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Autore: LittleEmma    07/10/2010    4 recensioni
Non ho mai creduto che i sogni si potessero avverare. E' sempre stata una favola per bambine, fino all'anno scorso... Una sedicenne di nome Sara è stata ingaggiata per girare un film come protagonista al fianco di Taylor Lautner. Il loro primo incontro avviene nella piccola palestra dove Sara si allena costantemente tutti i giorni nel ballo, la cosa che ama di più. Appena i loro occhi si incontrano scatta una scintilla che farà fiorire un amore sincero e appassionato tra i due. Riuscirà il loro amore a resistere alle sorprese che la vita ha in serbo per loro?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Taylor Lautner
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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20 - Luna Piena
PoV: Sara.
Fu un evento memorabile, tutti i giornali ne parlvano, gli fu dedicato anche un servizio al telegiornale. Più tradi scoprii che anche i miei genitori avevano assistito al concerto perchè Taylor li aveva invitati.
Mi avevano scattato un sacco di bellissime foto.
La gente mi fermava per strada e si complimentava con me, al liceo, ragazzi che non mi avevano mai rivolto la parola mi slautarono o addirittura si fernarono a complimentarsi, in primo luogo per l'esibizione, poi per la rpomozione e in particolare per essere riusita ad avere un ragazzo come Taylor.
Come se mi importasse la sua fama...
Ricevetti un sacco di telefonate per contratti futuri, sia nell'ambito dell'opera e quindi della danza classica sia nei musical. Mi furono offerti addirirttura posti per film tratti da libri celebri e meravigliosi.
Ogni tanto passavo davanti all'armadio in cui tenevo custoditi con cura gli abiti più importanti. In primis quello che Taylor mi aveva regalato per serate importanti, poi quello che avevo usato durante il concerto.
Guardavo l'abito lungo con occhi sognanti e quello regalatomi da Amy con gratitudine infinita.
I mesi passarono in fretta e in un better d'occhio fu di nuovo estate, la attesissima e veneratissima estate.
A Milano il caldo era soffocante già all'inizio di giugno, periodo finale della scuola.
La data di partenza per l'america fu fissata per metà giugno. Invitai anche la mia famiglia, visto che ora ce lo potevamo permettere, a passare un paio di settimane se non un mese, in California.
Come previsto accettarono l'offerta, anche perchè mio fratello non vedeva l'ora di provare a fare surrf a altre attività sportive, tipo skateboard.
I miei presero una casa piuttosto lontana da quella di Raylor, per lasciarci un po' liberi di vivere la nostra vacanza, anche se non lo sarebbe stata a tutti gli effetti dato che avremmo dovuto finire le registrazioni del film.
Tutto continuò secondo la normalità: durante la giornata lavoravamo, che in realtà era un po' come giocare perchè spesso si rideva e si facevano strafalcioni, come è normale che nelle registrazioni dei film capiti e durante il pomeriggio, dalle quattro fino alle otto rimanevamo in spiaggia a goderci il caldo estivo.  Spesso facevamo delle lunghissime passeggiate sul bagnasciuga chiacchierando del più e del meno, di argomenti futili e di nessun conto, a volte ci piaceva stare in silenzio a contemplare tutto quello che ci stava accanto: dai piccoli granchietti che ci passavano a poca distanza dai piedi all'infinito cielo blu che si estendeva sopra alle nostre teste oppure osservavamo semplicemente la gente che ci passava accanto con la mente sgombra di qualsiasi impiccio.
Qualche volta i ragazzi della nostra età ci coinvolgevano in animate partite di beach volley alle quali partecipavamo volentieri.
Una sera, dopo cena mentre mi lavavo nel bagno di quella che Taylor aveva definito come camera mia, Sentii delle voci provenienti dal piano sottostante, in un primo momento pensai che fosse la televisione perciò non vi prestai attenzione, dopo essere uscita dalla doccia ed essermi messa il pigiama mi accorsi che le voci che provenivano dal salone non erano affatto della TV.
Taylor stava discutendo con una voce maschile, non capii subito con chi era in contrasto, afferrai solo quando subentrò anche una voce femminile: I suoi genitori.
