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Autore: MihaChan    11/10/2010    3 recensioni
Un affare grosso in pentola, una parola di troppo, usata per fare una bella impressione, per dimostrarti una persona matura, seria, intenta a crearsi un futuro, quando in realtà il tuo unico pensiero è divertirti. Peccato che poi le belle parole ti si ritorcano contro. La paura che tutto vada in fumo t’invade, già t’immagini, nonostante la maggiore età, le ramanzine di tuo padre, e ti maledici mordendoti la lingua, dannatamente eloquente.Fortunatamente c’è lui, il tuo caro vecchio –e ottimo- amico, che, saputa la notizia, trova con rapidità la soluzione, e ovviamente, quando ti spiega il suo “geniale” piano, rimani molto perplesso, ma controvoglia, ti ritrovi costretto ad accettare la cosa, poiché forse, è l’ultima –e unica- ancora di salvezza –anche se non ne sei pienamente convinto- per il casino che TU hai creato. Sei nella merda, ragazzo mio… Complimenti.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Contesto generale/vago
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Capitolo 04

Ogni speranza è persa…



«Zio, potresti…?» Chiesi, mi guardò male, per poi accettare di uscir sene dal mio studio.
«Giovani d’oggi…» Borbottò, uscendo dalla stanza.
Se era davvero Elliot, era il momento della verità… In quel momento si sarebbe deciso che piega avrebbe preso la mia vita e la mia carriera…
Dio, ti prego, se ci sei e un pochino di bene mi vuoi, ti prego, fa che sia lei, e fa che accetti. Ti prometto che d’ora in poi non farò più cazzate simili se mi aiuti…
Presi un respiro profondo, premendo quel bottoncino verde sul cellulare.
«Pronto?»
°°°Axel, figliolo!°°°
«…Papà… Sei tu…» Che delusione… Ci rimasi malissimo.
°°°Che allegria, mi commuovo così°°°
«Scusa e che… Niente. Come va?»
Rimasi al telefono con lui per diverso tempo, quando mi domandò del contratto, gli dissi che era andato tutto bene ma che c’erano ancora alcuni problemi da risolvere prima di firmare. Non potevo di certo dirgli cosa avevo combinato… Nessuno nell’Albergo lo sapeva, e non dovevano assolutamente scoprirlo.
Quando finii con mio padre, iniziai con mia madre, e con lei ne passò di tempo al telefono. Avevo voglia di staccare, visto che aspettavo la chiamata da Elliot ma, mia madre non era dello stesso avviso.
Finalmente anche con lei finì tutto, mi ritrovai a fissare il cellulare per diverso tempo, sperando che suonasse, ma niente.
Ok, basta.
Non ce la facevo più.
Dovevo sapere qualcosa, dovevo avere una cavolo di risposta! “Sì”, “No”, non m’importava quale fosse, ma dovevo averla!
Scappai dal mio lavoro senza avvisare niente e nessuno, precipitandomi a tutta velocità verso la casa di Elliot. Se avessi atteso ancora, sarei impazzito.

