Capitolo 7
Sentii Sasha girare la
chiave nella toppa e aprire la porta.
“Che diavolo ci fai qui?”
la sentii quasi gridare.
Istintivamente mi
affacciai dalla camera “Sasha che succede?” le chiesi ma quando vidi Orlando mi
chiusi in camera.
“EHI, FERMATI! VATTENE DI
QUI!” Sasha urlava mentre un gran trambusto invadeva l’appartamento. Orlando
doveva essere entrato in casa.
“Voglio solo parlare con
Jennifer e fatti gli affari tuoi per favore!” Orlando era parecchio scocciato.
“Questa è casa mia e
decido io chi resta e chi no! Quindi vattene!” la mia amica sembrava parecchio
nervosa.
“Jen, apri! Voglio parlarti!”
Orlando bussava più volte alla porta che avevo chiuso a chiave.
“VATTENE! NON ABBIAMO Più
NIENTE DA DIRCI!” gli urlai appoggiata alla porta.
“NO! Esci o butto giù la
porta!” ora abbassava nervosamente la maniglia.
“No! Non voglio sentire
niente di quello che hai da dire perché sono solo stronzate, come tutte quelle
che mi hai raccontato fino ad ora! Vattene!” gli urlai mentre la rabbia saliva
velocemente.
“Non me ne vado finché
non avrò chiarito la situazione! Apri questa maledetta porta o giuro che la
sfondo!” si stava alterando.
“PERCHé MI STAI FACENDO
QUESTO, ORLANDO!!?? PERCHé MI STAI FACENDO QUESTO!?” non so perché ma scoppiai
in lacrime lasciandomi scivolare a terra.
“Ti prego Jen, voglio
parlarti! Aprimi!” si stava calmando ma io mi sentivo sempre peggio. Tutta la
rabbia che avevo colmato stava esplodendo insieme al dolore.
“NO! VATTENE VIA! VATTENE
VIA, TI PREGO!” urlavo forte, sperando che lui capisse e uscisse dalla mia
vita. Avevo il respiro affannoso, era troppa la rabbia.
“No! Ti giuro Jen, non so
come sia potuto accadere! Non volevo ne ferirti ne tradirti, in alcun modo!”
iniziò e sentii la rabbia crescere ancora di più.
Scattai in piedi “Non
dire più una parola! Non credo a niente, sono tutte bugie! Non potrò mai
perdonarti! Io mi fidavo di te!” non urlavo ma le mie parole erano cariche di
rabbia.
“Jen, ti prego! Ho
sbagliato, lo so! Ho fatto il bastardo e lo ammetto! Ti giuro, non mi spiego
nemmeno io come sia potuto succedere. So solo che sto perdendo la cosa più
importante della mia vita. Forse l’ho fatto per vendetta. Quando ho visto
quelle foto di te e il tuo amico mi sono sentito ribollire dalla gelosia, non
capivo più niente, avevo il cervello annebbiato. Volevo fartela pagare, volevo
farti del male! Ma non pensavo ad una cosa del genere, non era quella la mia
idea!” mi spiegò battendo alcuni pugni sulla porta.
“Sei riuscito a farmi più
male di quello che avevi previsto tu! Mi sono sentita morire! Ti credevo
diverso dagli altri…ti ho affidato il mio cuore e tu sei riuscivo a mandarlo in
frantumi! Come posso fidarmi ancora di te? Come posso perdonarti, Orlando?” gli
chiesi. Poggiai la testa sulla porta.
“Quando ti ho visto
pietrificata davanti a quella scena ho capito di aver mandato tutto a puttane,
di aver rovinato tutto! Ma ti giuro, Jen, non posso vivere senza i tuoi baci,
la tua voce, il tuo profumo, senza fare l’amore con te! Quello di ieri era
sesso, non amore! Jen ti prego, fidati di me…non ti deluderò mai più…ti
scongiuro Jennifer!” sentivo che aveva la voce rotta. Aveva ammesso i suoi
errori ma nonostante tutto non riuscivo a perdonarlo, non riuscivo a fidarmi
ancora di lui.
Chiusi gli occhi “Io….non
ci riesco…non riesco più a fidarmi di te ma ancora prima a perdonarti! Come
posso fidarmi di te? Chi mi assicura che tu non sia andato a letto con altre
quando sei lontano da Londra?” gli chiesi cercando di star calma anche se avevo
voglia di aprire quella porta e baciarlo. Lo amavo così tanto ma non riuscivo
più a fidarmi di lui. Era una continua contraddizione tra il mio cuore e la
vocina nella mia testa.
Il mio cuore diceva di
aprire quella porta e ricominciare e la vocina nella mia testa di non fidarmi.