Decisi di non intromettermi, anche se avrei voluto essere lì accanto a Taylor per sostenerlo in quella che doveva essere una battaglia di non poco conto.
Mi infilai un paio di calze e uscii sulla terrazza interamente ricoperta di parquet.  Harry aveva sistemato due sdraio dotate di materasso per sdraiarcisi ad osservare il cielo stellato di notte e prendere il sole di notte. Io mi sedetti su una di esse cercando di non ascoltare la conversazione piuttosto animata che si stava svolgendo di sotto, purtroppo non vi riuscii.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! - Disse il padredi Taylor con voce tonante.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Urlò Taylor esasperato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non vedi che sei diventato una star? - Si intromise la madre
- Io non volevo tutto questo,  non l'ho mai voluto e voi non l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i peggiori genitori che un bambino possa avere. sempre in viaggio grazie ai soldi che sarebbero spettati a me. -
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! - Urlò il padre imbestialito. Tutto d'un tratto scese il silenzio. L'atmosfera era carica di tensione e di ira.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlò Taylor
- Ma figliolo... - Tentò di dire la madre
- Non mi toccare! - Ringhio Taylor,
- Andatevene... Ora! - Disse ora con voce normale, ma tanto decisa e autoritaria che mi face venire i brividi.
Sentii la porta sbattere e poi più nulla.
Poco dopo Taylor aprì la porta della terrazza. Lo sentii singhiozzare e corsi da lui.
Lo abbracciai forte, e lui mi strinse a sè con fare possessivo. Lo capivo.
Cercai di non piangere perchè aveva  bisogno di conforto e non di commiserazione.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne andrò mai - Gli dissi
- Non lo sopporterei di nuovo - Mi disse tra i  singhiozzi. Era davvero distrutto.
Era una situazione strana. Sapevo benissimo che nonostante tutto Taylor voleva bene ai suoi genitori come qualsiasi altro ragazzo o bambino.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono -  Mi disse mentre nuove lacrime gli inondavano il viso.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Dissi cercando di rassicurarlo.
- Vieni a vedere che bella nottata - Dissi prendendolo per mano.
Mi sedetti sul cordolo di marmo spesso della terrazza che dava sulla strada e lo invitai a fare lo stesso.
Con le gambe a penzoloni nel vuoto e gli sguardi rivolti verso il cielo stellato eravamo stretti l'uno all'altro.
Un disco argentato di fronte a noi sembrava avvolgerci in un abbraccio inmmaginario.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse:  Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile superarlo. - Dissi stringendo la mano sulla croce che portavo al collo.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Disse.
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci proviamo? - Conclusi
E mentre una leggera brezza giocava a scompigliarci i capelli, ognuno dei due rimase in silenzio a riflettere sul  significato di quelle parole e ad osservare la luna piena che sembrava sorriderci.
 
PoV: Taylor
Mentre ero seduto sul diano a guardare la televisione suonò il campanello, così mi alzai e aprii la porta.
- Ciao Tay! - Squittì la voce stridula di mia madre
- Ciao mamma, papà... - Li salutai controvoglia.
- Allora come va?  Stai bene con la tua nuova fiamma? -
- Mamma Io e Sara stiamo insieme da un anno. Lo so che non siete qui per fare una visita di cortesia... che volete da me? - Domandai gelido
Vidi mia madre che abbassava lo sguardo come se il pavimento si fosse fatto tutto d'un tratto interessantissimo.
- Ehmm... Ecco... Noi volvemo chiederti se ci potresti prestare dei soldi... Sai, volevamo fare un viaggio io e tua madre - Disse mio padre gonfiandosi d'entusiasmo.
Li squadrai entrambe con le braccia incrociate sul petto e l'espressione severa stampata sul volto.
Scossi la testa
- Non vi presto più i miei soldi, se volete fare un viaggio mettetevi a lavorare seriamente - Dissi voltandogli le spalle con l'intenzione di salire le scale che portavano alle stanze da letto.
- Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te, tu ci volti le spalle?! - Abbaiò mio padre. Mi voltai di scatto.
- Infatti, avete fatto troppo. Quante volte ve l'ho detto che invece di andare a quegli stupidi provini avrei voluto restare a fare sport o a giocare con i miei amici come un bambino normale ?! - Dissi in tono piuttosto concitato.
