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Autore: nitro    07/10/2010    0 recensioni
Può l’amore sbocciare in un terreno arido coperto solo di sangue e dolore? Due cuori, uno che ama soltanto se stesso, l’altro che non sa manifestare i propri sentimenti. Riusciranno a incontrarsi? Riusciranno a migliorarsi a vicenda? Una storia d’amore, quella tra Draco e Asteria, s’intreccerà con i tragici avvenimenti che devasteranno il Mondo Magico.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Mangiamorte, Pansy Parkinson
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Umiliazioni
 

 
 
Cara Asteria,
 
l’anno scolastico è cominciato a tentoni qui a Durmstrang. Igor Karkaroff è stato trovato morto in una capanna in Scandinavia. Finalmente ha avuto la giusta punizione per il tradimento verso l’Oscuro Signore.
L’insegnante di Divinazione, Anna Zaratustrova, è diventata la nuova preside. Ci sono stati molti cambiamenti. Alcuni docenti sono scappati, perché temono una rappresaglia di Voldemort verso gli amici di Karkaroff, siamo rimasti per quasi un mese senza insegnante di Pozioni.
Sono felice che tu sia riuscita a entrare nella squadra dei Serpeverde! Non ho mai avuto dubbi che ce l’avresti fatta!
Il Quidditch è un disastro. Sono stato nominato capitano, ma non sono capace di farmi rispettare come ci riuscivi tu. Vladi ha occupato il tuo posto come battitore…a dir la verità lo preferivo come cacciatore. Insomma ho rivoluzionato la squadra ma mi sembra di star facendo un gran pandemonio.
Ci manchi Asteria, e manchi tanto anche a me. Non so con chi sfogare le mie innumerevoli paranoie. Mi manca il modo deciso in cui mi rassicuravi, con poche e concise parole.
So che è difficile da realizzare…ma, c’è la possibilità che tu possa viaggiare per le vacanze d’inverno? O che tu possa ricevere degli ospiti? Lo so, tu stessa sei un ospite. La tua risposta sarà scontata, ma vale la pena tentare.
Aspetto una tua risposta.
 
