Hogwarts Express: next stop… Hogwarts
Quel luogo era sempre stato saturo di gioia.
Durante gli anni aveva avuto numerosi significati: un nuovo anno ad
Hogwarts, l’inizio delle vacanze, l’arrivo del Natatle, la possibilità di
rivedere gli amici, l’estate…
Ma stavolta, nel leggendario e ineguagliabile Espresso di Hogwarts, Ron non
riusciva a trarre lo stesso tipo di emozione.
Spinse in avanti il carrello ormai vuoto, facendosi spazio tra i gruppetti
di ragazzi eccitati, bauli e gabbie, e sospirò.
Volse lo sguardo verso la sgargiante locomotiva che scintillava alla sua
sinistra, ma si trovò subito costretto a guardare altrove.
No, non riusciva a provare felicità stavolta. Non poteva condividere l’eccitazione
degli altri studenti.
Stavolta, non poteva.
Posteggiò il carrello e suo malgrado, si costrinse a tornare indietro.
C’erano molti visi noti, alcuni lo salutavano, altri gli si avvicinavano
per parlargli, altri ancora, semplicemente, si limitavano a sorridergli o a
fissarlo.
L’entusiasmo per quella nuova vita era palpabile, quasi concreta… ma Ron
sentiva di non poterla afferrare…
Con poche falcate, raggiunse il gruppetto di persone a lui più familiare.
In quel momento, l’Espresso di Hogwarts emanò un potente e fastidioso
fischio.
- A presto, Ginny, cara - riuscì a dire Molly, asciugandosi gli occhi con
uno stropicciato fazzolettino panna - Scrivici appena puoi, non farci stare in
pensiero - tirò su con il naso, abbracciando la figlia, che le diede alcune
pacche consolatorie sulla schiena, stringendola forte a sua volta.
- Vi scriverò appena arrivo, mamma. Non preoccuparti - li rassicurò Ginny,
abbracciando il padre.
- Sarà meglio che tu vada, cara - disse Arthur, guardandosi attorno,
tentando invano di nascondere gli occhi lucidi.
A Ron si strinse il cuore, per l’ennesima volta, in quegli ultimi mesi.
Dopo la morte di Fred, i suoi genitori sembravano essere più vulnerabili,
più timorosi che potesse accadere qualcosa di male ai loro figli. Non riusciva
neanche ad immaginare come dovessero sentirsi nel dover lasciare andare via la
loro figlia.
Li guardò allontanarsi verso l’uscita, visibilmente chini sotto il fardello
che quella Guerra gli aveva procurato.
- Ciao, fratello - disse Ginny, tendendogli le braccia - Tieni d’occhio
Harry da parte mia - gli sussurrò nell’orecchio, mentre Ron la stringeva.
Ridacchiarono entrambi.
- Terrò gli occhi ben aperti - disse Ron, sorridendo e facendole un
occhiolino. Ma il suo sorriso si spense subito, nell’udire un altro fischio
proveniente dal treno. Il secondo.
- E non temere… terrò anch’io d’occhio qualcuno per te! - gli disse
lei, facendo qualche passo indietro e sorridendogli maliziosa, prima di correre
incontro ad Harry, che l’aiutò a caricare sul treno la gabbia con il nuovo
gufo.
Ron si guardò intorno. Gli studenti stavano iniziando a salire. Molti erano
già sopra e parlavano con i loro parenti attraverso i grandi finestrini.
Il fumo della locomotiva era diventato una nebbia densa. Stava diventando
difficile guardare troppo in lontananza.
Ma, quel fumo, seppur fitto e denso, non gli avrebbe mai impedito di non
riconoscere lei, qualsiasi fosse la distanza.
Le andò incontro, dribblando giovani studenti ritardatari che correvano
verso il treno, seguiti a ruota dai genitori carichi di borse e bauli.
- Hey, che fine avevi fatto? - le disse, quando l’ebbe raggiunta.
Hermione sospirò affaticata, mentre lui le toglieva dalle mani il cestino
con dentro Grattastinchi per portarlo lui. Si diressero subito verso una delle
entrate del treno, affollate da ragazzi e ragazze ridacchianti.
- Sono andata ad accompagnare i miei all’uscita - spiegò Hermione,
stringendosi la coda con cui teneva legati i capelli - L’ultima cosa che ci
voleva era che si perdessero qui dentro.
Ron ridacchiò, lei anche.
Ma la loro voglia di ridere durò poco.
- Allora… è ora - fece Ron, cercando di fare il vago.
- Già - annuì Hermione, fissandosi i piedi - Sei… sei proprio sicuro di non
voler venire?
- Sei proprio sicura di voler andare?
Hermione alzò lo sguardo, stupita, come se stesse effettivamente valutando
la possibilità proposta da Ron.
Lui scosse la testa - Sto scherzando, Hermione - le sorrise, mordendosi il
labbro - Ne abbiamo parlato, è giusto così.
Lei annuì, senza aggiungere altro. Si guardò intorno, evitando di
incontrare lo sguardo di lui - Non sarà la stessa cosa senza di voi - disse,
incrociando strette le braccia.
Ron ingoiò il vuoto; la scelta di lasciare Hogwarts era stata dura, ma in
fondo sapeva bene che per lui, come per Harry, tornare a scuola non aveva alcun
senso. Ma allo stesso modo, era perfettamente consapevole che per Hermione
invece questa scelta era assolutamente giustissima. Ovvia.
