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Autore: _EpicLoVe_    09/10/2010    2 recensioni
Occhi d’ambra, miele e cioccolato, occhi grandi e sinceri, quegli occhi che avrebbe amato sempre e per sempre.
Fanfiction partecipante al "Dramione Contest".
Genere: Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Narcissa Malfoy, Pansy Parkinson, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Io non voglio perderti questa notte

IO NON VOGLIO PERDERTI QUESTA NOTTE

Draco Malfoy sedeva composto sulla poltrona di Malfoy Manor, dinanzi a sé sua madre, Narcissa Black discuteva con il sarto sugli ultimi appunti riguardanti il vestito che il giovane Draco avrebbe dovuto indossare la sera seguente.

“Bene Gualtier, la ringrazio, a domani allora” esclamò la donna con un sorriso gentile stampato sul volto e chiamato un elfo fece accompagnare l’ospite alla porta, infine si lasciò cadere sulla poltrona di fronte a suo figlio e lo osservò.

Gli occhi grigi e limpidi puntati su un punto imprecisato dell’antico tappeto ai loro piedi, ciuffi biondi che ricadevano ribelli sul volto pallido e le mani strette attorno ai braccioli della poltrona che lo ospitava, quasi a voler resistere ad una strana forza omicida che lo stava assalendo.

“Tutto bene Draco?” domandò gentilmente la donna e suo figlio alzò lo guardo e la osservò.

“Bene” rispose secco cercando di modulare la voce in modo che ne uscisse un tono gentile e rispettoso.

“So che le prove dei vestiti ti annoiano sempre” commentò Cissa leggermente divertita e Draco annuì ancora.

“Blaise si starà divertendo molto” affermò il giovane e sua madre sorrise dolcemente.

“A tal proposito sarà a pranzo da noi domani Blaise e verrà alla cerimonia con noi” lo avvertì la madre e Draco la guardò leggermente perplesso.

“Mi ha inviato una missiva proprio questa mattina”, il biondo si strinse nelle spalle.

“Bene” affermò vago e tornò a guardarsi attorno.

“C’è dell’altro Draco?” gli chiese sua madre e di nuovo il giovane alzò lo sguardo sul suo volto.

Era solito non confidarsi mai con i suoi genitori, in verità non si confidava mai con nessuno se non con Blaise delle volte e negli ultimi mesi con lei naturalmente, ma mai gli era capitato di parlare con i suoi genitori di problemi personali, non avevano mai avuto quel rapporto tale che permettesse loro di parlare allegramente o confidarsi come una famiglia felice perché i Malfoy erano tutto eccetto che una famiglia felice anche se Narcissa Black si sarebbe dannata l’anima pur di mantenere quella parvenza di tranquillità davanti a tutti, perfino davanti al suo stesso figlio. Eppure Draco sentiva, in quel momento, il bisogno di parlare così sospirò.

“Stavo riflettendo” rispose sommessamente e sua madre annuì.

“Capisco” mormorò.

è una questione delicata?” chiese ancora e Draco si strinse nelle spalle.

“Abbastanza” rispose “Sono … indeciso” affermò infine valutando con cura le parole da usare.

Nel dubbio vai in biblioteca” affermò a quel punto Narcissa e Draco la guardò corrugando la fronte.

è un buon posto in cui riflettere, a me aiuta a pensare, è … rilassante” gli spiegò la donna e Draco le sorrise dolcemente, di quel sorriso che nella sua vita aveva concesso solo a tre persone e mai nessun altro al di fuori di loro l’avrebbe mai visto.

Narcissa gli sorrise a sua volta e si alzò dalla poltrona.

“Tuo padre sarà qui per ora di cena, ti prego di renderti presentabile ed essere puntuale” mormorò sua madre con dolcezza eppure il ragazzo vi lesse un accenno di durezza nella voce ed annuì.

“Madre” mormorò improvvisamente mentre la signora Malfoy si accingeva a lasciare la stanza e lei si voltò guardandolo speranzosa in attesa di qualcosa, ma Draco sorrise scuotendo la testa.

“Sono in biblioteca se qualcuno mi cerca” mormorò il giovane e Narcissa annuì voltandosi e lasciando la stanza.

 

Una risata cristallina l’avvolse e lo fece sorridere. Lei era lì, di fronte a lui e rideva di cuore mentre i ricci cadevano sciolti sulle sue spalle e qualche ciocca ribelle andava a coprirle il volto.

Lei si alzò sulle punte stampandogli un dolce bacio su una guancia.

“Certo Draco” mormorò tra una risata e l’altra e il ragazzo si trovò ad assaporare la dolce fragranza di quella melodia. Mai il suo nome gli era parso più bello pronunciato da dolci labbra dal sapore di fragola.

Si avvicinò a lei cingendole i fianchi.

“Mi fai una promessa?” le sussurrò lui ad un orecchio e lei lo guardò con attenzione assottigliando lo sguardo.

