Happy birthday, Mitchie
Avevo
l'abito color verde acqua sul letto, gli stivali appoggiati per terra
e la borsa accanto al vestito. Avevo tutto quello che mi serviva, ma
allora perché avevo la sensazione di star dimenticando
qualcosa? Non
dovevo andare a dormire fuori e non volevo indossare braccialetti
vari, conscia del fatto che sicuramente ne avrei ricevuti vari quella
sera. Mi ero fatta la doccia, mi ero truccata e avevo già
preparato
la borsa. Cosa diavolo stavo dimenticando?
Sbuffai e
mi avvicinai alla scrivania per prendere l'ultima caramella alla
menta, quando i miei occhi incrociarono il mio diario e di
conseguenza mi tornò in mente che dovevo portarle il mio
quaderno
con gli appunti di spagnolo. Tzè, l'illuminazione di
Rousseau sulla
via di Vindennes non era niente in confronto al mio lampo di genio!
Non solo stavo compiendo una buona azione e aiutando la mia migliore
amica, ma stavo addirittura evitando che le sua dita si chiudessero
sul mio candido collo.
Presi dalla
mia tracolla l'oggetto in questione e lo appoggiai sul mio letto per
non dimenticarmelo, dopodiché tornai a prepararmi per
festeggiare il
mio diciannovesimo anno di età con la famiglia che mi ero
scelta:
lei, Walter e naturalmente le Clovers. Quella sera Jenny ci aveva
ospitato a casa sua per festeggiare, mangiando una pizza.
E una volta
finiti i preparativi uscii di casa per raggiungere quella della mia
migliore amica, che mi stava già aspettando.
<
Waldorf! > urlò una voce dietro di me mentre stavo
chiudendo la
porta di casa.
Mi voltai
e incrociai lo sguardo con un ragazzo alto e molto magro: aveva la
faccia scheletrica e gli occhi infossati dentro, con delle borse
enormi e violacee sotto gli occhi e tanti buchi nella mano destra.
< Chi
sei? >
< Non mi
conosci, mi chiamo Stephan > riprese mentre si avvicinava verso
di
me.
< Che
cosa vuoi? > domandai guardinga e la mia risposta lo fece ridere.
< Stai
tranquilla, non voglio farti del male > disse, infilando le mani
in tasca < sono stato mandato qui per consegnarti il tuo regalo
di
compleanno >
< E da
chi? >
< Da un
amico in comune, ma mi ha pregato di non fare nomi >.
Tirò fuori
un piccolo pacchetto, per non dire minuscolo, dalla tasca e me lo
porse. < Forza, questo è per te >
< Chi me
lo manda? > domandai con lo stesso sguardo da sospettosa.
< Te
l'ho detto, non posso fare nomi. Ma posso dirti che è un bel
regalo
>
Si avvicinò
ulteriormente e mi mise il pacchetto sulla mano. < Buon
compleanno
e fanne buon uso >
Sorrise e
si allontanò correndo, mentre io rimanevo a fissarlo,
allibita e
sconcertata.
Porsi
l'attenzione sul pacchetto sul palmo della mia mano e lo aprii,
impallidendo improvvisamente e rischiando di fare una bella caduta
per terra se non mi fossi appoggiata al dondolo. Avevo voglia di
urlare, di piangere, di correre in casa, di scappare. Qualunque cosa,
purché mi venisse tolto dalla vista e dalla mente una
bustina di
cocaina.
Cominciai a
tremare e schizzai in macchina, gettando la bustina da qualche parte
e dopo aver fatto qualche respiro profondo, partii a gran
velocità
verso la casa di Jenny.
<
Festeggiata! > esclamò, venendomi incontro <
ho sentito il
rumore della tua macchina. Buon compleanno > riprese,
abbracciandomi e baciandomi la guancia < come ci si sente ad
avere
diciannove anni? >
< Come
sempre, non cambia niente >
< Cosa
hai? Mi sembri strana >
< Non ho
niente, davvero > mentii. Non potevo dirle del
“regalo”.
Mi fece
entrare in casa e per le due ore seguenti, in attesa dell'arrivo dei
miei amici, evitai di pensare a ciò che era nascosto sotto
la mia
macchina. Era stato uno stupido scherzo di qualche deficiente, non
potevo rovinarmi la serata così.