Aleksey Koldunov
 
 
Quel giorno ci sarebbe stata la prima gita a Hogsmeade dell’anno scolastico. La Sala Comune dei Serpeverde era un via vai di studenti che si preparavano all’uscita. I ragazzini dei primi anni guardavano con invidia i compagni più grandi.
Asteria ripose la lettera nella sua scrivania e seguì Milla fuori dalla loro stanza.
Le due Serpeverde salirono le scale dei sotterranei e uscirono dalla porta principale del castello; un vento gelido le investì e fece svolazzare la mantella della loro divisa. Asteria si strinse nelle spalle e si portò la sciarpa davanti al viso per proteggersi dal freddo pungente.
Scesero lungo il sentiero per Hogsmeade in silenzio, Asteria era troppo occupata a pensare alla lettera di Sasha e non aveva voglia di chiacchierare. Anche Milla sembrava assorta nei suoi pensieri.
La nostalgia verso la sua vecchia scuola si faceva sentire ogni qualvolta il gufo di Sasha le recapitava una lettera. La malinconia le attanagliava lo stomaco, ma c’era un’altra sensazione che non riusciva a definire; quando ripensava al suo migliore amico, un nodo alla gola le impediva di parlare e si sentiva incredibilmente triste. Le mancava, razionalmente riusciva a capirlo, ma il suo cuore orgoglioso non lo avrebbe mai ammesso.
La singolarità del loro rapporto, derivava dal fatto che Sasha Koldunov era l’unica persona con cui Asteria riusciva a parlare della sua vita privata, seppur in maniera distaccata.
Asteria non era sempre stata una fredda calcolatrice, da bambina era stata tenera, ingenua e spontanea. Il suo carattere gioviale e spensierato era purtroppo entrato in collisione con le strette vedute di Kalliope Greengrass. Le ripetute critiche e gli innumerevoli tentativi di cambiare la bambina ebbero come unico effetto la lenta chiusura in se stessa di Asteria. Come il ferro fuso, battuto ripetutamente da un martello, il suo cuore diventò duro e crudele, incapace di provare qualsiasi sentimento, eccetto l’odio verso la madre e l’egoismo. Il dolore che si teneva dentro era ben racchiuso in una dura corazza, soltanto all’esterno Asteria era rimasta la stessa bambina impacciata e vivace, lo stesso maschiaccio innamorato del Quiddich.
Milla appoggiò delicatamente la mano sulla spalla di Asteria e la riportò alla realtà. Erano giunte alla cittadina.
- Io non sento più le mani, potremmo rifugiarsi ai Tre Manici di Scopa. È una locanda dove fanno una Burrobirra strepitosa. Che ne dici? -
Asteria accolse la proposta di buon grado, le si stavano gelando le orecchie.
Entrarono in un pub affollato da studenti di tutte le case. Milla individuò Jennifer e Tayler. Il ragazzo le invitò a sedersi con loro con degli ampi gesti della mano. Jennifer le salutò con un breve sorriso di circostanza. Tayler si premurò subito di ordinare due Burrobirre per le nuove arrivate a Madama Rosmerta, la padrona del locale.
Il boccale di Asteria si svuotò in fretta, la temperatura all’interno, notevolmente più elevata, le aveva arso la gola. Un’altra Burrobirra le fu prontamente offerta da Urquhart, che si era seduto al tavolo accanto con altri membri della squadra di Quiddich. Sulla schiuma della bibita era impresso un breve messaggio: “Sala Comune dopo il coprifuoco, riunione di squadra. Il capitano.”
Asteria fece un cenno di assenso in direzione del capitano che ricambiò con un sorriso smagliante.
Jennifer parlò per tutto il tempo delle ricchezze della sua famiglia e dei suoi piani per il futuro. L’egocentrismo di quella ragazza aristocratica stufò ben presto Asteria, che decise di tornare al castello.
 
- Arti Oscure. – la porta del dormitorio si aprì e Asteria entrò.
Nei sotterranei rimbombava il brusio dei ragazzini rimasti al castello. Si divertivano a infastidire le armature e i quadri che ornavano la Sala Comune. Asteria decise di studiare un po’ di Divinazione nell’angolo più tranquillo della sala, vicino alla porta.
Un rumore sordo e improvviso fece calare il silenzio. Dracò entrò sbattendo la porta e, con passo deciso si avviò verso il corridoio delle camere. Spinse malamente da parte alcuni ragazzini del primo anno, colpevoli di trovarsi sulla sua strada.
Tiger entrò dopo di lui e lo seguì con lo sguardo. Si sentì un’altra porta sbattere e quando fu chiaro che il re indiscusso della Casa si era ritirato nelle sue stanze, gli altri abitanti di più basso rango ripresero le loro attività che erano state bruscamente interrotte.
Tiger notò Asteria vicino alla porta e la salutò.
- Che cosa fa credere a Malfoy di essere legittimato a trattare tutti come se fossero delle nullità? -
Tiger la guardò stupito, gli sembrava incredibile che la ragazza non capisse quanto Draco fosse temuto e rispettato a Serpeverde.
- Lui è il capo qui. -
Asteria aggrottò un sopracciglio.
- Lo dici come se fosse una cosa giusta. È soltanto un arrogante. -
- Forse è soltanto nervoso. È stato in punizione con la McGrannit fino a poco fa. –
Lo sguardo scettico della ragazza lo turbò.
Vincent cambiò discorso, non era abituato a sentir mettere in discussione l’autorità di Malfoy.
- Sono felice che giocherai la prima partita della stagione. Se ci sei tu in campo, abbiamo più probabilità di vincere. -
Le guance piene di Tiger si aprirono in un sorriso goffo.
Asteria provò un po’ di pena verso quel ragazzo così privo di personalità. La aveva accettata in squadra di buon grado e l’aveva presa come suo esempio. Asteria ammirava la costanza di Vincent e la sua voglia di migliorare, però aveva intuito che erano solo vani tentativi di assomigliare a qualcuno che riuscisse meglio di lui nelle cose. Lo stesso faceva con Malfoy e lo imitava; cercava di comportarsi in maniera maleducata con tutti, pensando di apparire più elegante. In realtà sembrava soltanto un grosso troll, brusco e manesco.
Tiger la lasciò sola e Asteria ripensò alle sue parole. Dubitava fortemente che Malfoy s’innervosisse a tal punto per una misera punizione. Doveva essere successo qualcos’altro. Si sforzò di non pensarci e ritornò sul libro di Divinazione.
 
