Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: Giulls    09/10/2010    4 recensioni
Michelle Waldorf è all'apparenza una ragazza normale: ha 18 anni, vive con la madre a Los Angeles, sta per diplomarsi ed è il capitano della squadra di pallavolo della scuola. Eppure la sua vita viene presto sconvolta da due avvenimenti: il fantasma del suo passato e lui, il suo nuovo vicino di casa. Robert Pattinson.
< Ti va di ricominciare? > propose porgendomi la mano, < ciao, mi chiamo Robert Pattinson >
< Piacere, Michelle Waldorf >
< Waldorf? > ripeté sgranando gli occhi, < come Blair Waldorf in Gossip Girl? Cavolo, puoi farmi un autografo? Non capita tutti i giorni di conoscere una ragazza che faccia di cognome Waldorf >
< Va bene, ma tu devi promettermi di mordermi sul collo > risposi a tono e entrambi incominciammo a ridere.
[...]
< Io avrei ancora un paio di scatoloni da sistemare… okay, più di un paio e avrei bisogno di qualche buon'anima che mi dia una mano. Ti andrebbe? >
< Certo, perché no? > risposi alzandomi in piedi, < ma mi offri la colazione >
< Va bene, > asserì, posando una banconota da dieci dollari sul tavolo, < andiamo? >
< Andiamo > dissi mente prendevo la mia borsa e uscii dal bar insieme a Robert. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova amicizia.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy birthday, Mitchie

Avevo l'abito color verde acqua sul letto, gli stivali appoggiati per terra e la borsa accanto al vestito. Avevo tutto quello che mi serviva, ma allora perché avevo la sensazione di star dimenticando qualcosa? Non dovevo andare a dormire fuori e non volevo indossare braccialetti vari, conscia del fatto che sicuramente ne avrei ricevuti vari quella sera. Mi ero fatta la doccia, mi ero truccata e avevo già preparato la borsa. Cosa diavolo stavo dimenticando?
Sbuffai e mi avvicinai alla scrivania per prendere l'ultima caramella alla menta, quando i miei occhi incrociarono il mio diario e di conseguenza mi tornò in mente che dovevo portarle il mio quaderno con gli appunti di spagnolo. Tzè, l'illuminazione di Rousseau sulla via di Vindennes non era niente in confronto al mio lampo di genio! Non solo stavo compiendo una buona azione e aiutando la mia migliore amica, ma stavo addirittura evitando che le sua dita si chiudessero sul mio candido collo.
Presi dalla mia tracolla l'oggetto in questione e lo appoggiai sul mio letto per non dimenticarmelo, dopodiché tornai a prepararmi per festeggiare il mio diciannovesimo anno di età con la famiglia che mi ero scelta: lei, Walter e naturalmente le Clovers. Quella sera Jenny ci aveva ospitato a casa sua per festeggiare, mangiando una pizza.
E una volta finiti i preparativi uscii di casa per raggiungere quella della mia migliore amica, che mi stava già aspettando.
< Waldorf! > urlò una voce dietro di me mentre stavo chiudendo la porta di casa.
Mi voltai e incrociai lo sguardo con un ragazzo alto e molto magro: aveva la faccia scheletrica e gli occhi infossati dentro, con delle borse enormi e violacee sotto gli occhi e tanti buchi nella mano destra.
< Chi sei? >
< Non mi conosci, mi chiamo Stephan > riprese mentre si avvicinava verso di me.
< Che cosa vuoi? > domandai guardinga e la mia risposta lo fece ridere.
< Stai tranquilla, non voglio farti del male > disse, infilando le mani in tasca < sono stato mandato qui per consegnarti il tuo regalo di compleanno >
< E da chi? >
< Da un amico in comune, ma mi ha pregato di non fare nomi >. Tirò fuori un piccolo pacchetto, per non dire minuscolo, dalla tasca e me lo porse. < Forza, questo è per te >
< Chi me lo manda? > domandai con lo stesso sguardo da sospettosa.
< Te l'ho detto, non posso fare nomi. Ma posso dirti che è un bel regalo >
Si avvicinò ulteriormente e mi mise il pacchetto sulla mano. < Buon compleanno e fanne buon uso >
Sorrise e si allontanò correndo, mentre io rimanevo a fissarlo, allibita e sconcertata.
