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Autore: Elpis Aldebaran    12/10/2010    9 recensioni
Perciò, valutando i pro e i contro, il signor Weasley stava decisamente dalla parte della giovane francese, così come Charlie, Ron e i gemelli – l’esser per un quarto Veela non significava niente, davvero. Proprio no.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Famiglia Weasley, Fleur Delacour | Coppie: Bill/Fleur
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Campo di grano

 

 

 

"Truth be told
My problems solved
You mean the world to me
But you'll never know"

[Mika, "I see you", The Boy Who Knew Too Much

 

 

 

 

 

 

La Tana era una strana abitazione, sorgeva sulle colline vicino a Ottery St. Catchpole ed era circondata da sconnessi campi di grano abbandonati a loro stessi e distese di prati verdi che si estendevano per miglia in direzione Nord-Ovest.

Se qualche Babbano troppo curioso si fosse avvicinato eccessivamente a quella strana e pericolante abitazione, gli incantesimi protettivi sarebbero scattati come molle, facendo credere all’ignaro avventuriero di trovarsi di fronte a una vecchia casa di campagna senza il tetto e con le mura del porcile completamente abbattute e intrappolate in portentosi rovi.

Bill Weasley era cresciuto in quel luogo isolato, giocando a nascondino tra le erbacce troppo alte e divertendosi ad acchiappare quegli insopportabili gnomi dalla lingua lunga – Molly Weasley li trovava estremamente poco educativi per la crescita dei suoi sette figli.

In uno dei campi vicini, dove l’erba era più bassa e non c’erano troppi alberi, Bill aveva delimitato un piccolo campo da Quidditch quando suo fratello Charlie fu abbastanza grande da inforcare una scopa; in ogni angolo del giardino aveva lasciato qualcosa in eredità ai suoi fratelli, come il recinto per le galline anti-gnomo, la strampalata casetta sull’albero che assomigliava vagamente a una miniatura della Stramberga Strillante, la piccola palude sporca, piena di rospi e ranocchie (con quella si era guadagnato l’eterna stima di Fred e George).

Tra le tante cianfrusaglie che dimoravano nel caotico giardino della Tana, Bill intravide la sagoma argentata di Fleur Delacour, che con la sua bellezza mortificava ancora di più il paesaggio intorno.

Stava seduta sui primi scalini della porta, circondata da calderoni arrugginiti e stivali di gomma fangosi, osservando pigramente un brutto gnomo dalla testa bitorzoluta rincorrere faticosamente una delle ranocchie che tentava di tornare alla sua piccola palude.

Quando la ragazza lo vide giungere dal cancelletto, i suoi occhi azzurri si illuminarono della luce del sole, si alzò con grazia e lentamente veleggiò nella sua direzione, facendo ondeggiare i lunghi capelli argentati.

Bill le sorrise con amore, come se la vedesse per la prima volta, e le baciò le labbra rosse; le passò una mano callosa sulla guancia, per poi toccarle i capelli e sorriderle.

«Mi stavi aspettando? Che ci facevi qua fuori tutta sola?»

«Cambiavo air. Tutto il jorno con tua maman che rassetta casa e mi lancia horrible occhiatace, è devastonte por la mia mente!» fece arricciando il naso in una smorfia stizzita, «Por non parlare di Jinnì! Ho la sensasiòn che mi volia affatturare, mon Dieu

Bill non disse a Fleur che probabilmente le sue sensazioni riguardo a Ginny erano esatte, ma si limitò a sospingerla verso l’uscio della Tana: adesso che lui era tornato, nessun altro componente della famiglia le avrebbe dato fastidio. Ogni tanto sua madre si lasciava sfuggire qualche commento sgradevole o usava il suo tono acido, ma bastava un’occhiataccia ben assestata o un colpo di tosse più forte degli altri per farle capire che stava passando il limite.

Arthur Weasley, fra tutte le teste rosse della Tana, era l’unico che doveva ancora inquadrare a dovere la persona che era Fleur. La sua bellezza mozzafiato lo lasciava perplesso e i suoi modi di fare gli suggerivano che nonostante l’aria altezzosa, era una ragazza alla mano; in più c’era un fattore che contribuiva, ed era la sua partecipazione al Torneo Tremaghi. Questo, agli occhi del signor Weasley, denotava una buona dose di coraggio e sangue freddo, abilità sorprendenti e una spiccata propensione a cercare l’avventura, requisiti assai fondamentali se si voleva uscire con Bill.