“Jen, ti giuro che non è
mai successo niente quando ero lontano da te! Io amo te, solo te. Ti prego apri
questa porta e fidati” mi disse. La voce era speranzosa.
“No, non ci riesco! Ti
prego, ora vattene!” lo pregai.
Non sentii più una parola
solo dei passi veloci e la porta che si chiudeva.
Se n’era andato e forse
per sempre. Mi misi una mano sulla fronte sperando di calmarmi.
“Jen, puoi uscire” mi
disse Sasha bussando piano alla porta.
Aprii piano la porta e
sorrisi tristemente alla mia amica.
Lei sembrò un po’ in
imbarazzo “E’ uscito e mi sembrava che stesse male! E’ davvero innamorato di te
e anche pentito! Riflettici su, Jen!” mi disse poggiandomi una mano sulla
spalla. Io annuii meccanicamente. Orlando era qui, a pochi centimetri da me e
io ero riuscita solo ad urlare invece di cercare di perdonarlo.
A cena mangiai poco e
Sasha mi fece una sonora ramanzina.
“Non vorrai diventare
anoressica, spero? Forza mangia ancora un po’!” mi spronava lei ma non ci
riuscivo.
“Sasha, non ce la faccio.
Davvero!” le dissi allontanando il piatto con un gesto nervoso.
Lei mi sorrise “Ascolta,
non è tutto perduto. Lui ha capito i suoi errori ora tocca a te decidere! Fai
la scelta che ti detta il tuo cuore, Jen! Non ascoltare niente e nessuno ma
solo il tuo cuore!” mi disse dolcemente. Io le sorrisi grata. Era davvero bello
avere un’amica come lei.
Il mio cellulare prese a
squillare. Per un attimo sperai fosse Orlando invece era Viggo.
“Pronto?” cercai di
sembrare felice.
“Ciao, sono Viggo. Ti
disturbo?” mi chiese con il suo
solito tono paterno. Infondo era come se fosse mio padre. Era molto affettuoso
con me, mi sapeva dare ottimi consigli soprattutto su come prendere Orlando.
“Ciao, non mi disturbi,
tranquillo!” gli dissi e senza accorgermi sorrisi.
“Come stai?” mi chiese preoccupato.
“Tiro avanti” mi limitai
a dirgli.
“Ascolta, so che non
dovrei immischiarmi ma mi sento in dovere di dire la mia! Orlando ha fatto una
stronzata e lo so bene, ma tu sei davvero sicura della tua decisione? Non mi
sembravi molto convinta l’altra sera” il suo tono era serio, quasi autoritario.
“Non lo so! So solo che
mi sento tradita, amareggiata e tanto confusa” gli spiegai sedendomi sul
divanetto.
“Ti credo! Ma se vuoi
un consiglio di qualcuno con qualche esperienza in più sulle spalle ti dico di
ripensare bene e capire cosa vuoi davvero” mi disse.
Io rimasi un attimo in
silenzio.
“Se non vuoi più
Orlando devi dirglielo ma da soli” riprese.
“Oggi è venuto qui. Ha
ammesso i suoi errori ma non sono riuscita a perdonarlo! Me l’ha fatta troppo
grossa, Viggo!” gli dissi sospirando.
“Lo so, tesoro. Ti
posso consigliare di pensarci su bene! Senti, domani c’è una festa a casa di Elijah.
Lui voleva chiamarti per dirtelo ma non se la sentiva dopo l’ultima volta. Ti
va di venire?” mi chiese.
Ci pensai su un attimo.
Di sicuro ci sarebbe stato anche Orlando ma non potevo evitarlo a lungo.
Sarebbe stata la prova del nove: se perdonarlo o lasciarlo andare per sempre.
“A che ora?” gli chiesi
prendendo appunti su un pezzo di carta vagante.
“E’ alle 21. Ricordi
dove abita Elijah?” mi chiese.
“Si, la via dietro quella
dove abitano Billy e Dominic. Posso portare un’amica?” gli chiesei.
“Porta chi vuoi.
Allora a domani”mi salutò
“A domani” riattaccai.
Tornai in cucina dove
Sasha stava lavando i piatti.
“Ti va di venire con me
ad una festa?” gli chiesi iniziando ad asciugare le posate.
“Che genere di festa?” mi
chiese voltandosi verso di me.
“Una festa piena di star
del cinema! Quelle a cui partecipavo già” gli spiegai.
Lei sembrò pensarci. Poi
piazzo un gran sorriso “Certo che mi va!” esultò schizzandomi con l’acqua.
Io risi “Perfetto!” gli
dissi continuando a ridere.