“Oh il re delle Serpi mi sta chiedendo una promessa … devo sentirmi onorata” affermò divertita e lui la strinse più forte a sé.

“Promettimi che qualsiasi cosa succeda tu non smetterai mai di ridere” affermò con tono fermo e lei gli sorrise accarezzandogli dolcemente una guancia.

“Te lo prometto” sussurrò a pochi centimetri dal suo volto e proprio in quel momento un rumore li distrasse e si separarono in fretta.

Lungo la strada sbucò Hagrid affannato che trascinava con sé un grosso sacco.

“Hermione” esordì allegramente il mezzogigante.

“Malfoy” aggiunse subito dopo rabbuiandosi e il ragazzo gli fece un cenno di saluto con il capo mentre Hermione lo salutava con un sorriso.

“Cosa fate ancora qui ragazzi? Sta per scattare il coprifuoco” affermò Hagrid baldanzoso sorpassandoli e continuando a camminare in direzione della scuola.

Draco restò immobile a guardarlo con le mani nelle tasche dei calzoni e sorprendentemente Hermione, ferma di fianco a lui, si alzò in punta di piedi e gli posò un frettoloso bacio su una guancia.

 

And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

 

Draco si svegliò di soprassalto con il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.

Dalle tende chiuse percepiva i deboli raggi del sole che segnalavano l’alba. Si mise a sedere sul letto e si guardò attorno.

L’aveva sognata come tutte le altre notti, aveva sognato la sua dolce Hermione e il sogno era stato tanto vivido da sembrargli quasi che lei potesse essere lì, accanto a lui, se chiudeva gli occhi poteva quasi sentire il suo tocco gentile sulla sua pelle e il suo profumo inondare la stanza.

Sentiva la sua mancanza bruciargli sulla pelle e lacerargli la carne e poi ad un pensiero sorrise, quella sera l’avrebbe finalmente rivista.

 

Quando scese al piano di sotto per la colazione non trovò i suoi genitori così decise di approfittare di quel po’ di tempo libero che gli era concesso per volare con la sua adorata scopa sulla residenza Malfoy.

Di tanto in tanto sentiva il bisogno di cambiare prospettiva per guardare il mondo sotto un diverso punto di vista.

Non sapeva con certezza da quanto tempo stesse volando, poteva essere passata forse un ora quando vide suo padre attenderlo davanti casa, nel giardino curato, tra le siepi verdi e le rose profumate.

Volò in picchiata su di lui e si fermò a pochi metri dall’uomo vestito di nero che lo guardava con una certa fierezza.

“Stai migliorando con la scopa Draco” osservò baldanzoso il signor Malfoy  e il ragazzo annuì felice di quei radi complimenti che suo padre gli faceva.

è quasi ora di pranzo e Blaise è già arrivato, sta sistemando la sua roba nella stanza degli ospiti” lo informò l’uomo e Draco annuì avviandosi dietro di lui.

“Per le sette stasera dovrete essere pronti, una macchina verrà a prenderci per condurci al palazzo” lo informò ancora Lucius e Draco lo ascoltò con attenzione senza batter ciglio.

“Ho parlato con Parkinson ieri sera” affermò d’un tratto l’uomo e Draco sentì come un groppo salirgli in gola.

“Pansy è molto felice per questa sera e suo padre altrettanto” mormorò Lucius e Draco colse il significato implicito di quelle parole prima che suo padre concludesse il discorso.

“Quindi ti raccomando di comportarti nel migliore dei modi Draco” affermò marcando il suo nome in quel modo particolare che ogni volta lo faceva raggelare.

“Non dovete avere di che preoccuparvi padre” affermò a quel punto il ragazzo attendendo che varcasse la soglia di casa e seguendolo all’interno.

Blaise Zabini era un ottimo ospite, lo era sempre stato. Era un ragazzo intelligente e un ottimo conversatore, dai modi gentili ed educati ma anche sicuri, senza contare la sua piccata ironia che riusciva a salvarlo da ogni situazione imbarazzante. Sapeva di cosa parlare e come poteva o doveva comportarsi con i suoi interlocutori, riusciva a misurare le parole ed esprimere i concetti proprio come l’altro voleva sentirli dire e i suoi genitori lo adoravano.

Ma se durante il pranzo il suo comportamento era stato impeccabile quando si erano rifugiati in camera di Draco era tornato ad essere il solito Blaise di scuola, allegro, baldanzoso e infinitamente ironico.

“Allora sei pronto per la vostra uscita in pubblico?” gli chiese Blaise seduto sul suo letto mentre tirava fuori dal taschino un costoso porta sigarette.

“Non è la prima Blaise, io e Pansy siamo promessi dalla nascita e le nostre famiglie, quindi di conseguenza noi, passano tutte le feste insieme” affermò Malfoy sbuffando e Zabini sorrise allegramente.

