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Autore: Yoshiko    13/10/2010    1 recensioni
"Uno scalpiccio di passi affrettati che si avvicinavano e i due si volsero all’unisono verso l’ingresso in penombra. Una sagoma si stagliò contro la porta, poi piombò a terra come un sacco di patate. La pietra che Tom aveva scagliato rimbalzò sull’impiantito e si fermò in un angolo.
-Che hai fatto?- Evelyn crollò in ginocchio accanto al corpo privo di sensi.
-È Benji!-
-Certo che è Benji!-
-Non l’avevo riconosciuto! Questa me la farà pagare cara! Non mi perdonerà mai!-"
In un mondo virtuale e nelle situazioni più improbabili, un pericoloso inseguimento, un rapimento e una tempesta creeranno situazioni impreviste e imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Virtual Story'
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Jenny era seduta sullo scafo a prua e fissava la distesa del mare senza vederla, gli occhi gonfi, arrossati e pieni di lacrime. Non riusciva a non pensare a quanto si era inutilmente arrabbiata con Philip e a come l’aveva accusato ingiustamente. Indossava ancora i vestiti bagnati della notte precedente che a poco a poco si stavano asciugando al sole. Era lì da più di un’ora e né Tom né Mark né Benji erano riusciti a convincerla a cambiarsi o a mangiare qualcosa.
I tre avevano passato tutta la mattina a rimettere in ordine lo yacht che galleggiava immobile in mezzo al mare, accarezzato da onde che avevano perso tutta la loro energia. Dopo aver valutato i danni causati dalla tempesta, erano riusciti con molta fatica a localizzare la loro posizione. Adesso erano pronti a ripartire.
Chini su una carta geografica srotolata sul tavolo da pranzo a poppa, studiavano con attenzione la costa e le isole più vicine, cercando di capire quale fosse la direzione migliore da prendere.
-La corrente potrebbe averli trascinati ovunque.- disse Mark.
-Non ovunque.- lo incalzò Benji con palese sufficienza -Ma solo nella direzione in cui li ha portati la corrente.-
-E tu saresti in grado di capire dove andava la corrente ieri?-
-Tom, puoi per favore spiegare a questo deficiente che se confrontiamo la nostra posizione di ieri con quella di oggi possiamo capire dove ci ha portati la corrente e dove possono essere stati trascinati Philip ed Evelyn?-
-Tom, puoi per favore ficcare nella zucca di questo imbecille che non è lui il capitano della nave e che quindi non deve darci ordini, ne adesso né mai?-
Tom tirò un profondo respiro.
-Benji, Mark, statemi bene a sentire. Se vogliamo collaborare per ritrovare Evelyn e Philip cambiate subito atteggiamento. Altrimenti vi lascerò a scannarvi finché la corrente non ci riporterà a riva.-
-A me non interessa ritrovare Callaghan.-
-A me sì, Price. Deve pagarmi due giorni pieni di lavoro. Questa è un’operazione di soccorso e se non vuoi partecipare puoi sbarcare alla prossima isola. E adesso cerchiamo di non perderci in chiacchiere, o Philip potrebbe accusarmi di averlo abbandonato e rifiutarsi di sborsare il dovuto.-
Benji sbuffò e impostò il timone nella direzione giusta. Poi, dopo un rapido conciliabolo, digitarono la rotta sul computer di bordo, inserirono il pilota automatico e se ne andarono ciascuno per i fatti propri.
Tom a prepararsi un’abbondante colazione, visto che la sera prima a parte i frutti della passione di Evelyn avevano finito per non cenare; Mark a prendere il sole sulla piattaforma del terzo piano e Benji a consolare Jenny. Saltò sullo scafo di prua e in men che non si dica raggiunse la ragazza.
Tom tornò sopraccoperta qualche istante dopo con un panino infinito tra le mani. Ci aveva ficcato dentro tutto quello che aveva trovato nel frigorifero e le due fette di pane riuscivano a malapena a chiudersi. Volendo scambiare due chiacchiere con qualcuno, raggiunse Mark.