Il Coprifuoco era appena scattato. Asteria salutò Milla e andò in Sala Comune. La squadra era già lì e Draco stava cacciando dalla stanza alcuni Serpeverde che si erano fermati a chiacchierare. Quando vide Asteria, la salutò con un cenno del capo. Il capitano le andò in contro sorridendole e la prese per mano. La trascinò fino al camino come un bambino eccitato e gettò nelle fiamme una strana polverina argentea.
Il fuoco crepitò e le fiamme diventarono verde smeraldo.
- Ti do ufficialmente il benvenuto in squadra! Ora seguimi! -
Asteria osservava rapita le fiamme verdognole che andavano affievolendosi e la cenere che veniva magicamente assorbita dalle mattonelle. Il pavimento del camino si trasformò in una ripida scala che scendeva tortuosa verso il basso. Urquhart scese per primo e si offrì di aiutare la sua compagna di squadra a scendere le scale, ma questa ignorò la mano che le veniva in soccorso e lo raggiunse con un goffo salto.
- Questo è l’Antro della Gloria… -
Le pareti, illuminate da fiammelle verdi che fluttuavano a mezz’aria, erano foderate di fotografie e vecchie scope, la maggior parte erano pezzi storici appartenuti ai più famosi giocatori Serpeverde che avevano intrapreso la carriera del Quidditch dopo la scuola.
Le foto in movimento illustravano le migliori vittorie della squadra e i migliori giocatori di sempre, in una di esse, Asteria riconobbe suo nonno materno. Sorrideva, orgoglioso di mostrare a tutti la sua Tinderblast, che a quel tempo era la scopa più resistente e affidabile sul mercato.
La squadra occupò le sedie attorno a un massiccio tavolo poligonale con quattordici lati, uno per ogni giocatore della squadra, che comprendeva sette titolari e sette riserve.
Il capitano cominciò il suo discorso di incoraggiamento:
- Il prossimo sabato ci sarà la partita inaugurale del campionato e giocheremo contro la squadra di Grifondoro. Ci sono importanti novità: Katie Bell questa mattina ha avuto un incidente e domani non giocherà. -
Goyle interruppe il capitano per verificare che le condizioni della cacciatrice fossero davvero gravi come si vociferava. Bletchley sogghignò malignamente e rispose a Gregory:
- Sembra di sì, domani la trasferiranno al San Mungo. -
Tutta la squadra, tranne Draco e Asteria, rise di quella buona notizia. Asteria non conosceva quella ragazza e non poteva capire il risentimento dei Serpeverde contro la giocatrice, inoltre a lei interessava soltanto giocare, poco importava contro chi. Draco invece sembrava arrabbiato, fissava il tavolo con gli occhi ridotti a due fessure.
Urquhart chiese un po’ di silenzio e proseguì:
- Un’altra notizia positiva è la totale inettitudine di Weasley come portiere, con lui davanti ai cerchi abbiamo la vittoria in tasca. -
Altre risate riempirono la sala. Anche Draco questa volta rise e prese la parola.
- Lenticchia non riuscirebbe ad acciuffare un Vermicolo, figuriamoci una pluffa! – le sue labbra furono curvate da un ghigno e i suoi occhi saettarono verso Asteria.