“Su Draco sai benissimo cosa voglio dire” affermò il moro accendendo la sigaretta con un colpo di bacchetta.

“Ormai ci troviamo al sesto anno, state per compiere diciassette anni, le cose iniziano a diventare serie. Tra un paio di anni al massimo dovrai chiedere la sua mano” affermò il ragazzo e Draco si rabbuiò, Blaise rise.

“Dai non è poi così terribile. Pansy è una bellissima ragazza e per esperienza di entrambi sappiamo che è molto brava a letto. Certo è un po’ sgradevole per quanto riguarda il carattere ma del resto non si può avere tutto dalla vita no?!” affermò con una risata divertita e Draco storse il naso contrariato e si lasciò cadere sulla poltroncina nell’angolo.

L’amico lo guardò con attenzione e il suo tono si addolcì.

“E poi c’è la dolce e tenera mezzosangue che ti ha rubato il cuore” osservò e Draco gli lanciò un occhiataccia.

“Blaise dacci un taglio” sbraitò.

Il moro rise dando un tiro alla sua sigaretta e abbandonandosi sul letto.

“Tuo padre ti ha già fatto il discorso?” gli chiese Zabini e Draco annuì.

“Almeno un milione di volte ormai ma sta sera l’ha ripetuto di nuovo” sospirò stancamente e il ragazzo lo guardò con serietà.

“Mi dispiace Draco ma ognuno ha il suo destino da seguire, questo è il nostro” mormorò lo Slytherin facendosi improvvisamente serio.

“E se questo significasse vivere in una gabbia senza via di uscita? Senza alcuna possibilità di essere felice?” mormorò confusamente e per la prima volta Blaise poté leggere la sua frustrazione stampata su quel volto pallido dai lineamenti quasi perfetti.

“Felicità?” sospirò Blaise mettendosi a sedere sul letto e lanciandogli un’occhiata.

La Granger ti ha proprio fatto male Draco. Felicità … pff” sbuffò l’altro divertito proprio mentre qualcuno picchiava alla porta.

“Avanti” disse Draco con voce fredda e qualche secondo dopo fece la sua comparsa Narcissa seguita da un elfo che portava il vestito incartato quasi fosse una reliquia.

è ora di prepararsi ragazzi” mormorò dolcemente la donna.

Blaise guardò il suo orologio da polso e annuì vigorosamente.

“Assolutamente. Non vorrei ritardare e farvi attendere” rispose con un sorriso gentile e si avviò nella sua camera.

“Manda due elfi al signor Zabini e mandane un altro qui” ordinò la signora Malfoy rivolta all’elfo e si recò fuori dalla stanza.

“Vado a prepararmi anche io. Mi raccomando cercate di non metterci troppo” sospirò avviandosi a passi lenti lungo il corridoio.

Circa un ora più tardi, dopo che Blaise era rientrato e riuscito dalla sua camera in crisi per svariati motivi che comprendevano sempre un insulto al costoso vestito che lui personalmente aveva scelto, Draco riuscì a specchiarsi finalmente pronto.

Si passò una mano tra i capelli cercando di non scomporli più del dovuto e si diresse in camera di Blaise.

Il ragazzo era ancora in piedi su una pedana davanti allo specchio mentre due elfi e un uomo si agitavano freneticamente attorno a lui.

“Oh Draco, ho chiamato il mio parrucchiere, vuoi approfittarne anche tu?” gli chiese il ragazzo e Draco scosse il capo alzando gli occhi al cielo.

“Sono quasi pronto” affermò Zabini con un sorriso e scese dalla pedana.

“Allora che te ne pare?” chiese allargando le braccia per mostrarsi all’amico che alzò un sopracciglio scettico.

“Dovrei darti una mia opinione?” chiese e in quel momento la voce di Narcissa li interruppe.

“Oh ragazzi siete bellissimi” commentò con sincerità, entrambi si voltarono ed osservarono incantati la figura ferma sulla porta.

Narcissa Malfoy era stretta in un elegante abito da sera, i capelli biondi le cadevano ordinati e composti sulle spalle sottili e il volto era coperto da un leggero strato di trucco.

“Oh signora Malfoy permettetemi di dirvi che siete magnifica” sospirò Blaise accennando un inchino al suo cospetto, Narcissa gli sorrise dolcemente.

“Il solito adulatore, magari mio nipote avesse un po’ della vostra stoffa Zabini” si voltarono tutti a guardare la figura di Bellatrix Lestrange ferma alle spalle di sua sorella.

“Bellatrix” la salutò Blaise con una riverenza.

“Naturalmente siete incantevole anche voi” affermò con convinzione e Draco nell’udire tanti complimenti alzò un sopracciglio scettico.

Lucius Malfoy interruppe quell’allegro quadretto arrivando in tutta la sua compostezza.

“Vogliamo andare” affermò e la sua più che una domanda risultò un ferreo comando. Tutti si apprestarono a scendere al piano di sotto mentre gli elfi porgevano loro le giacche ed entrarono nella grande limousine nera che li stava aspettando all’ingresso di Malfoy Manor.