-Price è più insopportabile del solito o sbaglio?- domandò quello, spaparanzato sotto il sole che già picchiava convinto, allungando una mano per afferrare una bottiglietta d’acqua appoggiata nel cono d’ombra della randa.
-Non è intrattabile, è bizzarro.-
-Non lo definirei bizzarro ma rompicoglioni.-
Si tirò su per voltarsi di schiena e lanciò un’occhiata al portiere. Qualcosa nel suo atteggiamento lo spinse a restare a guardare.
-Cosa sta facendo?-
-Qualcuno doveva pure andare a tranquillizzare Jenny.- disse Tom a bocca piena.
Il portiere le stava appiccicato e, mentre li guardava, lo vide cingerle le spalle con un braccio.
-Senza esagerare però.-
-Te l’ho detto che è bizzarro. Pare che gli sia nato un debole per Jenny.-
-In che senso?-
-Il senso non lo so. Evelyn aveva accennato qualcosa ma ieri siamo stati talmente occupati che non ho avuto modo di rifletterci. Però pare che si siano baciati.-
-Benji e Jenny?- esclamò Mark con una smorfia di disgusto -Che coppia male assortita!-
Jenny sembrò essere del suo stesso parere, perché scattò in piedi.
-Ma insomma, che ti prende?-
-In che senso?- lui finse di cadere dalle nuvole ma in realtà era cosciente di ciò che stava facendo e tra l’altro lo divertiva moltissimo -Non mi prende nulla. Sei tu che sei strana.-
-Non sono strana Benji! Sono in ansia per Philip e per Evelyn. Anzi no, sto letteralmente morendo dalla preoccupazione!-
-E a cosa serve preoccuparsi? Stiamo appunto andando a cercarli! Io invece avrei molte idee su come impiegare proficuamente il nostro tempo… Vuoi che te ne esplichi qualcuna?-
Jenny aprì la bocca per replicare ma non riuscì ad articolare neppure una parola. Frustrata dallo sguardo canzonatorio del portiere, rinunciò. Si voltò per sottrarsi alla sua non gradita compagnia e quando si rese conto che Tom e Mark avevano assistito a tutta la scena, raggiunse furibonda le scalette e scese sottocoperta.
Lo yacht procedette a forza di vele lungo la costa. Il motore era al minimo per risparmiare il carburante. L’aveva stabilito Mark dapprincipio in autonomia, mostrando solo in seguito ai compagni sulla cartina geografica che nei paraggi non c’erano porti in cui fare rifornimento. Oltretutto nessuno di loro aveva anche una vaga idea di quanto sarebbero state lunghe le ricerche, meglio andare sul sicuro. Le  motivazioni di Landers erano sembrate subito solide e le avevano approvate all’unanimità tranne Jenny. La ragazza aveva fretta di trovare tracce di Philip e procedere alla velocità di quella leggera brezza non avrebbe accelerato i tempi. Mentre Tom manteneva la rotta costeggiando il litorale e Mark, a prua, gli dava le indicazioni necessarie ad evitare gli scogli. Jenny e Benji, uno a poppa e l’altra a prua, strizzavano gli occhi verso la riva in cerca dei due compagni scomparsi.
-Niente?- gridò Tom dal timone.
-Niente! Qui non ci sono.- rispose Jenny con voce rotta. Le veniva da piangere. Lasciò il suo posto di vedetta e si accostò a Mark -Pensi che li ritroveremo?-
-Certo. Philip aveva il giubbotto di salvataggio.-
Tom allentò la cima, lasciò che la randa si gonfiasse e lo yacht prese velocità, allontanandosi dalla costa dell’isola appena scandagliata per raggiungere quella successiva.