- Per brindare all’imminente vittoria mi sono permesso di far arrivare, direttamente dalle terre di Durmstrang, una cassa di Acqua di Fuoco. – un colpo di bacchetta e sul tavolo apparsero quattordici bicchieri e una cassa di legno. Estrasse una bottiglia cilindrica dal contenuto trasparente. L’etichetta rossa era scritta in cirillico e recitava: “Acqua di Fuoco, degna della gola di un Drago”. Draco versò il contenuto nei bicchieri con la magia e li smistò ai vari lati del tavolo. Soltanto un bicchiere era rimasto nelle mani affusolate del giovane. Guardò Asteria dritta negli occhi e le porse la bevanda.
- Consideralo il mio regalo di benvenuto. –
Asteria gli sorrise in segno di ringraziamento e avvicinò la mano al bicchiere. Appena le loro dita si sfiorarono un lungo brivido percorse il braccio di Asteria. La nebbia negli occhi di Draco si diradò, lasciando spazio all’azzurro del cielo. I loro sguardi incatenati la turbarono a tal punto che si dimenticò dove fosse. Per un tempo indefinito ci furono solo Draco e Asteria legati da quel contatto inaspettato.
Fu Draco a ricomporsi per primo e staccare le dita dal bicchiere. Aggrottò le sopraciglia e ritornò a fissare il tavolo. Asteria osservò per un istante lo sguardo confuso che si intravedeva oltre ai filamenti biondi. Per dimenticare l’intensità di quel breve momento scolò il bicchiere tutto d’un fiato e concentrò la mente sulla sensazione di bruciore che le invase lo stomaco.
Gli altri membri della squadra non si erano accorti di nulla, ciò che per Draco e Asteria era sembrato un’eternità, in realtà era durato una frazione di secondo.
Anche Warrington scolò il suo bicchiere ma fu immediatamente scosso da una tosse convulsa, il suo viso diventò tutto rosso mentre cercava disperatamente di farsi aria con le mani. Bletchley scoppiò a ridere e aiutò l’amico riempiendogli il bicchiere con l’incantesimo Aguamenti. Quando il cacciatore si fu ripreso, guardò Asteria con ammirazione.
- Come hai fatto a bere quella cosa e rimanere illesa? Mi sembrava di avere l’Ardemonio in bocca. -
Asteria lo osservò divertita.
- Devi versartela direttamente in gola, non devi farla entrare in contatto con le pareti della bocca o con le labbra! -
I tentativi degli altri membri della squadra furono più fortunati, soltanto Harper, il cercatore delle riserve, si lamentò per il bruciore alla bocca dello stomaco.
Tiger e Goyle si versarono un altro bicchiere ma prima che lo portassero alla bocca, furono fermati dal capitano. Il suo tono era leggermente preoccupato.
- Aspettate, finché siamo tutti sobri…c’è un altro punto su cui discutere. – fece un cenno a Draco, il quale si alzò e fece un annuncio sconcertante:
- Purtroppo non potrò giocare sabato, sono un paio di settimane che non mi sento molto bene e il dottore di famiglia mi ha consigliato di non stancarmi. Harper mi sostituirà. Ne abbiamo già parlato. –
Harper annuì tra un colpo di tosse e l’altro. Tiger guardò Draco in modo apprensivo.
- Mi dispiace! È per questo motivo che eri così nervoso oggi? - gli occhi nebbiosi di Malfoy si posarono sul robusto amico e annuirono. Tiger si sentì soddisfatto della sua intuizione, ma Asteria non si fece ingannare dalla poca convinzione con cui Draco aveva risposto a Vincent. Decisero di annunciare la sostituzione soltanto il giorno della partita.
Il resto della serata trascorse allegramente, i brindisi furono molti e Tiger e Goyle si ubriacarono fino a svenire sul tavolo.
Asteria si divertì molto quella sera, si sentiva accettata in quel covo di serpi, quasi quanto lo era stata nella sua squadra di Durmstrang.
 
