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Autore: Valery_Ivanov    12/10/2010    0 recensioni
Hakkai si svegliò con un malditesta colossale e il braccio destro che bruciava da morire. Si guardò intorno, la vista ancora annebbiata, cercando di capire dove si trovava. Era in una piccola stanza accogliente e pulita, con delicate tendine verdi alla finestra. La porta era chiusa, ma da fuori sentiva provenire alcune voci, fra cui…
«Piuttosto che indossare quella roba preferisco andare in giro nudo!!!»
Sanzo.
«Te lo lascerei anche fare se non facesse questo dannato freddo!! Cosa vuoi, una bella polmonite?»
Una… ragazza?
«Voglio che i miei vestiti siano pronti!!»
«Beh, mi spiace ma qui non siamo nel tuo tempio dove sono tutti ai tuoi ordini! Per cui ficcati questi abiti e non scocciarmi!»
«Come ti…»
«Veloce!»
Ci fu il rumore di una porta sbattuta e poi passi che si allontanavano.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, eccomi qui con una breve fanfiction su Saiyuki!!! La storia sarà di quattro, massimo cinque capitoli. Fatemi sapere cosa ne pensate!!

 

 

Lead us to the light

 

- Capitolo 1 -

 

«Sono Sanzo e i suoi compagni!!! Presto, impediamogli di scappare!!»

Gojyo sbuffò, afferrando la Shakujo. «Cosa vi fa pensare che abbiamo voglia di scappare?»

«Già, siete voi che intralciate il nostro cammino!!» aggiunse Goku, lanciandosi per primo contro i nemici. Il rosso lo seguì subito, mentre Sanzo estraeva la pistola e freddava un demone che si era avvicinato un po’ troppo per i suoi gusti. Hakkai saltò giù dalla macchina e si mise a qualche metro di distanza dai suoi amici, per parargli le spalle e avere tutto sotto controllo. Sembrava un combattimento come gli altri, ma quella volta i nemici si dimostrarono meno prevedibili del solito: mentre il grosso dei demoni era impegnato nello scontro, due di essi saltarono sulla Jeep e ne trafissero la carrozzeria con delle lunghe spade. La macchina sobbalzò e tornò immediatamente alla sua forma originaria di draghetto bianco, gemendo sofferente a causa di una lunga ferita alla zampa destra.

«Hakuryù!!» gridò preoccupato Hakkai, cercando di raggiungerlo; il draghetto, però, terrorizzato dai due demoni che si avvicinavano minacciosamente a lui, spiccò il volo e fuggì nella direzione opposta, ignorando i richiami del suo padrone.

«Dannazione, levatevi di mezzo stupidi demoni!!» esclamò Gojyo esasperato, scrollandosi di dosso due nemici che si erano attaccati a lui come sanguisughe. «Hakkai, dobbiamo recuperarlo!!»

«Lo so!!»

Pochi minuti dopo i demoni giacevano finalmente ai loro piedi senza vita. I quattro iniziarono subito a correre nella direzione in cui era scomparso il draghetto, sperando di trovarlo lì vicino. Sfortunatamente, di lui non c’era traccia.

«Maledetti demoni, si può sapere perché se la sono presa con lui??» inveì Gojyo, maledicendoli più e più volte.

«Già, non era mai successo prima d’ora!!» convenne Goku. «Ehi, Hakkai, ma tu sei ferito!!» aggiunse subito dopo, notando un lungo graffio sul braccio dell’amico.

«E’ una sciocchezza, non preoccuparti» rispose subito Hakkai. «E’ più importante trovare Hakuryù, adesso. Mi curerò più tardi»

I quattro proseguirono l’inseguimento in silenzio.

 

«Hakkai, forse dovresti curarti quella ferita» osservò Goku preoccupato, notando il sudore che scivolava sul volto dell’altro.