“Davvero non capisco come qualcuno possa decidere di organizzare una festa per maghi invitando anche orridi mezzosangue” si lamentò Bellatrix in macchina e Draco strinse forte le mani a pugno per trattenersi mentre  Narcissa le rivolgeva un occhiata di rimprovero.

“Lo sai Bella, la festa è stata organizzata da Hogwarts, più precisamente da Albus Silente in persona” le disse sua sorella come a voler dare una risposta alle sue parole, la strega si limitò a stringersi nelle spalle.

“C’era da aspettarselo” biascicò a mezza voce.

Blaise conversò durante l’intero viaggio mentre Draco rimanendo in silenzio guardava fuori dai finestrini oscurati la strada all’imbrunire.

Quando la vettura si fermò davanti all’immenso palazzo Draco si ritrovò a sospirare sollevato.

Entrambi i ragazzi scesero guardandosi attorno, tutto era stato allestito per ospitare persone importanti, Draco sapeva che Hermione era stata membro attivo tra gli organizzatori della festa, poté quasi immaginarla mentre si muoveva freneticamente nel giardino in cui si trovava lui in quel momento impartendo comandi a destra e a manca agitata e segretamente sorrise.

Il cortile era affollato e macchine costose arrivavano di continuo scaricando purosangue dall’aria altezzosa.

“Bene, conosciamo la maggior parte della gente presente” osservò Zabini al suo orecchio e Draco gli sorrise.

“Draco Dracuccio sei pronto per la tua bella?” mormorò divertita sua zia Bellatrix al suo orecchio e indicò con il capo un punto imprecisato.

Draco alzò gli occhi e vide distrattamente Pansy arrivare, ma qualcos’altro o meglio qualcun altro attirò la sua attenzione.

Oltre Pansy, vicino agli auror appostati all’ingresso con il compito di combattere i mangiamorte qualora fossero arrivati, c’era lei, bellissima, stretta in un abito corto, nero e lucido che metteva in risalto le curve perfette del suo corpo, i capelli tirati in una crocchia sul capo e qualche ciocca che cadeva ad incorniciarle il volto, quel volto leggermente truccato di una bellezza assoluta.

Stava parlando con un uomo e gesticolava come se stesse dando delle indicazioni importanti mentre quello annuiva.

“Stai guardando la dama sbagliata” gli sussurrò Blaise in un orecchio mentre sua madre gli dava una spinta gentile da dietro.

“Su Draco, vai a prendere la tua dama” gli mormorò sorridendo e il biondo cercando di darsi un contegno mosse qualche passo in avanti.

Blaise percosse un tratto di strada con lui, poi si voltò e andò incontro alla sua dama, Daphne Greengrass sorridendo soddisfatto.

Draco lo guardò distrattamente avvicinarsi a lei e baciarle la mano prima di prenderla sotto braccio e tornò a guardare in avanti, fu in quel momento che i loro occhi si incrociarono.

Hermione lo stava guardando, anzi lo stava fissando con una certa smania, come un bimbo bramoso di avere la sua cioccolata, ma c’era anche qualcos’altro in quello sguardo, un’infinita dolcezza, un amore tanto profondo che mai nessuno gli aveva regalato con un semplice sguardo.

Occhi d’ambra, miele e cioccolato, occhi grandi e sinceri, quegli occhi che avrebbe amato sempre e per sempre.

Desiderò fare qualche passo in più per raggiungerla eppure fu costretto a fermarsi al cospetto di Pansy che gli sorrise.

“Pansy” mormorò il ragazzo e lei sorridendo si aggrappò al braccio che il giovane le porse.

“Draco” civettò la bruna scuotendo la lunga chioma di un nero scintillante, Draco si voltò di nuovo verso Hermione ma sta volta la ragazza non stava guardando loro, bensì alle loro spalle dove i suoi genitori chiacchieravano allegramente con i Parkinson stringendo loro la mano.

Fu un attimo e la ragazza si voltò in direzione di Harry che l’aveva raggiunta e proprio in quel brevissimo sguardo Draco poté leggere tutta la frustrazione nascosta nei suoi occhi e sentì un tremito scuotergli il cuore mentre si avviava in compagnia di Pansy all’interno della sala e seguiva con lo sguardo la Granger  che aggrappata ad Harry entrava di fretta nella sala.

Il chiarore del crepuscolo aveva lasciato spazio all’imbrunire della sera e Draco aveva passato tutto il suo tempo scherzando con Pansy, Blaise, Daphne e tutti gli altri compagni di casa, invitando Pansy a ballare ogni qual volta sua madre gli lanciava qualche occhiatina di rimprovero e seguendo con sguardo attento Hermione che si affrettava lungo tutta la sala, troppo indaffarata ad assicurarsi che tutto procedeva per il verso giusto, anche se a volte era anche riuscito a scorgerla rilassata mentre rideva con i suoi amici.

