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Autore: Sweet Madness    08/10/2010    2 recensioni
Spoiler quinta stagione! Cacciare con un arcangelo/trickster ha i suoi vantaggi, ma anche tanti, tanti svantaggi. Dean lo impara a sue spese quando viene ucciso da un demone e si ritrova con l'anima legata ad un diario finito nelle mani di un'adolescente decisamente complessata.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessuna stagione
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A/N: Signore e signori ecco a voi il quarto capitolo, mi dispiace di non essere riuscita a scriverlo prima, ma l’ho trovato particolarmente ostico, non so perché ma è così, senza contare che mi sono accidentalmente tagliata un dito mentre cucinavo (sì, nonostante la mia reputazione sono ancora tutti vivi nel caso ve lo stiate chiedendo) il che rende tutto molto più lento. Ma passiamo ai ringraziamenti, come sempre ringrazio chiunque legga, ma soprattutto FleurDeLys, Lily Black 90, brokendream, Giulia Justine e rosadilunedi per le loro gentilissime recensioni. In più qualora ve lo stiate chiedendo sto pensando ad un sequel, se non ve lo stavate chiedendo fa niente, ora lo sapete. Ma basta con i nonsense, vi lascio al capitolo.

Exorcisms And Luck

Quella mattina Alice si era alzata alle cinque dopo aver passato una notte quasi insonne, trovare l’esorcismo giusto su internet non era stato difficile e per sigillare porte e finestre con sale e strani simboli non era proprio necessaria una laurea in ingegneria aerospaziale, ma lei continuava a contemplare tutti quei fogli pieni di scritte e disegni neanche fossero le copie dettagliate dei rapporti del CERN di Ginevra.

Lo shock delle prime ore aveva adesso ceduto il passo ad una calma quasi glaciale puntellata qua e là da attimi di panico puro e semplice.

Nonostante tutto l’unica cosa a cui la ragazza riusciva a pensare al momento era “Mamma ho perso l’aereo”. Sì, Alice Jones nel momento più cupo e terrificante della sua giovane vita non poteva far altro che pensare ad un film, perché, per Alice, se un ragazzino da solo era riuscito ad avere la meglio su due ladri, forse anche lei, che aveva al suo fianco il cacciatore migliore del pianeta (per mera auto-definizione la giovane sospettava), aveva qualche chance. Il pensiero che quella fosse un’avventura puramente inventata mentre questa era terribilmente reale non l’aveva sfiorata minimamente.

La sveglia sul comodino tornò alla vita alle sei e trenta precise sparando a tutto volume la sigla di una serie televisiva semi-sconosciuta, la ragazza si sedette pesantemente sul letto coperto dal suo piumone di Spiderman e con un colpo secco zittì l’apparecchio.

È ora di andare in scena bellezza disse Dean controllando di nuovo che il sale fosse ancora al suo posto.

“D’accordo, vado a liberarmi dei miei genitori, tu rimani qui, non sarà un bello spettacolo” concluse la ragazza arricciando il naso, poi si avvolse in una vestaglia abbastanza grande da nascondere il fatto che era completamente vestita e, dopo aver preso un respiro profondo, uscì dalla stanza.

Il cacciatore si guardò intorno prendendo nota, per la prima volta da quando si era svegliato in quella stanza, dell’ambiente in cui si trovava.

Non sembrava la classica stanza di una sedicenne, non che lui fosse un esperto, ma anche Dean, dall’alto della sua ignoranza in materia, notava delle stranezze, delle piccole idiosincrasie, come il piumone di Spiderman e le miriadi di orecchini colorati sparpagliati in giro, i vari diari ordinatamente riposti sullo scaffale della grande libreria e i post-it colorati attaccati un po’ ovunque.

Il cacciatore venne scosso dalle sue elucubrazioni dalla porta che veniva aperta con forza.

“Okay, tesoro, ora tu mettiti a letto, chiamami se ti serve qualcosa, sei sicura che non vuoi che rimanga a casa? Posso disdire tutti gli appuntamenti di oggi se vuoi” Dean ora sapeva esattamente da chi Alice avesse ripreso l’abitudine di parlare senza riprendere fiato. La donna che stava letteralmente infilando a forza la ragazza nel proprio letto era alta, con i capelli biondo cenere, gli occhi scuri e l’espressione corrucciata.