«Tranquillo, sto bene» rispose Hakkai, ansimando. «Posso farcela, non è così grave»

Goku annuì, anche se non era del tutto convinto. Qualche centinaia di metri più avanti, Hakkai cadde improvvisamente a terra.

«Ehi, Hakkai!!! Stai bene??» Gojyo e Goku si chinarono subito sul ragazzo, osservando il braccio: la ferita era diventata violacea, e la pelle intorno era rossa e rovinata.

«Accidenti, questa non è una ferita normale!» esclamò Gojyo, voltandosi verso il monaco. «Sanzo, cosa facciamo??»

«Ci fermiamo» rispose quello dopo aver gettato un’occhiata ad Hakkai. «Qui»

«Qui!! Ma noi non sappiamo curare una cosa del genere!» ribatté Gojyo, infervorandosi subito. «Dobbiamo trovare una città, qualcuno che sappia cosa fare!»

«E’ inutile che ti agiti tanto» lo freddò Sanzo con la sua voce autoritaria. «Non ci sono città qui vicino. La prossima dista un giorno di viaggio»

«E allora cosa proponi di fare, razza di bonzo corrotto?? Vuoi lasciarlo morire per un’infezione??»

«Tsk, possibile che tutte le volte che apri bocca dici idiozie? Basterà farlo riprendere un po’, e poi si curerà da solo»

Gojyo si calmò leggermente, tornando dal suo amico e sistemandolo in modo da farlo stare più comodo. L’idea di Sanzo non era male, poteva funzionare.

Ma non funzionò.

 

Due ore dopo Hakkai stava decisamente peggio, e Gojyo e Sanzo stavano per arrivare seriamente alle mani. Goku continuava a tenere la mano di Hakkai e a bagnargli la ferita con l’acqua che gli era rimasta, ma il demone era ormai preda del delirio e sembrava non accorgersi nemmeno della sua presenza.

«Non possiamo lasciarlo così, stupido bonzo che non sei altro!!! Morirà!!» stava gridando Gojyo, quasi fuori di sé.

«E cosa dovrei fare, imbecille?? Non so fare miracoli!!» ribatté Sanzo, furioso. «Avrebbe dovuto curarsi quando era in tempo!!»

«Oh, certo, quindi merita di morire perché non si è curato prima??»

«Non sto dicendo questo» ringhiò Sanzo, piantando le sue iridi violacee in quelle rossastre dell’altro, che si zittì improvvisamente. Passarono lunghi secondi di silenzio, rotti solo dai sottili lamenti di Hakkai.

«Dannazione!!!» ruggì infine Gojyo, tirando un calcio al primo albero che si trovò davanti. «Mi sento così… stupido!!»

«Perché lo sei» ribatté con calma glaciale Sanzo, parole che gli sarebbero costate un bel pugno sul naso da parte del rosso se proprio in quel momento la presenza di un’aura demoniaca non l’avesse distratto.

«C’è qualcuno» mormorò il monaco estraendo subito la pistola. Gojyo sbuffò ed afferrò la Shakujo.

«Vado a stanarlo io, quel bastardo. Sembra uno solo» commentò, e si diresse verso un mucchio di cespugli spinosi. «Ehi tu, vieni fuori o ti…» ma non ebbe il tempo di finire la frase che due braccia sbucarono all’improvviso dal cespuglio e, afferratolo per i polsi, lo lanciarono contro uno spesso tronco dall’altro lato della radura. Sanzo e Goku si misero subito sull’attenti, mentre Gojyo digrignava i denti per il dolore.

«Qualcuno vuole morire, oggi» ringhiò, rialzandosi con non troppa fatica. «Fatti vedere, bastardo!!!!»

