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Autore: _EpicLoVe_    10/10/2010    5 recensioni
Vendetta.
Atroce e dolorosa vendetta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Revenge

REVENGE

Vendetta.

Atroce e dolorosa vendetta.

Non riusciva a pensare ad altro Hermione Granger quel pomeriggio, mentre camminava a passo svelto lungo i corridoi di Hogwarts.

Perché la vendetta era tutto ciò che quell’infido Slytherin meritava.

Draco Malfoy l’aveva usata, ingannata, tradita e ferita e lei si era lasciata usare ed ora meditava soltanto vendetta.

Erano giorni che rifletteva sul da farsi, che covava in silenzio, serbando per lui e la sua nuova ragazza solo occhiate di rammarico e poi aveva finalmente trovato la giusta soluzione, dopo giorni di ripensamento era riuscita a mettere a punto un piano per vendicarsi, un piano che non avrebbe dovuto mai fallire.

“Hei Herm” la voce di Ginny la raggiunse e la riccia si voltò a guardarla.

“Ciao Gin” le sorrise la ragazza e la rossa rallentò di fianco a lei.

“Allora vieni sta sera?” le chiese ed Hermione annuì.

“Si, ci vediamo alle nove nella nostra Sala Comune” affermò con un sorriso dileguandosi di nuovo tra la folla.

E in quelle due ore si era preparata Hermione, con minuziosa cura, non voleva farsi cogliere impreparata quando sarebbe arrivato il fatidico momento della vendetta, così aveva raccolto i capelli in una coda ordinata e aveva indossato il suo pullover nuovo raggiungendo la sua migliore amica in Sala Comune alle nove in punto.

Ginny arrivò qualche minuto dopo in compagnia del suo nuovo ragazzo, un Griffyndor dell’ultimo anno, e le sorrise.

“Andiamo?” esordì trascinandosi dietro il biondino che non mosse nessun cenno di protesta ed Hermione li seguì.

Anche Ginny era in cerca di vendetta e lei lo sapeva.

Troppo arrabbiata con Harry, dopo il loro ultimo litigio si portava dietro il biondino quasi come fosse stato un cane da passeggio e non rinunciava a nessuna occasione per esibirlo in pubblico quando era certa che Harry fosse in giro.

Varcarono la soglia del Club dei Duellanti ed Hermione entrò guardandosi attorno.

La grande sala era stata ripulita e la sistemazione dei tavoli era stata rifatta per guadagnare spazio e mai come quella sera il club era pieno.

Antony Goldstain, presidente del club, da vero Ravenclaw qual’era aveva pensato di organizzare una festa per tutti i membri del club a cui avrebbero potuto partecipare anche tutti gli studenti dell’ultimo anno.

Hermione sorrise, sentendosi più che giustificata nel partecipare, in primis perché era una caposcuola, ed i caposcuola avevano il diritto di partecipare a qualsiasi evento indetto dagli studenti; secondo perché era una studentessa dell’ultimo anno e terzo ma non meno importante perché ormai si sentiva un po’ membro del club anche lei.

Lui lo frequentava, lui era il vicepresidente del club, nonché colui che deteneva il titolo di duellante migliore dell’intero club.

Ed era proprio lì che l’aveva portata in una delle loro prime uscite pubbliche più di un anno prima ed Hermione non avrebbe mai dimenticato tutte le serate passate al club con Draco ed i suoi amici, i loro amici.

“Herm” la voce di Ginny la riportò alla realtà e la ragazza si voltò a guardarla.

“Antony ci ha appena fatto cenno che quel tavolo in fondo è libero” le comunicò Ginny indicando un tavolo sul fondo e la riccia annuì avviandosi dietro di lei.

“ Ginny” mormorò strattonandola per un braccio e la Weasley si voltò a guardarla.

“Ci stanno chiamando Harry e Ron, sono lì, al tavolo con tutti gli altri” mormorò la Granger indicando un punto con il dito dove il giovane Potter si stava sbracciando per farsi notare da loro. Hermione vide Ginny irrigidirsi leggermente e stringersi di più al braccio del suo accompagnatore, e proprio nel momento in cui fece per dire qualcosa la voce melodiosa di Zabini la raggiunse facendola voltare verso di lui.

“Hermione , mon petite” mormorò il giovane in un perfetto accento francese prendendole una mano e portandola alle labbra per baciarla educatamente.