Arrivai sotto la palazzina di Elliot parcheggiando alla meglio, dovevo sapere cosa mi avrebbe detto, ero così impaziente che mi feci le scale a quattro a quattro, rischiando anche di cadere e rompermi tutti i denti –e il setto nasale- per fare prima e, quando arrivai di fronte alla porta, iniziai a bussare e urlare come un forsennato.
«ELLIOT! ELLIOT, APRI!!!»
Continuai a bussare finché non sentii dei passi sicuri provenire da dietro la porta, seguiti da una voce squillante e armoniosa che avrei voluto sentire molto prima.
«Chi è?»
Non le diedi neanche il tempo di aprire completamente la porta che mi fiondai in casa, afferrandola per le spalle.
«ELLIOT!!! Perché non mi hai fatto sapere niente?! Ti avevo chiesto di avvisarmi per qualsiasi tipo di risposta! Capisco che devi vendicarti perché sono un coglione, ma non farmi patire così! Sono arrivato al punto di mangiarmi anche le dita delle mani!» Sbraitai tutto d’un fiato, fissandola insistentemente. «Hai preso una decisione? Sì? No? Forse? Dimmi qualcosa!»
«Se mi fai parlare!» Sbottò, scuotendo le spalle, alla ricerca della libertà. La mollai, aspettando una risposta, che arrivò dopo diversi secondi interminabili. «…Io… Io non lo so…» Sussurrò, passandosi una mano sul collo «Insomma… Venire a Las Vegas…»
«Ti ho già detto che per me non è un problema portarci dietro anche Sora…»
«Sì, lo so… Ma credi davvero che Sora sia capace di non chiamarmi Mamma in pubblico? Che cosa spiegheremo a Mr. Murphy quando lo farà? Perché lui lo farà, stanne certo. E’ troppo piccolo perché gli spieghi che non deve chiamarmi così una volta lì, e non è nemmeno normale dirgli una cosa così…» Replicò, tenendo lo sguardo basso.
Aveva ragione. Anch’io ci avevo pensato durante quei giorni d’attesa. Non sarebbe stato per nulla facile gestire la cosa.
«Io ti aiuterei volentieri, ma come facciamo? Finché era una cena informale, andava bene, ma così è troppo difficile da gestire…»
«Beh, sì, ma Mr. Murphy non ci starà sempre dietro, mica può cazzeggiare con noi, ha da fare lui» Dissi, avvolto da una misera speranza che questo bastasse a cambiare la cosa.
«Beh sì, è vero, però…»
«Dai, Elliot, non preoccuparti… Sono sicuro che andrà tutto benissimo!»
«Io non lo so, Axel, mi spiace.» Replicò rapida.
Era chiaro. Era un no.
«Capisco…» Sussurrai, non potevo costringerla, in fondo, cosa la obbligava ad aiutarmi? Niente. Era giusto così, alla fin fine. «Grazie lo stesso per tutto, Elliot. Mi sei stata di grande aiuto, e sappi che, se ti servirà qualcosa, qualsiasi cosa, potrai contare su di me» Dissi, già pronto a lasciare la sua casa, non volevo darle altri fastidi.
Stavo per andarmene, quando mi venne in mente Sora. «Ma Sora?» Chiesi, volevo salutare quel bambino.
«E’ a casa di un amico qui di fianco»
«Ah, ok… Salutamelo» Proruppi, alzando la mano, dirigendomi verso le scale.
«Guarda che puoi venire a trovarci, se ti va…» Disse, mantenendosi vicino alla porta. La guardai, per poi sorridere «Lo farò.» Promisi «Ciao, Elliot»
«Ciao…»

Era tutto finito, non c’era più niente da fare.
Ora avrei dovuto dire a Mr. Murphy che era stato tutto uno stupido scherzo, che Elliot non era la mia consorte e che avevo organizzato tutto per fare bella figura… Peccato che ora ne stavo facendo una ben peggiore.
Potevo dire addio al contratto migliore della mia vita.

---

Quella sera stessa, andai nel Locale dove lavorava Demyx, giusto per passare il tempo bevendo qualcosa che mi stonasse un po’, ero davvero depresso per la piega che aveva preso il tutto.
«Cooooosa?! Ha detto di no?!» Sbraitò Dem, quando gli diedi la notizia «Non ci credooo!!!!»
«Credici.» Sbottai, facendo gironzolare il ghiaccio nel bicchiere ormai vuoto.
«Ma nooooo!!!»
Per tutta la serata non fece altro che dirmi che era un peccato, che gli dispiaceva –anche se avrei scommesso tutto il mio patrimonio che gli dispiaceva di più non poter cazzeggiare a Las Vegas a mie spese-

Erano già passati diversi giorni ma, stavo ancora pensando a come dare la notizia a Mr. Murphy, di certo non mi sarei potuto presentare li e dirgli: “Signor Murphy, sa la storia che io e Elliot siamo sposati eccetera…? E’ tutta una balla! Divertente, vero?!”
Uff…
Ero davvero giù di morale, e tutti nell’Albergo si erano accorti di quel mio stato d’animo, infatti dovetti inventarmi una sfilza di stronzate per non far preoccupare nessuno.
La giornata passava lentamente, troppo lentamente, per passare il tempo, ero intento a giocare con una penna sulla scrivania, quando il cellulare iniziò a squillare. Afferrai l’apparecchio, neanche vedere il nome Demyx scritto sul Display mi aiutò a risollevarmi un po’ su di morale.
Premetti sul tasto verde, inserendo il vivavoce.
«Pronto?»
°°°AXEL!!°°°
«Demyx! Non urlare così per telefono!!»
°°°Ho una notizia stupenda da darti!!!°°°
«Ah sì?»
°°°Sì!°°°
«E cosa è?»
°°°Ieri sono stato da Elliot…°°°
«Ah…»
°°°Abbiamo parlato della tua proposta e…°°°
«E…?»