Porsi l'attenzione sul pacchetto sul palmo della mia mano e lo aprii, impallidendo improvvisamente e rischiando di fare una bella caduta per terra se non mi fossi appoggiata al dondolo. Avevo voglia di urlare, di piangere, di correre in casa, di scappare. Qualunque cosa, purché mi venisse tolto dalla vista e dalla mente una bustina di cocaina.
Cominciai a tremare e schizzai in macchina, gettando la bustina da qualche parte e dopo aver fatto qualche respiro profondo, partii a gran velocità verso la casa di Jenny.
< Festeggiata! > esclamò, venendomi incontro < ho sentito il rumore della tua macchina. Buon compleanno > riprese, abbracciandomi e baciandomi la guancia < come ci si sente ad avere diciannove anni? >
< Come sempre, non cambia niente >
< Cosa hai? Mi sembri strana >
< Non ho niente, davvero > mentii. Non potevo dirle del “regalo”.
Mi fece entrare in casa e per le due ore seguenti, in attesa dell'arrivo dei miei amici, evitai di pensare a ciò che era nascosto sotto la mia macchina. Era stato uno stupido scherzo di qualche deficiente, non potevo rovinarmi la serata così.
E quindi Jenny mi tenne impegnata con il raccontarmi del suo corso di teatro e della recita che avrebbero fatto a giugno di
Alice nel paese delle meraviglie. E dovetti ammettere che ci riuscì in pieno, riuscì a farmi sgombrare la mente da pensieri brutti.
< …bert? >
< Come? > domandai mentre ritornavo dalla cucina con in mano due bottiglie di coca-cola.
< Ho chiesto come mai Robert non viene >
< Mi ha detto che aveva degli impegni, ma mi ha chiesto di vederci dopo >
< L'impegno si chiama per caso Kristen Stewart? >
Appoggiai le bevande e la fulminai con lo sguardo.
< Grazie, ora comincio a pensarlo > le dissi acida.
< Sei proprio cotta si lui, eh? >
< Purtroppo > ribattei, sedendomi sulla sedia < e smettila di fare quella faccia! > esclamai quando vidi le sue sopracciglia inarcarsi < è troppo complicato. E poi lui ora ha questa relazione con Kristen e non so se è seria o no >
< Lui però ha rinunciato ad una serata di sesso per stare con te, giusto? >
< Sì, ma questo non conta niente >
< Conta, invece. E lo sai pure, è solo che sei troppo zuccona e trovi qualunque scusa per non poter ipotizzare che Robert possa essere interessato a te, anche se lo sai come la penso io >
< Sì, lo so > ribattei, sbuffando.
< Anzi, secondo me potrebbe anche dichiararsi questa sera >
< Non essere ridicola > esclamai, arrossendo.
< Lo vedi? Lo vorresti anche tu. E poi Robert mi piace, è molto dolce con te >
< Beh, è ovvio che lo sia, dal momento che mi considera la sua migliore amica >
Jenny rise e si versò un po' di coca-cola nel bicchiere.
< È solo una maschera, lo sai bene >
< Che palle che fai! > ribattei ridendo.
< Non è vero! > esclamò, lanciandomi un popcorn.
< Non incominciare, lo sai che con me caschi male. Potrei batterti e fare un casino per terra prima ancora che arrivino gli altri >
Incrociai le braccia e la guardai pian piano impallidire. Sapevo bene come farle prendere degli accidenti e mi divertivo un sacco a prenderla in giro per questo. Lei odiava quando le mettevo a soqquadro la casa, specialmente quando doveva aspettare degli ospiti e aveva trascorso l'intero pomeriggio a pulire.
