UN APPARTAMENTO PER DUE
CAPITOLO 1 –Sul treno-
Dannazione, il treno stava per
partire e lei non aveva ancora trovato un accidenti di posto dove sedersi. Nel piccolo
paese dove aveva vissuto fino ad allora non c’erano questi problemi, ma adesso
avrebbe vissuto a Tokyo, e avrebbe dovuto abituarsi in fretta a quel caos.
Sbuffando la povera Nami
continuava ad avanzare per lo stretto corridoio trascinandosi dietro due
valigie a dir poco enormi.
“Finalmente!” Pensò esultante
alla vista di un sedile libero.
Stava per chiedere al ragazzo
lì accanto se poteva sedersi, quando il treno partì con uno scossone e lei
inciampando… gli finì praticamente tra le braccia.
“Che figuraccia! Oggi non è
proprio la mia giornata!” Pensò Nami maledicendosi per la sua goffaggine.
-Ehy, tutto bene?- Le domandò
il ragazzo un po’ titubante.
Nami alzò la testa per
rispondergli, ma rimase incantata a fissarlo. Era un ragazzo davvero bello. Strani
capelli verdi, occhi neri come la pece e molto, molto profondi, la mascella
squadrata e tre orecchini che pendevano dall’orecchio destro.
-Hai battuto la testa? Mi
sembri un po’ confusa…-
La voce profonda e un po’
preoccupata dello sconosciuto la risvegliarono dal torpore e solo allora si
accorse che era stesa sulle sue gambe muscolose, una posizione davvero
imbarazzante…
-N-no no! V-va tutto bene, davvero! Scusami se ti sono piombata
addosso!- Esclamò Nami tirandosi su di scatto e tutta rossa in viso.
-Forse è meglio se ti siedi,
almeno non rischi di cadere un’altra volta.- Le consigliò il ragazzo cercando
di trattenere una risata.
“Ecco, come al solito ho dato
spettacolo, e la cosa peggiore è che dovrò passare le prossime ore accanto a
lui!- Rifletté sconsolata mentre si metteva seduta, evitando lo sguardo del
tipo.
-Piacere, io sono Zoro.- Si
presentò lui, sorprendendola.
-I-io sono Nami, p-piacere mio.- Gli rispose
imbarazzata.
-Guarda che non c’è bisogno di
essere così timida, può capitare a tutti di cadere.- Le disse ridacchiando.
-Sì, ma per me queste
figuracce sono all’ordine del giorno.- Sentenziò già un po’ più sicura di sé,
facendolo ridere ancora. Conosceva quel tizio solo da pochi minuti, ma già
provava simpatia per lui.
-Certo che sei proprio una
mocciosa…- Ghignò Zoro.
Ok, si era proprio sbagliata…
-Ma come ti permetti,
buzzurro!- Esclamò furiosa.
-Ahahahah! Scusa, scusa! Ma sai, non ho resistito. Dovevi
vedere la tua faccia quando mi sei caduta addosso… Solo i mocciosi hanno
un’espressione del genere!- E giù a ridere
-Tsk!- Sbuffò indignata.
“Ma tu guarda se mi dovevo
imbattere proprio in un cretino del genere!” Pensò inviperita.
Ignorando bellamente il
vicino, Nami estrasse dalla borsa il suo i-pod e un libro, isolandosi così dal
mondo.
Dopo poco però, si sentì
scuotere per le spalle e, voltandosi infastidita, appurò che lo scocciatore era
Zoro.
-Che vuoi adesso?- Sbottò
acida.
-Che libro stai leggendo?- Le
domandò innocentemente.
-Che te ne frega?- ribatté
freddamente.
-Allora… che stai ascoltando?-
Il ragazzo non demordeva.
-Non sono affaracci tuoi!-
esclamò tornando alla lettura.
-Dio, quanto sei acida…-
Sospirò Zoro fregandole una cuffietta.
“ Che tipo fastidioso” pensò
Nami indispettita.
-Mi piace questa canzone, ce l’ho
anche nel mio i-pod!- Esclamò sorpreso.
-Ecco, appunto. Perché non
l’ascolti nel tuo i-pod e lasci in pace me?-
-Ok, farò finta di non aver
sentito. Dimmi un po’, cosa vai a fare a Tokyo?-
-Ma sei sempre così
impiccione?- sbottò incavolata Nami. –Non ti conosco nemmeno, perché dovrei
raccontarti cosa vado a fare a Tokyo?-
-Ma dai, era solo per fare
conversazione! E poi non sono mica un maniaco. Comunque io vado a Tokyo per
riunirmi con la mia band. Sai, l’anno scorso la nostra cantante ci ha mollati,
così il gruppo si è diviso, però adesso abbiamo deciso di rimetterci in
carreggiata. Non vedo l’ora di ritrovare i miei amici!- raccontò tutto
contento.