Perciò, valutando i pro e i contro, il signor Weasley stava decisamente dalla parte della giovane francese, così come Charlie, Ron e i gemelli – l’esser per un quarto Veela non significava niente, davvero. Proprio no.

«Scommetto che non sa nemmeno cucinare!» si scandalizzò la signora Weasley una sera, mentre puliva la cucina. Bill, che si stava sbucciando una mela seduto accanto a suo padre, decise di ignorare quel commento fuori luogo.

«Molly cara, cosa te lo fa credere?» indagò il signor Weasley con un sorriso, deciso a non far mutare quella discussione in un altro litigio tra madre e figlio.

«Be’, è francese! E si sa come sono, tutti precisi, raffinanti… e poi lo ha detto lei stessa che non le piace!»

«Non mi sembrano delle valide motivazioni, tesoro. Sono convinto che Fleur sarà un’ottima cuoca, nonché una buona moglie».

Bill lanciò una lunga occhiata di ringraziamento a suo padre, mettendosi in bocca un intero spicchio di mela.

«Fleur fa un ottimo roast-beef, mamma. Non morirò di fame. E comunque non deve piacere a te, ma a me, lo sai vero?»

La signora Weasley si voltò di scatto verso Bill, impugnando in mano la bacchetta mentre alle sue spalle una grossa teglia si stava lavando da sola. Strinse le labbra fino a farle scomparire, cercando di ingoiare le parole poco carine che avrebbe voluto dire, e che per puro amore del figlio e per decenza non si azzardava a pronunciare.

«Ovvio, certo… be’, se vi amate… oggigiorno l’amore è tutto, no?»

E chi meglio di una donna che era scappata col proprio fidanzato, futuro marito e padre di sette figli, avrebbe potuto dire delle tali dissacranti, melense ma certamente vere parole?

 

«Ne peut pas le supporter! Bill, je ne peux pas résister! *»

«Come ?» chiese Bill accigliato.

«J’essaire d’être gentil, poli et serviable, mais vous n’aurez rien! Me rend fou! **»

Fleur lo guardava furiosa, i capelli spettinati e la bocca serrata, come se stesse trattenendo un fiume di parole.

«Tua maman, Bill!» urlò lei un’ultima volta, notando l’espressione sperduta del ragazzo; fece fluttuare i suoi capelli in un gesto stizzito e cominciò a camminare a passo di marcia verso le colline, incurante degli gnomi che la rincorrevano vociando insulti.

Bill mise da parte la Gazzetta del Profeta e si alzò dall’amaca, quel tanto che bastava per guardare sua madre, in cucina, che sbraitava contro il signor Weasley e Charlie, intenti a calmarle i nervi.

«Questa volta Flebo non ha colpe, è mamma che è suscettibile».

Bill alzò leggermente la testa e vide la testolina rossa di Ginny fare capolino dalla finestra della sua stanza.

«Si chiama Fleur» la riprese.

«Stavano insieme in cucina, si era proposta di aiutarla per sbucciare delle mele…» fece Ginny, ignorando del tutto il rimprovero del fratello, «… e mamma ha detto che tagliate a spicchi non andavano bene, Flebo le ha fatto notare che dovendo fare una torta di mele non importava tanto la forma che assumevano… insomma, una cosa tira l’altra, sono arrivate a urlarsi contro di tutto…»

Nonostante la premura di aver preso almeno una volta le difese di Fleur, Ginny non sembrava troppo dispiaciuta per quel litigio, e dopo un urlo eccessivamente elevato della signora Weasley, chiuse piano la finestra.

Bill si armò di buona volontà e pazienza e si avviò nella stessa direzione in cui era scomparsa Fleur qualche minuto prima; salì sopra la collina e attraversò due campi d’erba, prima di trovarla seduta su un masso in mezzo a un campo di grano abbandonato. Gli dava le spalle e singhiozzava leggermente, torturando con le mani le spighe che aveva intorno.

«Fleur?» le si avvicinò cauto.

Lei sussultò e con le maniche del maglione cercò di asciugarsi il viso in fretta.

«Non-non guardarmi… sono horribles…»

Bill si fece spazio sul masso e con cautela cercò di incontrare i suoi occhi.

«Lo so che mi odia. So di non essere esattamonte sciò che lei si aspettava por te, e sci provo, Bill, juro che sci provo a essere jentile e carina… ma non serve!» pianse ancora, tirando su col naso, «Tu-tuo papa invesce è tonto disponibles, e i tuoi fratelli mi fanno ridere… » spiegò Fleur, come se volesse sottolineare che l’unica veramente contro di lei fosse la signora Weasley.