Hermione gli sorrise sbattendo le lunghe ciglia e si chiese se quel ragazzo sarebbe mai cambiato.

“Blaise” mormorò con dolcezza e lui le regalò uno dei suoi sorrisi mozzafiato stringendo la mano di lei nella sua.

“Vieni, accomodati pure al nostro tavolo” le mormorò indicandole il tavolo con un gesto plateale della mano ma Hermione trattenendo una risatina scosse la testa.

“Ti ringrazio ma sono in compagnia di alcuni amici” affermò indicando Ginny ed il suo ragazzo.

Blaise si affrettò a stringersi nelle spalle e sorrise cortesemente ai due giovani.

“Com’è che si dice? Più siamo, meglio è, prego accomodatevi pure” affermò con sicurezza sotto lo sguardo attento degli altri Slytherin seduti al tavolo.

Hermione lanciò uno sguardo a Ginny che si affrettò a cogliere l’occasione al balzo e scoccando un’occhiata fugace ad Harry prese una sedia e si accomodò in modo da mettersi tra Hermione ed il suo accompagnatore.

“Sera” mormorò Hermione sedendosi e rivolgendo un sorriso a tutti i presenti.

Tra gli Slytherin seduti figuravano oltre a Zabini, che, Hermione aveva scoperto essere un amico sincero, Daphne Greengrass con cui aveva passato la maggior parte del suo tempo in quell’ultimo anno, tanto che poteva quasi considerarla un’amica, Nott con cui aveva scambiato qualche chiacchiera più di una volta e che si era scoperta a rivalutare notevolmente e quei due geni incompresi di Tiger e Goyle con cui, fortunatamente, non aveva mai scambiato più di due parole ma che parevano adattarsi bene a ciò che gli altri decidevano, motivo per cui se nessuno aveva problemi con lei nemmeno loro ne avevano mai avuti.

Anche tre Ravenclaw sedevano allo stesso tavolo ed Hermione sorrise loro riconoscendoli come amici di vecchia data di Draco.

Perfino Ginny che solitamente sembrava odiare i Serpeverde non dava segno di trovarsi a disagio quella sera, anzi, chiacchierava in tranquillità con Daphne di argomenti più o meno importanti.

“Allora Hermione cosa mi racconti?” le chiese Zabini, “è da un po’ che non ci si vede” aggiunse poi il ragazzo con tranquillità.

La riccia si strinse nelle spalle.

“Non saprei cosa dirti Blaise, non ci sono novità degne di essere raccontate” rispose con un sorriso e fu in quel momento che riconobbe la risata stridula di Pansy Parkinson.

Si voltò con discrezione e, come le succedeva ogni volta, trattenne per un attimo il respiro nel vederli tenersi per mano e un doloroso ricordo la travolse.

Ricordò con minuziosa attenzione il primo giorno che li aveva visti insieme in Sala Grande.

Solo due giorni prima lui era suo, completamente suo. L’aveva stretto tra le sue braccia e aveva biascicato il suo nome mentre facevano l’amore e poi c’era stato il silenzio.

Un breve litigio, nato da uno stupido pretesto e due giorni di assenza prima di vederlo comparire al fianco della Parkinson e scherzare allegramente con lei.

Ricordava ancora il dolore che aveva provato nel riconoscere in quei gesti, in quelle piccole attenzioni che lui le rivolgeva le stesse che poco tempo prima aveva rivolto a lei.

E così le aveva lanciato un chiaro messaggio, così le aveva detto che la loro storia era finita senza premurarsi di cercare nessuna parola adatta per farlo, l’aveva semplicemente buttata via.

E lei aveva desiderato ardentemente un suo sguardo complice, una sua stupida parola, una motivazione, una qualsiasi, anche una sciocca bugia che le facesse credere che non era stata colpa sua, che lei non aveva fatto niente di sbagliato. Ma da lui non aveva ricevuto nulla se non qualche sguardo troppo prolungato durante la lezione di Pozioni o in Sala Grande, quando durante qualche pasto, alzando gli occhi aveva incontrato i suoi.

Come in quel momento. In quell’esatto istante Draco si voltò e la vide e per un attimo lei poté leggere lo stupore in quei profondi occhi di ghiaccio e silenziosamente sorrise di questa sua piccola vittoria.