-Giuro che questa non ve la perdono! Farvi corrompere al punto da arrivare a rapirmi!- Amy era fuori di sé -Chi vi ha dato il diritto di immischiarvi nelle questioni tra me e Julian?-
Né Bruce né Holly l’avevano mai vista così. In cima all’altopiano circondato da una pineta, i capelli castani agitati dal vento a svolazzarle intorno al capo come una furia, sullo sfondo del cielo azzurro e del mare blu, il leggero pigiama verde pistacchio composto da una canottiera con le bretelline e dei pantaloncini cortissimi, sembrava avere tutta l’intenzione di prenderli a schiaffi. Sembrava una pazza indemoniata.
Holly si sforzò di riflettere mentre lei continuava a sbraitare come un’ossessa, arrivando alla conclusione che non solo forse la ragazza non aveva tutti i torti, ma anche che qualsiasi tipo di risposta non avrebbe avuto altro risultato se non rinfocolare la sua collera. Così, con gesti calmi e studiati, si filò il giacchetto in cui, da quando il sole era spuntato, aveva cominciato a sudare. -Amy, senti...- tentò, ma lei lo zittì in un decimo di secondo.
-Riportatemi indietro immediatamente!-
-Amy, per favore calmati.- cercò di placarla anche Bruce che francamente s’era stancato di sentirla gridare.
-Ve l’ha detto lui di farlo, vero?-
-Amy…-
-Non ha capito che non voglio più vederlo? Non voglio più avere niente a che fare con lui!- urlò ancora pestando i piedi nudi nella sabbia fino a scavare dei piccoli solchi.
-Amy…-
-Vi siete fatti convincere dalle sue bugie. Ha incantato anche voi e ci siete cascati!-
-Amy insomma basta!- la interruppe Holly a cui tutti quelli strilli stavano cominciando a scatenare un feroce mal di testa -Tra voi c’è stato sicuramente un equivoco e la cosa migliore per chiarirlo è incontrarvi e parlarne.-
-Macché equivoco! E di parlare con lui non ci penso proprio. Riportatemi subito indietro!-
Davanti alla loro impassibilità, Amy si morse un labbro e strinse i pugni. Non volevano riportarla indietro? Ebbene si sarebbe arrangiata da sola. Mentre si guardava intorno in cerca di una via di fuga scorse una barca avvicinarsi alla costa. Dal ponte due minuscole figure si tuffarono in mare e puntarono verso la spiaggia,  avvicinandosi a nuoto. La soluzione si stava avvicinando sotto ai suoi occhi. Reagì così repentinamente da lasciare Holly e Bruce di sasso. Imboccò il declivio della collina correndo leggera a tutta la velocità che la sabbia le permetteva. Gli occupanti dell’imbarcazione avrebbero dovuto soccorrerla per forza.
-Aiuto! Aiuto!- gridò verso di loro -Sono stata rapita! Aiutatemi!-
Bruce e Holly, ancora in cima alla duna, si guardarono sgomenti.
-Porca miseria, Amy ci farà arrestare!-
Harper imboccò a perdifiato la discesa.
-Amy! Zitta per carità! Non ti far sentire!- ma lei continuava a gridare, così pensò fosse il caso di rivolgersi alle due figure grondanti che emergevano dall’acqua -Non è vero! Non abbiamo rapito nessuno! Lei è una nostra amica!-
Jenny e Mark si fermarono gocciolanti sul bagnasciuga ad osservare Amy che correva verso di loro chiedendo aiuto e Holly e Bruce rincorrerla come matti. La ragazza si fermò di colpo. Smise di gridare e fissò i due in costume, zuppi d’acqua.
-Ah, siete voi.- la sua speranza si sgonfiò come un palloncino bucato.
-Ah, sei tu.- rispose Jenny con lo stesso tono deluso -Sei stata rapita?- domandò po’ scettica, mentre Holly e Bruce arrivavano di corsa, sollevando nugoli di sabbia.