< Oh, a proposito, devo dirti una cosa >
< Basta che tu non mi parli ancora dei miei sentimenti e di quelli di Robert >
< No, stai tranquilla > rispose e mi fece segno di sedermi accanto a lei sul divano < Aaron mi ha chiamata questa mattina >
< Lui ha fatto cosa? > domandai sbigottita < e che cosa voleva? >
< Vuole che lo aiuti a riconquistarti >
< Spero che tu gli abbia detto di no >
< Ovviamente > rispose mentre si portava una ciocca dietro l'orecchio < ma mi sembrava abbastanza determinato a riconquistarti, e…era un po' strano. Era troppo determinato e ripeteva sempre che avrebbe fatto di tutto perché tu tornassi con lui. Michelle, ti prego, stai attenta >
< Jenny… > sussurrai e le presi le mani < Aaron ha sbagliato, ma non è un cattivo ragazzo. Lui può dire quello che vuole, ma è scontato che io non tornerò con lui. Ho già sofferto e non ho intenzione di farlo ancora. Ti prometto che starò attenta, ma non c'è da preoccuparsi di lui. Non ha mai fatto male ad una mosca >
< Mi fido di te, solo…stai attenta. Almeno questo concedimelo >
< Te lo prometto > risposi abbracciandola e sciogliemmo l'abbraccio non appena sentimmo lo squillo del campanello.
< Gli ospiti sono arrivati > sussurrò la mia migliore amica alzandosi dal divano.
La imitai e ci incamminammo verso la porta.
< Tanti auguri, capitano! > esclamò Sarah mentre si gettava su su me e mi stritolava con i suoi super abbracci.
< Grazie, ma ora vorrei respirare > ribattei mentre mi divincolavo.
< Sarah, sei sempre la solita > la rimbeccò Vanessa mentre si avvicinava a me < buon compleanno, Michelle >
< Grazie Vanessa. E grazie soprattutto per non avermi stritolato come ha fatto una certa persona > aggiunsi guardando Sarah.
< Sì, sì, come ti pare > disse mentre salutava Jenny.
Le facemmo accomodare in sala e dopo nemmeno cinque minuti la restante squadra delle Clovers, alias Amanda, Charlotte, Emily, Hilary, Kate, Mary e Megan, ci raggiunsero, mentre Walter venne dopo un'ora con tutte le pizze.
Aprii la porta al fidanzato della mia amica e lo aiutai con le pizze.
< C'era molta gente? > domandai mentre chiudevo la porta con un calcio.
< Sì, abbastanza. Senza contare che mentre stavo entrando nella pizzeria ho incrociato Aaron che mi ha chiesto di te.
< Anche con te? >
< Perché, con chi l'ha fatto? >
< Con Jenny >
< E cosa le avrebbe detto? > chiese leggermente alterato.
< Se poteva dargli una mano per farmi rimettere con lui >
< Che idiota > ribatté mentre ci sedevamo a tavola < sì, ha chiesto lo stesso anche a me >
< E come ti è sembrato? > domandò Jenny che aveva intuito l'argomento della nostra conversazione.
< Chi? > chiese Kate senza capire.
< Aaron > risposi sbrigativamente.
< Che diavolo vuole quel coglione? > sbraitò Emily.
< Che gli caschi nuovamente ai piedi > continuai versandomi svogliatamente la coca-cola nel bicchiere.
< Che provi soltanto a domandarlo ad una di noi > intervenne Hilary con fare minaccioso.
< Probabilmente gli risponderei con un bel calcio nel culo > ribatté Sarah.
< Beh, almeno so che siete tutte dalla mia parte! > esclamai per sdrammatizzare < grazie, ragazze >
< Non ringraziarci, le Clovers si sostengono sempre > disse Megan facendomi l'occhiolino.
< Sì, lo stesso vale per noi, anche se non siamo delle Clovers > intervenne Jenny indicando se stessa e Walter.
< Ma che razza di discorsi fai? > chiese Sarah < voi siete parte della squadra, siete le nostre mascotte! >
Scoppiammo tutti a ridere e continuammo a mangiare eliminando definitivamente l'argomento Aaron.
< Michelle, ti interesserebbe un appuntamento al buio? > domandò Charlotte.
< Non molto, ma ti ringrazio >
< Ma dai! Il mio amico Carter è molto carino e secondo me stareste bene insieme >
< Lascia stare, Charlie, o il ragazzo si chiama Robert Pattinson, o niente > ribatté Jenny per punzecchiarmi.
Voltai la testa e la guardai con due occhi sgranati.
< Jenny! > esclamai.
< Oddio, lo sapevo, lo sapevo! > urlò Sarah < sospettavo che tu fossi interessata a Robert! E lui, ricambia? >
< No > risposi subito arrossendo.
< Secondo me sì, invece. L'altra sera ha rinunciato ad una notte di sesso per stare con Michelle >
< Sesso con chi? > chiesero le altre curiose.