Tutto stava andando come doveva andare.

“Oh Draco, Pansy, possibile che siete sempre gli ultimi ad arrivare?” esclamò Zabini ironicamente indicando a Draco la sedia accanto a lui, il biondo si limitò a stringersi nelle spalle e si sedette di fianco a lui. Pansy lanciò un occhiataccia poco velata ad Hermione, che finse di ignorarla, e si sedette tra Draco e Daphne con un sorriso.

“Scusateci, ma abbiamo avuto da fare” esclamò con un sorrisetto malizioso lasciando intendere più di quelle semplici parole.

Daphne alzò gli occhi al cielo scettica mentre Tiger e Goyle sghignazzavano dandosi di gomito e Blaise sorrise scuotendo la testa.

Ed Hermione cercò di ignorare la fitta di gelosia che le trafisse lo stomaco.

Non poteva immaginarli, non riusciva a farlo, loro due insieme, Draco con Pansy, il suo Draco con un’altra.

“Antony ha fatto un ottimo lavoro” sospirò Hermione mentre consumavano il primo, Blaise si affrettò ad annuire masticando con eleganza, come se ogni suo gesto trasudasse regalità da tutti i pori.

“Non potete capire quanto ci è voluto per sistemare tutto” intervenne a quel punto una delle ragazze di Corvonero ed Hermione annuì cogliendo distrattamente qualche sprazzo della discussione mentre cercava di evitare di guardare Draco seduto dall’altro lato del tavolo che la stava fissando.

Ginny parve trovarsi a suo agio durante l’intera cena ed Hermione rise più di una volta lusingata dalle continue avance di Zabini.

Non riconosco quella risata maliziosa, né quegli occhi spudorati che hai.

Consumarono la cena tra una risata e l’altra mentre Draco rimaneva chiuso nel suo silenzio. Hermione si fece versare un wisky incendiario a fine pasto e notò lo sguardo di Draco farsi perplesso mentre la guardava scolare avidamente il liquido ambrato nel bicchiere.

Un’altra breve manciata di ricordi tornarono a scaldarle il cuore mentre si perdeva in quella serata dall’aria tanto familiare.

Rivide lei e Draco in uno spazzo di lucidità.

Erano nella Sala Comune dei Ravenclaw, era una notte piovosa, appena tornati da una festa qualche Corvonero aveva insistito perché proseguissero tutti i festeggiamenti nella loro Sala Comune e così lei aveva seguito Draco. Era rimasta abbracciata al suo ragazzo, e in quel momento sedeva in divano, con il capo poggiato sul petto di lui mentre Malfoy le accarezzava lentamente i capelli rivolgendole di tanto in tanto qualche sguardo premuroso, ed Hermione, aveva pensato per la prima volta nella sua vita, che avrebbe voluto passare tutte le sere della sua vita così.

“Signore e signori” la voce amplificata di Antony Goldstain la fece riprendere dai suoi pensieri e per poco non sobbalzò sulla sedia.

“Vi ringrazio di essere venuti questa sera” esclamò il ragazzo e venne accolto da uno scroscio di applausi.

“E spero che abbiate apprezzato la nostra cena” e un coro di fischi diedero una risposta affermativa a quella domanda velata.

“Ma adesso veniamo ad uno dei momenti più eccitanti della serata, il momento in cui il nostro campione in gara, Draco Malfoy” e qui Goldstain dovette interrompersi perché un coro di applausi, fischi e sospiri sommessi accolse il biondo che alzandosi raggiunse l’amico al centro della pista.

“Verrà sfidato da qualche coraggioso fortunato” concluse con un sorriso e di nuovo la stanza fu riempita da applausi.

Per qualche minuto tutti si guardarono attorno in uno strano silenzio, fino a quando Hermione non si alzò sorridendo spavalda.

“Mi propongo” affermò a voce tanto alta che tutti si voltarono a guardarla e i loro volti diventarono improvvisamente attoniti e perplessi.

Hermione fu certa, mentre percorreva il breve tragitto che l’avrebbe portata al centro esatto della sala, che per i pettegoli di Hogwarts quella sarebbe stata una serata memorabile. Insomma, quale migliore notizia del sapere che Hermione Granger aveva appena sfidato il suo ex ragazzo, nonché Draco Malfoy  in un duello?