Era appena al suo terzo drink quando vide la sua Hermione in un angolo in compagnia di Ron Weasley che, immaginò Draco, come al solito stava dicendo qualcosa di infinitamente stupido, difatti la Gryffindor rise passandogli distrattamente una mano tra i capelli rossi e lasciando che quella mano cadesse in un gesto affettuoso sulla spalla del ragazzo che qualche minuto dopo la invitò a ballare.

Malfoy sentì qualcosa attorcigliarsi nel suo stomaco quando vide Hermione prendere la mano del suo amico e dirigersi in pista a passo di danza e strinse spasmodicamente le mani attorno al bicchiere di cristallo da cui stava bevendo, tanto che le nocche divennero bianche e Blaise seguendo l’indirizzo del suo sguardo gli diede una pacca sulla spalla cercando di rassicurarlo.

“Sta tranquillo Draco” mormorò il moro con un sorriso sicuro stampato sul volto scuro dai lineamenti marcati.

“Sono amici da secoli” gli ricordò Blaise, “E comunque” si affrettò ad aggiungere, “La serata sta procedendo tranquillamente, i nostri genitori sembrano rilassati e le nostre belle sono al bagno a rifarsi il trucco e a spettegolare sui vestiti più brutti della serata, va tutto bene no?!” commentò con tranquillità il ragazzo e Draco sospirò astenendosi dal rispondere.

La verità era che non andava affatto tutto bene perché lei non era con lui quella sera.

Solo un anno prima tutto quello gli sarebbe sembrato l’emblema di una serata perfetta, la proiezione precisa del suo futuro, tutto andava come doveva andare, tutto procedeva secondo i piani e lui poteva considerarsi felice, la verità era che quelli non erano mai stati i suoi piani e lui non era mai stato davvero felice, e poi era arrivata lei, che ora ballava ridendo stretta ad uno sciocco Weasley.

 

And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now

 

Draco assaporò una boccata d’aria fresca a pieni polmoni. Non riusciva a rimanere un secondo di più in quella stanza, così scoccandole una breve occhiata, che non era sicuro lei avesse colto, si era recato fuori a passi sicuri e ora osservava il cielo pieno di stelle mentre la brezza fredda di quel fine Dicembre gli sferzava la pelle del viso facendolo sentire finalmente vivo.

Vivo. Era così che si sentiva quando era con lei.

Un fioco movimento tra i cespugli lo fece riprendere dai suoi pensieri e con lo sguardo passò in rassegna tutto il giardino fin quando i suoi occhi non si posarono sul corpo perfetto di Hermione.

La ragazza lo guardò intensamente e senza dire una parola si voltò e proseguì tra la verde vegetazione e Draco comprendendo il messaggio implicito in quel gesto la seguì.

Era bella la sua ragazza, ferma nel giardino al chiarore delle stelle, fiocamente illuminata dai lampioni lungo il sentiero, troppo lontani per poterla toccare direttamente.

Si era mossa freneticamente, aveva ballato e vagato nella sala in lungo e il largo senza tregua eppure non sembrava stanca, l’acconciatura era ancora intatta e portava con disinvoltura gli altissimi tacchi rosa che fasciavano i suoi piedi dandole un’aria elegante.

“Sei bellissima sta sera” mormorò fiocamente lui e lei si voltò a guardarlo.

“Adulatore” lo apostrofò seria e lui sorrise avvicinandosi di qualche passo.

“Cosa stai guardando?” le chiese alzando gli occhi e seguendo il suo sguardo.

è strano il cielo sta sera … credo che verrà a piovere” affermò la ragazza e lo Slytherin corrugò la fronte.

è pieno di stelle” protestò, Hermione si strinse nelle spalle.

“Ma l’odore non mente” sospirò la ragazza voltandosi finalmente a guardarlo.

“La sala è fantastica” osservò Draco ed Hermione annuì.

“Ci lavoriamo da quattro giorni ininterrottamente” rispose lei.

“Avete fatto un ottimo lavoro” concluse il ragazzo ed Hermione lo guardò con un espressione buffa.

“Stai cercando di comprarmi con dei miseri complimenti Draco? Perché davvero questa versione gentile non ti si addice” affermò lei e lui ghignò.

“Mi sei mancata” sospirò a quel punto avvicinandosi di più a lei e tendendo le mani per abbracciarla.

La ragazza lo guardò di sottecchi ma non si ritrasse e lasciò che le mani di lui si posassero sui suoi fianchi e l’attirassero delicatamente a sé.

“Ti stavi divertendo in pista con Weasley?” le chiese dolcemente lui soffiandogli il fiato sul collo e lei rabbrividì.

“Sei l’ultima persona che può farmi certe scenate Draco, hai passato tutta la serata con Miss Parkinson … e a proposito di ciò state molto bene insieme” osservò acidamente lei e lui sorrise mentre le poggiava morbidi baci sulle spalle scoperte.