< Con Kristen Stewart! > continuò.
< Che schifo! > urlò Megan < lui fa sesso con quella sottospecie di nana! >
< Hey, modera il linguaggio! > ribattei mentre le lanciavo la crosta della mia pizza.
< Ti piace? > chiese con disgusto.
< No, ma stai offendendo la sua altezza. E ti ricordo che sono alta quanto lei, se non di meno >
< Questo devo concedertelo. Dovrò trovare un altro soprannome. Però non è giusto. Non potevi nascere più alta? >
< Nella botte piccola ci sta il vino buono, Megan >
< Disse la nana > ribatté facendomi la linguaccia.
Continuammo a mangiare tra le risate e le prese in giro generali, poi fu il momento di aprire i regali: le Clovers mi regalarono la cornice digitale che bramavo da un sacco di tempo ma che non mi ero mai decisa a comprare, mentre Jenny e Walter mi regalarono una piccola stampante per stampare le foto della macchina digitale che mi ero regalata, più un buono di trentacinque dollari nel mio negozio preferito e di Jenny.
< Certo che un compleanno non è un compleanno senza un discorso con i fiocchi >
< Il discorso lo si fa al compimento dei diciotto anni, Charlie, non a quello dei diciannove >
< Emily ha ragione > intervenne Sarah mentre finiva la bottiglia di Baylies che ci eravamo scolati tutti insieme.
< Va bene, io sono ufficialmente brilla, quindi penso proprio che me ne tornerò a casa. Anche perché Robert mi aveva chiesto di vederci prima di mezzanotte perché voleva darmi il suo regalo di compleanno e sono già le undici >
< E perché non può dartelo dopo? >
< Perché dopo la mezzanotte non è più il mio compleanno > ribattei come se fosse la cosa più ovvia del mondo < e già che ci sono prendo un po' di torta da portargli >
< Hai visto come sei carina? > intervenne Kate.
< Voi due stareste proprio bene insieme. E poi tu sei cotta di lui, non negare >
< Il problema è che non potrebbe mai funzionare >
< Perché? Perché è famoso? >
< Ma che centra! > esclamai < e poi lui è innamorato di Kristen >
< Se la fa con Kristen, è diverso > mi corresse Megan.
< Sì, ma a lui piace molto >
< Te l'ha detto lui? >
< Non esplicitamente >
< E allora non è una cosa importante >
< Sì, certo >
Alzai gli occhi al cielo mentre mettevo in un piatto una fetta di torta.
< Michelle, ha rinunciato al sesso per te e vuole incontrarti prima di mezzanotte per darti il regalo. Nessun altro si raccomanderebbe di incontrarlo prima dello scadere della mezzanotte per darti il regalo. E comunque avrebbe potuto metterti il pacchettino accanto alla porta o darlo a tua madre. E invece non l'ha fatto, ergo voleva passare del tempo con te, ergo è interessato >
Mi voltai verso Jenny.
< Qui c'è il tuo zampino, vero? >
< Potrebbe anche essere > ribatté sghignazzando.
Risi e mi incamminai verso la porta, impaziente di arrivare a casa. Ebbene sì, avevo una voglia matta di vederlo.
< Buonanotte, Clovers, ci vediamo. Ciao, mascotte! >
< Ciao! > risposero tutti in coro.
Entrai in macchina e guidai fino a casa. Erano le undici e quaranta quando parcheggiai la macchina davanti a casa.
< Through it all, I made my mistakes. I stumble and fall, but I mean these words… > canticchiai mentre facevo picchiettare il tacco degli stivali sull'asfalto.
Salii i gradini e arrivai fino alla veranda, dove vidi Robert seduto sul dondolo, vestito come se fosse un barbone, con una finta barba nera e un cappellino dei Red Socks.
< Mi dispiace, ma non voglio niente > dissi ridendo.
< Sei in ritardo > ribatté, guardandomi con una espressione scocciata < è dalle dieci e mezza che ti aspetto qui >
< Nessuno ti ha detto di aspettarmi qui fuori > obiettai stizzita.
< Da quando sei diventata così acida? >
< Da quando c'è certa gente che mi fa incazzare >
< Io ti faccio incazzare? > domandò, regalandomi il suo perfetto sorriso sghembo.
E fu così che il mio cuore perse un battito. Pace all'anima sua.
