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Autore: kannuki    09/10/2010    2 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Running Blind - Godsmack


Caroline si infilò i jeans e le scarpe e tolse la maglietta che aveva sporcato col sangue. Le formicolava la pelle. Sentiva i rumori amplificati e stava diventando matta! Doveva assolutamente uscire di li! Continuava ad avare una fame spasmodica che le stritolava lo stomaco. Infilò la felpa sul reggiseno e uscì dalla finestra balzando dal primo piano. Una volta a terra si infilò nel bosco cupo che si stagliava dietro la dimora dei Salvatore.

***

Damon mugolò quando vide la stanza vuota e la finestra aperta. La seguì per la stessa via sbuffando di insofferenza. Se le fosse successo qualcosa, se la sarebbero presa con lui. Ma che altro poteva capitarle? Era già morta!

***

Il loro solito locale era affollato. Matt serviva ai tavoli mentre Caroline lo spiava dalla finestra. La visione del ragazzo che amava era sufficiente a farle contrarre lo stomaco. Sentiva che era una sensazione sbagliata sebbene il desiderio di possederlo fisicamente si acuisse ogni minuto. Si scostò dalla finestra muovendosi verso l'ingresso illuminato quando una mano l'afferrò per il braccio.

Katherine la fissò con un sorrisetto mentre la studiava.

Caroline fece un passo indietro e guardò la mano che le stringeva l'avambraccio. Katherine le volteggiò intorno contemplando la sua opera.

Che cosa vuoi da me?”

Da te nulla” rispose e le mise i brividi addosso. Aveva la stessa voce di Elena, ma se la sua era allegra e spensierata, la voce di Katherine era addolcita e resa pericolosa dai secoli. Era sensuale come una pantera nera.

Perchè mi hai ucciso?”

E' stato tanto brutto?” domandò innocente osservando le reazioni della ragazza “hai bisogno di nutrimento.” Katherine spostò lo sguardo sulla porta del locale che si apriva. Le sorrise come un angioletto prima di muoversi alla velocità della luce.

***

Mhhhh, l'odore di sangue nelle notti di luna piena!, pensò sorridendo allegramente. La piccola Forbes si dava da fare. Questo avrebbe fatto incazzare Stefan. Quello stupido le aveva dato sangue di coniglio da bere, ma Damon sapeva che Caroline era una cacciatrice nata, sotto il faccino innocente. Era in piena trasformazione e aveva bisogno di qualcosa di 'robusto' da sorseggiare. “Chi beve da solo si strozza!” commentò quando arrivò alle spalle della ragazza. Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide Katherine a poca distanza.

La vampira alzò una mano in cenno di saluto, indicò Caroline e sorrise “non puoi lasciare il tuo animaletto domestico senza pappa” lo prese in giro avvicinandosi al corpo martoriato dell'uomo che Caroline stava prosciugando “basta tesoro, non ha più una sola goccia di sangue in corpo.”

Caroline lo lasciò andare di colpo e si risvegliò dalla trance in cui era caduta mentre beveva. Damon? Che diavolo voleva? Perché non la lasciava in pace?

Sei stata tu?”

Katherine si strinse nelle spalle. Caroline li guardò sentendo i battiti del cuore placarsi. Era perfetti insieme. Barcollò e finì col sedere a terra. Fanculo anche a loro due. Quando sarebbe stato il suo turno? Abbassò lo sguardo sulla felpa. Era indecentemente lercia di sangue. Se la tolse e la gettò da un lato. “Voglio andare a casa” sussurrò sicura che nessuno la stesse ascoltando.

L'hai presa sotto la tua ala protettiva?”

Damon sollevò le spalle “me l'hanno affibbiata a forza. E' destino che debba risolvere i tuoi casini, Katherine.”

Il risolino della vampira risuonò nella mente di Caroline. Si mise in piedi sentendo la testa leggerissima. “Vado a casa” annunciò a mezza bocca.

Buona...”

Le sembrava di aver fumato una canna, tanto era felice. Non provò neppure a divincolarsi quando la bloccò. Animaletto domestico. “Non toccarmi” disse con lo sguardo perso nel vuoto “Ti odio...”

Katherine rise allegramente battendo le mani fra loro “il fascino di Damon Salvatore è in calo?!”

Quisquilie” rispose tenendo Caroline contro il suo fianco “la prossima volta ti metto un guinzaglio.”

Caroline spinse contro di lui. “Lasciami...”

Damon alzò gli occhi al cielo e sbuffò allargando appena il braccio. Caroline cadde a sedere e restò con la testa a ciondoloni. “Voglio andare a casa...” piagnucolò e si portò le mani agli occhi come una bambina.

Le lacrime le sopportava a stento. Questo era un motivo in più per fargliela pagare, pensò ignorandola e concentrandosi su Katherine che se la rideva sotto i baffi “capisci in che guaio mi hai cacciato, stupida sgualdrina?”

Povero piccolo” lo prese in giro accarezzandogli la guancia. Damon le fermò la mano e la fissò con odio. Almeno, ci provò.

Katherine sorrise e mille campanellini risuonarono in testa e nel cuore. Si allontanò da lei, quasi strappando Caroline da terra.

Ricordati di darle da mangiare e pulire la gabbietta!” gli gridò fra mille risa mentre si allontanava con la ragazza su una spalla.

