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Autore: Bianca Wolfe    06/10/2010    5 recensioni
Il beyblade non è finito. Esistono ancora beyblader da qualche parte. Quattro in particolare, riporteranno alla gloria questo "sport". (qualcuno mi ucciderà lo so xD) La storia è in fase riscrittura!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Professor Kappa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ventuno.

- Stamattina, incontreremo la squadra semifinalista: quella degli All Stars - annunciò Kappa la mattina seguente. Erano seduti, in un tavolo alla mensa del monastero di Yuri, lui, Jordan e la squadra. - Dicono che siano molto forti, per via delle tecnologie di cui hanno a disposizione. Proprio come tanto tempo fa, quindi, Leila, dovrai potenziare anche gli altri beyblade. Hai molto tempo a tua disposizione, dato che le semifinali si terranno solo dopodomani, ma vorrei che comunque non te la prenda troppo comoda -.
La ragazza annuì. In realtà, non era molto interessata al discorso, ripensando alla notte precedente: adesso era assediata dai dubbi. Cos’era che le impediva di ritornare tra le braccia di Ray?
La paura? Quella c’era sempre stata, per via di Mary. Ma adesso che lei non era più una “minaccia”, la paura se ne sarebbe dovuta andare…
Non era più innamorata di lui? Impossibile: sentiva ancora in modo più che chiaro le farfalle nello stomaco quando lo guardava, e poi sapeva che ne era innamorata.
Kay? Kay… Molto probabilmente era lui che la bloccava ogni volta, il suo pensiero fisso. Adesso poteva parlare con lui senza aver paura della gelosia di Ray. Certo, c’era pur sempre la gelosia di Hiromi, ma ormai, visto il suo successo durante il pomeriggio del giorno precedente, non doveva essere neanche quello un problema. Era quello che la fermava, era lui.
Spostò lo sguardo su di lui, ma Kay non ricambiò. Sembrava distante, più del solito, il che la preoccupava non poco. Era successo qualcosa? Glielo avrebbe chiesto di sicuro.

Prima dell’incontro con i semifinalisti avversari, Leila iniziò a darsi da fare con Dragoon. Lei e Tyler, con l’aiuto dei dati raccolti dal computer una volta appartenuto al professor Kappa e del sostegno morale di Max, valutarono le varie migliorie che potevano apportare alla trottola e nuove tattiche di combattimento.
- L’attacco Tornado… - mormorò Tyler guardando attentamente lo schermo - Secondo te, potrei riuscire a farlo fare a Dragoon? -.
- Fino a prova contraria, tu sei Takao, quindi dovrebbe riuscirti - rispose risoluta la ragazza - Ma, per quanto scrive qui il professore, tu e il tuo bey riuscirete a creare un attacco Tornado solo se siete davvero in sintonia -.
- Come Ray e Driger, giusto? -.
Leila annuì, digitando qualche tasto alla rinfusa. - Sono sicura che Kappa abbia tutti i pezzi di ricambio; dovrà essere facile, ma prima di stasera Dragoon non sarà pronto.
- E come mi alleno, intanto? - protestò il diciassettenne, sconvolto da quella notizia.
L’amica si strinse nelle spalle, non sapendo cosa rispondere.
Fu allora che Max disse:- Perché non provi ad ampliare i tuoi rapporti sociali? - scoppiò in una leggera risata appena concluse la frase.
Tyler arrossì, ma l’amico biondo aveva ragione: adesso sapeva come poteva intrattenersi.