- Tu non sei mai stato un bambino normale, e tuttora non lo sei. Non vedi che sei diventato una star? - Si intromise mia madre con quella voce che avevo imparato ad odiare.
- Io non volevo tutto questo,  non l'ho mai voluto e voi non l'avete mai capito... Vi dico anche un'altra cosa, siete stati i peggiori genitori che un bambino possa avere. Sempre in viaggio grazie ai soldi che sarebbero spettati a me. - Parlai quasi urlando. Mi stavo scaldando sul serio. Ogni volta che toccavo questo argomento mi sentivo montare una rabbia ceca dentro.
- Come osi riferirti così ai tuoi genitori?! - Urlò mio padre.
- Andatevene immediatamente da casa mia! - Urlai a mia volta senza rispondere alle accuse assolutamente irrisorie di quello che avrebbe dovuto essere mio padre.
- Ma figliolo... - Cercò di intromettersi miamadre sfiorandomi una guancia con il dorso della mano.
- Non mi toccare! - Sibilai con tono schifato, allontanandole la mano dal mio volto stringendole il polso.
- Andatevene... Ora! - Ribattei con voce glaciale.
Non smisi di tremare dalla rabbia fino a quano la porta non si fu chiusa.
Non volevo far altro che lasciarmi andare in un pianto sfrenato. Di rabbia, di dolore e di delusione.
Salii sulla terrazza e mi accorsi di non essere solo. Mi resi conto inoltre che avevo bisogno di lei come mai ne avevo avuto.  Cominciai a singhiozzare appena vidi il suo volto illuminato dal riverbero della luna piena.
Vidi il suo volto mutare espressione quando mi vide in faccia.
- Shhhh, ti prego non piangere. Sono qui con te, e non me ne andrò mai - Disse venendomi incontro e abbracciandomi con delicatezza.
La strinsi a me come fosse l'unica persona che teneva a me veramente, come se fosse l'unica in tutto il mondo che avesse il potere di farmi star bene, era proprio così... Lei era l'unica.
- Non lo sopporterei di nuovo - Dissi tra i singhiozzi. Questa volta il dolore proveniva da una ferita mai rimarginata che ora aveva fatto infezione e mi stava uccidendo.
Non feci nemmeno in tempo a calmarmi che le scene della lite di poco prima mi tornaro in mente con una nitidezza paurosa.
- Ho dovuto farlo Sara. Loro non capiscono - Dissi mentre le lacrime scendevano copiosamente. Strizzai gli ochhi per poterle fermare, ma non riuscivo, non potevo fermarle.
- Sono certa che capiranno, in fondo sono i tuoi genitori... - Disse per rincuorarmi. Era vero? Non lo sapevo. In diciott'anni non mi avevano mai dato alcuna dimostrazione d'affetto, e forse non l'avrei mai ricevuta.
- Vieni a vedere che bella nottata - Disse prendendomi per mano.
Le stelle illuminavano il cielo di un bagliore che mi parve stanco e malinconico e la luna sembrava volermi abbracciare per confortarmi. Quella sera il cielo era completamente terso e le luci mano a mano si spegnevano tutte.
Il vento sembrava cantarci una canzone tra ululati e sospiri. Strinsi Sara con tutto l'affetto e l'amore che potevo dimosrarle. Volevo dimostrarle quanto fosse importante per me la sua presenza.
- Sai, Duemila anni fa un Unomo disse:  Benedite coloro che vi maledicono e pregate per coloro che vi fanno del male. Se qualcuno ti percuote su una guancia porgigli anche l'altra. I nemici possono esserci anche in una famiglia, Taylor ma non è impossibile superarlo. - Non ero Cristiano, ma quelle parole erano così dirette.
- Sembra così maledettamente semplice ... - Risposi
- Ma potrebbe anche esserlo, come facciamo a saperlo se nemmeno ci proviamo? - Concluse. Notai che aveva usato il Noi. Era vero. Non si riferiva solo ad un'occasione ma alla vita di tutti i giorni.
Rimasi pensieroso ad osservare la luna che ora sembrava sorriderci.
Le parole di Sara di quella sera mi rimbombarono in testa per tutta la settimana seguente.