Il sabato arrivò in fretta. Asteria era in ritardo per la colazione, uscì dalla sua camera cercando di infilarsi la divisa verde di Quidditch. La sua testa si incastrò nelle pieghe della stoffa e, avanzando alla cieca, inciampò sui piedi di qualcuno. Si sentì cadere in avanti ma fu afferrata per un braccio e risollevata. Una mano diafana la aiutò ad uscire dalla trappola. Malfoy la guardava con un’espressione buffa, le sue guancie erano gonfie e le labbra arricciate. Stava trattenendo una risata, con scarsi risultati. Una risata cristallina e sincera riempì il corridoio dei dormitori. Asteria non lo aveva mai sentito ridere e rimase piacevolmente stupita nell’udire quel suono genuino.
Quello che Asteria non sapeva era che Draco Malfoy non aveva mai riso in tutta la sua vita. Era divertito dalla goffaggine di quella ragazza, ma rideva più per la spontaneità di quella situazione, e più rideva più si sentiva felice e spensierato. Guardò il viso magro di Asteria che si corrucciava in un broncio.
- La tua malattia non deve essere molto grave, se hai la forza di deridermi così! -
Piano piano Draco riuscì a placare i sussulti e riacquistò la sua espressione arrogante di sempre. Le sorrise ammaliante e camminò verso la sua camera.
- La squadra è fortunata che tu sia più agile in aria che con i piedi a terra. Buona fortuna Greengrass. -
L’autocontrollo di Asteria riuscì a tenerla calma e a far muovere le sue gambe nella direzione opposta.
Asteria uscì dal dormitorio e corse verso la Sala Grande. Fu intercettata da Milla.
- La colazione è finita. Ti ho portato un panino. Sei tesa? Sarai grandiosa! -
Asteria afferrò il cibo, ulteriormente infastidita perché Draco le aveva fatto perdere la colazione, e mangiò dirigendosi verso lo stadio.
Urquhart incoraggiò la squadra prima di avviarsi a centro campo dove Madama Bumb e Potter lo attendevano.
Asteria volò agilmente fino sopra gli anelli della sua squadra e si rallegrò del colpo d’occhio sugli spalti affollati dai tifosi. I Serpeverde stavano già intonando coretti contro Wealsey e gli altri Grifondoro.
Un fischio decretò l’inizio dell’incontro e Asteria intercettò subito un bolide che sfiorò la testa di un cacciatore avversario. Urquhart si appropriò della pluffa e tirò verso uno degli anelli, sfortunatamente Weasley la acciuffò al limite del cerchio.
Quella fu l’unica azione decente della squadra. Tiger era inguardabile e Bletchley si lasciò infilare sei reti.
Asteria cercava disperatamente di bloccare la cacciatrice Ginny Weasley, ma non ricevette alcuna collaborazione dagli altri giocatori. Ognuno giocava per se stesso e nessuno collaborava. Asteria osservò rassegnata il suo bolide che fu agilmente scansato da Potter, il Grifondoro sfrecciò verso Harper e il boccino. Poco dopo la partita finì con esito negativo per le Serpi.
- Sembra che i Serpeverde abbiano lasciato a casa l’artiglieria pesante per portare sul campo una ragazzina come battitore. Non so cosa sia preso al capitano. Che si sia lasciato influenzare dal suo bel visino? -
La voce sgradevole di Smith gracchiava dal megafono magico. Il Tassorosso aveva criticato i giocatori di entrambe le squadre nel corso della partita e Asteria fu felice quando la Weasley si schiantò “accidentalmente” contro il podio del commentatore mandandolo in mille pezzi.
I Serpeverde rientrarono negli spogliatoi abbattuti. Urquhart si limitò a indire una riunione quella sera stessa e li lasciò soli. Era chiaramente furioso. I giocatori cominciarono a incolparsi a vicenda, Warrington e Tiger arrivarono addirittura alle mani. Bletchleley riuscì a fatica a dividerli. Asteria li ignorò e andò a farsi la doccia nello spogliatoio femminile.
 
