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Autore: Noirechatte_    10/10/2010    3 recensioni
«A Naruto piaceva paragonare Sasuke ad un fiore, spesso ad una rosa. Essa incantava tutti coloro che la vedevano con la sua bellezza misteriosa, complicata, inavvicinabile, torturandoli con la sua delicata fragranza, odore lussurioso che non faceva altro che aumentare il desiderio di conoscere tutti i suoi misteri, nascosti fra i suoi petali, simili ai veli di una danzatrice orientale. Anche se, quando qualcuno tentava di toccarla, le sue spine ferivano quelle mani, entrando dentro esse, mirando dritto al cuore, senza pietà. E Naruto capì di essere assuefatto da quella presenza, da quella rosa del deserto, tanto rara quanto velenosa.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Un piccolo pensiero per il compleanno di Naruto Uzumaki. Ho finalmente scritto sulla mia coppia preferita, anche se è la prima volta e sono consapevole di non aver fatto un lavoro ottimale. Questa one-shot è svolta nel mondo reale e Naruto, come potrete apprendere dalla lettura, non è orfano. Spero vi piaccia. ^-^

 ~Dono dell'aurora

La luna era  ormai alta nel cielo, spettatore di anime che si confondevano fra loro, come pesci in un fiume di campagna che nuotavano solitari, ma che, inevitabilmente, erano costretti a sfiorarsi velocemente durante i loro tragitti. Le stelle trapuntavano la volta celeste, come disegnate in ordine sparso dalla mano di un bambino alle prese con i primi scarabocchi confusi. Queste, brillanti e irraggiungibili, restituivano lo sguardo ad un ragazzo che le stava osservando rapito, con le braccia incrociate dietro la testa. L’aria di quasi metà Ottobre accarezzava dispettosa il suo corpo, procurandogli leggeri brividi, che furono prontamente scacciati con il gesto della sua mano destra, la quale chiuse velocemente la lampo della sua felpa arancione acceso.

Naruto controllava almeno ogni cinque minuti il suo orologio, aspettando con impazienza che esse si unissero e segnassero la mezzanotte. Fra solamente mezz’ora avrebbe compiuto diciassette anni. Era ormai un ragazzo, eppure la sua voglia di vivere, il suo sorriso e la sua spontaneità appartenevano a quella di un bambino. Anche se a volte detestava quell’aspetto della sua persona, che gli impediva di essere preso sul serio, amava la sua maniera di vedere la vita, sempre con il sorriso. Non era di certo come una persona di sua conoscenza, si disse.

Il ragazzo sbattè un piede contro il tetto su cui giaceva rilassato, dandosi mentalmente dell’idiota. Possibile che ogni dannata volta dovesse finire per pensare a quel teme, che, per dovere di cronaca, era il suo migliore amico?!

Una smorfia di disappunto prese vita sul volto non ancora completamente adulto del biondo, reso particolare per tre graffi che ornavano ciascuna guancia, facendolo vagamente somigliare ad una volpe. Ormai neanche sapeva come definire quello stronzo. Certo, era incredibilmente bello, affascinante, e aveva sempre adorato guardare quegli occhi neri, talmente profondi e ricchi di segreti, specchi perfetti dell’animo enigmatico del loro proprietario, ma era il suo migliore amico, per carità!

Lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio al quadrante verde dell’orologio che portava al polso, realizzando che erano passati esattamente cinque minuti dall’ultima volta che l’aveva guardato. Ma cos’era, un orologio lui stesso?

Naruto si mise a sedere, le gambe strinte contro il petto con le braccia apparentemente esili, ma insite di grande forza, conseguenza dello sport che praticava, il judo, da quando era un bambino, poggiando il viso sulle ginocchia.

I suoi occhi azzurri, tanto simili al colore del cielo in una calda e frizzante giornata estiva dove le nuvole sembravano talmente delicate da poterle scacciare con il gesto impercettibile di una mano, scrutavano la via dove abitava. Era completamente deserta, tranne per una figura che camminava con le mani in tasca; lo sguardo basso che lo sconosciuto teneva si alzò, guardando proprio verso l’abitazione di Naruto, fermandosi di botto.

Dobe! Si può sapere che diavolo ci fai sul tetto?!” Una voce maschile esclamò.

Naruto, sentendosi apostrofare in quel modo tutt’altro che educato, sobbalzò di colpo, mentre il cuore gli finì dritto in gola e le viscere, che giacevano solitamente addormentate nel suo stomaco, presero bruscamente vita, strizzate da una mano di ferro, che fece aumentare il battito cardiaco dell’Uzumaki.

“Sasuke! Stavo guardando le stelle! Dai, sali anche tu, la porta è aperta!” Gridò il ragazzo, completamente dimentico della presenza dei suoi genitori in casa, con un sorriso smagliante e luminoso sul viso.

L’altro ragazzo lo guardò per alcuni secondi, rimanendo immobile in quella posizione. Poi, varcò la soglia della casa dell’amico, salendo con la massima cautela due rampe di scale, entrando infine in una stanza dalla piccola porta in legno, piena di scatole accantonate verso i muri di essa. L’odore di polvere che quella soffitta emanava s’infiltrò nelle sue narici, facendole fremere piano. Sasuke trovò l’interruttore della luce abbastanza velocemente, e lo premette, dopo aver chiuso la porta. La luce era fioca, ma gli permise comunque di trovare una piccola scaletta, adagiata sul davanzale di una finestra, che si affacciava sul tetto. Sasuke l’attraverso, la chiuse e si sedette vicino a Naruto.