Si guardarono tutti, con un sacco di cose da dirsi. Le esperienze appena vissute erano talmente numerose e varie che Jenny riuscì facilmente a prendere la parola prima di tutti.
-Amy, Holly, Bruce.- salutò piatta -Mica avete visto Philip ed Evelyn, da qualche parte?-
L’espressione di Harper si fece tesa.
-Evelyn? Perché Evelyn?-
-È finita in mare ieri sera, durante la tempesta.-
Bruce non capì.
-Impossibile. Quando ieri mattina sono uscito Evelyn era a casa davanti al pc.-
-Ti sbagli. Era con me sullo yacht.-
-Assurdo.-
Jenny fece spallucce. Se voleva pensarla così, peggio per lui. Ora che aveva scoperto che nella ricerca del fidanzato gli amici non le sarebbero stati d’aiuto, ebbe fretta di proseguire. Si volse verso Mark.
-Loro non sanno nulla, è inutile continuare a perdere tempo qui.-
Alle sue spalle lo yacht si era avvicinato alla spiaggia e adesso galleggiava placido in acque basse. Benji si sporgeva curioso dalla murata, i gomiti appoggiati sulla ringhiera.
-Abbiamo ospiti?-
-Certo!- si autoinvitò Amy entrando in acqua con i piedi nudi.
Jenny, sul punto di tuffarsi, si volse a guardarla.
-Vuoi venire con noi?- non le dispiaceva un po’ di compagnia femminile, soprattutto adesso che si avvicinava l’ora di pranzo e i tre maschi con cui divideva la traversata avrebbero richiesto ingenti quantità di cibo per placare i morsi della fame.
-Amy, veramente noi dovremmo andare a...- tentò di intromettersi Holly e lei lo liquidò con un gesto della mano.
-Esatto Holly. Voi. Voi due. Non noi.- disse gelida -Voi avete fatto già abbastanza. Ciao ciao!- e si tuffò per raggiungere a nuoto lo yacht.
Mark osservò curioso le espressioni un po’ spaesate dei compagni. Non aveva capito un accidente di ciò che era successo e neppure cosa ci facessero in quell’isola deserta insieme ad Amy. Però gli sembrava brutto lasciarli a riva, tanto più che se avessero trovato un luogo per fare rifornimento, avrebbero potuto contribuire alla spesa  del carburante.
-C’è ancora posto sullo yacht se vi interessa.-
-Andiamo con loro, Holly. È quasi ora di pranzo e qui intorno non c’è niente.-
Hutton valutò la proposta.
-Dobbiamo tuffarci?-
-Non credo che Tom si possa avvicinare più di così o rischiamo di arenarci. Se la chiglia si graffia, Callaghan mi strozza.-
-Non abbiamo un cambio con noi.-
-Non è un problema. Una volta a bordo potete mettervi i vestiti di Philip finché i vostri non si saranno asciugati.- propose volentieri visto che gli abiti che aveva così gentilmente offerto non erano i suoi.
Pochi minuti dopo Bruce emergeva dalle onde aggrappandosi alla scaletta di metallo fissata su una fiancata dello yacht. Avanzò sul ponte gocciolante e vide Jenny uscire all’esterno dalle cabine passandosi un asciugamano sulla pelle bagnata.
-Che c’è per pranzo?-
Lei lo guardò.
-Niente.-
Lo stomaco di Bruce rispose brontolando. Tom inserì il pilota automatico e si alzò dal timone.
-Dobbiamo assolutamente inventarci qualcosa.- si guardò intorno -Servirebbe un supermercato.- -È pieno di supermercati, in mezzo all’oceano.- lo schernì Benji.
-Certo la materia prima non manca.- rifletté Holly vedendo dei pescetti saltellare più in là sulle onde.