Mentre Kay camminava nei corridoi del monastero, non poté fare a meno di notare che gli risultavano simili. Aveva deciso che prima dell’incontro con gli sfidanti si sarebbe allenato un po’: chissà, magari avevano escogitato dei match a sorpresa. Quindi, si recò nella palestra, dove trovò Yulian intento a eseguire un esercizio, probabilmente insegnatogli da Yuri. L’alter ego di Hiwatari ne era sicuro quasi al cento per cento di aver visto le stesse tecniche del giovane blader russo nel computer di Leila, una volta.
Il diciassettenne si schiarì la voce, e il russo, senza nemmeno deconcentrarsi dal suo esercizio o voltarsi a guardarlo anche solo per un breve attimo, disse:- Entra pure, Kay -.
Non se lo fece ripetere due volte. Scelse un’arena e lanciò il suo bey.
Ad un tratto Yulian parlò:- Quand’è che hai scoperto di essere l’erede di Kai? -.
- Un paio di mesi fa - rispose Kay semplicemente.
- E cosa hai provato? -.
Già… Cos’aveva provato? In realtà, non lo sapeva: non era ancora entrato nella “fase delle emozioni”. Pensandoci meglio, però, ricordò di aver provato, in un primo momento, confusione e scetticismo. Lo disse al suo interlocutore, che continuò il suo discorso:- So cosa intendi. All’inizio anch’io credevo fosse uno scherzo: non credevo che proprio Yuri Ivanov potesse venire a chiamarmi per insegnarmi tutto ciò che sapeva. E invece… -.
Ci fu una pausa, nel quale il silenzio era scandito solo dal rumore delle trottole che roteavano ad una velocità stratosferica.
- Sei bravo, Kay - riprese Yulian. Ovviamente, a differenza del suo predecessore, lui era proprio un bel chiacchierone. - Con il beyblade, intendo. Ho visto quell’unica sfida che hai tenuto in Cina; solo una cosa ho da, diciamo, “correggerti” al riguardo -.
- Che cosa? - adesso quel ragazzino voleva pure riprenderlo? Ma chi si credeva di essere?
- Non rovinare tutto per quella ragazza, come ha fatto il tuo amico, quel Ray -.
Ma era così evidente che lui fosse innamorato di Leila, per gli altri? - Senti, io da lei non mi faccio affatto distrarre, quindi il tuo consiglio non serve a nulla -.
Yulian sorrise tra sé e sé. - Come vuoi - disse infine, chiudendo una volta per tutte quella discussione.
Dopo un po’, il russo se ne andò, lasciando Kay finalmente da solo. Ancora non si era abituato ad avere tanta gente intorno, seppur stava tentando di rendersi più socievole. La solitudine era, comunque, la cosa che continuava a conoscere meglio.
Ancora una volta, quando pensava di essere da solo, qualcuno entrò nella palestra, ma non era Yulian. Bensì, Jordan. Si sarebbe aspettato chiunque altro, ma non lui. Forse perché l’assistente di Kappa era sempre rimasto nell’ombra, e non aveva mai parlato così tanto. Molto probabilmente, Kay si sarebbe addirittura dimenticato della sua esistenza se, il giorno prima, non avesse ricevuto quella misteriosa telefonata.
L’uomo non aspettò un attimo che iniziò a parlare:- Mi fa piacere che tu sia qui da solo, Kay -.
Il ragazzo distolse rapidamente tutta la sua attenzione dall’allenamento per riporla negli occhi dell’assistente. Quell’affermazione gli risultò del tutto inaspettata, e provò un impeto di curiosità: perché voleva che rimanessero da soli? Non dovette attendere molto, perché Jordan rispose alla sua domanda mentale come se fosse stato in grado di leggerlo dentro di lui:- Sai, c’è un uomo che vorrebbe conoscerti. Sarebbe… Interessante esaudire il suo desiderio, non credi? -.