“Davvero?! Lo dicono in molti sai?” sospirò con tranquillità e lei gli diede un debole pugno su una spalla.

“Idiota” biascicò a metà bocca e lui rise.

Una risata roca e profonda che le percosse il corpo e le rubò un sospiro.

“Cosa nascondi dietro quel sorriso allegro mia piccola mezzosangue?” le chiese lui in un sussurro ed Hermione parve rabbuiarsi leggermente.

Sospirò guardandolo negli occhi come se stesse decidendo se parlare e cosa dire, allungò una mano a sfiorargli una guancia e socchiuse leggermente gli occhi.

“Tua madre vi guardava tutta fiera quando hai preso Pansy sotto braccio e tuo padre …” Hermione sospirò, “Lui è così orgoglioso del suo piccolo mangiamorte” la ragazza pronunciò quell’ultima parola con tanto disprezzo che Draco poté quasi toccare tutto il disgusto che lei provava in quel momento.

Malfoy sospirò stancamente.

“Mi spiace che questo ti ferisca Hermione ma lo sai, non posso fare altrimenti” mormorò lui e lei abbassò il capo stringendo i pugni attorno alla sua camicia come a voler trattenere uno spasmo di dolore violento.

“Lo so, lo so” mormorò lei, la voce roca e gli occhi stretti per trattenere le lacrime.

è per questo che mi sto chiedendo se non abbiamo sottovalutato troppo la situazione … noi” la ragazza sospirò, “Noi non dovremmo stare insieme Draco” concluse e lui sospirò gettando il capo all’indietro e stringendo la ragazza forte tra le sue braccia.

“Io non voglio rinunciare a te, Hermione, mai” sussurrò e lei annuì alzando il capo e tornando finalmente a guardarlo negli occhi.

Occhi d’ambra. Occhi sinceri, grandi e profondi, occhi che lo guardavano, carichi di dolori e sogni infranti, occhi che trattenevano le lacrime, quelle lacrime che, lui sapeva, lei non avrebbe mai versato al suo cospetto.

“Non capisci Draco?! È già scritto, è tutto già deciso” sospirò lei posandogli le mani sul petto.

“Tu sposerai Pansy, Blaise sposerà Daphne, passerete molte serate come queste, sarete le fotocopie dei vostri genitori e loro saranno orgogliosi di voi mentre io … io sarò un auror o forse una dottoressa, sarò alla difesa del bene, passerò la mia vita con Harry, con Ron e con Ginny. Probabilmente sposerò Ron, si, sarà sicuramente la scelta migliore, tutti vogliono questo, la sua famiglia mi adora, lui mi ama ed io … io imparerò ad amarlo. È così che deve andare” mormorò lei e lui scosse velocemente la testa.

“No, no, noi troveremo una soluzione” tentò ma lei scosse la testa liberandosi dal suo abbraccio e dandogli le spalle.

Draco la guardò mentre il riflesso di un lampione le illuminava un angolo di pelle, liscia e vellutata, Draco immaginò di poterla mordere, sentiva già il suo sapore sulle labbra, sapeva di rose Hermione, di sogni e malinconia e lui amava quel sapore.

Si sfilò delicatamente la giacca e gliela posò sulle spalle nude, solo allora lei sospirò voltandosi a guardarlo.

Sorrideva fiocamente ora e il suo volto sembrava stranamente rilassato.

 “Grazie” mormorò con un debole sorriso e lui le sorrise a sua volta.

“Figurati ma sta attenta a non sgualcirla, mia madre sembra tenerci particolarmente, pensa che l’ha consegnata il sarto proprio questa mattina” commentò con una scrollata di spalle ed Hermione rise.

Dolce scampanellio alle sue orecchie.

“Non mi riferivo alla giacca … lo sai” mormorò flebilmente.

Rimasero per un po’ in silenzio poi lui le si avvicinò a passi rapidi stringendola a sé e baciandola con passione e trasporto.

La strinse ancora di più mentre lei prendeva ad accarezzargli la schiena e sbottonare i bottoni della camicia con un movimento rapido della mano, Draco le lasciò una scia umida di baci sul collo e sulle spalle sotto la giacca, poi riprese a baciarle le labbra sentendo il desiderio pervaderlo, la voleva lì e in quel momento e poteva sentire lo stesso desiderio impossessarsi di lei eppure la ragazza gli posò i palmi aperti delle mani sul petto e lo spinse delicatamente via.

Entrambi respirarono a fatica cercando di regolarizzare il battito del cuore.

“Herm …” la ragazza non lo lasciò finire e si voltò verso di lui.

“Non ce la faccio Draco” mormorò affranta e lui la guardò perplesso.

“Vederti con lei mi ferisce. Credevo che l’importante fossimo noi e tutto il resto del mondo non importasse, invece … non è così” sospirò la ragazza e Draco scosse la testa e fece per ribattere ma una voce lo interruppe.

