Allora,
allora allora... Seconda fic che pubblico su Harry Potter, ancora una
volta
introspettiva e ancora una volta su uno dei miei personaggi preferiti:
Severus
Snape.
Non so se vi ricordate ma in DH, nel capitolo "The Prince's Tale"
Potty vede nei ricordi di Snape, il caro Snape a Grimmauld Place che
legge la
lettera di Lily indirizzata a Sirius.... Ecco il momento è
precisamente quello.
Ho provato a pensare cose avrebbe potuto provare il caro Sev ed
è venuta fuori
questa cosa qui. adesso la smetto di parlare e lascio che siate voi a
decidere
u.u
Quindi
buona lettura... ci vediamo in fondo per alcune piccole precisazioni
che devo
assolutamente fare u.u
Ovviamente
i personaggi non sono miei ma della
Rowling, niente è stato scritto a scopo di lucro, eccetera.
"Her
smile"
Tears run down my face”
(Your Guardian Angel – The red
jmpsuit apparatus)
Severus
Snape si trovava al numero dodici di Grimmauld Place in quella che era
stata la
stanza di Sirius Black, accasciato sulla vecchia moquette consunta e
sbiadita
in cui ormai si distinguevano a malapena i colori verde e argento
brillanti di
un tempo.
Aveva
frugato l’intera stanza, l’intera casa, per ordine
del Signore Oscuro, ma non
aveva trovato niente che potesse riportare come prova di qualche piano
dell’Ordine. Nulla di nulla.
A
parte una lettera. Sarebbe stata di sicuro considerata inutile da
Voldemort ma
per lui era quasi un tesoro, in poche righe racchiudeva
un’inestimabile valore.
Era di Lily, indirizzata a Black, scritta quasi sedici anni prima*:
anche senza
la sua inconfondibile firma sull’ultimo foglio di pergamena
avrebbe
riconosciuto la sua scrittura tra mille. Non riusciva quasi a credere
all’esistenza di quella lettera.
La
lesse velocemente cercando di trattenere la lacrime**, prima di
dedicare la sua
attenzione ad un’altra cosa, allegata alla lettera
c’era una foto della
famiglia Potter: Lily, quell’idiota di Potter, e loro figlio
che volava su un
mini-scopa giocattolo.
Lily
rideva. Rideva con suo figlio e suo marito. Rideva di gusto, come era
solita
fare.
Dio,
aveva amato, amava ancora la sua risata. Fin dal primo momento in cui,
timido
bambino nascosto da un cespuglio, l’aveva
sentita. E quel sorriso,
oh Dio, quel sorriso che riusciva a scioglierlo.
Fissò
ancora la foto, gli occhi scuri appannati dalle lacrime, che sentiva
scendere
lungo le guance e lungo il naso, non riusciva e non voleva fermarle.
Era la
prima volta che piangeva di nuovo per lei, la prima da quel 31 ottobre
di
sedici anni fa; era la prima volta che si lasciava andare ai ricordi,
era la
prima volta che dopo tanto tempo rivedeva il suo sorriso.
Non
riusciva a dimenticarla.
Perfino
dopo tutto quel tempo trascorso non aveva smesso di amarla. Continuava
ad
esserne innamorato come la prima volta che l’aveva vista, da
bambini, nascosto
dietro una siepe, mentre lei giocava con quell’odiosa
sorella, come la prima
volta che le aveva finalmente rivolto la parola, per tranquillizzarla
sul suo
essere una strega, e lei in risposta gli aveva rivolto quel suo
meraviglioso
sorriso, che era immortalato per sempre in quella fotografia.
Erano
quasi diciotto anni che non sentiva più la risata
cristallina del suo primo
amore, del suo unico amore, ma la ricordava come se l’avesse
sentita soltanto
un’ora prima.
Era
quel genere di risata che riempiva il cuore e che lo scaldava. Ma lui
ormai non
aveva più un cuore. Lily era il suo cuore: la sua parte
migliore se ne era
andata con lei.***
E
pensare di non poterla più sentire in altro modo che nei
suoi ricordi… sapere
di essere stato lui la causa per cui non l’avrebbe
più sentita…
Aveva
giurato a sé stesso di proteggerla, di non permettere che le
si facesse del
male, di rimanere sempre al suo fianco, e anche quando lei non
l’avesse più
voluto vedere, aveva giurato di continuare a vegliare su di lei quasi
come un
angelo custode.
Ma
aveva fallito. Aveva miseramente fallito.
L’aveva
abbandonata per seguire un folle, un pazzo che non si era fatto
scrupoli
nell’ucciderla solo perché voleva difendere suo
figlio.
E
l’aveva consegnata lui a quel folle.
A
che era servito andare da Dumbledore a chiedere che proteggesse la sua
Lily se
poi Voldemort li aveva trovati lo stesso?
A
che era servito mettere il loro destino nelle mani di un misero
omuncolo
viscido e assetato di potere come Pettigrew, che non aveva esitato a
consegnarli a Voldemort?
A
cosa serviva dover continuare a fingere di non volere uccidere con le
sue
stesse mani il traditore che aveva permesso tutto quello?
Gliel’avrebbe
fatta pagare un giorno.
Sarebbe
riuscito a vendicare la morte delle sua amata.
