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Autore: StillAnotherBrokenDream    09/10/2010    4 recensioni
2014: Castiel è diventato esattamente come aveva visto Dean nel futuro. O anche peggio...(Linguaggio colorito. NO SLASH!!)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione, Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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But she's beautiful

 

 

 

Ehi Cas! Come va?” lo salutò Chuck vedendolo finalmente in piedi.

Castiel però non rispose al suo saluto, lo raggiunse a grandi passi nonostante i punti che tiravano e gli fece una domanda ben precisa.

Dov’è quella stronza?”

Chuck lo guardò allibito, sbatté le palpebre rapidamente e sorrise. “Ehm… stronza è un po’ generico, a chi ti riferisci?”

L’altro sbuffò spazientito. “Dov’è la signorina Eileen Steward che ha osato mettere le mani sulla mia roba mentre stavo crepando? Così va meglio?” disse sarcastico.

Sì.. ora ho capito” commentò l’ex profeta, estremamente a disagio di fronte a Castiel quando era incazzato “non ho idea di dove sia, credo nel capanno che divide con…”

Ma non fece in tempo a finire la frase, perché Castiel ripartì nella direzione indicata da Chuck.

Ignorò tutti quelli che lo chiamavano, soprattutto le donne che gli regalavano grandi sorrisi.

Puttane, pensò Cas, superandole senza degnarle di uno sguardo.

Dean fortunatamente non si vedeva, altrimenti sarebbe stato un grosso problema.

Era ovvio che avesse un debole per occhi-verdi, se avesse capito che stava andando da lei per dirgliene di tutti i colori, lo avrebbe fatto a pezzi.

Eileen abitava, insieme ad altre donne, in un prefabbricato piuttosto grande, adatto ad ospitare almeno dieci persone.

Si diresse direttamente verso la porta, continuando ad ignorare chiunque gli rivolgesse la parola.

Spostò bruscamente la tenda ed entrò, trovandosela davanti.

Proprio te cercavo” esordì stizzito “ti sei divertita a distruggermi?”

La donna, intenta a sistemare alcuni vestiti in una cassapanca, lo fissò per alcuni istanti senza replicare, poi si raddrizzò buttando i capelli indietro.

A me sembri tutto intero, dunque di che diavolo stai parlando?”

Cas si avvicinò di qualche passo con un’aria quasi minacciosa.

Tu ti sei permessa di mettere le tue manine affusolate tra le mie cose, hai raccolto tutto e te lo sei portato via. Vorrei sapere chi ti ha dato una tale autorità” le disse a denti stretti.

Eileen capì e sorrise. “Ah ho capito, parli del tuo eldorado chimico” disse ironica “beh sai, Dean mi ha detto di… aiutarti a disintossicarti da tutte quelle porcherie che ti cali e suppongo quello sia il modo più rapido. Dovresti ringraziarmi” concluse mettendo le mani sui fianchi.

Tu sei pazza, lo sai?” commentò Castiel incredulo “Dove hai messo la mia roba?”

Se c’è un pazzo qui, quello sei tu” replicò lei “e se cerchi la tua roba, sta ardendo là fuori insieme alla spazzatura” e indicò un punto alla sua sinistra, oltre la finestra.

Cas guardò e vide una densa nuvola di fumo.

Sgranò gli occhi e dopo averle scoccato uno sguardo a dir poco terrificante, corse fuori.

Si avvicinò al piccolo falò allestito poco distante da alcune costruzioni e guardò a terra, riconoscendo alcune scatole di antidolorifici.

Si mise le mani nei capelli e fissò costernato le fiamme che, già sul punto di spegnersi, avevano incenerito il suo oppio.

Quella stronza l’ha fatto per davvero!” gemette furioso.

Dopodiché si voltò e riprese a camminare velocemente in direzione della casa di Eileen.

Quella donna non aveva idea di cosa gli aveva fatto, aveva distrutto l'unico modo che conosceva per non pensare a quanto miserabile fosse diventata la sua vita.