“No mamma, vai tranquilla, io starò bene, ho soltanto bisogno di un po’ di riposo” la donna la guardò, evidentemente combattuta, dopo secondi che sembrarono ore, la signora Jones sospirò, diede un ultimo bacio alla figlia e uscì.

Fatto finta di stare male?

“No” rispose secca Alice scavando in un cassetto e tirandone fuori in gran fretta un cioccolatino che infilò in bocca intero. “Vuoi un consiglio? Mai bere il caffè con il sale. A meno che tu non stia cercando di rimanere a casa da scuola per tentare di esorcizzare un demone che vuole la tua testa su un paletto. In quel caso datti pure alla pazza gioia”

Quella era tua madre? Non vi assomigliate affatto disse Dean cambiando radicalmente argomento.

“Sì lo so, ma in realtà sono io ad essere una specie di anomalia genetica, anche se mia nonna giura che sono identica a sua sorella, non che io possa esserne sicura dato che questa sorella è stata disconosciuta dalla famiglia perché all’epoca faceva la cabarettista invece di trovarsi un  marito e questo è stato un motivo di scandalo”

Ma sì dimmi pure la storia della tua vita borbottò il cacciatore senza rendersi conto di aver parlato a voce alta.

“Ehi! L’hai chiesto tu! Io ho semplicemente fornito una gentile risposta” rispose la ragazza prendendo dei fogli dalla scrivania e tornando a letto.

---

Sam sbadigliò sonoramente, la scomparsa di Dean l’aveva colpito più di quando avrebbe mai ammesso e per tutta la notte non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto cercando di scacciare i pensieri occupandosi di cose triviali, come il fatto che Gabriel avrebbe potuto dormire anche durante la propria esecuzione (cosa che aveva fatto nel 1793 durante l’epoca del Terrore in Francia, ancora rideva quando raccontava delle facce degli spettatori quando si era alzato dalla ghigliottina, aveva ripreso la propria testa dal cestino e dopo un sentito discorso sulle falle del loro sistema esecutivo, se ne era andato con un’espressione così indignata da rivaleggiare con quella di Raphael quando aveva rivisto Cas) o il fatto che effettivamente Dean aveva ragione, Castiel non sbatteva le palpebre praticamente mai.

“Okay ragazzone, cinque minuti e ci muoviamo, vedrai che la troveremo” disse Gabriel con un gran sorriso ed una giovialità decisamente fuori luogo.

Il cacciatore non rispose, tirò fuori la foto dalla tasca e la studiò attentamente cercando di imprimere nella propria memoria ogni lineamento di quella ragazzina.

I tre erano talmente presi nei preparativi che quasi non si accorsero della donna che passava dietro di loro e che per puro caso aveva notato la foto.

“Scusatemi signori” iniziò timidamente la donna che i tre riconobbero subito come la proprietaria del motel che li aveva fatti registrare la sera prima.

“Sì?”

“La ragazza, quella della foto, è per caso nei guai?” chiese la donna, la preoccupazione si poteva leggere chiaramente sul suo volto.

“Perché? La conosce?” domandò Castiel.

“Si chiama Alice Jones, è amica di mio figlio, è nei guai?” ora la donna era quasi sull’orlo del panico.

“Ma no signora, non si preoccupi, stiamo solo cercando possibili testimoni per un incidente avvenuto ieri, può darci l’indirizzo della sua scuola gentilmente?” intercettò Gabriel posando un braccio sulle spalle della donna e sfoderando il suo sorriso migliore.

“Poe High School, ma ho incontrato sua madre prima, ha detto che stava male e che oggi sarebbe rimasta a casa, se entrate un momento vi do l’indirizzo” disse la proprietaria visibilmente sollevata.

---

Alice sedeva sul divano a gambe incrociate, erano almeno dieci minuti che era ferma nella stessa posizione. Gli occhi fissi nel vuoto mentre si tormentava distrattamente un’unghia.

Quando finalmente il campanello suonò la ragazza non trasalì, ma prese un respiro profondo, mise su l’espressione più neutra che le riusciva ed andò ad aprire.

