Tra un capitolo e un altro, riassumerò per maggiore chiarezza espositiva le parti della trama non ancora sviluppate o completate.
Capitoli 5-13
Nel pieno
svolgimento delle guerre tra Francia e Inghilterra,
Jeanne compie 13 anni ed è una ragazzina molto sveglia,
gentile con tutti e
caritatevole: nonostante la giovane età, visita e conforta i
malati e non era insolito
che offrisse il proprio giaciglio ai senzatetto per dormire lei stessa
per
terra, sotto la copertura del camino. La sua vita si
snodava nelle forme usuali delle ragazze di campagna di quel tempo: i
lavori
casalinghi, filare e cucire, si alternavano a quelli più
impegnativi, come
sorvegliare il gregge e custodire la mandria comunale. Nello stesso
periodo
stringe amicizia con Juliette, figlia di vicini pastori, di due anni
più grande
di lei.
Ian e
l’amico decidono di separarsi per un breve tempo, per
dar modo a Daniel di tornare nel presente e di pianificare insieme a
Jodie
tutto il necessario per il loro piano: avrebbero lanciato il gioco dal
castello
stesso, in modo che dopo il viaggio di ritorno si sarebbero ritrovati,
insieme
a Isabeau, nello stesso luogo: Chatel Argent, ai giorni nostri. Daniel
quando ritorna
a casa trova anche Ty: ora che sa ogni cosa sul Falco
d’Argento, sentendosi in
colpa per quello che era successo dopo che il conte l’aveva
visto sparire sotto
i suoi occhi, si sente obbligato anche lui a fare di tutto per
discolpare Ian.
Convince Daniel a portarlo con loro quando torneranno nel XIII secolo.
Si
terranno aggiornati via email e si daranno appuntamento per quando
tornare nel
medioevo, quindi fa ritorno in Canada. Nel frattempo, Ty fa
equitazione,
frequenta un corso di tecniche di spada medievale, qualsiasi cosa che
gli
ricordi la straordinaria avventura nel XIII secolo. Si spinge persino a
farsi
cancellare il tatuaggio dei Guns sull’avambraccio sinistro.
Occorrono molte
sedute e parecchi soldi per la rimozione al laser: quando
arriverà infine
giorno concordato con Daniel per ritrovarsi a Chatel Argent nel XIII
secolo al
posto del tatuaggio resterà ancora una macchia arrossata.
Daniel invece,
perfezionati tutti i preparativi e affidata la
piccola Alex ai nonni per la breve “vacanza in
Francia”, ritorna nel passato e
questa volta può portare indietro con sé Ian e
Isabeau, nel XXI secolo. Il loro
compito sarà quello di soddisfare le condizioni poste da
Guillaume. Gli amici
sanno adesso cosa occorre fare: dovranno riportare nel medioevo il
manoscritto
miniato originale con tutta la storia del casato di Ian,
l’oggetto che chiarirà
al di là di ogni dubbio a Guillaume che ciò che
Ian sostiene è la verità:
Daniel è convinto che Hyperversum non consente di portare
con sé gli oggetti
appartenenti ad una epoca diversa, come i vestiti e le armi ad esempio.
Ma
quell’oggetto appartiene al XIII secolo. Lo shock per Isabeau
di ritrovarsi in
una epoca diversa è parzialmente attutito dal fatto di
conoscere perfettamente
il luogo dove si trova: Chatel Argent è cambiato molto nei
secoli, ma il cuore
del castello è ancora in qualche modo riconoscibile. Insieme
scoprono quel
luogo stanza dopo stanza, ripercorrendo i ricordi più belli
del passato, tra la
meraviglia di Isabeau quando si imbattono nella tecnologia moderna,
finché
arrivano al salone dedicato al museo dei manufatti medievali. Concesso
dal
Musée National du Moyen Âge di Cluny, il codice
originale è proprio lì,
inespugnabile, protetto da un allarme collegato alla Gendarmerie
Nationale. Ma
Jodie ha in mano la copia del codice pressoché perfetta
appartenuta a Ian e lo
stesso amico è uno dei più autorevoli professori
universitari americani, famoso
per le sue ricerche sui codici medievali. Ottenere il permesso di poter
toccare
con mano e di studiare il vero codice è tutt’uno
con l’idea di sostituirlo
temporaneamente con l’altro manufatto in loro possesso,
almeno fintanto che Ian
e Isabeau non fossero tornati dal XIII secolo.