“Draco finalmente ti ho trovato” dichiarò Blaise con un sospiro, poi si voltò a salutare la Granger con un segno del capo e lei ricambiò.

“Blaise” fece per dire il biondo ma Zabini di nuovo lo interruppe.

“Pansy era molto agitata perché non riusciva più a trovarti” iniziò lanciandogli uno sguardo significativo, “Così ha chiesto a tua madre dove fossi, con il risultato che ora anche lei ti sta cercando” raccontò brevemente il moro e Draco annuì fiocamente, poi si voltò di nuovo a guardare Hermione che scosse la testa sconfitta e si tolse la giacca dalle spalle porgendola al legittimo proprietario.

Draco la prese con un sospiro e rabbrividì guardando lo sguardo annientato della ragazza.

“Arrivederci Hermione, buon proseguimento di serata … e complimenti per l’ottima riuscita della festa” mormorò Blaise in sua direzione e si avviò all’ingresso, Draco lanciò un ultimo sguardo alla Gryffindor e si avviò dietro di lui.

“Draco” mormorò Hermione mentre Blaise era ormai arrivato al portone di ingresso e lo attendeva, il biondo si voltò speranzoso verso di lei eppure la ragazza non emise alcun suono, lo guardò per un po’, infine scosse la testa affranta e sorrise debolmente cercando di trattenere le lacrime.

Draco si voltò di nuovo e seguì l’amico all’interno cercando di non pensare alle lacrime che sarebbero scivolate sul suo volto ferito.

 

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

 

“Oh Draco eccoti, mi stavo chiedendo che fine avessi fatto” sospirò Pansy affranta come se lo stesse aspettando da mesi.

Il ragazzo si strinse nelle spalle.

“Ero andato a fumare in giardino” mormorò semplicemente e Pansy gli sorrise avvinghiandosi al suo braccio. Daphne lo guardò con attenzione e sorrise scettica.

Forse lei sapeva, o forse no.

Blaise le si avvicinò e le posò un dolce bacio su una guancia.

Erano una bella coppia loro, erano felici.

Draco sospirò e incrociò distrattamente lo sguardo di sua madre che annuì con un sorriso dolce sul viso.

“Credo sia ora di andare” mormorò Daphne pochi minuti dopo e tutti e quattro si guardarono intorno, alcuni stavano già lasciando la festa, altri si stavano mettendo le giacche mentre il bel discorso di Silente, che annunciava la conclusione della serata, era già finito.

Draco guardò distrattamente la folla che si dissipava, alla ricerca di lei e la trovò sorridente mentre stringeva la mano di qualche invitato che se ne stava andando, Draco poteva quasi udire la sua voce dolce e gentile ringraziare tutti gli ospiti per la loro presenza e augurare loro la buona notte.

Poi vide sua madre fargli un cenno del capo e annuì mentre un paio di uomini in cravatta andavano a prendere i loro cappotti.

Pansy e Daphne si apprestarono ad infilare le loro costose giacche con l’aiuto dei loro cavalieri e subito dopo Draco si allontanò, senza nessun cenno di scuse,  e si avvicinò esitante ad Harry ed Hermione che avevano appena congedato una coppia di anziani signori.

Harry gli lanciò un’occhiataccia e si voltò verso Hermione.

“Io vado a controllare se va tutto bene dall’altra parte” mormorò allontanandosi di fretta.

Hermione lo guardò sorridendo sarcastica.

“Malfoy” esordì con un cipiglio ironico nella voce, “Cosa ci fai qui? I tuoi genitori potrebbero non apprezzare che sei venuto a porgere i tuoi saluti ad una sporca mezzosangue” affermò la ragazza e Draco sentì il suo stesso dolore insinuarsi nella pelle e lo fece suo.

“Poco importa, ci tenevo ugualmente a complimentarmi con te Granger per l’ottimo lavoro” rispose lui con un sorriso tranquillo.

“Non ho fatto tutto da sola” si rabbuiò prontamente la Gryffindor e Draco sorrise annuendo.

“Si … ma hai fatto tutto ciò che mi è piaciuto di più” commentò in un debole sussurro, in modo che solo lei potesse sentirlo.

La ragazza lo guardò per un po’ interdetta e lui le sorrise ancora.

“Notte Granger” esclamò voltandole poi le spalle per tornare dai suoi amici, ma prima di andare si voltò di nuovo verso di lei ed Hermione vide quello sguardo, il suo sguardo, quello che non avrebbe regalato mai a nessun altro all’infuori di lei.

“E ricorda Granger che mi hai fatto una promessa” sussurrò il ragazzo, “Non smettere mai di sorridere!” dichiarò con un largo sorriso e si diresse a passo spedito verso i suoi amici mentre lei rimaneva a guardarlo.