Bill sorrise appena, perché vedere una come Fleur piangere per qualcosa del genere era forse la prova d’amore migliore che potesse ricevere. Era abituata ad essere amata e ammirata per le sue doti, a ricevere l’approvazione delle persone che le stavano attorno e anche se ciò non succedeva, Fleur era abbastanza piena di sé da non farci caso e continuare come sempre con la sua vita. Se non ricevere l’approvazione dalle altre persone non costituiva un problema, non riceverla dalla signora Weasley sembrava un vero insulto, nonché un dramma a cui non sembrava esserci rimedio. Non era il non piacere a una signora qualunque, a zia Muriel o a un altro parente, ma alla donna che aveva messo al mondo Bill, quella che lo aveva cresciuto e aveva contribuito a renderlo ciò che era, a renderlo tale che Fleur si innamorasse di lui.

Avrebbe rinunciato ai complimenti di tutte le persone del mondo, se ciò avesse portato il consenso della signora Weasley.

«Disce che sono troppo jovane… io ho disciannove ans e ho ancora tonto da fare e da apprendre, mentre tu ne hai ventisei, hai una occupaciòn fissa, diverse esijense…»

«Fleur…» la interruppe Bill, prima di poter sentire altro, «… io non darei molto peso a una donna che sprona Ninfadora Tonks a non gettare la spugna con Remus Lupin, che ha quasi tredici anni in più di lei, ti pare?»

La ragazza sgranò gli occhi, mostrando al fidanzato due pozzi azzurri umidi.

«Ninfadora e messer Lupìn

«Proprio loro. Mi spiace per quello che ti ha detto, ma non devi farti condizionare da lei. Io voglio sposare te e quella che deve rassegnarsi è lei».

«Ma è tua maman

«Appunto, non è la mia fidanzata! Sei tu, che le piaccia o no!»

Fleur sembrò pensare all’ultima dichiarazione di Bill, come se fosse un fatto certo a cui però non aveva mai prestato importanza. All’improvviso tirò su la testa, indignata, e si sistemò il maglione stizzita.

«Hai rajone! Io sarò tua molie e farò parte della tua familia, che sia d’accordo o non

«Questa è la mia donna!» rise Bill baciandola, ma lei si scansò quasi subito, come rinvigorita da un’intera pozione di Felix Felicis.

«Quando torniamo, pretenderò di venire a dormire in camera con te! Pourquoi  devo dormire con Jinnì? Non devo sposarmi con lei!»

«Meno male, aggiungerei…»

«Non sci lascia mai da soli, non abbiamo mai passato un po’ di tempo insieme, da quando siamo qui!» ammise alla fine, incrociando le braccia al petto.

Solo in quel momento Bill si rese conto che oltre a essere nervosa per le continue frecciatine di sua madre, Fleur si sentiva terribilmente messa in disparte da lui.

Mentre al mattino lavorava, lei era costretta a star dietro a sua madre e a sua sorella; quando rientrava alla sera, Bill era sempre indaffarato a fare qualcosa con suo padre o con Charlie, a discutere e a progettare per il matrimonio. Quello era l’unico momento in cui potevano stare insieme, a contatto l’un con l’altra, perché la signora Weasley non si era preoccupata di mettere un altro letto nella stanza di Bill, ma bensì in camera di Ginny.

Fleur ogni tanto provava a sgattaiolare via (Ginny certo non glielo impediva), ma la signora Weasley aveva un udito più acuto di un segugio e trovava sempre il modo di smontare i suoi piani di fuga.

«Questa è anche colpa mia, mi dispiace» rispose Bill, sinceramente mortificato.

L’avvicinò con un braccio a sé e la baciò con fervore.

Fleur rise contro le sue labbra e intrecciò le braccia dietro al collo di Bill, godendosi del momento di quiete fuori dalla Tana.

Solo diversi minuti dopo Bill si accorse della sfumature color arancio che aveva preso il cielo e invitò Fleur a fare ritorno verso casa, prima che facesse buio; ma quella non sembrava dello stesso avviso.

«Se per una sera non stiamo con loro, non credo che sci sia nionte di male…» disse con quel tono di voce flautato che faceva scogliere tutti gli uomini. Bill si chiese se non fosse perfido da parte di Fleur raggirarlo con simili tecniche di seduzione, ma certamente lui non aveva niente di cui lamentarsi.

Si tolse il maglione e lo distese a terra, sopra ad alcune spighe appiattite contro il suolo, e ci fece sdraiare Fleur che sembrava piuttosto sorpresa.