***

Perché sei uscita?” la interrogò arrabbiato. Stava letteralmente fumando. “Ti avevo detto di restare dove eri!” Damon la scaraventò a terra e Caroline fissò il cielo stellato. C'era la luna piena. Bella. Le facevano male i denti. Si stava alzando la nebbia. Possibile, in quella stagione?

Siete perfetti...” sussurrò attirando la sua attenzione “cavolo, siete bellissimi insieme...”

Damon pensò che fosse momentaneamente drogata dal sangue che aveva bevuto in quantità e la ignorò cercando di calmarsi. Katherine era un colpo continuo al cuore. Soprattutto da quando aveva rivelato il suo amore centenario per Stefan. “Dove sono i vestiti?”

Caroline era in jeans e reggiseno. Non diede cenno di aver compreso. Stava cercando di afferrare qualcosa in aria. La ragazza pensava che se fosse riuscita a prendere la luna, tutti i suoi guai sarebbero spariti e lei non avrebbe più avuto bisogno di nessuno, non si sarebbe più sentita inferiore a nessuno. Soprattutto a Elena.

Andiamo bene, pensò gettandole addosso il sottile cardigan che indossava sopra la maglietta nera. “Vestiti, non voglio farmi arrestare da tua madre per atti osceni in luogo pubblico!”

Era notte fonda e non c'era nessuno in giro, a parte loro due. Caroline toccò il tessuto leggero e una ventata di strano profumo le riempì le narici. Si mise seduta e il golf cadde sulle gambe incrociate.

Cristo, pensò piegandosi su di lei. Aveva la pelle infuocata per tutto il sangue che aveva bevuto. Era ubriaca?, si chiese voltandola verso di se. Poteva capitare. Da che ricordasse, era uno sballo. Estrasse un fazzoletto dalla tasca e glielo passò sulle guance. Erano meno imbrattate della bocca. Quel poveraccio l'aveva succhiato per bene, si disse sbuffando per la pazienza che la situazione richiedeva. Era invitante, tutto quel sangue sulla pelle pallida. Gli veniva voglia di leccarlo via. Ponderò la cosa per un istante. Per carità, decise, sarebbe solo un altro problema da risolvere. Un'altra giustificazione da dare.

Tu la ami.”

Chi?” domandò sentendo il cuore sobbalzare “sta zitta, sei fatta.”.

Non sono fatta. Tu ami Elena. E ami Katherine” mormorò cercando di metterlo a fuoco “quando l'hai vista, hai cominciato a sudare e il cuore...”

Non sai di cosa parli.” Mh, ricettiva. Le donne sono empatiche, rispetto agli uomini. Tranne suo fratello! Lui era la sensibilità incarnata!

Caroline continuò a balbettare mentre la ripuliva del sangue “tutti amano Elena... lei è perfetta, lo è sempre stata... e quando i suoi sono morti, è diventata 'la povera Elena'...”

Damon alzò gli occhi al cielo. Ma gli capitavano tutte prive di autostima?! “Sono cose che capitano” mormorò conciliante rimirando il fazzoletto intriso e ormai inutilizzabile. Lo gettò da un lato e Caroline lo guardò dritto negli occhi “tu sei come me.”

Non penso proprio!” ridacchiò come se la trovasse un'enorme sciocchezza “su, in piedi.”

Sei un perdente, l'eterno secondo” sparò e Damon sentì una parte di se sprofondare. “Per quanto faccia, ci sarà sempre 'quella persona' che tu passerà avanti che si prenderà i meriti delle tue azioni, che ti sottrarrà la persona che ami!” insistette sventolando un dito.

Sei innamorata di Stefan?”

No!” esclamò come se fosse una bestemmia.

E allora...” soffiò rimettendola in piedi “guarda che non ti prendo in braccio. Cammina e non fare storie!”

Ti sei mai innamorato?”

Damon la guardò appena. "Sono stato innamorato. È doloroso, senza senso e sopravvalutato.”

Il bastardo aveva avuto il cuore spezzato, allora. Ciò la rendeva vagamente umano. Per un istante Caroline provò un moto di simpatia. Ma diede la colpa al sangue che l'aveva ubriacata.

Era strafatta e aveva la nausea. “Mi sento male...”

Hai bevuto troppo e troppo in fretta” cantilenò voltandosi dalla sua parte. “Vomita.”

Cosa?”

Sei ubriaca, vomita” insistette serio “o starai peggio.”

Sto già... dio!”

Caroline si allontanò in tutta fretta e Damon si chiese perché diavolo non l'avesse lasciata nelle mani di Katherine o non l'avesse impalettata come il buon senso gli suggeriva di fare. Le belle trovate del fratello. E quella rogna ora toccava a lui! Occhieggiò l'alba che si affacciava timida dietro le fronte degli alberi. Era ora di riportarla a casa... oppure no. Lo sguardo chiaro di Damon si fece improvvisamente cupo. Si mosse verso il punto in cui era sparita Caroline. Oppure no, si ripetè trovandola appoggiata ad un albero a riprendere fiato.

Caroline aprì gli occhi, lo guardò e capì. Ingoiò la saliva e si appiattì contro il tronco. “Hai deciso...”

Eggià” mormorò e sorrise “sarò veloce e indolore. Promesso!”

  
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