il risveglio...
Luce, solo luce che mi acceca gli occhi, non vedo niente.
-ciao, chi sei?- una voce, infantile, da bambina…credo.
Mi sforzo, riesco a socchiudere gli occhi e la vedo… avrà intorno agli otto anni; un vestito consumato e smunto.
-ciao-
Due occhioni azzurri,
o almeno mi sembra; magra, forse troppo per la sua età, tanti troppo ne ho
visti morti o uccisi prima che arrivassero ai dieci anni… ma è questo il
destino di una reietta, di una figlia della morte che porta dietro a se solo
sangue e paura, vedere la guerra e tutto ciò che causa e sapere in fondo al
cuore che è anche colpa tua …
-Gemma, dove sei?
Gemma, Gemma!!! Vieni via da li!-
Una donna anche lei magrissima corre verso di me con un aria
spaventata e furiosa, pronta a tutto per salvare la vita alla figlia.
Mi alzo, sorrido alla bimba e poi in un secondo non ci sono
più o almeno la donna non mi vede più, corro, attraverso alberi, cado mi rialzo
e corro… so che non c’è tempo da perdere, potrebbero raggiungermi e per me
sarebbe la fine… Ormai avranno sicuramente già avvertito gli altri abitanti del
villaggio, che si saranno messi sulle mie tracce. Questo è il mio destino,
lottare per una causa a cui non credo e scappare per non morire… tutti hanno
paura di me, ma nello stesso tempo molti
vorrebbero morire sapendo di avere anche solo una possibilità lontana di
uccidermi…
Devo ritornare alla base, ormai sono mesi che non vedo più le pareti spoglie della mia camera, e la mia brandina, e dormo in boschi o accampamenti di fortuna improvvisati sotto qualche albero. Eravamo partiti in 5 io e altri 4 assassini, tutti uomini snelli e agili tranne il nostro capo un gigante, e bruto uomo di nome Dough… l’unica sopravvissuta sono io… mi ripeto sempre che lo faccio per il mio maestro ma comincio a pensare che io voglia veramente spargere tutto questo sangue, che mi diverta rimanere l’unica quando tutti gli altri cadono introno a me, come se una strana sensazione di onnipotenza mi avvolgesse e mi tirasse verso le viscere della terra mentre combatto… e ogni volta cerco di respingere questa sensazione da dove è venuta, ma è sempre più difficile.
Scendo le scale e mi dirigo verso il salone principale, li
con la sua solita aria da superiore mi aspetta Raus seduto alla sua scrivania,
unico oggetto di arredo oltre a una lunga biblioteca che percorre tutta la
parete nord della stanza. Libri magici e proibiti sono costuditi lì. Dal
soffitto scende un grosso lampadario di cristalli neri, che riflettono sul
pavimento lucido di un bianco limpido.
-finalmente sei arrivata Calie. Erano giorni che ti aspettavamo-
-ciao Raus-
-ho saputo che sei l’unica sopravvissuta tra i prescelti,
cosa è successo?-
- ci hanno teso un imboscata, erano almeno una trentina,
abbiamo fatto di tutto ma erano troppi… comunque la missione è stata compiuta…
e adesso se non ti dispiace mi ritiro sono stanca!-
- ti lascio qualche ora per riposarti poi ti informeranno
sulla nuova missione-
-come una nuova missione?!
-ma…-
-tranquilla non dovrai spostarti… i dettagli a dopo-
Mi sorride, con quel sorriso che ti viene tanto voglia di
prenderlo a pugni, di una persona che sa che ti ha in pugno e che può fare
tutto quello che vuole con te che tanto non ti ribellerai perché non puoi…
Mi giro e esco dalla stanza. In camera mia mi lascio
scivolare sul letto scabro, e dormo, non penso, lascio tutti i miei guai fuori
dalla testa, e dormo, profondamente come non facevo da molto. A Raus ci penserò
più avanti.
Una casetta piccolina,
ricoperta da edera e rose selvatiche tutto attorno prato e, al limite del
bosco, una piccola recinzione di vecchio legno con un minuscolo cancelletto al
centro. Non è possibile! sono a casa, gli odori, i profumi, tutto è uguale. Si
sente cantare, una canzoncina delicata, quasi una ninnananna, la mia
ninnananna.
-mamma!!!- corro e
grido con quanto fiato ho in gola
-papà!!! dove
siete?!?-
Spalanco la piccola
porta di legno e non trovo nessuno, la musica è finita, un buio mi avvolge…
-toc toc- bussano
alla porta, stavo solo dormendo, era solo un incubo. Cerco di calmarmi e mi
asciugo le gocce di sudore dalla fronte, sempre lo stesso sogno angosciante,
sempre la terribile realtà.