Era da poco
iniziato l'anno 1429
quando gli inglesi
erano ormai prossimi ad occupare
completamente Orléans,
cinta d'assedio sin dall'ottobre del 1428, la
città, sul lato settentrionale della Loira,
aveva, per la posizione geografica ed il ruolo economico, un valore
strategico
nel decidere le sorti della contesa tra Francia e Inghilterra. In
quegli anni
infatti la Francia si trova nel pieno della Guerra dei Cent'anni ed
è spezzata
in due: il nord con Parigi è occupato dagli Inglesi e dai
Borgognoni ed a sud è
sotto il controllo del re Carlo VI e dai suoi sostenitori, gli
Armagnacchi.
Dopo che erano
morti entrambi i legittimi contendenti alla
corona, Enrico V di Inghilterra e Carlo VI di Francia, gli inglesi
avevano
approfittato della guerra civile fra i Borgognoni ed Armagnacchi per
proclamare
Enrico VI, allora ancora bambino, re di Inghilterra e di Francia. Il
figlio di
Carlo VI, il legittimo erede al trono francese, Carlo VII, si rifiuta
di
abdicare ma non può farsi incoronare re secondo il rito
ufficiale, poiché per
tradizione il rito si deve tenere nella Cattedrale di Reims, allora
sotto il
dominio inglese.
Lord Glasdale,
non ancora comandante inglese dell’assedio,
era noto per la vigliacca abitudine di abusare delle donne
più giovani che
catturava, condannandole poi al rogo per coprire sotto le false accuse
di
eresia, il suo vile comportamento, che nemmeno la Chiesa avrebbe
tollerato.
Un giorno, al
suo ritorno dai giochi nei campi insieme
all’inseparabile Juliette, Jeanne scopre con orrore che gli
inglesi hanno
invaso il suo villaggio. Il sole tramontava su edifici ridotti in
macerie
fumanti e su corpi mutilati che giacevano qui e là lungo le
strade, esattamente
nella posizione in cui erano caduti e che venivano già
spogliati dagli empi
spigolatori che seguivano agli assassini. Le due ragazze si precipitano
a casa
di Jeanne: non appena Juliette si accorge che non sono soli, con fare
protettivo,
nasconde Jeanne in un armadio a muro che protegge con il suo corpo. Due
soldati
inglesi si affacciano subito dopo nella stanza e Juliette li affronta
cercando
di soffocare le lacrime e con in mano un coltello. Jeanne è
la testimone inorridita, impotente
e traumatizzata del massacro dell’amica che adora, uccisa da
un colpo di
spada e violentata contro la porta dell’armadio dove lei si
nasconde, da un
soldato inglese ubriaco e brutale. Un volto in particolare non
potrà mai più
dimenticare: quello di William Glasdale, che comandava le scorribande
degli
inglesi. In seguito a questo tragico evento, Jeanne viene mandata a
vivere
dagli zii in un villaggio vicino a
Vaucouleurs, nella valle
della Mosa. Jeanne inizia a sviluppare più o
meno inconsciamente il desiderio di vedere vendicata la morte
dell’amata
Juliette e di veder cacciati via per sempre tutti gli inglesi.