E quindi
Jenny mi tenne impegnata con il raccontarmi del suo corso di teatro e
della recita che avrebbero fatto a giugno di Alice
nel paese delle meraviglie. E
dovetti ammettere che ci riuscì in pieno, riuscì
a farmi sgombrare
la mente da pensieri brutti.
< …bert?
>
< Come?
> domandai mentre ritornavo dalla cucina con in mano due
bottiglie
di coca-cola.
< Ho
chiesto come mai Robert non viene >
< Mi ha
detto che aveva degli impegni, ma mi ha chiesto di vederci dopo >
<
L'impegno si chiama per caso Kristen Stewart? >
Appoggiai
le bevande e la fulminai con lo sguardo.
<
Grazie, ora comincio a pensarlo > le dissi acida.
< Sei
proprio cotta si lui, eh? >
<
Purtroppo > ribattei, sedendomi sulla sedia < e smettila
di
fare quella faccia! > esclamai quando vidi le sue sopracciglia
inarcarsi < è troppo complicato. E poi lui ora ha
questa
relazione con Kristen e non so se è seria o no >
< Lui
però ha rinunciato ad una serata di sesso per stare con te,
giusto?
>
< Sì,
ma questo non conta niente >
< Conta,
invece. E lo sai pure, è solo che sei troppo zuccona e trovi
qualunque scusa per non poter ipotizzare che Robert possa essere
interessato a te, anche se lo sai come la penso io >
< Sì,
lo so > ribattei, sbuffando.
< Anzi,
secondo me potrebbe anche dichiararsi questa sera >
< Non
essere ridicola > esclamai, arrossendo.
< Lo
vedi? Lo vorresti anche tu. E poi Robert mi piace, è molto
dolce con
te >
< Beh, è
ovvio che lo sia, dal momento che mi considera la sua migliore amica
>
Jenny rise
e si versò un po' di coca-cola nel bicchiere.
< È
solo una maschera, lo sai bene >
< Che palle che fai! > ribattei ridendo.
< Non è
vero! > esclamò, lanciandomi un popcorn.
< Non
incominciare, lo sai che con me caschi male. Potrei batterti e fare
un casino per terra prima ancora che arrivino gli altri >
Incrociai
le braccia e la guardai pian piano impallidire. Sapevo bene come
farle prendere degli accidenti e mi divertivo un sacco a prenderla in
giro per questo. Lei odiava quando le mettevo a soqquadro la casa,
specialmente quando doveva aspettare degli ospiti e aveva trascorso
l'intero pomeriggio a pulire.
< Oh, a
proposito, devo dirti una cosa >
< Basta
che tu non mi parli ancora dei miei sentimenti e di quelli di Robert
>
< No,
stai tranquilla > rispose e mi fece segno di sedermi accanto a
lei
sul divano < Aaron mi ha chiamata questa mattina >
< Lui ha
fatto cosa? > domandai sbigottita < e che cosa voleva?
>
< Vuole
che lo aiuti a riconquistarti >
< Spero
che tu gli abbia detto di no >
<
Ovviamente > rispose mentre si portava una ciocca dietro
l'orecchio < ma mi sembrava abbastanza determinato a
riconquistarti, e…era un po' strano. Era troppo determinato
e
ripeteva sempre che avrebbe fatto di tutto perché tu
tornassi con
lui. Michelle, ti prego, stai attenta >
< Jenny…
> sussurrai e le presi le mani < Aaron ha sbagliato, ma
non è
un cattivo ragazzo. Lui può dire quello che vuole, ma
è scontato
che io non tornerò con lui. Ho già sofferto e non
ho intenzione di
farlo ancora. Ti prometto che starò attenta, ma non
c'è da
preoccuparsi di lui. Non ha mai fatto male ad una mosca >
< Mi
fido di te, solo…stai attenta. Almeno questo concedimelo
>
< Te lo
prometto > risposi abbracciandola e sciogliemmo l'abbraccio non
appena sentimmo lo squillo del campanello.
< Gli
ospiti sono arrivati > sussurrò la mia migliore amica
alzandosi
dal divano.
La imitai e
ci incamminammo verso la porta.
< Tanti
auguri, capitano! > esclamò Sarah mentre si gettava
su su me e mi
stritolava con i suoi super abbracci.