< Sì, quando hai queste uscite qui > asserii incrociando le braccia al petto, per quanto le varie sportine me lo permettessero. Dopotutto Michelle Waldorf non era una da farsi comprare facilmente.
< Che cos'hai lì dentro? > domandò indicando la sporta senza scritte.
< Un po' di torta che mi sono fatta mettere da parte per offrirtene un po'. Ma non so se ho ancora voglia di dartela >
< Ma a me piacciono tanto le torte > ribatté guardandomi intensamente.
< Questo è un problema tuo >
Rise e si offrì di aiutarmi mentre ero aprivo la porta di casa.
< Bianca dov'è? >
< A New York con Mike >
< E non festeggia con te il compleanno? >
< No, probabilmente tornerà a casa con un vestito di Chanel come regalo e basta. Ma se vuoi saperlo sì, mi ha chiamata prima per farmi gli auguri >
Lo feci accomodare dentro casa e gli dissi di andare in cucina, mentre io chiudevo la porta e lo fissavo da dietro.
< Vuoi anche tu un po' di torta? > domandò mentre prendeva un piatto dallo scolapasta.
< No, grazie > risposi sorridendo < allora, come è andata con Kristen? >
Appoggiò il piatto sul tavolo e mi guardò. I suoi occhi azzurri erano fissi sul mio viso e aveva questo sguardo interrogativo, con tanto di sopracciglia inarcate e fronte aggrottata, che lo rendevano ancora più sexy. Per un attimo mi sembrava di aver letto una smorfia sulle sue labbra momentaneamente piegate all'ingiù, ma non vi feci molto caso. No, in quel momento erano i suoi occhi quelli che non riuscivo a smettere di guardare, mi avevano ipnotizzato troppo.
< Che cosa centra Kristen? >
< Beh, e…ecco… > cominciai a balbettare < non sei venuto alla cena per il mio compleanno e quindi credevo che dovessi vederti con Kristen >
< Mi spiace deluderti, ma ti ho detto che non sarei venuto perché ero veramente occupato. Stavo discutendo con il mio agente su un film che mi hanno proposto > rispose mentre tagliava una fetta di torta e se la portava nel piatto, poi tornò a guardarmi con uno sguardo da seduttore divertito < davvero hai pensato che non venissi alla cena per stare con Kristen? >
< B…beh… > farfugliai.
< E l'altra volta al mare non ha significato niente? >
< Che…che vuoi dire? >
< Mitchie…Kristen è solo Kristen, tu sei… >. Si bloccò e si passò una mano tra i capelli sbuffando rumorosamente e poi sorrise mentre guardava il tavolo, gesto che facevo io tutte le volte che volevo dire qualcosa a qualcuno, ma alla fine optavo per non dirla. < Sei la mia migliore amica. Sei molto più importante di Kristen. Se avessi dovuto scegliere tra questa cena e una serata con Kristen…beh, è scontato dire che avrei scelto la cena. E poi non mi pare di aver problemi a dirti quando sono con Kristen, no? >
Lo guardai e in quell'esatto momento mi sentii uno schifo. Non sapevo bene se perché avevo dubitato della sua amicizia o perché lui per la seconda volta aveva ribadito che ero la sua migliore amica. Eppure aveva appena detto che mi preferiva a Kristen e sotto quel punto di vista ero contenta.
< Comunque > riprese mentre si tastava l'interno del giubbotto < mancano dieci minuti a mezzanotte ed io devo ancora darti il tuo regalo >
Tirò fuori dalla tasca una scatolina panna con un fiocco verde scuro e me lo porse.
< Chissà perché mi preoccupo già dalla scatola >
< Ma no, figurati, è una sciocchezza. E sono sicuro che lo apprezzerai >
Scossi la scatola e lo guardai curiosa, poi sciolsi il nodo e alzai il coperchio della scatola, trovandovi dentro una collana con la catenina in oro formata da un alternarsi tra perline in oro e in azzurro, distanziate da degli anellini in oro. Ma ciò che dava ancora di più nell'occhio era il ciondolo: era formato da una bellissima pietra in topazio blu oceano, contornata da brillantini e in oro come la catenina.
< Robert, ma è il ciondolo che ti avevo fatto vedere in quella rivista! > esclamai con gli occhi fuori dalle orbita.
