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Autore: thequeenofdrama    08/10/2010    2 recensioni
“Non si ricorderà nulla. Non ti odierà più.” Torna a guardarti, un velo di tristezza scende opaco sui suoi occhi cerulei. Solleva impercettibilmente le spalle. “E questo dovrebbe cambiare le cose? Renderle migliori?”. “No.” // POST 2x05, POV Damon
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note: Okkkkkkk, io questi due li amo!!! Sisi, il Delena, e tutto il resto e blablabla e le mille ragioni per cui sono sbagliatissimi ma, oh, andiamo! Non riesco a non amarli in ogni caso! Sono così sbagliati e così giusti, così diversi e così simili, hanno una connessione tutta loro e poi insieme sono anche comici! Insomma, ok, li adoro. Non è una fic romantica, è solo che la puntata 2x05 mi ha "illuminata" e soprattutto l'ultimo sguardo che si scambiano sul finale, come se Damon compredesse appieno quello che Caroline sta provando... Quindi, niente, ho voluto immaginare una situazione post quel momento... Doveva essere più divertente, ma lo sapete che amo le cose riflessive, alla fine XD Non so quanto i personaggi siano IC, ma ho sentito l'urgenza di scrivere ed ecco qua! Commenti, critiche, annotazioni, tutto sempre ben accetto :)




DRY MY EYES SO I WON'T SHOW

Notte fonda. Il fuoco del camino crea un suggestivo gioco di luci ed ombre rivelando e nascondendo gli oggetti e le pareti dell’enorme salone della tua casa. Non riesci a dormire. In testa ancora un turbinio di ricordi e pensieri su quello che è accaduto solo poche ore prima. Hai lasciato Liz nei sotterranei, non illudendoti neppure per un attimo che anche lei, come te, sarebbe riuscita a chiudere occhio. Ti sei rifugiato nella tua poltrona preferita, il solito bicchiere di liquido invecchiato tra le dita, lo sguardo perso chissà dove. La tua camera è diventata off limit, troppo vicina al nido dei piccioncini per sopportare il loro amorevole modo di fare la pace. Il tuo udito iper sviluppato in certi casi non è affatto d’aiuto, no. E pensare che li hai anche aiutati tu, questa volta. Bravo, Damon. Un vero maestro dell’autolesionismo, come al solito. Avresti potuto probabilmente vincere un guinness, se avessero introdotto la categoria. Anche se dentro di te, in fondo, lo sai che era l’unico modo per aiutare Stefan. Non lo ammetteresti mai, ma sei capace di passare senza pensarci sopra i tuoi sentimenti, purché possa essere utile al tuo fratellino. E poi qualcuno osa anche insinuare che tu sia un mostro senza cuore. Un sorriso beffardo ti si dipinge sul viso, ripensando agli sprezzanti occhi di Elena su di te nelle ultime settimane.

“Ma l’atteggiamento afflitto – serioso – imbronciato è un dono di famiglia?”. Una vocina petulante ti distoglie dai tuoi ragionamenti. Volti lo sguardo e una testolina bionda e arruffata ti guarda divertita. Caroline. Evidentemente non è proprio una notte fatta per riposare. Per nessuno. “Se stai cercando di rubarmi il primato di vampiro più sarcastico di Mystic Falls, bè, biondina, è una guerra persa in partenza, lo sai, no?” Sollevi un sopracciglio. Lei si alza e si viene a sedere sul bracciolo della tua poltrona. Ti ruba il bicchiere di mano e lo manda giù tutto d’un sorso. “Ma prego, serviti pure.” “Oh, scusa, dimenticavo che sei cresciuto a pane e galateo nel secolo scorso. Sono proprio un’adolescente moderna e maleducata!”. Sospiri esasperato. Vorresti ribattere con un’altra delle tue battute ad effetto, ma lei ha smesso di sorridere e si è persa a fissare le fiamme che crepitano languide. Sembra sia il suo turno di farsi assalire da pensieri e domande.

“Non si ricorderà nulla. Non ti odierà più.” Torna a guardarti, un velo di tristezza scende opaco sui suoi occhi cerulei. Solleva impercettibilmente le spalle. “E questo dovrebbe cambiare le cose? Renderle migliori?”. “No.” Una lacrima le scivola sulla guancia, e lei la scaccia via prima che tu possa vederla. “Ma ti proteggerà.” Lei annuisce senza dire niente. Non hai bisogno di parole per leggere dentro di lei. Sai come ci si sente. Ad essere un figlio rinnegato, odiato, ad avere un genitore che prova disgusto per te, che preferirebbe morire, pur di non affrontare la vergogna di convivere ogni giorno con un mostro. È una sensazione che ti logora dentro per sempre, per l’eternità. E non c’è soggiogamento che possa cancellare il dolore già indelebilmente tatuato dentro di te. “Come se ti importasse della mia vita. Una volta che mia madre dimenticherà tutto, avrai un problema in meno e potrai continuare a giocare al perfetto membro del Consiglio.” Il suo tono di voce è distaccato, sprezzante, diffidente. Non puoi biasimarla. La volevi morta. È la verità. Eppure adesso.

Scacci via quel pensiero e ti alzi per prendere un altro bicchiere e versarti un altro po’ di whisky. Caroline allunga il braccio col bicchiere vuoto verso di te. “Posso averne un altro po’, per favore?” Chiede irridendoti di nuovo. Lo riempi senza replicare, se non con una delle tue occhiate solite. La osservi mentre tracanna anche il secondo bicchiere. “Grazie.” Le dici piano. D’altronde, è merito suo se non hai un paletto nel cuore. “Non l’ho fatto per te.” “Lo so.” Ti accomodi di nuovo al tuo posto e restate in silenzio. Poi lei sbuffa, nel suo solito modo da bimba imbronciata, ruota gli occhi al cielo e poi li posa su di te. Agita freneticamente il bicchiere nel vuoto. “Probabilmente mi pentirò un secondo dopo che te l’avrò detto ma… Grazie anche a te.” La guardi senza capire. “Per non aver ucciso mia madre.” Un dito sulle labbra ti impedisce di replicare. “Non mi importa qual è la motivazione, non l’hai fatto. E adesso la aiuterai a non provare più dolore. A cancellare ogni cosa. E lei sarà felice. Quindi, grazie.” E, come una bambina, si china su di te e senti le sue labbra morbide sulla tua guancia. E qualcos’altro di umido e caldo. Lacrime. Le tira via con la manica della maglia. Si alza in piedi velocemente. “Bè, sarà il caso che io vada a lavare via questo scempio dalla mia faccia, non sia mai detto che Caroline Forbes se ne va in giro con due occhi da panda! A dopo!”. Un ultimo sorriso forzato e sei di nuovo solo coi tuoi pensieri.

   
 
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