La guerra tra
francesi e anglo-borgognoni sfiora intanto i
territori appartenenti ai vassalli di Francois de Ponthieu, conte di
Ponthieu
nel 1429. Le truppe messe a disposizione dal feudatario, col Falco
d’Argento orgogliosamente
sul petto in memoria del loro leggendario avo, sono ingaggiate in
battaglia
dagli inglesi nei pressi di Verdun. Il conte, deciso a punire la
rinomata malvagità
del capitano inglese, Lord Glasdale, lo va a cercare personalmente sul
campo. Veterano
di tante battaglie, si difende abilmente nel duello con
l’inglese, ma nel
momento stesso in cui riesce a disarmare Lord Glasdale, sente
la voce del giovane figlio che cerca
aiuto, circondato da due borgognoni e sanguinante da un fianco. Il
conte decide
di risparmiare la vita all’inglese e si precipita in soccorso
del figlio, si
sbarazza del primo nemico e mentre si accinge a dare il colpo di grazia
al
secondo, viene trafitto alle spalle da Glasdale, che schiumante di
rabbia per
essere stato disarmato, lo colpisce a tradimento. Thierry de Ponthieu,
accasciato al suolo e ferito, può solo vedere il valoroso
padre morire e chiedere
pietà al suo nemico. Glasdale non mostra tuttavia alcuna
compassione, trafigge l’unico
erede maschio del casato di Ponthieu e ordina di gettare il suo
cadavere nella
Mosa, dove nessuno potrà piangerlo o dargli sepoltura.
Jeanne, vinta
anche la resistenza del genitori, prende la
decisione che avrebbe consacrato la propria vita ad una missione. Non
avrebbe
più permesso che tragedie come quella di Juliette
accadessero di nuovo, gli
inglesi dovevano essere tutti cacciati via. Ma per prima cosa occorreva
incontrare il comandante della piazzaforte più vicina:
avrebbe parlato ad ogni
costo con il capitano Robert de
Baudricourt proprio lì, a Vaucouleurs.
Finalmente, gli
amici americani con Isabeau da Chatel-Argent
(e Ty da casa sua in Canada) sono pronti a ritornare nel XIII secolo,
con in
mano il codice miniato originale, la prova che Ponthieu cercava. Daniel
ricarica
l’ultima partita salvata, lancia il gioco e….
scoprono con sgomento che
qualcosa è andato storto. Un effetto imprevedibile del mod
istallato?
Ora, nei pressi
di Montmayeur, ma circa due secoli più avanti
come presto si renderanno conto, quei feudi confinanti con la Fiandra
sono
contesi da inglesi e francesi e saranno teatro proprio dello scontro
finale
della guerra dei cent'anni.
E il solito,
beffardo, Hyperversum non risponde più ai
comandi.
Nel presente,
infatti, a premurarsi di far visita a Ian, arriva
personalmente il Curatore del Musée National du Moyen
Âge di Cluny, Bertrand
LeClercq, vecchio conoscente durante gli anni degli studi di Ian in
Francia e suo
rivale per fama accademica, desideroso di rivedere il giovane americano
di cui
non aveva mai compreso le ragioni dell’improvviso successo
che aveva tratto
proprio nella decifrazione dei codici medievali. Jodie comprende subito
che non
può certo ingannare il Curatore con la copia in suo
possesso, e non sapendo
cosa inventare, accampa la scusa che Ian ha portato il codice con
sé per
studiarlo, ma non sa dove si trova. Mosso da un sentimento di invidia
nei confronti
di Ian, il Curatore non perde tempo per mettergli il bastone tra le
ruote:
chiama la Gendarmerie per far luce su quel lui definisce un vero furto
e un
atto di sottrazione di un importante reperto storico da parte degli
americani.
Con disperazione di Jodie, i computer e tutto il loro materiale vengono
posti
sotto sequestro, confiscati e messi a disposizione delle indagini. La
stessa
Jodie viene tratta in arresto per accertamenti.
Il padre di
Daniel, il colonnello John Freeland, è promosso di
grado e avanzato a Brigadier General. Contestualmente, sulla base del Intelligence
Reform and Terrorism Prevention Act, viene
trasferito con compiti di
coordinamento dalla US Army alla USIC, la United States Intelligence
Community,
l'entità collaborativa cui fanno capo tutte le diciassette
agenzie ed
organizzazioni del governo
federale degli Stati Uniti.
Sylvia gli rimprovera di aver
accettato senza consultarla il prestigioso incarico, che lo
costringerà a volte
a viaggiare all’estero e in particolare in Europa, dove lui
dovrebbe
assecondare la collaborazione delle agenzie americane con le
unità locali dei
governi del vecchio continente con finalità di prevenzione
del terrorismo.