***

Probabilmente nella sua vita precedente, Demyx era stato una delle dodici piaghe dell’Egitto, perché era impossibile sopportarlo, quando ci si metteva.
Ero abituata ai capricci di Sora ma, LUI almeno era giustificato, aveva un anno e mezzo, ma Demyx?! Ne aveva ventiquattro, e in TEORIA doveva esser abbastanza maturo da sapere quando insistere e quando no, ma in PRATICA non lo era per niente.
Sbuffai, accarezzando la testolina incasinata di Sora, che si era addormentato sul mio grembo guardando “Il Re Leone”, spensi la tv e mi alzai lentamente, afferrandolo con delicatezza per portarlo in camera, sul divano sicuramente sarebbe caduto, smanioso com’era. Feci tutto con estrema delicatezze e nel silenzio totale, non volevo che si svegliasse, peccato che qualcun altro dietro la porta fosse di tutt’altro parere, giacché bussava come un ossesso.
Mi avvicinai a essa un po’ titubante, avevo capito dalla voce chi era, ma onestamente non pensavo venisse… Aprii la porta lentamente, ma non ebbi neanche il tempo di aprirla completamente che lui, Axel, si lanciò contro di me, abbracciandomi con foga.
Rimasi così spiazzata da quell’abbraccio –che non mi aspettavo- che rimasi ferma come una cretina per non so per quanto tempo, e ogni minuto, secondo che passava, mi stringeva ancora più forte, e dovevo ammetterlo, le sue braccia erano forti e avvolgenti, accoglienti ed estremamente calde.
Mi sentivo così bene avvolta in quell’abbraccio.
«A… Axel… Che ne dici di mollarmi?» Sussurrai, quando mi resi conto di quello che stava succedendo.
«Ah! S-sì, scusa!» Sbottò subito, mollando la presa.
«Suppongo che Demyx ti abbia dato la notizia…»
«Sì…»
Ci furono diversi minuti di silenzio totale, non sapevo cosa dire, e nemmeno lui, il che era strano, considerando che aveva sempre un argomento pronto, almeno, quei pochi giorni che avevo passato in sua compagnia era così.
Rompi questo silenzio, ti prego!
«Grazie, Elliot.»
Oh Dio, grazie!
«Non devi ringraziare me, ma Demyx…»
«Di preciso, cosa ha fatto per convincerti?»
Ah… Ora dovevo spiegarli tutto… Il solo pensiero di ripercorrere quella giornata mi faceva tornare mal di testa…
«Questa mattina è arrivato qua presto, e mi ha seguito dappertutto; A fare la spesa, in farmacia, in banca, in libreria, e per tutto il tempo è non ha fatto altro che dirmi:
“Accetta! Andiamo a Las Vegas! Non pensi che Axel passerà un sacco di guai dicendo che era tutta una farsa? Se invece scoprisse che tu prima di conoscerlo hai avuto un figlio da un altro uomo che amavi, non la prenderà male, anzi! Penserà che ti ami davvero per averti spostata nonostante un figlio, e farà una bella figura! Dai! DAI! DAI! DAI! DAI! DAI! DAIIII!”
Alla fine, per farlo stare zitto, gli ho detto di sì! Mi ha fatto venire cinque mal di testa nell’arco di mezza giornata… Una cosa impossibile… E anche un record da Guinnes»
«Ma Demyx è un fottuto genio!» Urlò, facendomi sollazzare. Lo zittii tirandogli uno scappellotto dietro la testa, dicendogli di non fare casino, visto che Sora dormiva beato. Si scusò, riprendendo a parlare con un tono più normale. «Quella vacanza a mie spese se le meritata tutta!»
«Suppongo di sì»
«Ah, meraviglioso! Sono così contento
«Mi fa piacere…» Sussurrai, grattandomi un braccio.
«OTTIMO! Partiremo domani!» Esultò, mi voltai di scatto verso di lui, guardandolo con gli occhi spalancati
«DOMANI?!»
«Certo!»
«Ma… Ma…»
«E’ troppo presto?»
«Certo che è presto!»
«Allora partiamo tra… Tra qualche giorno?» Chiese, dubbioso.
«Sì, sarebbe meglio… Devo chiudere la libreria, avvisare i vicini per ogni eventualità, fare le valigie, sistemare un po’ e…»
«Ok, non preoccuparti.» Mi interruppe, posando le mani sulle mie spalle… Mi sposai, invitandolo ad entrare –poiché rimanemmo sulla soglia della porta per tutto il tempo- per un caffè, ma reclinò l’invito dicendo che aveva alcune cose da organizzare, ora che avevo dato il mio consenso. Non obiettai e lo lasciai andare.
«Ah! Ti ricordi di Belle e Dilan, vero?»
«Sì, i due che ci hanno prestato le fedi»
«A proposito di fedi… Devo comprarne un paio! Che taglia porti?»
«Ehrm… Non so, chiedi a Belle, il suo mi stava bene…»
«Ok. Dicevo, Belle mi ha detto di dirti “Sei mia ospite a cena una sera di questa!”» Disse, imitando la voce dell’amica. Trattenni a stento una risata. «Se ti va, le dico di incontrarci prima di partire, che ne dici?»
«Beh…»
«Dai, dai, ci divertiamo! Allora l’avviso! Ci vediamo, Elliot! Ciao e grazie ancora!!»
…Che me lo chiede a fare se poi non mi fa rispondere? Mah, vallo a capire…
Rientrai in casa, guardandomi in giro senza un motivo ovvio.
Sentii improvvisamente di nuovo il calore delle sue braccia intorno a me, quella piacevole sensazione mi avvolse, facendomi sentire bene… Mi ritrovai ad arrossire energeticamente.
Ma che cazzo?!
Agitai la testa, cercando di tornare in me.
Non andava bene. La sua vicinanza era grave, dannatamente grave.