Sanzo puntò con calma glaciale la sua pistola sui cespugli, ma l’aura si mosse con velocità inaudita e spuntò esattamente alle sue spalle, facendogli cadere l’arma di mano con un colpo secco sul polso. Il monaco si voltò di scatto, ma il demone si era già dileguato. Goku si posizionò davanti ad Hakkai, pronto a difenderlo a qualunque costo, mentre Sanzo riafferrava la shureju con l’intenzione di uccidere quel piccolo bastardo alla prima occasione. Il bastardo in questione, nel frattempo, era arrivato vicino a Goku e stava per colpirlo sul collo quando improvvisamente si fermò. Goku si voltò di scatto per colpirlo con il nyoibo, Sanzo prese la mira accuratamente, Gojyo sollevò la Shakujo…

«Oh, ma voi avete un ferito!! Poverino, deve soffrire tantissimo!»

Tutti e tre si bloccarono sul posto, paralizzati. Il piccolo bastardo era sì un demone, ma un demone femmina. E sembrava perfettamente padrona di se stessa quando si chinò sul corpo delirante di Hakkai e gli posò una mano sulla fronte. «Diamine, ma da quant’è che è stato ferito?? Avreste dovuto curarlo subito, così avete permesso al veleno di entrare in circolo!!»

Gojyo lasciò cadere la Shakujo, allibito. «Ve… veleno?»

Due grandi occhi del colore del mare si fissarono su di lui, analizzandolo. «Non sapevate che i demoni di questa regione si spalmano un veleno mortale sugli artigli? Il vostro amico è fortunato ad essere ancora vivo!»

Gojyo lanciò un’occhiata a Goku ed entrambi si avvicinarono alla demone, che stava osservando criticamente la ferita. «Cosa dobbiamo fare, allora?» chiese Goku, riponendo il nyoibo.

«Voi? Voi niente. Dobbiamo solo portarlo a casa mia, è qui vicino» rispose lei sollevando la schiena di Hakkai con una mano.

«Ma siete impazziti?» li interruppe la voce gelida di Sanzo. La sua pistola era ancora puntata contro la demone. «Volete davvero affidare la vita di Hakkai ad una perfetta sconosciuta che ci ha appena attaccati?»

Gojyo si fece avanti con le mani in tasca. «Tu hai un’idea migliore? Lei se non altro sembra sapere come curare Hakkai. Se in cambio dobbiamo rischiare di essere uccisi nel sonno, beh… io sono disposto a correre il rischio»

Sanzo lo ignorò, continuando a tenere la mira. «Tu. Dicci chi sei e perché dovremmo fidarci di te» ordinò, trafiggendola con il suo sguardo. La demone si alzò e con un movimento velocissimo fu davanti a lui.

«Io sono l’unica persona nel raggio di chilometri in grado di salvare il vostro amico. La scelta di fidarvi o no di me sta a voi»

Il monaco assottigliò gli occhi, furioso. «Non hai risposto a nessuna delle mie due domande»

«Questo perché non erano domande, ma ordini. E io non rispondo agli ordini» ribatté lei, tranquilla. «Ora, sappi che ogni minuto che perdi in chiacchiere il vostro amico peggiora, ed è già in condizioni gravissime. Se vuoi possiamo anche farci una lunga chiacchierata sul chi sono e perché mi trovo qui, ma in questo caso faresti meglio a salutare prima il tuo amico, perché non lo vedresti più. Che vogliamo fare?»

Goku e Gojyo si scambiarono uno sguardo allibito ed il mezzo demone emise un lungo fischio di ammirazione. Il volto di Sanzo aveva assunto una sfumatura tendente al viola e la mano in cui teneva la shureju tremava di rabbia.

«Tu, piccola…» ringhiò, ma la demone si era già dileguata, velocissima, e aveva preso Hakkai in braccio.

«Accidenti, pesa più di quanto pensassi» esclamò, sistemandolo in modo che poggiasse la testa sulla sua spalla. «Diamoci una mossa, non lascerò morire questo ragazzo perché i suoi amici sono degli inetti» commentò, sparendo un istante dopo nel folto della foresta.

«Ehi… ehi, aspetta!!!!» gridò Gojyo, iniziando a correrle dietro assieme a Goku. Sanzo rimase immobile al suo posto, il braccio con la shureju ancora alzato.

