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Autore: oblivium    09/10/2010    7 recensioni
Un'atroce perdita va a sconvolgere l'inquieta vita di Draco Malfoy.
Scoprirà che gli manca la delicatezza di qualcuno che ha significato tanto per lui, qualcuno che faceva parte di lui e che non smetterà mai di farlo. Sentirà la mancanza della dolcezza di qualcuno che sapeva esattamente come trattare con la sua fragilità.
E il passato sembra l'unica cosa di cui il suo animo ha bisogno di nutrirsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Prologue;
-Dannazione.-
Avanzava lentamente verso di lui a testa bassa cosicché nessuno potesse  vedere le lacrime scorrerle sul viso pallido e smunto.
Le mani affondate nelle tasche del giaccone nero che le copriva le spalle e le ricadeva fin sotto il ginocchio.
Il vento le scompigliava i capelli che lei non si garbava mai di legarsi.
Il cielo era plumbeo e se il vento si placava, smettendo di scuotere le cime degli alberi ormai spogli, si poteva ascoltare il rombo dei tuoni in lontananza.
Nuvole grigie coprivano il sole oscurando tutto il paesaggio. Si prospettava la pioggia.
Le foglie umidicce miste al fango formavano una coltre sul cemento.
Il freddo era acuto e ti penetrava nelle ossa.
Hermione fece qualche passo ancora e si fermò davanti a lui. Un nodo le stringeva la gola, non riusciva a parlagli. Non era neppure certa del motivo per cui si trovasse lì quel giorno.
Il cuore le scoppiava, le gote si infiammavano per poi immediatamente congelarsi a contatto con l’aria.
-Mi dispiace.- mormorò lei stringendo i pugni.
Draco non disse nulla. La fissò con rancore, incapace di esprimere se stesso., ma tacque.
Calciò il terreno con la rabbia che li scorreva nelle vene.
Voleva gridare, fino a non avere più voce.
Voleva piangere, finché tutto il suo corpo non si fosse prosciugato.
Sapeva che in ogni caso non sarebbe stato capace di placare la sua anima inquieta.
 
Se ne stava là, fissando un blocco di pietra a terra circondato da altre persone, persone così distanti dal suo essere.
Persone di cui non si era mai fidato e di cui mai si sarebbe fidato.
Erano estranei, estranei a lui.
E poi c’era lei. Non capiva perché si fosse recata presso il cimitero quel  giorno, ma non l’aveva domandato. Era troppo debole, all’estremo delle sue forze. Quell’ultima batosta era stata il colpo di grazia.
Non restava che aspettare che il vento portasse via con sé quel sentimento di insofferenza coricatosi nel suo stomaco come un fardello.
Non doveva succedere. Non doveva perderlo.
Lucius Malfoy, l’uomo che credeva di odiare di più al mondo era la ragione per cui si alzava ogni mattina sempre più vulnerabile.
Suo padre gli aveva insegnato di non pentirsi mai delle sue azioni. Lei era stato un errore. Un errore che non si sarebbe più ripetuto, mai più.
Astoria gli avvolse l’avambraccio con la mano e lo trascinò via quando ancora non riusciva a staccare lo sguardo dalla lapide.
Si morse un labbro.
Guardò Hermione; le braccia lungo i fianchi, si stava chinando a terra. Gli occhi erano gonfi e lucidi di lacrime; poté constatarlo quando incontrò i suoi. Fu un attimo, poi distolse lo sguardo.
Fu come se qualcosa avesse stretto il cuore di Draco in un pugno.
Stava lentamente sprofondando. Sapeva che doveva essere forte, ma lui non era sicuro di farcela. Voleva solo sedersi in un angolo della stanza e restarsene lì a commiserarsi per tutti i suoi errori.
Non voleva nient’altro.
Nient’altro.
  
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