***

Ero così felice che mi sarei messo a ballare per strada come Frank Sinatra in “Singing in the Rain”, ma evitai di farlo giusto per non allarmare o indurre qualcuno, preoccupato, a chiamare il reparto di Psichiatria dell’Ospedale più vicino, non mi andava di esser ricoverato e incaprettato.

Quella gioia mi seguì per tutti i giorni a venire, fino –e anche dopo- la cena che Belle organizzò.


«Bum Bum, Baby! Axel is here!!!» Dissi, appena Dilan aprì la porta.
«Se inizi così, puoi anche andartene» Replicò lui, già intento a chiudermi la porta in faccia. Gli impedii di farlo mettendo un piede –non l’avessi mai fatto- nella porta.
«Che simpatico» Sbottai, guardandolo male e entrando in casa. «Dilan, lei è Elliot!»
«Salve…»
«Piacere. Mi spiace che devi sorbirti questo qui, sappi che hai tutta la mia compassione, e sappi anche che, se arriverai al punto di ucciderlo, non ti darò colpe, anzi, sarò dalla tua.» Gli disse Dilan, dandole piccole pacche sulle spalle. Ovviamente lei scoppiò a ridere divertita.
«Che bell’amico che mi ritrovo, eh?» Dissi, guardandolo male.
«AH! Tu sei la famosa Elliot! Piacere cara, sono Belle!» Urlò la signora di casa, correndoci –per quanto le fosse possibile- contro con un sorriso gigantesco.
«Piacere…» Sussurrò Elliot, ricambiando l’improvviso abbraccio «Che bel pancione» Disse poi, accarezzando la zona interessata.
«Grazie! Ma mi fa apparire come una vacca però…» Si lamentò Belle, guardandosi.
«Ma non è vero, tesoro. Sembri una modella…» Commentò Dilan, a volerla consolare.
«Davvero?» Tubò lei.
«Sì. Una modella che ha rubato una… Una palla da Basket» Improvvisò, mi aspettavo una reazione assurda di Belle, invece la prese così bene che gli saltò al collo, offrendoci uno spettacolo poco consono al piccolo spettatore –ma anche a noi adulti, eh!
Quando si ricomposero –meno male- Belle si concentrò su Sora, ancora ignorato.
«Tu sei Sora? Ciao!»
«Ciao!» Squittì il ragazzotto, sorridendo un po’ intimidito… Non l’avevo mai visto così timoroso. Dopo le presentazioni, ci mettemmo comodi a parlare, quando Sora, con un tono di voce particolare, richiamò le attenzioni della madre «…Mamma?»
«Cosa c’è, Sora?»
«Lei ha la bua alla pancia?» Disse, indicando la pancia di Belle, ah, ora era chiaro da cosa nascesse quel suo timore. Beh, effettivamente, per un bambino doveva apparire strana una pancia così gonfia e strana.
«Cos..? Ah, no!» Proruppe Elliot, ridendo «Aspetta un bimbo»
«Bimba!» La corresse Belle «Vuoi toccare?» Chiese poi al piccolo, che non sembrava molto convinto. Provarono a fargli toccare la pancia più volte, ma con scarsi risultati.