 

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

 

“Oddio non ci posso credere, questi sciocchi Gryffindor sono riusciti a dare davvero una festa decente sta volta” sibilò Pansy perfida mentre si recavano all’uscita.

Arrivati sotto al portico Draco rimase perplesso a guardare fuori.

Pioveva.

Le gocce scendevano grandi e fitte e sbattevano violentemente sugli ombrelli che gli autisti portavano per riparare i propri padroni.

Lei aveva ragione.

Osservò Draco.

Come sempre, pensò subito dopo storcendo il naso a questo pensiero.

“Oh no, non ci voleva adesso la pioggia, questa umidità …” iniziò gracchiando Pansy ma Draco si voltò verso di lei interrompendola.

“Pansy sta zitta una buona volta!” esclamò annoiato e abbandonò il suo braccio per affrettarsi alla macchina.

Si sedette chiudendo velocemente lo sportello della macchina e rimase a guardare fuori dal finestrino il volto di Pansy che era rimasta immobile, la bocca spalancata e gli occhi sgranati di sorpresa, mentre accanto a lei Blaise poggiava un morbido e fugace bacio sulle labbra di Daphne per augurarle la buona notte, spostando leggermente lo sguardo vide i loro genitori scherzare scambiando le ultime chiacchiere di fine serata e poi il suo sguardo si fermò su di lei, stretta nella giacca, mentre Ron Weasley le teneva l’ombrello, parlava con uno degli auror di guardia e di tanto in tanto rispondeva ai saluti educati della gente che si fermava a stringerle la mano per ringraziarla e complimentarsi con lei e con tutti gli altri.

Draco sorrise udendo a malapena il rumore dello sportello che si apriva e si chiudeva alla sua destra, immaginò che fosse Blaise ma subito dopo vide l’amico venire verso la macchina scortato dall’autista con un ombrello.

“E bravo il mio nipotino” esordì a quel punto la voce cantilenante di Bellatrix.

“Sai Draco ho sempre pensato che tu avessi quell’animo ribelle da personaggio dannato di un film” Bella rise e la sua risata risultò roca e stridula nel piccolo abitacolo.

“E così non vuoi sottostare dai piani dei tuoi genitori?” ridacchio ancora sua zia.

“Devo dirti la verità all’inizio mi sono chiesta come mai lo stessi facendo, insomma Pansy è una così bella ragazza e poi è purosangue” la Black esclamò queste parole con un accento scontato, poi un sorriso si allargò sul suo volto.

“E poi ci sono arrivata. Vuoi semplicemente disubbidire, vuoi sentirti libero dai tuoi genitori e quale migliore tentativo di sbatterti una mezzosangue?” Bella rise sguaiatamente e Draco si sentì raggelare.

Bellatrix li aveva visti.

“Bel tentativo ragazzo, davvero!” osservò la donna, “Ho sempre saputo che mio nipote aveva stoffa anche se … potevi evitare di abbassarti a tanto … insomma una mezzosangue?!” Draco ascoltò il verso di nausea che sua zia mimò e strinse spasmodicamente la mani al suono della sua risata folle.

“Ma non funzionerà” mormorò in fine Bellatrix con la stessa perpetua cantilena.

“Guardati Draco, guardaci” esordì con un gesto plateale della mano.

“Siamo ciò che gli altri hanno deciso che dovessimo essere, alla nostra nascita è stato scritto un futuro e non ci è permesso fuggire via. Tu diventerai ciò che devi diventare come tutti noi” mormorò sommessamente Bella e di nuovo si lasciò andare ad una lunga risata mentre la portiera veniva aperta e Blaise entrava nell’auto prendendo posto tra Draco e sua zia, subito dopo i suoi genitori si sedettero di fronte a loro e l’autista prese posto.

Bellatrix sapeva.

Draco guardò fuori dal finestrino terrorizzato e cercò i suoi occhi, lei lo stava guardando e quando incrociò lo sguardo di lui debolmente gli sorrise, e fu in quel momento che Draco seppe con certezza che Hermione era in pericolo, e lui doveva salvarla.

 

I just want you to know who I am.

(Iris- Goo Goo Dolls)


Spazio autrice: Salve popolo. Spero che questa shot vi sia piaciuta, è nata per il  "Dramione Contest" indetto da Valaus sul sito di efp.
Ho seguito i consigli di Valaus (che ringrazio) e ho modificato la storia per postarla.
Mi rendo conto che la situazione può sembrare un pò... particolare visto "l'aria babbana" che ha la storia ma la mia idea era quella di ambientare la storia in un castello babbano, proprio per fare in modo che la cosa apparisse il più normale possibile ed evitare così possibili incursioni di mangiamorte e uccisioni varie, la festa era nata (nella mente di Silente) per dare una parvenza di pace in un periodo di turbolenza che poi sarebbe quello del sesto anno all'incirca.
Grazie per l'attenzione.
                                                                                         Alla prossima _EpicLoVe_
  
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