“E così...Sono quasi diciassette, eh, usuratonkachi?” disse Sasuke, lo sguardo perso nell’investigare quel cielo blu notte, esattamente come i suoi capelli, che facevano a pugno con la sua pelle lattea, contribuendo solo a renderlo ancora più affascinante.

Naruto sussultò e lo guardò con gli occhi sgranati:”Sai che oggi compio gli anni?!” Sentì il suo viso scaldarsi e, per quanto quel calore risultasse gradito invece di quel vento fresco, non poteva scegliere proprio un momento più sbagliato per comparire. Era dannatamente normale che il suo migliore amico sapesse che tra un quarto d’ora compisse gli anni, no? Era arrossito solo per quello, perché era felice. Certo.

“Mi hai tormentato per almeno una settimana con questo strazio, mi sembra naturale che lo ricordi.” Sasuke girò un poco il viso, guardandolo sogghignando, perché non gli era certo sfuggito il rossore che si era diffuso sul volto di Naruto. Tutto stava andando proprio come aveva previsto.

Naruto mise su un piccolo broncio, sibilando:”Ah,teme! E io che perdo tempo con te!” Nel suo profondo, però, era deluso. Quindi era solo per questo che si ricordava di quel giorno che per lui era tanto speciale, non per...altri motivi. Incrociò le braccia contro il petto e azzardò un’occhiata storta verso Sasuke. Il suo volto era illeggibile, perso a contemplare la volta celeste, mentre chissà quali pensieri dominavano la sua testa. Quel bastardo! Possibile che riuscisse sempre a fargli fare la figura dello stupido?! Quel maledettissimo, incantevole bastardo. A Naruto piaceva paragonare Sasuke ad un fiore, spesso ad una rosa. Essa incantava tutti coloro che la vedevano con la sua bellezza misteriosa, complicata,inavvicinabile, torturandoli con la sua delicata fragranza, odore lussurioso che non faceva altro che aumentare il desiderio di conoscere tutti i suoi misteri, nascosti fra i suoi petali, simili ai veli di una danzatrice orientale. Anche se, quando qualcuno tentava di toccarla, le sue spine ferivano quelle mani, entrando dentro esse, mirando dritto al cuore, senza pietà. E Naruto capì di essere assuefatto da quella presenza, da quella rosa del deserto, tanto rara quanto velenosa.

“Quanto manca a mezzanotte, Naruto?” esordì Sasuke, estraniando il biondo dalle sue fantasie.

“Eh? Ah, mancano...Cinque minuti.” Si sentiva nervoso Naruto, talmente confuso che la sua testa rischiava di esplodere da un momento all’altro, e con essa il cuore, stracolmo di quel veleno che non desiderava altro che uscire da quella prigione ed infettare anche Sasuke, colorandolo con quei giovani sentimenti.

L’intera figura di Sasuke si voltò in direzione di Naruto, incrociando le gambe e guardandolo dritto negli occhi.

“Credo sia tempo di darti il mio regalo, allora.” La mano destra di Sasuke afferrò il colletto della felpa dell’altro, attirandolo così verso di sé. Si guardarono negli occhi, vedendo i loro visi ansiosi riflessi negli occhi dell’altro. Con il braccio sinistro, Naruto accarezzò la schiena del moro, arrivando a sfiorargli la nuca, tremando un po’. E così, s’incontrarono, dono di un’Aurora anticipata che permise alla Notte più oscura e al Giorno più chiaro d’incontrarsi.

Le loro labbra si accarezzarono lievi, insicure. Mille brividi scuotevano i loro corpi, desiderosi di sentire il calore che emanava l’altro. Dita lambivano capelli morbidi e scuri, mentre una mano, più audace, s’infilava sotto lo spessore di una felpa e di una maglia, riuscendo a sentire l’asfissiante calore che la pelle emanava.

La lingua di Sasuke entrò lenta dentro la bocca di Naruto, che si schiuse timidamente. Si strinsero più vicini l’uno all’altro, ed approfondirono quel contatto con più urgenza. Le loro lingue combattevano, i loro denti mordevano quella pelle tenera e giovane, mentre la luce della ragione si spegneva, lasciando che le loro figure fossero illuminate dalla sensuale luce della Luna.

Le loro labbra si separarono, bisognose d’ossigeno. Sasuke si avvicinò alla spalla di Naruto, che scoprì leggermente, sussurrandogli sul collo: ”A quanto pare il mio regalo ti è piaciuto non poco, dobe.”

Il festeggiato si strinse di più a lui, chiudendo una mano fino a formare con essa un pugno, che finì sulla schiena dell’altro ragazzo:”Stupido teme...” Strusciò il suo naso contro il collo del moro, riempendolo di baci.

Questo fiore del deserto, questo raro profumo
È la dolce intossicazione della caduta.

[Sting-Desert Rose]

  
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