Un prato immenso
pieno di fiori bianchi. E una bambina che sotto gli occhi
della madre raccoglie tutti quei fiori. Glieli porta, le sorride e
torna ancora a raccogliere quei fiori bianchi...Che fiori erano??
Adesso che ci pensa, la mamma forse le aveva detto il loro nome...Si,
Margherite.
Ecco come si chiamano quei fiori.
Sono
i suoi preferiti, bianchi e puliti.
Le piaceva tanto raccogliere
fiori, i fiori bianchi e puliti del prato sotto casa sua. Ogni volta
che scendeva ne raccoglieva tanti e rideva rideva... Puri steli della
vita, ecco con cosa entrava in contatto. Ma dopo avere iniziato la
scuola Beth era cambiata, non andava più
a raccogliere fiori...Non era più pulita come loro.
A Beth
non piaceva andare a scuola. Non perché fosse troppo difficile, o
perché i professori fossero strani con le; era perché tutti la
guardavano, nei corridoi, in bagno, di sfuggita per la classe. Con
occhi spenti, e veloci che fuggivano via. Sua madre una sera le disse
la verità. Tra le lacrime e il viso costernato le disse che lei era
troppo bella. Abbracciandola le disse che sarebbe stata dura si, ma
aveva sempre lei, lei non l'avrebbe mai abbandonata.
A Elisabeth
sarebbe piaciuto parlare con qualcuno, farsi qualche amico, e a
volte, mentre camminava per il corridoio pensava che non le bastava
solo sua madre, camminando passeggiando per il corridoio e guardando
i ragazzi ridere e cambiare direzione al suo passaggio, lei si
sentiva un po' sola.
Tornava a casa, delusa della giornata,
sempre gli stessi grandi occhi tristi...
E sua madre era sempre
li, pronta a stringerla forte fra le sue braccia, rendendola
dimentica della sua solitudine. Trasmettendole la voglia di vivere.
Era bella la sua mamma, lei l'amava, si.
Adorava accoccolarsi fra
le sue braccia ed essere cullata dalle dolci parole della madre,
sarebbe rimasta in quella posizione per ore, forse fino alla fine del
mondo.
A volte ripensava che il mondo invece non era solo formato
da sua madre e si irrigidiva. Teresa, così si chiamava sua madre, se
ne rendeva conto e la stringeva più forte iniziando a cantare la sua
canzone preferita e parlandole...
"Beth, tesoro mio,
com'è andata oggi a scuola??"
"..."
"
Il professor Marco ti ha fatto giocare con lui eh??"
Come
le parlava, il suo sorriso... Così si addormentava e al risveglio
era tutto come prima.
Un giorno a scuola arrivò una ragazza
nuova. Beth la osservava, era elegante, un sorriso solare. E portava
un fiore bellissimo nell occhiello della giacca. E beth lo osservava,
non riusciva a scollargli gli occhi di dosso.
Margherita le si
avvicinò e le sorrise. Beth era impassibile, guardava solo il bianco
fiore della sua nuova compagna.
"Ti piace il mio fiore??
Come ti chiami??"
"..." Beth non rispose, ma la
ragazza poté vedere il nome scritto nel portacolori.
"Allora
beth, adesso ti farò un regalo". Si porto la mano verso
l'occhiello ed estrasse il fiore, mettendolo fra i capelli della sua
compagna.
Beth inizialmente non disse niente, poi le sorrise.
Le sorrise come non faceva da tempo. Immediatamente pensò a sua
madre, doveva assolutamente farle vedere il suo sorriso, finalmente
era tornato... Si alzò e prese per mano la sua nuova amica, con il
sorriso stampato in volto che nessuno adesso poteva più
rubarle.
Quel giorno la mamma era preoccupata, di solito il
pulmino della scuola lasciava sua figlia in perfetto orario. Era in
ritardo di 5 minuti...Che fosse successo qualcosa?
Realizzato quel pensiero si precipitò
subito alla finestra e una volta guardato fuori il suo cuore perse un
battito.
Sua figlia...sua figlia Beth era fuori in giardino. E
raccoglieva fiori, raccoglieva di nuovo fiori... Era felice, e
rideva. Rideva perché era felice, tutto merito di un fiore...