- Cosa intendi dire? - il tono distaccato di Kay venne quasi tradito da una striatura d’intrigo e paura. Il tono che Jordan aveva usato avrebbe fatto venire i brividi a chiunque. Chi avrebbe mai detto che il docile, silenzioso Jordan potesse mettere così tanta paura?
Curvò le proprie labbra in un ghigno che sembrò quasi malefico. - Il mio capo. Il mio vero capo - aggiunse notando lo sguardo incredulo del giovane. - Dovrai venire con me, Kay. Adesso. Altrimenti non solo io passerò dei guai per non aver adempiuto alla mia missione, ma anche tu sarai prelevato con l’uso della forza -.
Il blader richiamò Dranzer nella sua mano e, in uno scatto fulmineo, lo caricò al dispositivo di lancio e lo scagliò contro l’uomo. Non seppe come, non seppe con quale velocità, ma Jordan riuscì a schivarlo.
- Dranzer, attaccalo! - in quel momento, in cui la furia, la paura e la sorpresa erano gli stati d’animo padroni del corpo di Kay, l’aquila rossa uscì fuori dal proprio Bit, lanciando un grido di assenso al suo guardiano.
Il beyblade iniziò la sua corsa, ma si fermò appena Jordan puntò una pistola contro Kay. - Vedo che la tua mente è direttamente collegata al Bit Power. Molto meglio: non avrei voluto ferirti inutilmente. Adesso vieni con me; c’è una macchina che ci aspetta fuori, e tu ci salirai sopra con me -.
Non aveva altra scelta: doveva seguire quel lurido verme ad ogni costo. Richiamò ancora una volta Dranzer, ma questa volta lo riposò nella tasca dei pantaloni e camminò davanti all’assistente di Kappa, che gli teneva la pistola puntata alla schiena, ben nascosta in modo che nessuno l’avrebbe potuta vedere.
Una voce fermò il loro cammino. Leila. - Kay! - esclamò la giovane.
Prima di voltarsi, l’uomo intimò al ragazzo:- Liberati di lei; e sii convincente! -.
Jordan ripose la pistola in una tasca interna della giacca che indossava e lasciò Kay, in modo che avrebbe potuto dire qualcosa che avrebbe lasciato Leila al di fuori di quella faccenda.
Lo sguardo della ragazza si posò sospettoso su Jordan. In effetti, non doveva sembrare normale che Kay, il tenebroso e misterioso blader che ne stava sempre per conto suo, se ne andasse in giro con l’assistente di Kappa, nascosto sempre nell’ombra. - Dove state andando? -.
Jordan lo punzecchiò impercettibilmente, come per dirgli che doveva fare presto. Allora il ragazzo disse scontroso, mascherando benissimo, come faceva una volta, i propri sentimenti:- Che t’importa? -.
- Come, scusa? - per Leila fu come una doccia ghiacciata: gli aveva dato tutto, aveva compromesso la sua relazione con Ray per lui, aveva cercato in tutti i modi per farlo integrare al meglio. Sembrava che lui rispondesse! E allora perché, adesso, si stava comportando in quel modo?
- Senti, non voglio parlare con te: vado di fretta. Non mi seguire e finiscila di intrometterti nella mia vita! - quasi lo urlò. Non lo pensava davvero; come poteva? Lui l’amava, non voleva ferirla. Ma era l’unico modo per salvarla. - Perché non vai a nasconderti tra le braccia del tuo fidanzato? Così mi lascerai in pace una volta per tutte -.
Lei cercò di essere forte, ma le lacrime erano inesorabili. A quanto le pareva, la sua esistenza era condannata a un pianto perenne. - Sai uno cosa, Kay? Non mi hai deluso per il tuo comportamento. No, sul serio… Mi hai deluso perché tu sai che io tengo a te -.
Non rispose. Jordan lo strattonò ed entrambi uscirono dal palazzo. Intanto Leila correva alla ricerca di qualcuno: aveva notato l’atteggiamento fugace dell’assistente del professore.