Passò un po’ di tempo prima che il campanello di casa risuonasse. Dilan andò ad aprire la porta, dove si fece spazio la faccia da schiaffi di Xigbar.
«Gentaglia!» Urlò, entrando con la sua indiscutibile “grazia” «Ma guarda chi c’è!!» Disse poi, vedendo Sora ancora intento a osservare quella pancia enorme.
«...Zio Iggy!» Proruppe Sora, correndogli incontro felice.
«Mocciosetto!»
«Ehi, Xigberto!» Dissi, salutandolo con un gesto della mano.
«Richiamami così e t’ammazzo! Got it Memorized, Axel?» Sbottò lui, con un tono poco raccomandabile.
«Sì, memorizzato.»
Neanche il tempo di chiudere la porta, che ribussarono, Dilan aprì nuovamente la porta, e ci mostrò il viso sorridente di Demyx.
«Ehi ehi ehi! E’ arrivato l’anima della festa!»
«Zio Demy!»
«Anche te, se inizi così puoi andartene…»
E non era il solo, visto che anche una chioma Rosa si fece notare.
«Salve gente!»
«Marly!» Urlò Belle, contenta di rivedere “la” sa vecchia amica di università.
«Tesoro! Ma la pancia è diventata ancora più grande! Che bello!» Urlò Marly, iniziando a urlacchiare come una ragazzina seguito a ruota da Belle.
«Fanno sempre così?» Mi chiese Elliot, leggermente sconvolta.
«Sì»