Nel Medioevo
intanto è Il 12 febbraio
1429,
poco a nord
della città assediata di Orléans, Ian, Daniel e
Isabeau sono stati scaricati
dal gioco, o dal destino, presso una piccola cittadina di nome Rouvray.
Con terrore, si
scoprono subito circondati da alcune migliaia di soldati
anglo-borgognoni in
marcia verso di loro, nel tentativo di catturare un grande convoglio di
rifornimenti alle loro spalle, vitale per le truppe francesi assediate.
Comprendono, loro malgrado, di non poter evitare la battaglia, passata
alla
storia come la Battaglia
delle aringhe: tali provviste
facevano infatti parte delle vettovaglie previste per l'imminente
periodo
quaresimale. Di Ty, che invece il gioco aveva catapultato a Vaucouleurs, nessuna notizia.
Ian, lottando
per la sua stessa vita e in grave difficoltà,
ormai allo stremo delle forze, non può impedire al
comandante inglese, Glasdale,
di rapire le donne del convoglio e insieme a loro, la stessa Isabeau.
Nonostante la situazione disperata ingaggia ugualmente un duello con
l’inglese
che sprezzante si sbarazza di lui in poche mosse mentre Daniel aiutato
da
alcuni difensori francesi gli salvano la vita. Glasdale, mentre loro si
danno
alla fuga, lo deride urlando che si sarebbe prima divertito con la
bella dama francese
e poi l’avrebbe gettata in pasto alle fiamme come tutti i
francesi avrebbero
meritato infine di morire. Ian è distrutto e disperato.
Nello stesso
giorno, a Vaucouleurs
intanto, Ty è sconcertato: nessuna notizia degli amici, non
sa dove si trova,
indossa una pesante armatura a piastre di metallo che non ha nulla a
che fare
con l’usbergo a maglie di acciaio che aveva selezionato nel
gioco prima di
avviare la partita. D’accordo con Daniel aveva infatti deciso
che per restare
nascosto agli occhi di chi lo credeva morto e sepolto per
avvelenamento,
avrebbe accompagnato gli amici indossando usbergo e camaglio come un
qualsiasi
cavaliere di Chatel Argent. Non sa ancora che un malfunzionamento nel
Mod
istallato da Daniel l’aveva separato dagli amici e
l’aveva scaraventato non nel
XIII secolo ma nel XV. Non sa nemmeno che il gioco, come con qualsiasi
altro
parametro, aveva adeguato la sua armatura all’epoca in cui si
trovava adesso. E
la corazza che indossa, scoprirà molto più
avanti, era identica a quella dello
scomparso figlio del conte di Ponthieu, adattata da Hyperversum o dal
Mod a
quella che secondo la storia doveva indossare l’unico Thierry
de Ponthieu
vivente nel 12 Febbraio 1429: lui.
Ty viene infatti
immediatamente
“riconosciuto” come il conte
Thierry: ha la sua armatura, ha lo stesso volto, gli stessi capelli,
persino la
voce è identica. Dopo la disastrosa ritirata di qualche
tempo prima, nella
battaglia dove aveva trovato la morte il conte Francois, nessuno aveva
saputo
spiegare che fine avesse fatto suo figlio, né il suo corpo
era mai stato
ritrovato. Una donna, la contessa Caroline de Ponthieu moglie del
defunto
Francois, lo abbraccia e benedice il Signore di averle fatto ritrovare
almeno
il figlio scomparso. Ty scopre di essere quasi identico al vero figlio
della donna.
L’unica differenza che Caroline nota è che lui
appare molto più magro,
evidentemente malnutrito dopo essere fuggito per tanto tempo agli
inglesi.
Vedendolo spaesato e reticente, Caroline decide di sincerarsi
dell’identità del
ragazzo con l’unico modo per lei infallibile. Con una scusa
fa togliere a Ty
l’armatura e gli fa sollevare la manica sinistra della tunica
fino a scoprirgli
l’avambraccio. Suo figlio in quel punto aveva una voglia
rossastra sulla pelle.
La stessa che ha Ty dopo essersi fatto cancellare parzialmente il
tatuaggio col
simbolo dei Guns.