L’atmosfera dell’Antro della Gloria non era delle migliori. Un cupo silenzio serpeggiava tra gli studenti che attendevano il capitano. Urquhart non salutò nessuno e si accomodò al suo posto. Picchiò un pugno sul tavolo e parlò alla sua squadra senza guardarli negli occhi.
- È stato profondamente umiliante! Non è ammissibile! Tiger, sembravi un Hippogrifo imbufalito! Bletchley, avremo potuto giocare senza portiere oggi, e il risultato non sarebbe cambiato! Warrington, Pucey, non avete nemmeno toccato la pluffa! Harper, ti sei fatto distrarre dallo sfregiato, accidenti, cosa ti ha detto? Ci sei cascato come un idiota! Asteria perché ti sei arresa alla fine? – Asteria non rispose alla domanda retorica. Il capitano la fissò rassegnato. – Forse è colpa mia, non sono tagliato per fare il capitano. -
Draco scese le scale che portavano all’Antro. Era in ritardo.
- Sei in ritardo Malfoy. - Urquhart sottolineò l’evidenza senza riuscire a rimproverarlo. Nessuno aveva il coraggio di fare la predica a Draco.
Si mise comodo sull’unica sedia vuota e sfoggiò un ghigno arrogante.
Warrington e Tiger ripresero a litigare e il capitano e il portiere si intromisero nella discussione peggiorando le cose. Asteria taceva e osservava Draco, non sembrava particolarmente turbato dalla sconfitta e ascoltava la discussione con superiorità. Un senso di fastidio si allargò nel petto di Asteria.
- Posso dire la mia? – la discussione si bloccò, erano tutti stupiti nel sentire il suono della voce di Asteria che di solito rimaneva estranea da qualsiasi discorso.
- Abbiamo sbagliato la scelta delle scope secondo me. La Nimbus di Harper era troppo lenta. Il cercatore e i battitori dovrebbero cavalcare una Firebolt, molto più agile e veloce. Poi, cosa più importante, credo che ci sia mancato lo spirito di squadra. Ci siamo allenati per settimane con una formazione e la abbiamo cambiata all’ultimo momento. Se dobbiamo puntare il dito contro qualcuno, quello è Draco.- finì il suo discorso guardandolo negli occhi. – Potevi avvisarci prima che non avresti avuto intenzione di giocare quest’anno. -
Draco si alzò spazientito, ma rispose con tono pacato.
- Hai ragione, la colpa è mia. Rimpiangerò per sempre il momento in cui ho insistito perché tu dimostrassi quanto vali a Quidditch. -
Una risata crudele uscì dalle labbra rosee di Asteria.
- Lo prenderò come un complimento, ma almeno io non ho comprato il posto in squadra con delle scope nuove! -
Tutti rimasero allibiti dalla faccia tosta di Asteria, ma lo sguardo truce di Draco arginò ogni desiderio di prender parola.
- Uscite da qui. -
Asteria non stacco i suoi occhi nocciola da quelli grigi di Malfoy mentre i compagni di squadra li lasciavano soli.
Draco si tolse con calma la toga della divisa e rimase con la camicia e i pantaloni neri. Si sistemò i capelli con un gesti lenti.
- Hai ferito il mio orgoglio, ora devo difendere il mio onore in un regolare duello. - non distolse lo sguardo dalla ragazza neanche per un secondo, non si fidava di lei, da brava serpe avrebbe potuto attaccarlo a tradimento. Asteria si limitò a schernirlo.
- La parte del signore d’altri tempi lasciala a Blaise. Non ti si addice. –
Draco non le rispose, sorrise malignamente e guardò attentamente Asteria che si spogliava della divisa.
La mano di entrambi era appoggiata alla tasca dei pantaloni, pronta a estrarre l’arma. Soltanto il tavolo li divideva.