Quando finalmente tutti fummo d’accordo, iniziammo la cena, preparata interamente da Dilan, che amava dilettarsi ai fornelli, ed era anche bravo, quel dannato mezzo Crucco! E Sora era pienamente d’accordo con me, visto che divorava tutto entusiasta, facendo addirittura alcuni Bis… Dove metteva tutta quella roba, non era chiaro a nessuno dei presenti, ma Elliot non si stupì più di tanto, diceva che era normalissimo.
La cena andò benissimo e, quando finimmo, ci fu chi chiacchierava allegramente, chi suonava –immaginate un po’ chi?- e chi, come me, giocava allegramente insieme a Sora, che non si smentiva.
«Ahahahahah! Avevi ragione sul moccioso, Axel, è un mito!» Sbottò Dilan, dopo l’ennesima scenetta comica che il piccoletto ci aveva offerto.
«Zio Dian, fa vola me??» Chiese, saltellando intorno al colosso, che lo afferrò senza esitazioni.
«Ok, ok… Ora andiamo più su, però… Pronto?»
«Tì!» Squillò lui, allegro.
«VOLA!»
Inutile dire le grasse risate divertite che si faceva ogni volta, arrivando sempre più sotto il soffitto, Belle era terrorizzata da quel gioco, mentre Elliot sembrava poco interessata, le chiesi come mai non si preoccupasse di un eventuale testata del pargolo al soffitto, la sua risposta fu: “Tanto, di testate ne tira a decine ogni giorno, una più, una meno…” Questo fece ridere un po’ tutti, certo, abbastanza strano come comportamento per una madre, ma chi ero io per dirle se andava bene o no?
«E tu, Xigbar? Non hai una compagna?» Chiese improvvisamente Elliot al pirata mancato.
«Perché, sei interessata, tesoro?» Rispose subito lui, ammiccando. Ovviamente, Dilan non mancò di dire la sua.
«Ma stai zitto, cogl…» Ma venne bruscamente interrotto da una gomitata intercostale dalla moglie, seguito da un’occhiataccia orribile. Sbuffò annoiato, correggendosi «Stupidotto… Non è mica così disperata!»
«Stupidotto?!» Sbraitò Xigbar, incredulo «BWAHAHAHAHAHAHAH!! Che offesona!» Aggiunse poi, ridendo come un ossesso per diversi minuti, facendo alterare quel poverino di Dilan, che, conoscendolo, sicuramente si sarebbe vendicato alla prima occasione. «Comunque, certo che ho una compagna!» Disse quando si riprese dalla risata convulsiva.
«Davvero? Questa mi è nuova!» Proruppi subito io, meravigliato da tale notizia.
«E’ la ragazza che incontrai l’altra volta?»
«Esatto, Marly. L’ho conosciuta quattro mesi fa, venne in studio perché voleva che facessi le foto alla sua festa della consegna del diploma e…»
«Consegna del DIPLOMA?!» Sbottò Demyx, smettendo –FINALMENTE- di strimpellare le corde di quella chitarra che si portava sempre ovunque.
«Ha diciotto anni, no?» Chiese il biondo.
«Eh sì»
«E’ giovane…» Sentenziò ancora il biondo, imperterrito.
«Abbiamo solo dieci anni di differenza, che vuoi che sia?»
«Sono tanti…» Insistette Demyx.
«Beh, io non ci vedo niente di male, mio padre e mia madre hanno dodici anni di differenza…» M’intromisi io, facendo spallucce.
«Davvero, Axel?» Chiese Belle.
«Yep»
«I miei nonni ne avevano diciotto di differenza!» Proruppe Marly
«Sti cazzi…»
«Dilan!»
«Scusa Belle! Mi è venuto spontaneo!»
«Comunque… Ce la descrivi? Sono curiosa, ora!»
E fu così che iniziammo a parlare di questa ragazza che, almeno per come la descriveva Xigbar, sembrava un gran bel pezzo di gnocca, tanto che nessuno dei presenti –escluse Elliot e Belle- gli credette più di tanto. Se era bella come diceva, come poteva stare con uno sguercio come lui?
Nel mentre del racconto, vidi Sora fissarsi nuovamente con la pancia di Belle, ma questa volta lo guardava con un espressione più incuriosita rispetto a prima, che era titubante. Spronato da Belle, si avvicinò e finalmente poggiò la mano, sorridendo subito dopo.
«Ha dato un caccio!» Disse, contento come mai. «Come ti chiama?»
«Angie» Rispose cordialmente Belle.
«Ciao Enti…» Sussurrò Sora, appoggiandosi con la testa sopra la pancia, come a voler sentire una risposta «Un alto caccio!» Beh, forse non era come se l’aspettava, ma arrivò. Continuò a parlarci per diverso tempo, facendomi ridere.
«AAAAWWWW!!!» Tubò improvvisamente Belle, facendo girare tutti dalla sua parte. «Elliot! Posso tenermi Sora?» Chiese poi, speranzosa.
«Tu mi dai Angie?»
«…No»
«Allora niente»
«Ti do Dilan!»
«Wow, quanto amore… Sono quasi commosso»
«Ma dai che scherzo!... Più o meno…»
«Cosa?!

La fine della serata passò tranquillamente, e alle tre di notte decidemmo di tornarcene a casa. Sora dormiva già da diverse ore, ormai, Demyx invece era così brillo che faceva quasi tenerezza, non che io scherzassi, visto che avevo un pochino esagerato, ma non ero messo così male.
«Axel… Ti senti bene? Sei un po’… Pallido…» Mi chiese Elliot prima di salire in auto.
«…Mi… Mi gira la testa…» Confessai, massaggiandomi la tempia con entrambe le mani.
«Guido io?»
«Sai guidare?»
«Certo che sì! Solo perché non ho l’auto, non vuol dire che non so guidare, sai?»
«Ok… Ma fai attenzione, ci tengo a lei…»
«Ooookey.»
Prendemmo a viaggiare nel silenzio, non potevo e non volevo accendere la radio. Primo; perché Sora dormiva. Secondo; Avevo un mal di testa da Guinnes.
Prima che prendessimo la super strada che ci avrebbe condotti a Riverside, riprovai a fare una proposta a Elliot.
«Perché… Perché non rimani da me, questa notte?» Chiesi, guardandola di sbieco. Lei subito mi ricambiò lo sguardo «N-non pensare male! E che… Puoi guidare tu fino a Riverside, poi come torno? E in più, sono le…. Le tre di notte, orca miseria! Andare e tornare da li vuol dire farsi due ore di viaggio…» Dissi, guardandola speranzoso. «E poi, le valigie tue e di Sora sono già da me… Non è nemmeno così necessario tornare a Riverside… La porta di casa l’hai chiusa, no?»
«Sì.»
«Allora… Cosa dici? Se vuoi eh…»
Sembrò pensarci un po’ su, poi capii che accettava quando, invece di svoltare per la super strada, svoltò per Beverly Hills «Ok, rimango da te.»
Sorrisi, soddisfatto da quella risposta. Non dovevo farmi due ore di viaggio.