<
Grazie, ma ora vorrei respirare > ribattei mentre mi divincolavo.
< Sarah,
sei sempre la solita > la rimbeccò Vanessa mentre si
avvicinava a
me < buon compleanno, Michelle >
< Grazie
Vanessa. E grazie soprattutto per non avermi stritolato come ha fatto
una certa persona > aggiunsi guardando Sarah.
< Sì,
sì, come ti pare > disse mentre salutava Jenny.
Le facemmo
accomodare in sala e dopo nemmeno cinque minuti la restante squadra
delle Clovers, alias Amanda, Charlotte, Emily, Hilary, Kate, Mary e
Megan, ci raggiunsero, mentre Walter venne dopo un'ora con tutte le
pizze.
Aprii la
porta al fidanzato della mia amica e lo aiutai con le pizze.
< C'era
molta gente? > domandai mentre chiudevo la porta con un calcio.
< Sì,
abbastanza. Senza contare che mentre stavo entrando nella pizzeria ho
incrociato Aaron che mi ha chiesto di te.
< Anche
con te? >
<
Perché, con chi l'ha fatto? >
< Con
Jenny >
< E cosa
le avrebbe detto? > chiese leggermente alterato.
< Se
poteva dargli una mano per farmi rimettere con lui >
< Che
idiota > ribatté mentre ci sedevamo a tavola <
sì, ha chiesto
lo stesso anche a me >
< E come
ti è sembrato? > domandò Jenny che aveva
intuito l'argomento
della nostra conversazione.
< Chi? >
chiese Kate senza capire.
< Aaron
> risposi sbrigativamente.
< Che
diavolo vuole quel coglione? > sbraitò Emily.
< Che
gli caschi nuovamente ai piedi > continuai versandomi
svogliatamente la coca-cola nel bicchiere.
< Che
provi soltanto a domandarlo ad una di noi > intervenne Hilary
con
fare minaccioso.
<
Probabilmente gli risponderei con un bel calcio nel culo >
ribatté
Sarah.
< Beh,
almeno so che siete tutte dalla mia parte! > esclamai per
sdrammatizzare < grazie, ragazze >
< Non
ringraziarci, le Clovers si sostengono sempre > disse Megan
facendomi l'occhiolino.
< Sì,
lo stesso vale per noi, anche se non siamo delle Clovers >
intervenne Jenny indicando se stessa e Walter.
< Ma che
razza di discorsi fai? > chiese Sarah < voi siete parte
della
squadra, siete le nostre mascotte! >
Scoppiammo
tutti a ridere e continuammo a mangiare eliminando definitivamente
l'argomento Aaron.
<
Michelle, ti interesserebbe un appuntamento al buio? >
domandò
Charlotte.
< Non
molto, ma ti ringrazio >
< Ma
dai! Il mio amico Carter è molto carino e secondo me
stareste bene
insieme >
< Lascia
stare, Charlie, o il ragazzo si chiama Robert Pattinson, o niente
>
ribatté Jenny per punzecchiarmi.
Voltai la
testa e la guardai con due occhi sgranati.
< Jenny!
> esclamai.
< Oddio,
lo sapevo, lo sapevo! > urlò Sarah <
sospettavo che tu fossi
interessata a Robert! E lui, ricambia? >
< No >
risposi subito arrossendo.
<
Secondo me sì, invece. L'altra sera ha rinunciato ad una
notte di
sesso per stare con Michelle >
< Sesso
con chi? > chiesero le altre curiose.
< Con
Kristen Stewart! > continuò.
< Che
schifo! > urlò Megan < lui fa sesso con quella
sottospecie di
nana! >
< Hey,
modera il linguaggio! > ribattei mentre le lanciavo la crosta
della mia pizza.
< Ti
piace? > chiese con disgusto.
< No, ma
stai offendendo la sua altezza. E ti ricordo che sono alta quanto
lei, se non di meno >
< Questo
devo concedertelo. Dovrò trovare un altro soprannome.
Però non è
giusto. Non potevi nascere più alta? >
< Nella
botte piccola ci sta il vino buono, Megan >
< Disse
la nana > ribatté facendomi la linguaccia.