Avrebbe
provato ad alleggerire il peso che gravava sul suo cuore da quando
aveva saputo
che la Profezia si riferiva ai Potter, pur sapendo che la
consapevolezza di
essere stato lui stesso il primo a vendere i Potter,
l’avrebbe schiacciato come
un macigno per sempre, pur sapendo che se non poteva più
udire la risata di
Lily era soprattutto colpa sua.
Non
l’aveva uccisa con le sue mani ma l’aveva venduta
ad un pazzo assassino.
Non
sarebbe mai riuscito a redimere la sua anima.
Aveva
giurato di proteggerla e invece aveva fallito.
Tutto
ciò che di tangibile gli restava di lei erano qualche riga,
nemmeno indirizzata
a lui, e una foto che immortalava la sua risata. La sua adorabile,
meravigliosa, dolcissima risata. Che continuava a scuoterlo come la
prima
volta. Anche se non poteva più sentirla, poteva ricordarla.
La
sua risata sarebbe stata la sua croce. Era stata la sua croce per
più di 16
anni e avrebbe continuato ad esserlo fino alla sua morte. Avrebbe
espiato in
qualche maniera il suo peccato.
E
l’avrebbe fatto salvando il figlio della donna che aveva
amato, e che dopo
tutto quel tempo continuava ad amare. Non avrebbe permesso che
diventasse solo
carne da macello per poter sconfiggere Voldemort.
L’avrebbe
fatto per quegli occhi verdi che aveva detestato durante quei 6 anni in
cui era
stato suo insegnante perché gli ricordavano troppo quelli di
Lily. L’avrebbe
fatto per quella amatissima risata che continuava a riecheggiare nella
sua
mente ogni volta che pensava a lei.
Si
asciugò le lacrime con un gesto veloce, prese con
sé quella parte della lettere
che conteneva la firma di Lily, e il suo amore, e la ripose nel
mantello.
Quindi
strappò in due la foto che stava ancora stringendo e prese
la parte in cui Lily
stava ridendo, gettando per terra quella che mostrava James e Harry sul
pavimento.
Ripose
la foto assieme alla lettera, al sicuro in una tasca interna.
Avrebbe
portato sempre con sé un segno tangibile della risata di
Lily, e l’avrebbe
sentita come se lei fosse stata ancora viva, accanto a lui, ancora
bambina,
ancora a ridere per la loro magia, ancora a ridere soltanto per lui.
Raccolse
un’ultima lacrima solitaria con un gesto della mano
prima di lasciare
Grimmauld Place e smaterializzarsi a casa.
Piccolo
Angolino Buio dell'autrice:
Allora
veniamo alle precisazioni:
*
ho fatto più o meno i conti e considerando che quando Lily e
James sono morti
Harry aveva circa un'anno mentre in DH, ne ha 17... ho dedotto che
dovessero
essere passati circa 16 anni dall'invio di quella lettera.
**
so che un Piton che piange può sembrare un po' OOC, ma mi
sono riletta giusto
ieri sera il capitolo "The Prince's Tale" (scusate ma ho il 7 libro
in inglese quindi non so come si chiami il capitolo in italiano) e la
Row
scrive espressamente "And
next, Snape was knelling in Sirius's old
bedroom. Tears were dripping fron the end of his hooked nose [...]"
eccetera. quindi l'ho fatto piangere.
***
questa frase so che potrebbe sembrare essere ripresa da "The
Day When
You Died" di Elyl,
in effetti in
un certo senso è così; la sua frase "Il
giorno in cui sei morta,
morii anche io: il mio cuore morì, quella parte che
ti aveva sempre amata" mi aveva
decisamente colpito, quindi ho deciso di modificare ma di inserire
qualcosa con
lo stesso significato.
altra precisazione: ho scelto di usare i nomi inglesi perché
sto rileggendo
Deathly Hallows in inglese, e sono abituata così XD
Passando
ad altro.... Ho scritto questa shot ascoltando la canzone "Your
guardian
Angel" dei The Red Jumpsuit Apparatus, da cui, tra l'altro, sono tratti
i
versi scritti in corsivo all'inizio della storia. tuttavia se conoscete
la
canzone (e se non la conoscete vi consiglio di andavela a sentire che
è
bellissima u.u) vi renderete conto che non c'entra molto XD in effetti
l'idea
iniziale era un po' diversa, doveva essere quasi una song-fic ma al
momento
della stesura ho cambiato idea u.u
Poi...
lo so che è un po' corta ma mi sembrava che aggiungendo
troppe cose perdesse un
po' di significato e magari anche di intensità.... anche se
non sono del tutto
convinta di essere riuscita a rendere perfettamente Severus... bah me
lo direte
voi u.u
E poi volevo dire un'altra cosa ma non mi ricordo... .-.
sarà colpa dei
Gorgosprizzi.. ti entrano nel cervello e... va bene dai basta blaterare
a caso.
fatemi sapere se vi è piaciuta *w* perchè io ho
amato scriverla, anche se sono
convinta che "Dead
Boy's
Poem" mi sia uscita molto meglio u.u oh se non vi fa schifo
potreste
leggere anche quella XD
eqquindi basta u.u
Rima.
ah. no. mi stavo quasi dimenticando di ringraziare tutti quelli che
hanno letto
e recensito Dead Boy's Poem. grazie davvero. vi amoH tutti (amo con l'H
che fa
più fésciòn u.u) ok sto delirando sul
serio XD mi defilo prima di dire altre
vaccate e prima di dovermi punire chiudendomi le orecchie nel forno u.u