Tyler seguì il suggerimento di Max e cercò Hiromi in tutto il monastero. La trovò a discutere con il professore, forse su cosa sua nonna Hilary avesse combinato durante quegli anni o sulle storie dei Bladebreakers, in una delle sale di riposo che Yuri aveva costruito appositamente per i suoi allievi. Si avvicinò cercando di non disturbarli: cosa che, ovviamente, non gli riuscì. Una caratteristica dell’essere l’erede di Takao Kinomiya è quella di ereditare la sua goffaggine, e Tyler era certo di averla presa per bene.
Inevitabilmente, Kappa notò il giovane e, con un suo solito sorriso, lo salutò: - Oh, Tyler! Che piacere vederti. Dimmi, giovanotto, come va? -.
- B- bene, signore - rispose lui, imbarazzato da quella situazione, valutando il fatto che era andato lì per flirtare con Hiromi.
- Stavamo parlando di vecchie storie, ma credo che Hiromi ormai si sia stancata. Che ne dici di intrattenerla tu, mentre mi vado a preparare per l’incontro con la seconda squadra americana? -.
- C- certo! - esclamò il ragazzo - Sempre che a lei vada bene - posò il suo sguardo sulla quindicenne, che annuì sorridente. - Mi va bene -.
- Bene: ci vediamo tra tre quarti d’ora fuori dal monastero, dove ci aspetterà il nostro solito pulmino. Mi raccomando, non fate tardi! - e, così dicendo, lasciò i due giovani a godersi quel poco di tempo di svago che gli rimaneva prima di gettarsi a capofitto nelle semifinali.
Sulle prime, entrambi rimasero in silenzio. Hiromi era giustificata: come poteva sapere che Tyler l’avrebbe cercata? Ma il giovane blader non aveva scuse: perché, dopo aver voluto trovare a tutti i costi la giapponese, non riusciva a spiccicare parola? C’era qualcosa che non andava. Tyler sapeva benissimo di avere una cotta per Hiromi, ma fino a quel momento non ne aveva sperimentato appieno la sensazione.
Adesso si ricordava quel senso d’imbarazzo e d'inadeguatezza che si provava quando eri con la ragazza per cui sentivi qualcosa.
- Beh… Ciao - iniziò lei, a disagio tanto quanto l’amico.
- Ciao - ripeté lui, per niente convinto della sua “performance”.
- Quindi… Come ti vanno le cose? -.
- Oh, bene. Credo. Per ora - eppure era un tale chiacchierone! Quella situazione era estremamente paradossale.
Dopo un ennesimo silenzio di tomba, Hiromi chiese: - Dovevi dirmi qualcosa? -.
Eccola: la domanda tanto temuta. - Eh? Oh… A dire il vero, sì. Ma non so da dove iniziare -.
La ragazza rise davanti a tanto imbarazzo. - Questo lo avevo notato. Su, dimmi tutto; non ti mangio mica! -.
- Mangiare no. Ma, forse, qualcosa di peggio. Almeno per quanto mi riguarda -.
Fu allora che la quindicenne s’insospettì. Cosa volevano dire quelle parole? Che cosa stava tentando di dirle Tyler? - Forza - lo esortò.
Allora il diciassettenne prese un profondo respiro e prese coraggio: le avrebbe detto tutto.