-Suoni in una band? Eravate
famosi?- indagò Nami mettendo da parte il suo atteggiamento da scocciata.
-Io sono il chitarrista-
spiegò Zoro, sollevato dal fatto che la ragazza avesse temporaneamente
seppellito l’ascia di guerra. –Suonavamo in molti locali, e la nostra musica
era molto apprezzata, però non eravamo famosi, solo… conosciuti. Comunque non
abbiamo mai suonato in grandi città, e andando a Tokyo spero che finalmente
riusciamo a sfondare.-
-Spero proprio che tu ci
riesca. L’importante è metterci l’anima.- lo incoraggiò Nami.
-Già, la penso anche io così.
E di te invece cosa mi racconti?-
-Beh… ho fatto domanda
all’accademia d’arte di Tokyo, che è la migliore del Paese, e sono stata
accettata. Quindi ho intenzione di affittare un appartamento e lavorare sodo.-
-Ma dai, quindi sei
un’artista?- Chiese Zoro colpito.
-Non saprei come definirmi
esattamente. Ho sempre adorato disegnare, fin da quando ero bambina e prima o
poi spero di mettere su una galleria d’arte .-
-Wow, è un bell’obiettivo.
Vedrai, sarò il primo a visitare la tua galleria!-
-Certo! Ti lascerò il pass per
i vip!- scherzò Nami, e insieme scoppiarono a ridere.
-Hai già visto qualche
appartamento? Tokyo è così grande, immagino che ci sia da perdersi…- disse
Zoro.
-Si dà il caso che io abbia un
ottimo senso dell’orientamento, e comunque mi darà una mano il mio ragazzo. Lui
abita a Tokyo già da un anno, quindi immagino che ormai sia riuscito ad
ambientarsi.-
-Ah, capisco.- Mormorò Zoro un
po’ deluso. Doveva immaginare che una ragazza così carina avesse già il
ragazzo.
-Tu invece come farai? Hai già
un posto dove abitare?- chiese Nami risvegliandolo dai suoi pensieri.
-Anche io dovrò cercare un
appartamento, comunque finché non lo trovo posso stare da qualcuno dei miei
amici, quindi posso prendermela con comodo.-
-Ma che scroccone!- lo
redarguì Nami, ed entrambi risero di nuovo.
Passarono il resto del viaggio
chiacchierando piacevolmente del più e del meno e quando arrivarono a Tokyo si
stupirono di essere giunti a destinazione così in fretta.
-Beh, questo è il mio numero
di cellulare. Se ti va potremmo andare a bere qualcosa, che ne dici?- Domandò Zoro
passandole il foglietto con il suo nome.
-Mi farebbe davvero piacere.
Almeno se diventerai famoso potrò vantarmi con gli amici di conoscere una
star!- Scherzò Nami.
-Ma io sono già famoso, baby.- Rispose lui stando al gioco.
Presero le loro valige ed uscirono
insieme dal treno. Alla stazione di Tokyo c’era un gran caos, così si
guardarono intorno un po’ spaesati.
-Ecco, ho visto i miei amici!-
esclamò felice Zoro.
-E là c’è il mio ragazzo!- Gli
fece eco Nami.
-Beh… è stato un piacere conoscerti.-
Cominciò Zoro. –Spero proprio di rivederti.-
-Anche io. – Rispose Nami con
sincerità. –Allora… a presto e buona fortuna!-
-Anche a te!-
Si abbracciarono velocemente e
poi si avviarono per la propria strada.
-Ace!!!- Gridò Nami mollando a
terra le valige e saltando in braccio al suo ragazzo.
-Ehy! Possibile che ogni volta
che ti vedo tu sia ancora più bella?-
Si abbracciarono e si
baciarono incuranti della folla. Era da tre mesi, quando Ace era tornato al suo
paese per le vacanze, che non si vedevano, e avevano un bel po’ di arretrati.
-Allora, come è andato il
viaggio?- Le chiese Ace prendendo le sue pesantissime valige.
-Davvero bene- rispose
serenamente Nami. –Il miglior viaggio che abbia mai fatto!-
ANGOLO DELL’AUTRICE…
Caspita, è
una vita che non torno su EFP! O.o Purtroppo tra la
scuola, i genitori che rompono, lo sport, i compiti, ecc. non c’è mai un
momento libero! T.T Comunque… Per questa fan fiction
mi sono ispirata all’anime “Nana”. Ovviamente però la storia seguirà un suo
percorso (che ancora non è del tutto chiaro nemmeno a me XD). Che dire… è da
tanto che non scrivo una fan fiction, quindi spero di non aver perso colpi! XD
Fatemi sapere ;D