo, piano si avvicinò e si sedette su una sedia accanto al letto e le prese una mano. La strinse forte e una lacrima gli rigò il viso.

- Perchè? - fu l'unican cosa che riuscì a dire. Perchè la sua Nia stava facendo tutto questo? Voleva maledettamente saperlo.

Si sentì lievemente stringere la mano. Alzò gli occhi, Nia si stava svegliando.

- Ehi Nia, piccola..sono qui - le sussurrò Adrian.

Ci mise un pò prima di mettere a fuoco l'immagine che aveva davanti agli occhi, le pareti bianche, tutti quei macchinari. Non capiva minimamente dove fosse.

- Adrian, che è successo...dove sono? - Domandò confusa e con un filo di voce.

- Sei in ospedale, hai avuto un piccolo incidente, ma ora stai bene tranquilla - la rassicurò lui.

Nia sorrise lievemente, si stava ricordando cosa era successo qualche ora prima.

- Nia, dobbiamo parlare...il medico mi ha detto una cosa..- disse lui vago.

- Cosa...cosa ti ha detto? - Domandò preoccupata.

- Nia, perchè non me l'hai detto? Perchè lo fai perche?! - Iniziò a domandarle.

- Ma cosa, non capisco..cosa dovevo dirti? - Rispose lei confusa.

- Nia, tu ti droghi. Perchè? - Disse arreso e deluso.

Perchè mi drogo? Come faccio a dirtelo, non lo so nemmeno io.

Sono entrata in quel fottutissimo giro, e non ricordo nemmeno come.

So solo che è diventata una dipendenza, una cosa della quale non posso fare a meno.

E vuoi sapere perchè non te l'ho detto?

E' ovvio, non volevo deluderti e darti un dispiacere.

Ma ora eccomi qui, allungata su un fottutissimo letto di ospedale.

Eccomi qui gente, da gran testa di cazzo quale sono mi sono fregata con le mie stesse mani.

Ho deluso tutti.

   
 
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