Leila corse. Corse alla ricerca di qualunque persona potesse aiutarla. All’improvviso urtò violentemente qualcuno. Kai Hiwatari. L’uomo la trattenne per le braccia e la riconobbe subito come la ragazza di cui il suo erede era innamorato. Lei scoppiò in lacrime e strinse forte il vecchio blader, che, non sapendo assolutamente cosa fare, la lasciò fare, inerme.
Dopo che Leila sembrò calmarsi, le chiese cautamente: - Cosa è successo? -.
- Si tratta di Kay - rispose la giovane tra i singhiozzi - È stato l’assistente del professore, Jordan. L’ha portato via con sé! All’inizio pensavo che fosse arrabbiato con me, ma poi Jordan lo ha strattonato e condotto fuori dal monastero -.
Kai divenne di ghiaccio. Aveva la forte sensazione che il suo giovane alter ego fosse in pericolo. - Vieni: andiamo a cercare tutti gli altri -.

Si ritrovarono tutti nell’ufficio di Yuri. Il primo che cercarono e, quindi, trovarono fu Kappa: lui per primo aveva il diritto di sapere che uno dei suoi allievi era stato portato via dal suo assistente. Poi, Yuri e il resto della squadra. Tyler aveva appena iniziato a dichiararsi a Hiromi, quando lo chiamarono. Vedendo Leila praticamente sconvolta e udendo il tono di voce così serio di Kai, capì che quello che lo attendeva nello studio del blader russo era sicuramente più importante della sua vita sentimentale.
Kai spiegò al posto di Leila (che era incapace ormai di parlare chiaramente) quello che era accaduto. Tutti rimasero scioccati: erano proprio sicuri che quello era davvero Jordan?
- Non può essere che hai frainteso il gesto, Leila? - chiese Max, ancora incredulo che il docile assistente di Kappa fosse un criminale.
La ragazza scosse la testa con vigore. - Ne sono sicura: ho visto la sua mano trattenere Kay per il polso -.
- Ma, comunque, non possiamo essere sicuri che lui sia il vero colpevole. Giusto? Magari è stato costretto a rapire Kay - azzardò Tyler, seduto accanto al professore, guardandolo mentre pronunciava quella frase.
Leila si mosse scompostamente sul divano e si sistemò meglio tra le braccia di Ray, che la stringeva a sé nel vano tentativo di calmarla.
Intanto, Kappa scosse la testa lentamente, anche lui incredulo proprio come Max. - Non lo so - mormorò, per poi aggiungere ad alta voce - Jordan… Il mio assistente. L’ho ritenuto sempre fedele, e un brav’uomo; non riesco a credere che possa essere un seguace di Jethro -.
- Pensi si tratti di lui, professore? - chiese risoluto Yuri. Era molto impostato, e, se era preoccupato, non la dava a vedere.
- Io ne sono convinto - rispose al suo posto Kai - Sappiamo tutti che quel vile è ancora in circolazione. Credo voglia finire definitivamente ciò che il padre ha iniziato: far fuori tutti i testimoni della realtà degli eredi dei Bladebreakers -.
- Chissà cosa sta progettando? - pensò ad alta voce il professore - Qualunque cosa sia, Kay è il tester -.
Il loro discorso venne interrotto dal suonare di un clacson. - Il pulmino - disse Hiromi, dopo essersi affacciata alla finestra: il suo tono di voce trapelava il terrore per ciò che potevano fare o aver fatto a Kay - Non possiamo andare all’incontro! Dobbiamo salvare Kay -.
- Non sappiamo dove sia - rispose il vecchio Neoborg - E, comunque, qualcuno dovrà almeno rappresentare la squadra -.
Kappa sospirò. - Bene, Tyler, Max, Hiromi… Voi verrete con me. Kai, tu fai qualche ricerca e tenta di scoprire dove può essersi nascosto Jethro. Ray, prenditi cura di Leila: mi sembra la più sconvolta in tutta questa faccenda -.
Il ragazzo annuì il suo consenso.
Seppure Tyler, Hiromi e Max protestarono (Tyler per voler rimanere con la sua “sorellina”, Hiromi perché era comunque sconvolta anche lei per Kay essendo innamorata di lui e Max perché non se la sentiva d’incontrare i propri avversari in quelle condizioni), non ebbero la meglio su Kappa, che, con delle buone argomentazioni, convinse i suoi allievi a seguirlo, rassicurandoli sul fatto che sarebbe durata poco e che sarebbero tornati presto.