- Niente sarà più la stessa cosa, alla fine - disse Ron, passandosi la
cesta da una mano all’altra - Sai… non so ancora come… come farò, senza una
figura piccola e graziosa che mi gira intorno…
Hermione alzò lo sguardo, inarcando le sopracciglia. Lui pareva serio, ma
quando incrociò gli occhi di Hermione, fu tradito da un tremolio alle labbra.
- Sto parlando di Grattastinchi - disse, scuotendo la cesta - Non so ancora
cosa farò senza di lui!
Hermione rise, prima di riprendersi la cesta e chiedendogli se lui avrebbe
imparato, prima o poi, a non odiarlo in quel modo.
Ma Ron non ebbe il tempo di rispondere, perché un altro fischio, il terzo,
vibrò nell’aria.
- E’ proprio ora, adesso - disse Hermione, aprendo la porticina del treno e
facendo scivolare dentro la cesta.
Si stropicciò le mani e con fare
nervoso si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Allora, ciao Ron! - disse abbracciandolo con fare impacciato. Lui arrossì,
ma la strinse con fare possessivo e teneramente le diede un bacio sull’incavo
della spalla.
Ormai tutti gli studenti erano già a bordo. Ron sapeva che anche Hermione
doveva salire, ma le sue braccia erano decise a non sciogliersi da lei.
Quando si decise a farlo, lei indietreggiò, imbarazzata.
- Ci vediamo a ottobre se… - disse lei, salendo i gradini del treno - Sì,
insomma, a Hogsmade… se… se hai tempo, voglio dire… e se ne hai voglia, perché…
- Certo, che ci vediamo ad Hogsmade - la interruppe Ron, arrossendo di
nuovo.
Hermione sorrise e salì a bordo. Si affacciò dal finestrino per guardarlo
ancora.
Ron indietreggiò di alcuni passi, le mani in tasca.
- Saluta ancora Harry da parte mia - disse Hermione, guardandosi attorno.
Intorno a loro c’erano genitori che, commossi, salutavano i figli in partenza.
- D’accordo. E’ andato ad accompagnare Ginny… forse sono qualche vagone più
giù.
Il rombo del motore della locomotiva li fece sobbalzare.
- Mi mancherai, Ron - disse Hermione, con un velo di commozione nella voce.
Ron percepì un peso all’altezza dello stomaco, che minacciava di bloccargli
il respiro.
Senza dire nulla, le tese una mano, che lei afferrò. Ron la strinse forte e
ne baciò il dorso, un secondo prima che il treno iniziasse a muoversi…
- Tu invece, già mi manchi - le disse, percependo le orecchie andare a
fuoco.
Nonostante questo, mantenne saldo lo sguardo sul viso di lei, che gli
sorrise dolcemente.
Quando il treno prese velocità, le loro mani scivolarono via l’una dall’altra…
Ron rimase lì, fino a quando il puntino rosso scomparve definitivamente
dalla sua vista, mentre intorno a lui, la gente iniziava a marciare verso l’uscita,
tra saluti e chiacchiere.
Una pacca sulla spalla lo fece voltare. Harry era lì, con un sorriso spento
dipinto sul volto.
Sorriso sconsolato e spento quanto quello di Ron.
- E così… sono andate - disse Harry, sistemandosi gli occhialetti tondi.
- Già - fu la laconica risposta di Ron, che continuava a fissare il
pavimento rossiccio.
- Dì la verità - fece Harry, ghignando, mentre seguivano la scia di gente
verso l’uscita - Non hai mai pensato che un giorno avresti odiato questo treno,
eh?
Ron ridacchiò, ma non rispose.
No, non lo odiava.
Perché sapeva bene che dove c’è una partenza, c’è un ritorno.
E quando ciò sarebbe accaduto, lui sarebbe stato lì. Ad attenderla.
Buonasera.
Era da un po’ che non
scrivevo una Ron\Hermione e quindi ho deciso di recuperare il tempo perduto.
Questa che vi sto
proponendo è una raccolta, che gira intorno al tema dell’Espresso di Hogwarts,
in relazione al settimo anno del trio, anno che, come ci racconta la stessa
Rowling, ha seguito solo Hermione.
Questa raccolta quindi,
è legata a momenti relativi all’ultimo anno, ai vari arrivi-partenze, alle
varie occasioni che i personaggi (in particolare Ron ed Hermione) hanno per
rivedersi.
Lo so che è un po’
folle, ma l’idea mi entusiasmava.
Passando alle cose
serie…
Come avrete notato, in questo capitolo entrambi i nostri ragazzotti sono un
tantino impacciati e parecchio imbranati. Ma state certi che un po’ di
lontananza li aiuterà a sciogliersi…
Salvo impresti, la raccolta dovrebbe contare cinque capitoli.
Se ne avete voglia, vi aspetto al prossimo missing moment che si intitolerà
Hogwarts
Express: next stop… Hogsmade.
Ovviamente… se voleste farmi sapere cosa ne pensate ne sarei
superfelicissimamente felice!
PS: approfitto dell’occasione per ringraziare i
fan di Ron\ Hermione che hanno recensito “Ma il cielo non cade”, che a distanza di un
annetto dalla pubblicazione, ha partecipato al contest Give it a second Chance
di Fabi_Fabi, vincendo il premio “Miglior Missing Moment”.