Continuammo
a mangiare tra le risate e le prese in giro generali, poi fu il
momento di aprire i regali: le Clovers mi regalarono la cornice
digitale che bramavo da un sacco di tempo ma che non mi ero mai
decisa a comprare, mentre Jenny e Walter mi regalarono una piccola
stampante per stampare le foto della macchina digitale che mi ero
regalata, più un buono di trentacinque dollari nel mio
negozio
preferito e di Jenny.
< Certo
che un compleanno non è un compleanno senza un discorso con
i
fiocchi >
< Il
discorso lo si fa al compimento dei diciotto anni, Charlie, non a
quello dei diciannove >
< Emily
ha ragione > intervenne Sarah mentre finiva la bottiglia di
Baylies che ci eravamo scolati tutti insieme.
< Va
bene, io sono ufficialmente brilla, quindi penso proprio che me ne
tornerò a casa. Anche perché Robert mi aveva
chiesto di vederci
prima di mezzanotte perché voleva darmi il suo regalo di
compleanno
e sono già le undici >
< E
perché non può dartelo dopo? >
< Perché
dopo la mezzanotte non è più il mio compleanno
> ribattei come
se fosse la cosa più ovvia del mondo < e
già che ci sono prendo
un po' di torta da portargli >
< Hai
visto come sei carina? > intervenne Kate.
< Voi
due stareste proprio bene insieme. E poi tu sei cotta di lui, non
negare >
< Il
problema è che non potrebbe mai funzionare >
<
Perché? Perché è famoso? >
< Ma che
centra! > esclamai < e poi lui è innamorato di
Kristen >
< Se la
fa con Kristen, è diverso > mi corresse Megan.
< Sì,
ma a lui piace molto >
< Te
l'ha detto lui? >
< Non
esplicitamente >
< E
allora non è una cosa importante >
< Sì,
certo >
Alzai gli
occhi al cielo mentre mettevo in un piatto una fetta di torta.
<
Michelle, ha rinunciato al sesso per te e vuole incontrarti prima di
mezzanotte per darti il regalo. Nessun altro si raccomanderebbe di
incontrarlo prima dello scadere della mezzanotte per darti il regalo.
E comunque avrebbe potuto metterti il pacchettino accanto alla porta
o darlo a tua madre. E invece non l'ha fatto, ergo voleva passare del
tempo con te, ergo è interessato >
Mi voltai
verso Jenny.
< Qui
c'è il tuo zampino, vero? >
<
Potrebbe anche essere > ribatté sghignazzando.
Risi e mi
incamminai verso la porta, impaziente di arrivare a casa. Ebbene
sì,
avevo una voglia matta di vederlo.
<
Buonanotte, Clovers, ci vediamo. Ciao, mascotte! >
< Ciao!
> risposero tutti in coro.
Entrai in
macchina e guidai fino a casa. Erano le undici e quaranta quando
parcheggiai la macchina davanti a casa.
<
Through it all, I made my mistakes. I stumble and fall, but I mean
these words… > canticchiai mentre facevo picchiettare
il tacco
degli stivali sull'asfalto.
Salii i
gradini e arrivai fino alla veranda, dove vidi Robert seduto sul
dondolo, vestito come se fosse un barbone, con una finta barba nera e
un cappellino dei Red Socks.
< Mi
dispiace, ma non voglio niente > dissi ridendo.
< Sei in
ritardo > ribatté, guardandomi con una espressione
scocciata <
è dalle dieci e mezza che ti aspetto qui >
<
Nessuno ti ha detto di aspettarmi qui fuori > obiettai stizzita.
< Da
quando sei diventata così acida? >
< Da
quando c'è certa gente che mi fa incazzare >
< Io ti
faccio incazzare? > domandò, regalandomi il suo
perfetto sorriso
sghembo.
E fu così
che il mio cuore perse un battito. Pace all'anima sua.
< Sì,
quando hai queste uscite qui > asserii incrociando le braccia al
petto, per quanto le varie sportine me lo permettessero. Dopotutto
Michelle Waldorf non era una da farsi comprare facilmente.
< Che
cos'hai lì dentro? > domandò indicando la
sporta senza scritte.
< Un po'
di torta che mi sono fatta mettere da parte per offrirtene un po'. Ma
non so se ho ancora voglia di dartela >
< Ma a
me piacciono tanto le torte > ribatté guardandomi
intensamente.