---

Aprii lentamente la porta di casa, facendo entrare tutti.
«Demyx, te vai sul divano» Manco il tempo di finire che aveva già preso posto. «Elliot, tu e Sora andate nella camera accanto alla mia, è libera. Io devo assolutamente prendere qualcosa per la testa»
«Ok… Buonanotte»
«’Notte»

Di cosa accadde quella notte, non ricordo niente, visto che appena appoggiai la testa sul cuscino partii per il mondo dei sogni, risvegliandomi direttamente l’indomani mattina, aiutato dal delizioso odore di… Frittelle?
Sì, frittelle!
Mi alzai lentamente, visto che il mal di testa non era passato ancora del tutto, avviandomi verso la cucina, dove vidi Elliot e Sora già intenti a fare colazione, mentre Demyx ronfava ancora beato sul divano. Li salutai, tirando un calcio a Dem.
Facemmo colazione normalmente e, quando fu l’ora, ci dirigemmo all’aeroporto, dove ci avremmo messo una settantina di minuti per arrivare a Las Vegas.

Il viaggio fu un vero piacere, non ci furono intoppi, nemmeno Sora diede problemi, mi aspettavo facesse casino, invece, era così preso dal guardare fuori dal finestrino che quasi non lo si sentì.

«Benvenuti a Las Vegas, gente!» Esultai, quando finalmente mettemmo piede fuori dall’aereoporto della città.

Continua.

L’angolino dell’Autrice:

Note:

4° Capitolooooooooooo *_________*

Il titolo tirava in inganno, eehhh? XD
Comunque, sapete… Non sono sicura che quel “d’un fiato.” Sia ItaGliano correttissimo… Ma vabbé, non mi veniva in nessun altro modo o_o
Comunque, questo capitolo è leggermente più breve dei suoi predecessori, ma vabbé, capita sempre V__V E poi… Io qui prendo un po’ in giro Xiggy, ma sappi tesoro, che quelle cose non le penso! Per me sei bellissimo *____*
Comunque, nel compenso, credo sia abbastanza carino e scorrevole… Fatemi sapere!
E ora, com’è ormai mio solito –ma è sempre stato così °O°- passo ai ringraziamenti! *_*

_Ella_:
Tesoro!
Ma… Ma che commento lungo! Non sono abituata mica io! XD Mi commuovo così… Sigh Y____Y Allora, vediamo da dove iniziare… Ok, ci sono! Tanto per iniziare: Grazie per tutto il commento in generale XD
Poi, beh sì, Axel è un po’ OCC, ma come ho scritto sulle note: nella storia c’è dell’OCC XD
Poi dai, se vogliamo dirla proprio tutta, anche renderlo Gay è OCC, non credi? :P (o almeno, io così la vedo XD Ovviamente è una critica costruttiva, lo sai cara)
Poi, Sora sì, è adorabile e non ci stancheremo mai di dirlo! *w*  E Anche io voglio esser sbattuta al frigo da Axel (ma anche da Xigbar –lo sai. Lo sai-, e non solo al frigo… Sono strana? Sì! Direi che si è capito bene, ormai… ma che hooooo! Se mi piace, mi piace! E ne vado fiera è_é)!
Vabbé, basta sclerare… Torno seria.
Alla prossima, cara!
Un bacio (A Sora più di uno gliene ho dati XD)

ka93:
Ma figurati, cara, ci manca che ti scusi per aver risposto quando ne hai avuto il tempo XD
Dilan e Belle sono una bella coppia, sì!!
E Sora… è Sora! Un piccolo genio XDDD Tutti lo vogliamo in 3D! *W*
Spero che il cap ti sia piaciuto! Fammi sapere!
Un bacio.

OOOOK! Ora vi saluto!!
Grazie!!!!

MihaChan

P.S: Vabbé ormai lo sapete ._. Divento noiosa a furia di dirlo….

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede).
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