Non aveva più niente.

La trovò sulla porta, con un sorrisetto strafottente sulle labbra.

Tu sei una vera stronza, lo sai?” esordì l'uomo guardandola con odio.

Eileen si strinse nelle spalle. “E' una tua opinione, me ne farò una ragione” commentò rientrando seguita dall'altro.

Cas respirò a fondo per calmarsi, chiuse un attimo gli occhi e li riaprì puntandoli direttamente in quelli della donna.

Tu non hai idea di quello che mi hai fatto” ringhiò “tu mi hai ucciso!”

Ma smettila” sbottò lei “sei troppo drammatico. Troverai un altro modo per stordirti e non capire nemmeno chi ti porti a letto!” ridacchiò

Castiel strinse i pugni e fece alcuni passi verso di lei. “Tu non avevi nessun diritto di farlo!” tuonò minaccioso.

La giovane trasalì, indietreggiò ed afferrò qualcosa dal tavolo, che brandì contro Castiel.

Un coltello.

Fai un altro passo e te lo pianto nel petto!” lo minacciò con un leggero tremore nella voce.

L'ex angelo si fermò all'istante, alzando le mani mentre fissava quell'arma nelle mani incerte di Eileen.

Ehi... 'sta calma. Non ti basta avermi ucciso indirettamente? Vuoi ammazzarmi sul serio?”

Lei non accennò ad abbassare il coltello. “Se ti avvicini ancora, sì” gli assicurò.

Il furore per il torto subìto, aveva fatto dimenticare a Castiel il passato della donna di fronte a lui e solo quando lesse la paura nei suoi occhi, lo ricordò.

Si era sentita aggredita, rivivendo forse l'aggressione subìta dal crote che aveva poi tentato di violentarla.

Ed era proprio così, Eileen vedendolo avvicinarsi velocemente aveva avuto paura.

Non si fidava più di nessuno, soprattutto non degli uomini.

E sicuramente non di Castiel.

Si guardarono negli occhi per alcuni secondi, in silenzio, quasi sfidandosi a chi si muoveva per primo.

Poi alla fine Castiel abbassò le mani e sospirò.

Non volevo spaventarti” mormorò “ma resta il fatto che hai rovinato gli ultimi giorni della mia esistenza.”

Lei abbassò il coltello, tenendolo sempre in mano.

Quella roba ti stava uccidendo” ribatté seria “è un bene essertene liberato. E anche ammettendo che il metodo è stato... poco ortodosso, non me ne pento. I casi come il tuo vanno affrontati di petto.”

Senza riuscire a fermarsi, lo sguardo di Cas scivolò sull seno.

Era più che coperto, ma era evidente che fosse tondo al punto giusto.

Eileen se ne accorse e fu tentata di incrociare le braccia sul petto, ma si trattenne per non dargli soddisfazione.

I casi come il mio?” ripetè l'uomo smettendo di fissare le sue forme “e sentiamo, quanti casi di ex angeli tossico-dipendenti hai affrontato? No perchè sai, mi interesserebbe capire come fare ad uscire dalla nera disperazione in cui cado ogni volta che l'effetto delle pasticche finisce!” sbraitò esasperato.

Per un attimo Eileen ne ebbe compassione, pensando che forse aveva sbagliato davvero a bruciargli la sua farmacia.

Ma ricordò i suoi commenti maschilisti e osceni e la compassione sparì.

Forse dovresti semplicemente reagire e smetterla di piangerti addosso!” gli suggerì.

Cas aggrottò le sopracciglia. “Oh” disse annuendo “già, non ci avevo pensato. Beh sì è facilissimo, che ci vuole? Mi siedo al tavolo e ragiono su quanto io sia fortunato ad essere passato da uno stato di Grazia, letterale, ad uno stato di merda, letterale anch'esso. Sì, lo farò cara ragazza, ti ringrazio di cuore!”