< Questo
è un problema tuo >
Rise e si
offrì di aiutarmi mentre ero aprivo la porta di casa.
< Bianca
dov'è? >
< A New
York con Mike >
< E non
festeggia con te il compleanno? >
< No,
probabilmente tornerà a casa con un vestito di Chanel come
regalo e
basta. Ma se vuoi saperlo sì, mi ha chiamata prima per farmi
gli
auguri >
Lo feci
accomodare dentro casa e gli dissi di andare in cucina, mentre io
chiudevo la porta e lo fissavo da dietro.
< Vuoi
anche tu un po' di torta? > domandò mentre prendeva
un piatto
dallo scolapasta.
< No,
grazie > risposi sorridendo < allora, come è
andata con
Kristen? >
Appoggiò
il piatto sul tavolo e mi guardò. I suoi occhi azzurri erano
fissi
sul mio viso e aveva questo sguardo interrogativo, con tanto di
sopracciglia inarcate e fronte aggrottata, che lo rendevano ancora
più sexy. Per un attimo mi sembrava di aver letto una
smorfia sulle
sue labbra momentaneamente piegate all'ingiù, ma non vi feci
molto
caso. No, in quel momento erano i suoi occhi quelli che non riuscivo
a smettere di guardare, mi avevano ipnotizzato troppo.
< Che
cosa centra Kristen? >
< Beh,
e…ecco… > cominciai a balbettare <
non sei venuto alla cena
per il mio compleanno e quindi credevo che dovessi vederti con
Kristen >
< Mi
spiace deluderti, ma ti ho detto che non sarei venuto perché
ero
veramente occupato. Stavo discutendo con il mio agente su un film che
mi hanno proposto > rispose mentre tagliava una fetta di torta e
se la portava nel piatto, poi tornò a guardarmi con uno
sguardo da
seduttore divertito < davvero hai pensato che non venissi alla
cena per stare con Kristen? >
< B…beh…
> farfugliai.
< E
l'altra volta al mare non ha significato niente? >
<
Che…che vuoi dire? >
<
Mitchie…Kristen è solo Kristen, tu
sei… >. Si bloccò e si
passò una mano tra i capelli sbuffando rumorosamente e poi
sorrise
mentre guardava il tavolo, gesto che facevo io tutte le volte che
volevo dire qualcosa a qualcuno, ma alla fine optavo per non dirla.
<
Sei la mia migliore amica. Sei molto più importante di
Kristen. Se
avessi dovuto scegliere tra questa cena e una serata con
Kristen…beh,
è scontato dire che avrei scelto la cena. E poi non mi pare
di aver
problemi a dirti quando sono con Kristen, no? >
Lo guardai
e in quell'esatto momento mi sentii uno schifo. Non sapevo bene se
perché avevo dubitato della sua amicizia o perché
lui per la
seconda volta aveva ribadito che ero la sua migliore amica. Eppure
aveva appena detto che mi preferiva a Kristen e sotto quel punto di
vista ero contenta.
<
Comunque > riprese mentre si tastava l'interno del giubbotto
<
mancano dieci minuti a mezzanotte ed io devo ancora darti il tuo
regalo >
Tirò fuori
dalla tasca una scatolina panna con un fiocco verde scuro e me lo
porse.
< Chissà
perché mi preoccupo già dalla scatola >
< Ma no,
figurati, è una sciocchezza. E sono sicuro che lo
apprezzerai >
Scossi la
scatola e lo guardai curiosa, poi sciolsi il nodo e alzai il
coperchio della scatola, trovandovi dentro una collana con la
catenina in oro formata da un alternarsi tra perline in oro e in
azzurro, distanziate da degli anellini in oro. Ma ciò che
dava
ancora di più nell'occhio era il ciondolo: era formato da
una
bellissima pietra in topazio blu oceano, contornata da brillantini e
in oro come la catenina.
<
Robert, ma è il ciondolo che ti avevo fatto vedere in quella
rivista! > esclamai con gli occhi fuori dalle orbita.