Draco la osservò, cercando di mascherare lo stupore, mentre lei si sistemava di fianco a lui, Goldstain parve riacquistare l’uso della parola e sorrise al pubblico.

“Bene, a quanto pare ci sarà una sfida avvincente questa sera” affermò voltandosi a guardare i ragazzi.

“Se volete accomodarvi sulla pedana e prendere le vostre bacchette” affermò indicando la pedana di combattimento con un cenno.

Hermione si voltò a guardare Draco e lui si scansò indicandole la via con un gesto lascivo della mano per cederle la precedenza.

Hermione lo ringraziò con un cenno educato del capo e si sistemò sulla pedana.

“Questa sera Hermione Granger e Draco Malfoy si sfideranno per il titolo di campione” disse Antony e uno scroscio di applausi lo accompagnò mentre i due ragazzi si fermavano nelle loro postazioni.

“Pronti?” a malapena sentirono la voce di Goldstain, impegnati com’erano a fissarsi con una tale intensità da far rabbrividire tutti i presenti nella stanza.

“Ai vostri posti, via” urlò il Ravenclaw e un improvviso silenzio scese su di loro.

I due si fronteggiarono osservandosi bene.

Tante volte Hermione l’aveva visto duellare. Era bravo, molto più bravo di lei forse ma lei aveva un vantaggio su di lui, l’aveva osservato con così tanta meticolosità che conosceva tutte le sue mosse, aveva imparato a memoria tutti i suoi punti deboli. Lo conosceva tanto bene che avrebbe potuto prevedere ogni sua singola mossa e questo Draco lo sapeva.

Hermione puntò la bacchetta su di lui con studiata indifferenza e urlò: “Expelliarmus” ma Draco fu veloce e scartò sulla destra evitandola.

La ragazza tentò un altro attacco ma di nuovo il biondo lo evitò e quasi di malavoglia puntò la bacchetta su di lei cercando di disarmarla ma la Griffyndor non si fece accogliere impreparata e si difese con un incantesimo di riparo.

Volarono gli incantesimi come scie colorate tra di loro e tutti guardarono incantati quel magnifico spettacolo, trattenendo il fiato ad intervalli regolari.

E poi Hermione puntò la bacchetta contro di lui con uno scatto repentino e quasi urlò: “Stupeficium” e la scintilla rossa fu emanata con così tanta potenza che se Draco non si fosse spostato probabilmente non si sarebbe rialzato da terra tanto facilmente.

Il lampo rosso lo sfiorò ad un braccio ed il ragazzo cadde malamente a terra sotto lo sguardo attonito di tutti i presenti e ad un sospiro generale.

Hermione rimase a guardarlo ammutolita, cercando di nascondere la preoccupazione e lo osservò freddamente mentre cercava di alzarsi a fatica.

Pansy emise un urletto e fece per alzarsi ma Blaise la trattenne per un braccio.

Malfoy si mise a sedere e si guardò intorno perplesso prima di fermare lo sguardo su di lei.

Si guardarono a lungo senza parlare e tutti intorno a loro sembrarono trattenere il respiro.

“Un colpo di scena ragazzi, Draco si sta rialzando” perfino la voce di Goldstain sembrò fioca mentre guardava il biondo rialzarsi a fatica.

Hermione sospirò sostenendo lo sguardo di Draco che si strofinò le mani sui pantaloni neri, quasi come se volesse pulirle.

Antony si schiarì la voce.

è prevista una pausa come da regolamento quindi se volete potete chiederne una” biascicò.

Draco rimase in silenzio mentre Hermione si voltava lentamente verso il Ravenclaw e annuiva.

“Bene ragazzi, avete a disposizione cinque minuti per rilassarvi un po’ mentre i nostri duellanti prendono un attimo di respiro” sorrise il ragazzo togliendosi la bacchetta dalla gola in modo da riportare la propria voce ad una tonalità normale, poi si voltò verso un ragazzino del terzo anno, membro del club, e gli fece cenno di servire qualcosa da bere ai presenti.

Hermione rifiutò il bicchiere che Ginny le stava offrendo e sospirò.

“Ma cosa ti è venuto in mente?” le chiese a quel punto la rossa scuotendo la testa e la ragazza evitò di rispondere lanciando uno sguardo sfuggevole a Draco che stava cercando di togliersi di torno una Pansy preoccupata.