< Sì, è proprio lui >
< Dio, tu sei tutto matto! > urlai saltandogli al collo e abbracciandolo forte, mentre lui appoggiava le mani sui miei fianchi e mi stringeva a sé con forza. Il mio naso era appoggiato sul suo collo e respirai tutto il suo profumo. Chiunque dicesse che Robert puzzava era un imbecille. La sua pelle sapeva di pino e di menta messi insieme. Sorrisi nel sentire quel buonissimo odore e mi strinsi ancora di più nell'abbraccio, gesto che non gli dispiacque, tant'è vero che portò le sue mani dai miei fianchi alla mia schiena.
< Vuoi indossarla? >
< Assolutamente > ribattei sciogliendo l'abbraccio e dandogli le spalle. Portai i capelli di lato e lasciai che le dita di Robert, dopo aver preso la collana, mi accarezzassero il collo, lasciando una scia bollente ad ogni tocco. Mi sentivo come se stessi bruciando ed era una sensazione fantastica e che non mi era mai successa con Aaron. Chiusi gli occhi e cominciai a rabbrividire, mentre le sue dita continuavano a sfiorarmi il mio collo nudo.
< Mitchie, hai freddo? Stai tremando > mi sussurrò con premura all'orecchio ed ecco che ricominciai a rabbrividire una seconda volta. Rabbrividire per il freddo con ventiquattro gradi fuori? Risposta sbagliata, signor Pattinson. Improvvisamente mi venne voglia di sentire le sue labbra sulle mie e che mi sussurrasse qualcosa all'orecchio. O qualunque altra cosa, anche la più stupida, purché percepissi il suo respiro sulla mia pelle.
< No, sto bene >
< E allora perché stai rabbrividendo così? > domandò beffardo.
< Per causa tua > sussurrai e immediatamente sgranai gli occhi, conscia di aver appena detto quello che non avrei mai dovuto dire.
Mi voltai e lo guardai con un misto sguardo di imbarazzo e di spavalderia, mentre lui era rimasto immobile. Poi sorrise.
< Sai, per un attimo ho pensato che stessi dicendo la verità > disse mentre mi portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Chiusi gli occhi per un momento. Dovevo negare oppure confessargli i miei sentimenti?
< Visto? Sono una brava attrice >
Avevo scelto la via della codardia senza nemmeno rendermene conto.
< Okay, si è fatto tardi ed ora è il momento che vada. Mancano ancora due minuti alla mezzanotte, c'è qualcosa che vorresti fare? >
Sorrisi e mi allontanai dalla cucina fino ad arrivare in sala in cerca della macchina fotografica, tornando dopo poco al punto di partenza.
< Voglio fare una foto >
Robert guardò l'orologio digitale segnare in quel momento la mezzanotte esatta, poi tornò a guardarmi.
< Anche se il tuo compleanno è ufficialmente finito, la foto possiamo farcela lo stesso >
Sorrisi e appoggiai la macchina fotografica su un mobiletto, impostata in modalità autoscatto.
< Coraggio, vieni qui > mi disse mentre allargava le braccia e feci come mi aveva chiesto senza farmi troppi problemi: mi sistemai davanti a lui, appoggiandomi al suo corpo e piegando la testa di lato, mentre lui si abbassò per arrivare meglio con il mento all'incavo del mio collo. Circondò con le sue mani la mia vita ed io appoggiai una mano su una delle sue, mentre l'altra la portai dietro la sua testa, dando modo alle mie dita di intrecciarsi ai suoi capelli. < La tua prima perla di saggezza durante il tuo primo non-compleanno da diciannovenne? > domandò sorridendo e facendomi il solletico nel collo.
< Say cheese… >
E il flash illuminò tutta la stanza.


Ehm…GRAZIE AL CIELO SIAMO A SABATO! Mi sembra di aver cominciato la scuola da secoli -.- Senza parlare che ogni 2 parole i prof dicono ESAME DI STATO -.-
E per di più tra 18 giorni ho l'esame di teoria e sono indietrissimo -.-
Meglio mettermi sotto, va là!
Ringrazio tantissimo chi ha letto e Sognatrice85, Railen, valentina_black_cullen e LoryeEmy per aver commentato♥ I love you, girls.

Alla prossima settimana!
Giulls

   
 
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