Quando Bill cominciò ad armeggiare con i bottoni della camicia sotto il maglione, Fleur lo fissò come se fosse impazzito.

«Bill, dannasiòn, non possiamo farlo qui!»

«Perché?»

«Qualcuno potrebbe venire e vedersci

Ma lo sguardo che le rivolse Bill fu abbastanza eloquente e le mani che le accarezzavano la vita non aiutavano in quel momento il suo senso del pudore.

«C’est fou! ***» gli disse esasperata, non smettendo però di ridere e lasciando che le sue labbra toccassero e baciassero il suo collo.

Sentì i pantaloni che scivolavano via dalla sue gambe e l’aria umida della sera che le colpiva la pelle calda: se non ci fosse stato Bill sopra di lei, probabilmente sarebbe morta di freddo.

Fleur cercò con le dita di slacciare alla cieca la cintura di Bill, imprecando in francese perché non ci riusciva; il ragazzo scoppiò a ridere, finendo il lavoro al posto suo.

Prima di entrarle dentro, Bill rivolse per un istante lo sguardo a Fleur, come a volerle chiedere il permesso, un permesso che gli veniva sempre conferito. Nonostante le ripetute volte in cui lo avevano fatto, Bill non mancava mai di chiederle se poteva, aveva sempre il bisogno di guardare i suoi occhi e leggerci che anche lei lo voleva.

Spinse forte la prima volta, lasciando tutti e due senza fiato per l’improvvisa sensazione di desiderio e di piacere; Fleur inarcò la schiena, portando le mani sopra il petto di Bill, assecondando col bacino le sue spinte. Le spighe di grano le strusciavano fastidiose lungo la parte inferiore della schiena e Bill, rendendosene conto, la sollevò di peso e Fleur si ritrovò a cavalcioni su di lui, col fiato corto e i brividi ovunque.

Ancora due spinte ben assestate e Bill le afferrò con fermezza i fianchi magri.

Ancora una spinta e Fleur si aggrappò alle sue spalle, mordendosi un labbro.

Ancora una e Bill sprofondò il viso in quei capelli d’argento.

Un’altra ancora…

Fleur sussultò, con i battiti del cuore che, raggiunti livelli altissimi, stavano tornando normali; lui l’adagiò nuovamente sul suo maglione ormai stropicciato, respirando a pieni polmoni l’aria della sera. Il cielo era quasi scuro e un leggero vento freddo fece ondeggiare le spighe intorno a loro, come una danza privata, dedicata solo a loro due.

«Adesso non puoi dire che non abbiamo passato un po’ di tempo assieme…» la prese in giro Bill, beccandosi un pugno leggero sul petto.

Fleur si rivestì in fretta e perfettamente (come riuscisse a farlo, nessuno lo sapeva) e impaziente aspettò che anche il suo fidanzato si fosse ricomposto; non era una ragazza che si perdeva troppo in effusioni dopo aver fatto l’amore, secondo lei tutta quella dolcezza che si trasmette con i baci e le carezze stonava troppo col desiderio carnale, con quell’amplesso così coinvolgente  che faceva confondere i sensi.

Insieme tornarono alla Tana, dove sulla porta la signora Weasley li aspettava, un po’ preoccupata.

Prima che fossero abbastanza vicini da essere ben visibili in volto, Bill fermò Fleur, mettendole una mano fra i capelli perfettamente al loro posto.

«Attenta a non lasciare prove visibili in giro o davvero mia madre ti farà dormire con Ginny fino al matrimonio!» fece, togliendole una spiga di grano che si era intrecciata ai capelli argentati.

Fleur gliela strappò di mano e aspettò che Bill si allontanasse da lei per raggiungere a tranquillizzare la signora Weasley.

Se la rigirò tra le mani e con un gesto fulmineo la nascose nella tasca del maglione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Non la sopporto! Bill, non resisto!

**Provo a essere carina, gentile e disponibile, ma lei niente! Mi fa uscire fuori di testa!

***E’ una follia!

 

 

 

 

 

 

Note:

Non so cosa sia, non doveva venire esattamente in questa maniera, ma ci si accontenta.

La prima parte mi piace, la seconda un po’ meno, ma nel complesso è accettabile per cui non lamentiamoci troppo; spero che qualcuno di voi apprezzi, ci tengo a questa coppia, perché credo che Fleur sia un bel personaggio anche se un po’ maltrattato.

Mi farebbe tonto piacere sapere il vostro pensiero, già :)

 

   
 
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