-arrivo-
Apro la porta e mi trovo davanti in tutta la sua stazza Waide, il capo delle
guardie. Uno dei pochi che non è in questa assurda setta per motivi fanatici,
per voglia di sangue ma solo per allenarsi e affinare le sue doti di
alchimista.
-
Metti questi vestiti e muoviti il tuo primo
giorno di lavoro sta per iniziare-
-
Ma come il mio giorno di lav-
-Si il tuo primo
giorno di lavoro, ti abbiamo trovato un lavoro nel palazzo reale, sarai la dama
di compagnia della principessina Aini, ti useremo per arrivare e sapere tutto
sugli spostamenti del Re-
-quando ti sarai cambiata raggiungimi nella sala delle armi
che ti darò tutte le informazioni sulla piccola e quello che dovrai fare-
-ma non ho neanche un giorno di riposo? Me lo avevate
promesso, questa sarebbe stata l’ultima missione e poi me lo avreste ridato…-
-scegli tu, compi questa ultima e semplice missione o esci
da quella porta e vattene, ma poi accetta le conseguenze della tua scelta. Per me
è indifferente anzi saresti solo una scocciatura in meno-
Va bene, come al solito farò quello che dice lui, è troppo
alto il prezzo da pagare per la mia libertà, potrei sacrificare tutte le vite
di questo mondo anche la mia, ma non la sua… l’unica persona a cui abbia mai
voluto bene dopo quel giorno, che mi ha insegnato a sopravvivere, a lottare, a
fare tutto quello che so fare oggi. L’unica cosa che mi trattiene da fare
qualche gesto pazzo e insensato( anche se per me sarebbe una soluzione molto
più che sensata) e farmi uccidere in qualche guerra, da qualche assassino… sono
molti i modi in cui potrei morire. Tutto quello che mi trattiene è la vaga e
ormai sempre più flebile speranza che lui, il mio maestro, sia ancora vivo in
qualche lurida prigione di questa pazza setta.
Allo specchio la mia immagine è cambiata, davanti a me viene
riflessa una ragazzina snella e anche abbastanza graziosa, con dei capelli
castani mossi che mi arrivano fino alle spalle, e degli occhi di un marrone
intenso, si graziosa… se non fosse per quella cicatrice che gli riga tutta la
guancia fino sotto l’occhio destro; con addosso un vestito, o meglio un
uniforme da serva del palazzo reale, certo molto più elaborata e pregiata di
quelle usate per pulire o cucinare ma sempre un uniforme. Avrei quasi potuto
credere che ero io quella senza il corpetto di pelle e i pantaloni neri, sempre
con i capelli legati, ma sia io che lo specchio sapevamo che non era così.
Nella sala delle armi Waide mi stava già aspettando come al
solito appoggiato ad una parete con le braccia conserte e uno sguardo vacuo. Sembrava
non vedere i tantissimi ragazzi che si
allenavano vicino a lui con armi anche molto pericolose e che ogni tanto lo
sfioravano. Ma Waite non era mai stato
un tipo da armi, credo di non averlo mai visto lottare o allenarsi. A lui non
sono mai servite per compiere ciò che doveva compiere…
-eccomi-
Appena entrata nella stanza per un momento tutti i ragazzi
presenti si girarono a guardarmi, e solo dopo aver capito che ero io si rigirarono
quasi afflitti che non ci fosse stata qualcun'altra dentro queste vesti.
-come sei carina con quel vestito-
-arriviamo al dunque, spiegami chi è questa Aini, cosa devo
fare e giurami che questa sarà l’ultima missione… e già che ci sei togliti quel
sorrisino inutile dalla faccia-
Come odio le persone che mi fissano, e mi giudicano senza
sapere realmente chi sono, e che per di più a cui io non posso fare niente per
faglielo capire…
-prima di tutto non dirmi cosa devo o non devo fare, se ci
tieni alla tua vita e a quella del tuo maestro, e adesso ti spiegherò tutto-
Minacce, la mia vita è fatta di minacce, ormai sono abituata,
ormai so che non si sognerebbero mai di uccidermi prima di aver compiuto la mia
ultima missione, sono troppo importante per loro.
-dimmi-
-la principessa ha sei anni ed è la seconda erede al trono,
dopo il fratello Arciere, tu dovrai fargli da dama di compagnia, cercherai di
stipare una mappa del palazzo, e di
scoprire il più possibile sui piani di difesa del re nei nostri confronti-
Già, “nei nostri
confronti” come se a me interessasse questa assurda guerra voluta da Neros, il
capo di questa setta per prendere il controllo del regno e avere tutti ai suoi
piedi.
-Ok quando devo andare al palazzo?-
-stanotte stessa, ti aspettano alle dieci per parlare con il
Re, ti faranno un interrogatorio per assicurarsi che non sei una spia, non
deluderci…-
Che minaccia sottointesa in quelle parole, non li deluderò.