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Autore: Hishino and Olorin    10/10/2010    1 recensioni
Pioggia. Ho bisogno di pioggia. Ho bisogno della tempesta.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come Back to Me


Pioggia. Ho bisogno di pioggia. Ho bisogno della tempesta.
Voglio sentire il rumore delle gocce che cadono e muoiono a terra; voglio vedere la luce del lampo che spezza il cielo nero; voglio sentire il rombo del tuono che fa tremare la terra.
Perché sto male; sto male da morire!
Ho bisogno di qualcosa che confonda le mie lacrime; che sovrasti le mie urla. Urla di dolore, di frustrazione; urla di sconfitta.
Ho bisogno di pioggia e non di questo sole caldo e accecante; non ho bisogno di questo cielo azzurro e senza nuvole. Non ho bisogno del dolce canto degli uccelli ma delle grida strazianti dei corvi.
Sto annegando in questo dolore che mi distrugge il cuore, mentre il mondo si prende gioco di me. Mi deride con la sua primavera in fiore; mi deride con la gioia che leggo negli occhi delle persone che incontro per strada. Perché al mondo non importa niente di me, al mondo non importa niente di nessuno. Qualsiasi cosa succeda lui va avanti; continua a girare. Non si ferma mai, per nessuna ragione; continua imperterrita il suo moto senza guardare in faccia nessuno. Neanche la morte.
Odio il mondo. Lo odio con tutta me stessa.
E odio anche te! Ti odio perché mi hai abbandonato. Mi hai lasciato qui da sola a combattere una battaglia che non potrò mai vincere. Non sono in grado di mandare avanti la mia vita da sola. Non ne sono mai stata capace. E adesso che tu non ci sei più, senza il tuo aiuto, ritornerò a sprofondare nel baratro da cui tu mi avevi tirato fuori.
Perché? Perché te ne sei andato?
Dimmi solo perché…
Perché non mi hai portato via con te?
Che cosa devo fare per scacciare questa pena?
Cosa mi dicevi per tirarmi su di morale, quando piangevo tra le tue braccia?
Non me lo ricordo più…
Lo vedi? Senza di te sono persa.
 
 “C’era una volta un fottuto regno, dove viveva una bellissima principessa che era innamorata di un fottuto punk…”
 
Ti ricordi questa favola? Ricordi quando me la raccontavi nelle mie continue notti insonni?
Mi sembra di sentire ancora la tua voce che sussurra nel mio orecchio, il tuo fiato che accarezzava la mia pelle facendomi venire i brividi, mentre le nostre mani s’incontrano sotto le coperte del tuo letto troppo piccolo per riuscire ad ospitare due persone. Quel letto che è ancora impregnato del tuo profumo.
“Tu sei magrolina, vedrai che in questo letto ci staremo comodissimi” mi ripetevi ogni volta, opponendoti alla mia volontà di dormire sul divano. Ormai quello era diventato un rito quotidiano. Lo recitavamo ogni sera prima di coricarci, pur sapendo benissimo come sarebbe andata a finire. Ci piaceva dannatamente.
Dicevi che i nostri corpi erano fatti apposta per dormire uno accanto all’altro; che s’incastravano alla perfezione.
E io amavo troppo sentire che tu mi desiderassi vicino a te, adoravo sentirmi tua, amavo quel senso di protezione che mi davi. Stare a stretto contatto con te, era tutto per me. A contatto con il tuo corpo. Sentire le tue braccia che mi cingevano, le tue dita che giocavano sulla mia schiena; sentire le tue labbra umide che baciavano il mio viso. Amavo tutto di te. Amavo te sopra ogni cosa.
Ma tu te ne sei andato. Sei scivolato dalle mie braccia, hai rubato le mie ali e sei volato via, lontano. Quelle ali che mi avevi regalato tu stesso, che mi avevi tatuato sulla schiena dicendomi che ci avrebbero portato in luoghi meravigliosi. Quelle ali che ieri mi hai stappato per andartene via da solo. Andartene dove non potrò mai raggiungerti e riportarti indietro.
Perché? Dimmi perché…Dammi una sola buona ragione. Ti prego…
Avevi detto che saremmo stati insieme per sempre…e invece non hai mantenuto la promessa.
Mi hai abbandonato.
E io, adesso, non so più che cosa devo fare. Ho paura; una paura fottuta. Ho paura di questo presente che si è sgretolato improvvisamente sotto i miei piedi ed ho ancora più paura di dover affrontare da sola un futuro che non voglio avere. Non senza di te.
Perché senza di te io non sono niente, non sono capace di fare niente. Non sono capace di mangiare, di bere, di dormire; non sono capace di sognare, non sono manco in grado di respirare.
Senza di te io non vivo più.
Mi manchi. Mi manchi da morire amico mio.
Mi sembra di averti perso già da troppo tempo, nonostante sia passato un solo giorno da quando te ne sei andato per sempre.
Sento la ferita che porto dentro di me peggiorare ogni attimo di più. Si allarga, continua a sanguinare. Mi squarcia il petto; mi porterà all’autodistruzione.
Mi porterà, con una lenta agonia, alla morte.
Ma anche da morta non potrò mai raggiungerti. Senza ali non potrò mai volare in paradiso da te. Senza ali potrò solo sprofondare all’inferno e continuare a bruciare di dolore.
Dannata in vita e dannata alla morte.
È questo il mio destino?
È questo ciò che mi hai riservato Dio? Dolore, pena, sofferenza e dannazione…
Perché mi odi così? Ti prendi gioco di me, con tutta questa luce e questa felicità nel mondo mentre io dentro sto marcendo. Mi strappi dalle braccia la cosa a qui tengo di più. Mi strappi dalle braccia la mia unica ragione di vita, ti porti via con te il mio migliore amico e lasci me precipitare agli inferi.
Perché sei così crudele? Che cosa ti ho fatto?
Ridammelo.
Ridammi la mia linfa vitale; non lasciare che io diventi un vecchio albero inaridito.
Ridammelo. Lui non ti appartiene, lui non è tuo! Ridammi il mio Andrea! Lui è mio; soltanto mio! Non hai diritto di tenerlo presso di te! Ridammelo!
Digli di tornare da me. Digli che lo aspetto, che ho un disperato bisogno di lui.
Digli che mi manca da morire.
Torna. Ti prego.
Andrea torna da me. Io ti sto aspettando.
Io sono qui, in questa casa vuota e silenziosa, seduta sul bordo del tuo letto e attendo di rivederti entrare da quella porta. Voglio vederti tornare.
Sono qui, in questa stanza buia e piena di dolore, mentre fuori il mondo brilla di luce e di felicità, di pace e indifferenza. Sono qui ad aspettarti amico mio.
Please come back to me…I miss you
  
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