Asteria attaccò per prima senza indugiare, un lampo rosso uscì dalla sua bacchetta e sfrecciò verso il petto del ragazzo. Draco schivò lo schiantesimo e pronunciò l’incantesimo di disarmo.
- Protego. – Asteria fece un rapido balzo di lato. – Non sai fare di meglio? - sogghignò, quando una scopa, che aveva appellato dal muro dietro al giovane, si schiantò violentemente sulla schiena del ragazzo.
Draco non se l’aspettava. Con un balzo saltò sopra il tavolo, fece levitare una sedia e la lanciò contro la ragazza. Asteria la scansò per un pelo, puntò la bacchetta verso il tavolo e urlò:
- Confringo! – il tavolo andò in mille pezzi e Draco cadde a terra tra le schegge del legno. La sua camicia candida si era lacerata in più punti, i suoi pantaloni erano pieni di strappi e schegge. Asteria trovò divertente questo spettacolo e non riuscì a trattenere una risata. Abbassò la bacchetta e tra un sussulto e l’altro cercò di stipulare una tregua.
- Malfoy, smettiamola di renderci ridicoli. –
Draco si alzò lentamente e si osservò le mani, lunghe strisce scarlatte rovinavano le sue mani perfette, là dove il legno si era conficcato nella carne. Il mago cominciò ad ansimare sempre più forte, man mano che la rabbia nel suo petto aumentava. Alzò lo sguardo verso di lei e con uno scatto repentino riuscì a disarmare Asteria, la quale rimase senza parole. Sembrava che negli occhi del ragazzo si fosse scatenata una tempesta, il grigio delle sue iridi si era incupito a tal punto che un cielo plumbeo sarebbe risultato meno minaccioso.
Asteria cominciò ad indietreggiare ma si ritrovò con le spalle al muro. Draco la raggiunse e si fermò a poca distanza da lei.
- Non permetto a nessuno di prendersi gioco di me. -
- Quanto sei permaloso, ti sei offeso per così poco? – si staccò dal muro e decise di dirigersi verso la porta.
Il giovane la afferrò per un bracciò e la scaraventò nuovamente con le spalle al muro, imprigionandola tra le sue braccia.
L’urto costrinse Asteria a chiudere gli occhi, la testa le pulsava. Socchiuse le palpebre e si trovò davanti gli occhi di Draco, a pochi centimetri dai suoi.
Il contatto fu improvviso. Draco le prese la nuca e la tirò verso di sé. La baciò con foga, senza nessuna dolcezza. Asteria non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo. Si ritrovò stretta in una trappola senza possibilità di fuga. Non era intenzionata a ricambiare quello che, più che un bacio, sembrava una violazione.
Cominciò a divincolarsi e finalmente riuscì a liberare le mani che erano state incastrate tra i loro corpi. L’istinto le suggerì di colpire nel basso ventre del ragazzo; caricò il colpo quel poco che le era permesso dagli spazi angusti e colpì. Dracò si bloccò per la sorpresa e il dolore improvviso. Asteria approfittò per liberarsi dalla morsa che li univa e si allontanò da lui strappandogli di mano la sua bacchetta.
Scappò via senza voltarsi indietro.
Asteria non vide lo sguardo ferito e umiliato che la seguì su per le scale. Non sentì l’urlo silenzioso dell’orgoglio maschile di Draco che si spezzava. Non percepì la sferzata di odio che si dipanò nella sua direzione e che si infranse contro l’odio e l’ancora più profondo disgusto che il suo esile corpo emanava.
 
 
 
Chiedo umilmente scusa per il ritardo! Ero a Monaco per un po’ e non son riuscita ad aggiornare! 

 

   
 
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