Dopo essere salito sulla macchina, Kay perse la cognizione del tempo. I vetri dei finestrini erano completamente neri, perciò non riuscì a scorgere niente del paesaggio, e poi erano sommerso dalle preoccupazioni. Appena la macchina si arrestò, il ragazzo si riscosse. Gli sembrò essere passata un’eternità. Erano di fronte alla facciata di un palazzo abbastanza antico, adibito ad albergo. Entrarono e presero subito l’ascensore, che li portò all’ultimo piano. Jordan bussò in un modo strano a una porta.
Lo aprì un uomo mingherlino dallo sguardo spaventato, che li fece entrare e richiuse subito la porta dietro di sé. Quindi, un secondo uomo, sulla quarantina, con capelli neri tirati all’indietro e gli occhi di ghiaccio, con un sorriso sghembo stampato sulle labbra, salutò l’appena arrivato: - Kay! Ragazzo mio, che piacere conoscerti -.
Lui non rispose, ma si limitò a fissare quegli occhi celesti così cattivi. Allora l’uomo si presentò: - Mi chiamo Jethro, non so se hai sentito parlare di me, ma credo di no, dato che tutti coloro che sapevano della mia esistenza, beh… Sono morti - sogghignò.
Kay rabbrividì. Quindi, quello era colui che aveva ucciso Takao? Era lui il nipote di Vorkov? Per come l’aveva descritto Kai, sembrava proprio lui. Continuò a rimanere in silenzio.
- Ho un piccolo compito per te -.

Stesi sul letto della camera di Leila, Ray stringeva ancora forte la ragazza a sé. Sembrava che si fosse calmata, ma qualche volta era ancora percossa dai singhiozzi.
- Mi dispiace - disse all’improvviso, con voce rotta dal pianto.
Il ragazzo si allontanò di poco, per guardarla negli occhi. - Per cosa? -.
- Per tutto… Ho rovinato ogni cosa con te, quando tu sei l’unico che riesce davvero a farmi stare bene, sei l’unico che è sempre al mio fianco quando ne ho bisogno -.
Le sorrise dolcemente, accarezzandole delicatamente i capelli. - Non devi scusarti di nulla. Semmai sono io quello che deve scusarsi e ad aver rovinato tutto. Non sono mai riuscito a mantenere viva la nostra relazione… Forse era un segno -.
Leila appoggiò la testa sul suo petto. - Non è detto - poi si sedette e lo guardò di nuovo - Se i tuoi sentimenti non sono cambiati, potremmo riprovarci -.
Anche Ray si risedette e, lentamente, avvicinò il proprio volto a quello della ragazza. Quando le loro labbra si toccarono, entrambi riscoprirono una sensazione e un sapore antichi e familiari. Era come se fossero fatti l’uno per l’altra, e che niente e nessuno, seppure sarebbe riuscito ad allontanarli, li avrebbe del tutto separati da quello che condividevano.
Presto quel bacio casto e dolce si schiuse in un qualcosa di più passionale. Forse non era andato tutto perduto.

- Che genere di compito? - si decise a chiedere Kay.
Il ghigno non volle andarsene dal volto maligno di Jethro. - Devi testare qualcosa - cacciò fuori da non si sa dove una provetta. Il liquido al suo interno era di un colore nero, come quello della benzina. - È un siero, e le sue particolarità sono molto interessanti, o almeno dovrebbero esserlo - Jordan prese saldamente Kay per le spalle e lo legò a una sedia. Subito dopo lo imbavagliò, dato che aveva iniziato a urlare. Mentre Jethro metteva il siero in una siringa, continuò la sua spiegazione: - Questo liquido va immesso direttamente nelle vene e, devo avvertirti, fa un male atroce. Raggiungerà le tue funzioni motorie e il tuo corpo non potrà più seguire le tue direttive; in cambio, seguirà le mie. Diventerai mio schiavo -.
Durante questo discorso, l’uomo cacciava fuori il braccio del ragazzo e cercava una vena abbastanza profonda. Appena finì, immerse la siringa nell’arto di Kay che, mentre il siero iniziava a scorrere nel suo corpo, urlò dal dolore. Il grido, però, venne attutito dal bavaglio: ora capiva perché glielo avevano messo.
Dopo un po’, tutto finì. Kay alzò il capo, ma i suoi occhi non erano più color ametista, come lo erano sempre stati; erano neri come la pece, inespressivi.
Jethro esordì in una risata piena di orgoglio per sé stesso e soddisfazione, ma fu una risata agghiacciante. Così agghiacciante che Simons si nascose dietro la porta del bagno.





