Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Asfe    10/10/2010    4 recensioni
Lo slash è appena accennato, potete chiudere un occhio - e mezzo - e non vederlo, ma sarebbe un peccato.
Ed invece sono così piccoli, miniature in un rettangolo di passato dagli angoli mordicchiati dai topi. Un’altra fotografia consumata da Peter.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono perfettamente consapevole di aver sfornato l’ennesima James/Sirius, ma vi prego di non guardarla solo allo slash (non capisco proprio perché venga sottovalutato questo pairing eccetera eccetera a me sembra di grande profondità, angst eccetera eccetera e sopra ci si può creare una storia di valore eccetera eccetera per favore qualcuno mi zittisca).
In teoria se si ignora qualche passaggio può passare per buona come semplice storia dei Marauders, ma non ve lo consiglio, sarebbe davvero un peccato e sarebbe sprecata gran parte della fanfiction.
Mmm… ritorno dai postumi della febbre, quindi non sono troppo attiva stasera. Buona lettura.


Fotografia



Autunno 1978, appartamento di Sirius Black, quartiere rigorosamente babbano, Londra.

Sirius si stende sul tappeto rosso e caldo che gli ha regalato la signora Potter poco prima di venire a mancare.
Quando gliel’aveva dato con uno sguardo dolce, si era aggiustata gli occhiali e aveva detto, dopo un gesto affettuoso – quello schiaffetto materno sulla guancia appena rosea se lo ricordava ancora con un sorriso sghembo – che gli avrebbe ricordato casa. Che gli avrebbe ricordato Hogwarts. Rammenta che l’ha messo all’ingresso, all’inizio, per accogliere tutti a casa.
Ora è davanti al fuoco, liso – più di un motivo l’hanno convinto a spostarlo nel piccolo salotto, ed uno di questi è stato vederlo sgualcire sotto i propri e altrui passi.
James entra dalla porta della cucina ed ha in mano una tazza di tè bollente che odora prepotentemente di infuso maldestro – d’altronde James non ha mai preparato decentemente del tè. Lui gli si avvicina e si siede accanto, guardando le fiamme crepitanti del camino giocare in lingue rosse, lasciandosi surriscaldare il viso e colorare gli occhi d’un marrone più intenso.
Poi si appoggia col capo al torace di Sirius, le palpebre socchiuse, il respiro attento e l’orecchio sinistro sul cuore. Corre troppo veloce, constata senza mutare l’espressione in volto.
Ha la gola secca e si sente d’improvviso accelerare i battiti cardiaci anche lui.
E dice una cosa soltanto.
“Domani sarà come se non fosse accaduto niente, sai…”
Vorrebbe aggiungere qualcosa di bello, parole alate e allegre. Ma sa già che Sirius le ha già sentite.
L’altro gira difatti appena il capo, e le iridi grigie non incontrano quelle nocciola gemelle. “Niente,” Conferma, mentre una ciocca di capelli neri gli cade disordinata sulla fronte, “Lo so,” Aggiunge semplicemente.


Estate 1995, Grimmauld Place n.12, Londra.

Sirius non sorride.
Tiene come un piccolo fagotto caldo la fotografia tra il suo cappotto preso in prestito a un babbano e la pelle, mentre va a Grimmauld Place.
Non sa chi l’ha fatta – o si potrebbe meglio dire cosa – ma d’altronde il suo vecchio appartamento ha sempre avuto comportamenti bizzarri, forse a causa della vecchia strega che prima ci abitava. Come quando sono spariti gli occhiali di James o alcune tazzine per il caffè, riapparse magicamente ore dopo in posti strambi.
Sirius abbozza una smorfia.
Ora la sua minuscola casa da due stanze l’ha chiusa – nessuno sa dov’è, nessuno deve saperlo. Nessuno deve poter odorare il profumo della pelle di James, nessuno può entrare nell’intimità che avevano anche solo respirando vicini.
Sirius, impercettibilmente, sospira.
Quella foto l’ha portata con sé. Non sapeva nemmeno di averla. Era lì, sul tappeto rosso, voleva essere raccolta.


Estate 1996, Grimmauld Place n.12, Londra.

Remus stringe quella fotografia e con il pollice della mano destra l’accarezza, lentamente. Non piange – la lingua già assapora le lacrime salate che non scendono, perché lui è perfettamente calmo.
Guarda i visi sbiaditi di James e Sirius e li osserva estasiato. Sono belli e giovani – ci dovrebbero essere anche loro lì un po’ ingrigiti con Lunastorta, e Felpato avrebbe dovuto sbottare una mezza risata alla faccia con lo sguardo perso di Ramoso enunciando che forse in quel periodo non vedeva bene neanche con gli occhiali a fondo di bottiglia che si ritrovava.
Ed invece sono così piccoli, miniature in un rettangolo di passato dagli angoli mordicchiati dai topi. Un’altra fotografia consumata da Peter.
Remus Lupin non sa – o forse non vuol sapere – quel che sono davvero in quella foto. È passato così tanto tempo che probabilmente neanche ricorda perché dovrebbero essere o essere stati.
Vorrebbe solo stringerli a sé, facendosi cullare come un bambino. Vorrebbe vedere quegli uomini – che coraggio, che dignità che avevano in ogni azione – perché ora son pochi, quasi spariscono soffiando.
E il vento sembra sempre imperversare. Anche su Remus.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Asfe