L’unica parola che veniva in mente ad Alice Jones per descrivere l’uomo davanti casa sua era ordinario, aveva immaginato che un demone fosse un po’ più... beh, demoniaco, ma no, questo bel ragazzo in jeans e camicia scura sembrava assolutamente normale.

“Alice Jones? Ciao, sono Sam Winchester” disse il demone sorridendo amabilmente.

“Ciao Sam, entra pure, accomodati, vuoi qualcosa da bere?” chiese la ragazza cercando di auto convincersi che andava tutto bene.

“No grazie” la giovane guardò attentamente l’uomo addentrarsi nel suo salotto e sedersi sul divano, con sua grande delusione però l’uomo non si era seduto dalla parte su cui era disegnata la trappola del diavolo.

Alice si concesse un breve secondo per guardare male il demone poi si sedette sulla poltrona il più fisicamente possibile lontano dalla creatura.

“Intelligente” esclamò improvvisamente l’uomo con un sorriso che non poteva essere definito altro che malvagio.

“Come scusa?” chiese la ragazza cominciando a sudare freddo, lo sapeva che sarebbe andata male, in quel momento, in quel preciso momento si ripromise che se fosse sopravvissuta avrebbe chiamato suo fratello, Grimilde o non Grimilde, okay, Lauren o non Lauren.

“Davvero ingegnoso disegnare una trappola del diavolo sotto il cuscino del divano, se non fossi stato appostato davanti alla finestra tutta la mattina saresti quasi riuscita a fregarmi” disse il demone alzandosi lentamente, Alice non si perse d’animo e schizzò in un angolo della stanza dove, nascosta sotto il tappeto, c’era una trappola, prese da dietro un mobile un sacchetto di sale e disegnò un cerchio.

Passato il momento di puro panico la ragazza notò comunque che l’essere non si era mosso dal divano e aveva cominciato a prendere in  mano i vari gingilli disposti sul tavolino da caffè di fronte.

“Carino” disse maneggiando un piccolo elefante di cristallo “il tizio in cui sono dentro era un arredatore d’interni, lo trova delizioso. Certo lo potrebbe apprezzare di più se non fosse troppo occupato a urlare e disperarsi” concluse l’uomo con una risata che avrebbe potuto far ghiacciare il sangue nelle vene ad Hannibal Lecter.

“Ma parliamo di affari, senti, sei una ragazza giovane, carina e mi sei anche stranamente simpatica, quindi perché non facciamo cosi? Tu mi consegni il diario in cui è intrappolato Dean Winchester e io ti lascio vivere”

“Oh, dici questo diario?” chiese la ragazza tirando fuori dalla tasca della felpa il libretto nero “vienitelo a prendere se ci tieni tanto” concluse con una sicurezza che decisamente non aveva, poi prese un foglio dalla tasca dei jeans e con voce tremante cominciò a leggere l’esorcismo, doveva riconoscere che ora era particolarmente grata a suo padre per averla costretta a studiarlo.

Il demone rise “Pensi davvero di riuscire a fermarci? Se io non recupero l’anima di Dean Winchester qualcun altro verrà a farlo e non sarà gentile come me, a questo punto l’intero Inferno sarà sulle sue tra-” ma non riuscì a finire la frase perché improvvisamente dalla bocca dell’uomo cominciò ad uscire del denso fumo nero.

Fu in quel momento che Alice lo vide, di fronte a lei c’era uno specchio su cui riflesse c’erano tre persone, lei, il demone e Dean Winchester.

Lo shock della scoperta non le impedì comunque di terminare l’esorcismo, il fumo nero lasciò completamente il corpo dell’arredatore d’interni come la giovane si aspettava, quello che comunque non si aspettava era il fumo che si attorcigliava intorno al corpo del cacciatore.

Dallo specchio Alice riusciva a vedere l’uomo gridare cercando di liberarsi, ma il demone stava già cominciando a scendere verso l’Inferno e la ragazza presa dal panico e con le funzioni celebrali limitate al minimo fece la prima cosa che le veniva in mente e cercò di stringere la mano del cacciatore provando a trattenerlo.

Con sua grande sorpresa strinse qualcosa di solido, ma non fece in tempo a chiedersi cosa fosse successo che il demone sparì e una forte luce bianca la investì.

  
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