Erano troppo semplici e dirette  e così complicate da mettere in pratica.
In pochissimo tempo finimmo le registrazioni tra gli applausi generali e i complimenti di tutti. Il film sarebbe uscito di lì a poche settimane, appena finito il montaggio Negli USA e in Italia contemporaneamente. Alcuni brani della colonna sonora del film erano di Alessandra Amoroso e uno solo degli Evanescence, Good Enought, l'unico pezzo di danza classica che Sara aveva voluto ballare. Finito il montaggio Zoe e Rick ci chiamarono per rivedere tutto il nostro lavoro al completo.
Ci fecero entrare in una piccola sala cinematografica, come spesso i registi facevano per guardare cosa non andava nel montaggio.  Sara era in fibrillazione, non aspettava altro che vedere il nostro film.
Io invece avevo paura che potesse farle tornare in mente i momenti più tristi anche se speravo con tutto il cuore che non succedesse nulla. Per fortuna le  mie paure erano infondate perchè non soffrì.
Dovevo ammettere che Sara sapeva recitare alla perfezione, quasi fosse una veterana del mestiere.
Il film terminava con una camminata in un viale alberato, che piano piano si trasformava in una corsa gioiosa mano nella mano dei due personaggi, sotto una pioggia sempre più forte mentre le note della canzone " Il Cielo Può Attendere " di Alessandra Amoroso scorrevano potenti creando un effetto meraviglioso.
Quando apparvero i titoli di coda Sara e Zoe avevano le lacrime agli occhi, Intrecciai la mano alla sua e le sorrisi, per tutta risposta mi diede un bacio lungo mentre altre lacrime le sgorgavano dagli occhi chiusi.
La abbracciai felice e sereno, per la prima volta dopo la litigata con i miei genitori.
Solo poco dopo mi accorsi che Zoe e Rick se n'erano andati per lasciarci soli con le nostre emozioni.
- Ho realizzato il mio più grande sogno Taylor... - Sussurrò 
- Già è un grande orgoglio vedersi in un film... - Dissi abbassando lo sguardo.
- No, non stavo parlando di quello Taylor, stavo parlando di Te. Ho imparato ad apprezzare la vita e l'amore, a capire quanto è importante vivere ogni istante senza perdere tempo ad autocommiserarsi.... -
Sorrisi e l'abbracciai di nuovo.
- Anche tu mi hai insegnato a vivere, a vivere per davvero. Mi hai fatto scoprire cos'è l'amicizia e cos'è la semplicità - Conclusi sopirando con il sorriso sulle labbra.
Quella sera i genitori di Sara ci avevano invitato a cena perciò indossai la mia solita camicia bianca con i jeans, rimasi sorpreso però di vedere Sara vestita in modo piuttosto semplice: Indossava un paio di jeans neri e strappati e una maglietta altrettanto nera degli Evanescence con le sue All Star nere e uno spesso strato di matita intorno agli occhi. Si era legata i capelli in una coda ordinata da cui aveva lasciato cadere un ciuffetto di boccoli castani che cadevano ad incorniciarle il volto.  Un'alternanza di orecchini: Bianco, nero, cianco Sull'orecchio di tre buchi e un orecchino nero sull'altro tutti a forma di perla.
Quando la vidi vestita così casual anche io preferii cambiare maglietta e la sostituii ad una a maniche corte bianca della Vans.
Come sempre i suoi genitori furono cortesi e i suoi fratelli amichevoli e simpaticissimi. Andrea non mancò di dire che sua sorella sembrava un vampiro. Anche la cena fu ottima. Quella sera io e sara andammo sul molo a fare una passeggiata.
- Sei davvero bella questa sera - Le dissi mentre passeggiavamo verso casa.
- Non ti sembro troppo piccola o infantile? -
- No per niente ... -
- E tu sei sempre bello ... - Disse dandomi un piccolo bacio sulla guancia che mi fece arrossire nel buio della sera.
- Grazie... - Risposi sorridendo.

Angolo SweetDancer96
Scusante tantissimo il ritardo, ma non ce la faccio a postare più velocemente perchè non ho più tanto tempo libero.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, commentate, commentate.
Baci
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