Se per te essere un umano significa sentirsi nella merda, sparati un colpo in testa e tornatene da dove sei venuto!” gli disse cattiva.

Lui annuì. “In effetti credo che finirà così... tu non hai idea di cosa voglia dire essere stato una creatura immortale e ritrovarsi intrappolato in un corpo mortale, soggetto a tutte le sue leggi...” si fermò e ridacchiò di sé stesso scuotendo il capo “ma perchè diavolo ti racconto i cazzi miei, proprio non lo capisco! Tu sei mentalmente limitata, come tutti gli umani del resto, non puoi capire nemmeno se ci provi con tutte le tue forze.”

La donna ridusse gli occhi ad una fessura. “Beh allora ti conviene uscire subito da qui” lo avvertì “perchè questa limitata potrebbe lanciarti un coltello in pancia.”

L'altro non aggiunse niente, si voltò raggiungendo la porta.

Comunque” aggiunse prima di uscire “se vuoi difenderti da un uomo, impara ad usare le armi da fuoco. Se avessi voluto farti del male, si avrei disarmato in pochi secondi” e con questo la lasciò sola.

Eileen, letteralmente indignata per il commento finale, sbattè il coltello sul tavolo.

Brutto pezzo di merda!” inveì rabbiosa.

Chi diavolo credeva di essere per dirle quelle cose?

Si sentiva superiore perchè una volta aveva le ali?

Beh forse come angelo era stato un bell'esemplare, ma come umano faceva proprio schifo.

Si passò le mani nei capelli chiudendo gli occhi.

Tesoro, stai bene?” le disse una voce di donna.

Aprì gli occhi e si ritrovò di fronte la signora Clark, una delle sue coinquiline.

Sì” rispose sorridendo “tutto bene”

L'altra donna si avvicinò. “Sicuro? Ho visto uscire Castiel da qui... cos'è successo?”

Nulla Ann, davvero. Era venuto per ringraziarmi delle mie cure” disse ironica.

Ann sorrise, capendo che era una battuta.

È passato come una furia tra le... sue ragazze e non le ha degnate di uno sguardo... non aveva l'aria di uno particolarmente grato...”

Ma davvero? Le sue ragazze saranno distrutte dal dolore!” commentò ridendo “quell'uomo è un idiota sessuomane, capisce solo una cosa...”

Come la maggior parte degli uomini!” aggiunse Ann.

Già, esattamente” convenne Eileen.

Andiamo tesoro” le disse prendendola sottobraccio “è pronta la cena, dobbiamo sbrigarci altrimenti non troveremo più niente.”

Eileen annuì con un sorriso ed uscirono per recarsi nel capannone che fungeva da mensa collettiva.

Eppure sapere che Castiel aveva ignorato le sue amichette, le aveva dato un'inspiegabile sensazione di trionfo.



 

 

*****

 

 

 

 

Cas tornò a casa sua furibondo, entrò e sbattè talmente forte la porta che uno dei cardini si allentò perdendo due delle quattro viti.

Stupida arrogante stronzetta” mormorò “chi diavolo pensa di essere? È solo una stupida...”

Aveva iniziato a sudare e non era un buon segno.

Sperava con tutto il cuore che fosse solo rabbia e non una crisi d'astinenza in piena regola.

Raggiunse uno stipite e l'aprì, sospirando di sollievo quando trovò la bottiglia di gin al suo posto.

La prese e ne bevve un po', sperando di sentirsi meglio.

Non sentendo differenze, ne bevve ancora... fino ad ubriacarsi.

Sì, ora stava meglio.

Si trascinò verso il letto e ci si buttò sopra, affondando nel materasso.

Fuori la luce diventava sempre più debole e la notte avanzava creando ombre sul soffitto e sui muri.

Non riusciva a pensare a niente, per fortuna, nemmeno al dolore al fianco che si era risvegliato lanciandosi a peso morto sul letto.

Non gliene fregava niente della ferita, in realtà.