< Sì, è
proprio lui >
< Dio,
tu sei tutto matto! > urlai saltandogli al collo e
abbracciandolo
forte, mentre lui appoggiava le mani sui miei fianchi e mi stringeva
a sé con forza. Il mio naso era appoggiato sul suo collo e
respirai
tutto il suo profumo. Chiunque dicesse che Robert puzzava era un
imbecille. La sua pelle sapeva di pino e di menta messi insieme.
Sorrisi nel sentire quel buonissimo odore e mi strinsi ancora di
più
nell'abbraccio, gesto che non gli dispiacque, tant'è vero
che portò
le sue mani dai miei fianchi alla mia schiena.
< Vuoi
indossarla? >
<
Assolutamente > ribattei sciogliendo l'abbraccio e dandogli le
spalle. Portai i capelli di lato e lasciai che le dita di Robert,
dopo aver preso la collana, mi accarezzassero il collo, lasciando una
scia bollente ad ogni tocco. Mi sentivo come se stessi bruciando ed
era una sensazione fantastica e che non mi era mai successa con
Aaron. Chiusi gli occhi e cominciai a rabbrividire, mentre le sue
dita continuavano a sfiorarmi il mio collo nudo.
<
Mitchie, hai freddo? Stai tremando > mi sussurrò con
premura
all'orecchio ed ecco che ricominciai a rabbrividire una seconda
volta. Rabbrividire per il freddo con ventiquattro gradi fuori?
Risposta sbagliata, signor Pattinson. Improvvisamente mi venne voglia
di sentire le sue labbra sulle mie e che mi sussurrasse qualcosa
all'orecchio. O qualunque altra cosa, anche la più stupida,
purché
percepissi il suo respiro sulla mia pelle.
< No,
sto bene >
< E
allora perché stai rabbrividendo così? >
domandò beffardo.
< Per
causa tua > sussurrai e immediatamente sgranai gli occhi,
conscia
di aver appena detto quello che non avrei mai dovuto dire.
Mi voltai e
lo guardai con un misto sguardo di imbarazzo e di spavalderia, mentre
lui era rimasto immobile. Poi sorrise.
< Sai,
per un attimo ho pensato che stessi dicendo la verità
> disse
mentre mi portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Chiusi gli
occhi per un momento. Dovevo negare oppure confessargli i miei
sentimenti?
< Visto?
Sono una brava attrice >
Avevo
scelto la via della codardia senza nemmeno rendermene conto.
< Okay,
si è fatto tardi ed ora è il momento che vada.
Mancano ancora due
minuti alla mezzanotte, c'è qualcosa che vorresti fare?
>
Sorrisi e
mi allontanai dalla cucina fino ad arrivare in sala in cerca della
macchina fotografica, tornando dopo poco al punto di partenza.
< Voglio
fare una foto >
Robert
guardò l'orologio digitale segnare in quel momento la
mezzanotte
esatta, poi tornò a guardarmi.
< Anche
se il tuo compleanno è ufficialmente finito, la foto
possiamo
farcela lo stesso >
Sorrisi e
appoggiai la macchina fotografica su un mobiletto, impostata in
modalità autoscatto.
<
Coraggio, vieni qui > mi disse mentre allargava le braccia e
feci
come mi aveva chiesto senza farmi troppi problemi: mi sistemai
davanti a lui, appoggiandomi al suo corpo e piegando la testa di
lato, mentre lui si abbassò per arrivare meglio con il mento
all'incavo del mio collo. Circondò con le sue mani la mia
vita ed io
appoggiai una mano su una delle sue, mentre l'altra la portai dietro
la sua testa, dando modo alle mie dita di intrecciarsi ai suoi
capelli. < La tua prima perla di saggezza durante il tuo primo
non-compleanno da diciannovenne? > domandò sorridendo
e facendomi
il solletico nel collo.
< Say
cheese… >
E il flash
illuminò tutta la stanza.
Ehm…GRAZIE
AL CIELO SIAMO A SABATO! Mi sembra di aver cominciato la scuola da
secoli -.- Senza parlare che ogni 2 parole i prof dicono ESAME DI
STATO -.-
E per di
più tra 18 giorni ho l'esame di teoria e sono indietrissimo
-.-
Meglio
mettermi sotto, va là!
Ringrazio
tantissimo chi ha letto e Sognatrice85,
Railen,
valentina_black_cullen e LoryeEmy
per
aver commentato♥ I love you, girls.
Alla
prossima settimana!
Giulls