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Autore: Tsukichan    11/10/2010    3 recensioni
Trema il tuo corpo come una ombra e l’esplosione che ne segue, è il segnale che il nostro tempo sta per scadere.
Maledetto tempo!
Carezze dolci dopo tanta ferocia...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lovers

Orami anche l’aria che respiro è piena di te!

Mi manca l’odore che il tuo corpo emana nel momento della passione più cruenta: le gocce di sudore che imperlano la tua pelle nella nostra battaglia.

Quei vestiti sparsi per terra senza logica, segno di una tempesta del volersi. Le lenzuola del tuo letto che ci portiamo dietro nella cambusa, ci scaldano nel momento della quiete, sono testimoni inerti della guerra psicologica che ogni volta si combatte dentro questa stanza.

Piccola stanza di una nave percorsa dai nostri compagni.

Scelta difficile quella di seguire le nostre pulsioni.

Avere un’amante è un impegno gravoso, perché è solo questo che ci possiamo permettere ora, ma il pericolo di cadere in contraddizione si moltiplica, tempi sbagliati per frasi sbagliate, la sottile linea della falsità si intreccia pericolosamente alla realtà portandoti nel tempo a confondere il sacro dal profano.

Mezzora … a volte un’ora: il tempo di possedersi e di scaricare tutto il piacere che abbiamo aumentato nel non poterci incontrare per giorni e notti. Le parole lasciano spazio a sguardi carichi di desiderio, i nostri respiri soffocati seguiti da urla di piacere nel momento dell’apoteosi dei sensi.

Finalmente mia!

Stringere i tuoi seni, mentre la ma lingua ritrova il sapore della tua bocca e riconosce il tuo sapore unico, le lingue si toccano e incrociano i loro umori, i palati sotto assedio vengono esplorati e ferocemente attaccati.

Mani aperte nella ricerca dei corpi, occhi chiusi per sognare oltre quell’ora rubata.

Tutto è contro di noi, la logica, i nostri compagni, i sogni, il tempo …

Eppure, quella mezzora diventa il centro del nostro mondo, quel poco tempo diventa un bene inestimabile per cui siamo pronti a combattere alla morte.

Tutto ci è contro ma noi combattiamo sperando in un domani che sa di sconfitta.

Le mani scendono sul tuo sedere turgido. Il piacere della tua bocca che scende a cercare i miei addominali pronunciati e continua la sua ricerca seguendo un percorso ormai conosciuto, il tocco della tua lingua, le mani che giocano sapientemente tastando le parti più delicate con movimenti decisi.

Sai quando fermarti … sai quando ripartire.

Le me mani sono sulla tua nuca e seguono il tuo ritmo.

Su quegli scaffali, ancora una volta, il mio desiderio si riversa in te.

Il tempo non è interessato ai nostri bisogni, lui imperterrito continua a battere i suoi secondi e spostare le lancette.

Ho bisogno di tempo!

Esausto dall’orgasmo appena avuto, cerco di soddisfare la mia amante con la stessa moneta, una moneta che sa di trenta denari.

Come sempre per quella mezzora tutti i problemi si fermano dietro la porta.

Riconosco il tuo sapore quando la lingua si appoggia sulla sua intimità. Le sue mani mimano graffi impossibili da lasciare, la logica esige il suo tributo anche nei momenti più caldi.

Il silenzio rotto dai gemiti è pari al mio bisogno di sentirla urlare.

Consumo i pochi minuti rimasti aspettando di sentirla crollare sfinita, il bacino si scagli contro il mio viso nella ricerca estrema del contatto massimo. Trema il tuo corpo come una ombra e l’esplosione che ne segue, è il segnale che il nostro tempo sta per scadere.

Maledetto tempo!

Carezze dolci dopo tanta ferocia.

Occhi languidi, cuori che tornano a seguire un ritmo regolare, segnale del nostro tempo consumato. Il disprezzo del nostro tradimento viene nascosto dal quel bacio sensuale che suggella la soddisfazione di quell’incontro.

Silenti raccogliamo i nostri vestiti e copriamo i nostri sensi di colpa.

Un ultimo bacio sulla porta, un brivido gelido percorre le nostre schiene appena sentiamo un rumore provenire dalla cucina. L’inetto del capitano che reclama del cibo.

Ancora un bacio, la promessa di un amore eterno impossibile da mantenere.

-          Nami! – i suoi capelli scivolano sotto le mie mani e si allontanano da me, insieme a lei che non si volta neanche per guardarmi

Rimango solo nella stanza, guardo le lenzuola aggrovigliate sul pavimento, i nostri odori ancora nell’aria. Rivivo quel momento passato … io la amo, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.

Come un attore adesso cambio personaggio.

Un sorriso sghembo e triste si dipinge sul mio viso mentre lascio la cambusa anch’io e mi dirigo in cucina, ormai è ora di cena.

I miei compagni mi accolgono come sempre, con le solite urla, il calore di un saluto, il sorriso di uno di loro, la noia della consuetudine.

Il tempo della fuga si affievolisce.

Una carezza triste sulla gamba, di una donna ormai necessaria a vivere …

 

   
 
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