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Saaalve ^^" Vi sono mancata? Ok, mi scuso: ho avuto un altro blocco, ma posso dire che si è sciolto abbastanza abilmente; e, in più, mi sono data molto ai miei impegni scolastici. Comunque, credo sia il capitolo meglio riuscitomi *-*
Abbiamo finalmente risolto qualche mistero: a cosa serve il siero; perché Kay era stato preso d'occhio da Jordan e il suo capo. In più, Tyler ha scoperto di avere una vera e propria cotta per Hiromi e Ray e Leila si sono finalmente chiariti e riappacificati. Ma Kay? E Jethro? Cosa vorrà fargli fare? *parte la musichetta di Beautiful*

Ora passo subito ai ringraziamenti. Ringrazio tutti coloro che anche solo leggono, che hanno aggiunto la mia fan fiction tra le preferite/seguite/da ricordare e, soprattutto, le mie recensitrici.

Aphrodite: sì, ero tornata. Ma poi sono risparita xD Credo che il blocco dello scrittore sia un grosso problema per tutti gli scrittori .-. Comunque... Ebbene sì, avrai visto che Jordan in questo capitolo ha avuto una parte di rilievo rispetto agli altri. L'ascesa di Jordan, siamo spacciato o_____o" Scusa per la mia iralità ^^" Pensavo che avessi dato una motivazione a Kai davvero idiota, ma a quanto pare mi sbagliavo x) Eh, la sua vecchia fiamma verrà rivelata più tardi (onestamente, non so dirti quando ^^"), perché al momento non è poi così importante, secondo me. Insomma, dobbiamo salvare Kay! *tono da Indiana Jones* Il triangolo Kay/Leila/Ray si fa ancora sentire, ma ti avverto: se, dopo aver letto questo capitolo, penserai che Leila e Ray siano la coppia definitiva, non è così u.u Mancano ancora dei capitoli, e la mia mente potrebbe cambiare (il mio umore è molto volubile) xD Mentre l'incontro tra Kai e Kay... Beh, era esattamente l'impressione che volevo dare :D Grazie per la recensione e spero che questo capitolo sia stato gradevole alla tua lettura :)

Avly: anche tu preda dei blocchi? Oh, facciamo un gruppo! *-* x) Hai assolutamente ragione: ho avuto problemi anche con questo capitolo, ma dopo aver letto le recensioni mi sono sbloccata magicamente :) Eh, nei capitoli precedenti ho esaltato di più i nostri carissimi drammi sentimentali, ma ora esaltiamo quelli provocati dai cattivi! Non lo toccherà? Invece l'ha toccato, purtroppo. Questa volta il temerario Kai Hiwatari non è riuscito a salvarlo, ma chissà... Forse irromperà da una finestra e porterà via il suo erede xD Hai pienamente preso il senso del messaggio che Kai ha voluto dare a Kay. Sì, gli ha detto, tra le righe, di lottare per Leila, perché non vuole che lui faccia i suoi stessi errori: vuole preservarlo dai dolori che implicita l'amore. Davvero hai sentito la scena tra Ray e Leila? Wow, non pensavo ci sarei riuscita :) Tutti vogliono sapere di chi è stato innamorato Kay! Mi sembra ovvio, ma, lo dico anche te, si saprà più tardi ^^" Mi sollevi col fatto che, secondo te, Kai non è OOC. Ho davvero temuto, quando ho scritto la sua storia dopo la morte di Takao, quindi grazie :D Spero che il capitolo ti sia piaciuto :)

Un'ultimissa cosa e poi vi lascio in pace ^^" Mi pubblicizzo un po' xD
Se vi piace Harry Potter, potreste leggere la mia fan fiction, per favore? *me fa occhi dolci*
Link Qui :)

Ora vi lascio :)
Baci, Sara.
   
 
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