Improvvisamente il biondo si voltò nella sua direzione e si avviò a passo di marcia verso di lei.

“Vieni con me Granger” sibilò afferrandola per un polso e trascinandola via sotto lo sguardo perplesso di chi era nei dintorni.

Hermione non si ribellò, si lasciò trasportare fino alla stanza adiacente e si lasciò spingere verso il muro osservando con estrema attenzione il corpo di Draco che la sovrastava bloccandola tra lui e la parete di quella piccola stanza vuota.

“Che stai facendo Hermione?”.

La sua voce fu poco più di un sussurro sputato fuori con tanta intensità da far male.

Hermione sentì il suo fiato sul collo e vide gli occhi di lui scivolare lentamente dentro ai suoi e si impose di rimanere lucida.

Strinse i pugni deglutendo a fatica e un ghigno si dipinse sul suo volto, quel ghigno strafottente che tante volte aveva visto sul volto di Draco.

“Mi sto vendicando Draco.” esclamò con semplicità e lui improvvisamente allentò la presa sul suo polso.

Rimase a guardarla in silenzio e lei sostenne il suo sguardo.

“Voglio portarti via tutto ciò che hai. Mi prenderò i tuoi amici, le tue vittorie, la tua vita, perderai tutto.” sibilò lei e lui scosse lentamente la testa e il suo respiro divenne più affrettato.

“Non ce n’è bisogno” sospirò. “Ho già perso tutto quando ho perso te” esclamò freddamente mentre la lasciava andare e voltandosi andò via.

Hermione rimase a guardarlo allontanarsi cercando di reprimere il senso di nausea.

Non poteva credere a quelle parole, si disse.

Era solo un viscido serpente e stava facendo il gioco sporco.

Doveva assolutamente convincersi che fosse così.

Cercò di calmarsi e fece un respiro profondo prima di tornare di nuovo nella grande sala dove tutti la stavano aspettando.

Draco era già sulla pedana ad attenderla, impugnava la sua bacchetta con sicurezza e la guardava.

Hermione prese un lungo respiro mentre si sistemava al posto di combattimento e lo guardò.

I suoi sguardi protettivi, i suoi gesti gentili, i suoi sorrisi, quelli speciali che riservava solo a lei.

“Tu sei la mia seconda possibilità Hermione” gli aveva detto un giorno all’ombra del grande albero sulle sponde del Lago Nero.

“Qualcuno da qualche parte ha deciso che meritavo una seconda possibilità per vivere, tu sei la mia redenzione, la mia ancora di salvezza”.

Erano state le parole più belle che lui le avesse mai detto, la cosa più sincera che fosse mai uscita da quelle labbra sottili, erano state una promessa che lei aveva inciso sul cuore.

In quel momento, in quella stanza, in mezzo a tutta quella gente guardandolo negli occhi non poté credere che lui le avesse mentito.

Draco l’aveva amata, amata davvero.

E fu in quel momento che Hermione vide un lampo di luce partire dalla bacchetta di Draco. Un’ incantesimo che si aspettava e lasciò che la cogliesse e sorrise, con la consapevolezza che lo stava lasciando vincere.

L’expelliarmus si abbatté sulla sua mano facendole volare via la bacchetta e lei nuovamente rimase di fronte a lui senza difese, senza nessuno scudo a proteggerla da tutto ciò che avrebbe potuto ferirla, da lui.

Alzò le mani in segno di resa e sorrise.

“Hai vinto” dichiarò con semplicità voltandosi e scendendo dal piedistallo.

Per qualche secondo nessuno fiatò, poi il pubblico esplose in un gran boato e Goldstain dichiarò Draco Malfoy ancora campione in gara.

Eppure lui quasi non gli badò, rimase a guardare invece il suo profilo che si allontanava piano tra la folla fino a raggiungere la porta.

E desiderò raggiungerla, stringerla forte a sé e non lasciarla andare mai eppure rimase lì, immobile a guardarla andar via.


Spazio autrice: Salve, salvino... eccomi qui con un'altra Dramione (purtroppo sono una passione...non posso farne a meno). Questa short è nata grazie al  48h Contest Second Edition! indetto da AliH e PurpleMally (e il prompt era: Vendetta).
Spero sia stata di vostro gradimento...
                                                                                           Alla prossima _EpicLoVe_
  
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