 

Starle dietro era quasi impossibile, stava scoprendo Gojyo con disappunto. Nonostante fosse appesantita dal corpo di Hakkai, rimaneva di gran lunga più veloce di loro. Fortunatamente stava lasciando numerosi segnali per permettergli di seguirla, altrimenti l’avrebbero persa in dieci secondi. Lui e Goku stavano spronando le loro gambe a dare il massimo e ben presto spuntarono in un’ampia radura accanto ad un laghetto, dove sorgeva una casa in legno a due piani. La porta era aperta e i due entrarono senza pensarci.

«Sono di sopra!» li avvisò la voce della demone, mentre trafficava con qualcosa che dal rumore sembrava una sedia. Gojyo e Goku salirono velocemente le scale e si trovarono in un corridoio su cui si aprivano varie porte; la più vicina a loro, sulla sinistra, era aperta e illuminata.

«Bene, eccovi, ho bisogno del vostro aiuto» li accolse la demone, piazzandogli fra le mani alcuni stracci e due bacinelle. «Queste vanno riempite con l’acqua del lago, e gli stracci devono essere sbattuti per bene all’aria. Muoversi!» ordinò, e i due scattarono immediatamente. Due minuti dopo riportarono ciò che la demone aveva ordinato e la osservarono versare l’acqua di una bacinella in un pentolino, scaldarla e versarla nuovamente nella bacinella; dopodiché posò tutto vicino al letto su cui aveva sdraiato Hakkai e con delicatezza gli sfilò la maglia. La ferita sembrava essersi estesa lungo la spalla e parte dell’addome del ragazzo, che respirava a fatica. Lunghe linee viola correvano sulla pelle rossastra; la demone immerse una pezza nella bacinella con l’acqua calda e la passò sulla ferita, lavandola con attenzione. Afferrò poi un mazzetto di erbe verde scuro e le schiacciò abilmente con le mani, fino a ridurle in poltiglia; fatto questo estrasse da un cassetto un barattolo colmo di crema bianca, che spalmò sulle erbe fino a renderlo un impasto uniforme. A quel punto lo applicò sulla ferita, facendo bene attenzione a coprire tutte le linee viola. Infine intinse un’altra pezza nella bacinella di acqua fredda e, dopo averla strizzata, la posò sulla fronte bollente di Hakkai, che sembrò rilassarsi.

«Bene, il grosso è fatto. Adesso deve assolutamente svegliarsi entro ventiquattr’ore, altrimenti vorrebbe dire che il veleno è entrato troppo in profondità e dovrò faticare parecchio per salvarlo»

Gojyo e Goku rimasero in silenzio, senza sapere che fare. Lei si voltò a guardarli e inclinò la testa di lato, pensierosa. «Beh, è quasi ora di pranzo… volete fermarvi?» propose, leggermente esitante.

Goku saltò sul posto esclamando: «Evviva, si mangia!!!!!!!» e Gojyo gli tirò un pugno in testa.

«Perdonalo, è una stupida scimmia che pensa solo al cibo. Ci fermiamo volentieri, se non reca troppo disturbo»

La demone scosse il capo e Gojyo si chiese come mai non ci aveva ancora provato con lei. Evidentemente la preoccupazione per Hakkai aveva cancellato ogni altro pensiero, considerato che quella ragazza era davvero carina… e lui non sapeva ancora il suo nome!! Questo era semplicemente imperdonabile!

«Io mi chiamo Sha Gojyo» si presentò, sfoderando il suo sorriso da seduttore. «E questa piccola scimmia affamata è Son Goku. Possiamo sapere il tuo nome?»

La demone si alzò, sorpassandoli per raggiungere le scale. Lì si voltò, l’espressione divertita. «E’ da molto tempo che nessuno usa più il mio nome. Comunque potete chiamarmi Joruri»

  
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