Adesso aveva solo bisogno di dormire.

Scivolò nel sonno, dimenticandosi del resto.
 



 

*****


 


 

Doveva proprio essere impazzita, si disse.

Davvero stava andando a casa di quel figlio di puttana per portargli da mangiare?

Sì, Eileen Steward dopo averci litigato e averlo minacciato con un coltello, si stava dirigendo verso la casa del famigerato Castiel, ex angelo del Signore, con un piatto tra le mani.

Si fermò davanti alla porta e si accorse che era socchiusa.

Fece spallucce e la spinse, entrando con circospezione.

Non si era portata nessuna arma, ma credeva che non ce ne sarebbe stato bisogno.

Anche se era una specie di pervertito, non sembrava uno che saltava addosso alle donne contro la loro volontà.

Sicuramente non secondo ciò che dicevano le donne del campo che ne tessevano le lodi come amante, descrivendolo generoso e appassionato...

Scacciò dalla testa certi pensieri inopportuni e posò il piatto coperto sul tavolo, posandovi sopra il biglietto di saluti che aveva preparato in mensa.

Dean si proclamava suo amico, ma non aveva fatto una piega nel vedere che Castiel non si era presentato in mensa.

Sospirò scuotendo il capo, pensando a quanto fossero coglioni certi uomini.

Si chiese se stesse dormendo, probabilmente era così altrimenti si sarebbe presentato in cucina.

Fece alcuni passi in direzione della camera da letto ma poi si fermò, pensando che era una pessima idea.

Le venne in mente il vecchio proverbio non svegliare il can che dorme.

Anche se per Castiel sarebbe stato meglio non svegliare l'erotomane che dorme.

Sorrise al proprio pensiero e si voltò per andarsene, in silenzio così com'era arrivata.



 

 

*****

 



 

Castiel si svegliò alcune ore dopo, con un bel mal di testa e un bruciore allo stomaco.

Si mise lentamente seduto e sfregò gli occhi.

La casa era immersa nel buio e solo dall'esterno filtrava un po' di luce grazie alle luci da campo sistemate un po' ovunque.

Si alzò, accorgendosi che lo stomaco brontolava minaccioso.

Beh ne aveva ragione, erano giorni che non mangiava.

Raggiunse la cassettiera e accese la lampada ad olio poggiata su di essa, la prese e si spostò in cucina, dove accese qualcuna delle candele sparse in giro per la stanza.

Solo quando ci fu molta luce, notò qualcosa sul tavolo.

Piegò leggermente la testa e guardò il piatto con sospetto, poi con curiosità.

Si avvicinò e per prima cosa, prese il biglietto.

Lo aprì e dovette leggerlo almeno tre volte prima di afferrare il concetto.

Non è cibo avvelenato, né avariato. È il cibo della mensa. Giusto per farti sentire amato, nessuno si è interessato a te, nemmeno Dean, il tuo fratello acquisito. Strozzati, idiota.”

Non sapeva se ridere o mandarla a farsi fottere.

Rimandò qualsiasi reazione e si interessò al piatto.

Sollevò quello che fungeva da coperchio ed esaminò il contenuto.

Riso bianco, stufato di carne secca e una manciata di fagioli.

L'odore era buono e la fame era tanta.

Decise di fidarsi, magari era stronza ma non credeva fosse un'assassina.

Prese un cucchiaio dal cassetto e si sedette al tavolo, iniziando a mangiare.

Era pressoché tutto freddo o vagamente tiepido, però era buono.

Era la prima volta che qualcuno si preoccupava per lui portandogli del cibo.

Sicuramente, era la prima volta che una donna si preoccupava per lui.

Però era abbastanza surreale, prima lo aveva minacciato di morte e poi gli aveva portato da mangiare.

Era tutta matta quella donna.

Però era bella.

Mangiò con gusto, dimenticando per un po' la sua tragedia personale.



 



 

To be continued

 

 

   
 
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