-Non abbiamo le attrezzature.- riferì Mark appoggiato alla ringhiera, i pettorali al godersi il sole mentre la sua pelle si asciugava -Philip è stato chiaro, di non essere in vacanza, e per ribadirlo ha lasciato alla base canne da pesca, ami e tutto il resto.-
-Bravo Callaghan.- ironizzò Benji -Dobbiamo proprio ringraziarlo, se lo ritroviamo.-
Mark si sentì rimescolare, perché non era rispettoso parlare così di persone forse morte e comunque di sicuro scomparse. Jenny fu dello stesso avviso, forse ancor più amareggiata di lui delle parole del portiere.
-Sparagli, ai pesci. Magari riesci a prenderne qualcuno.-
Lui si volse di scatto a guardarla, gli occhi che lampeggiavano. Il silenzio sullo yacht fu immediato, interrotto solo dallo sciabordio delle onde lungo le fiancate. La contrarietà del portiere durò un secondo, poi il suo volto si distese in un sorriso ammirato. Fece qualche passo verso di lei.
-Hai mai pensato di mollare Callaghan?-
-Benji, ci sposiamo il mese prossimo.-
Lui sospirò.
-Ti renderai conto dell’errore che stai per commettere prima che sia troppo tardi?- domandò prendendole una mano.
-Io comunque ho sempre fame. Possiamo lasciare le proposte romantiche per dopo?-
Jenny fu perfettamente d’accordo e lo aveva ribadito già un istante prima, sfilando la mano da quella del ragazzo e facendo un passo indietro per sottrarsi al suo interesse.
-Bruce sono appena le undici, non puoi cominciare a scassare già da ora.-
-Holly, sai perfettamente che abbiamo saltato la colazione!-
-Allora adesso che si fa?- domandò Amy riemergendo dalle scalette ricoperta fin quasi alle ginocchia da una maglietta verde scuro che le stava enorme.
-Che ti sei messa addosso?- le chiese Mark sgomento.
-L’unica cosa pulita che fosse di mio gusto.-
-Se tu indossi i miei vestiti, io poi che metto?-
-Tranquillo Mark, appena ritroveremo Philip ed Evelyn ci fermeremo a questo famoso supermercato dell’oceano così Amy potrà compare qualcosa di adatto da indossare.- Holly si avvicinò alla ragazza, ancora tutto gocciolante -Dov’è che sono gli abiti puliti?-
Lei fece per parlare ma Mark la precedette.
-Te li mostro io, Holly!- e lo introdusse sotto coperta, fino alla cabina del compagno disperso.

A Philip non sarebbe piaciuto sapere che le cime della randa e del fiocco erano state utilizzate come stendino e che lo yacht era pressoché fermo a poche decine di metri dalla riva, cullato dal vento che il pigiama di Amy, gli abiti di Holly e quelli di Bruce, riuscivano a catturare. Visto che c’erano, ne avevano approfittato per fare un bucato, perché neppure Benji, Tom e Jenny avevano un cambio da poter indossare. Era quindi un curioso spettacolo, quello yacht extra lusso bardato di calzini, canottiere, camicie, pantaloni, magliette, gonne e pantaloncini che come tante bandiere colorate, sventolavano alla brezza sotto un sole che stava rapidamente asciugando ogni fibra di stoffa. Mark scosse la testa. A Philip quello spettacolo non sarebbe piaciuto per niente e quindi sperava, se proprio dovevano trovarlo, che ciò accadesse in serata, quando i loro abiti fossero stati ormai ammainati.
Seguì con gli occhi le scie schiumose lasciate da Holly e Jenny che nuotavano verso l’imbarcazione. Jenny arrivò sul ponte per prima, affaticata, perché era già la quarta isola che perlustrava. Mark si chiedeva quanto ancora avrebbe retto.
Holly arrivò subito dopo di lei.
-Allora?- domandò Mark.
-Niente.-
Fu Holly a rispondergli perché Jenny, sempre più abbattuta dello sconfortante esito delle ricerche, gocciolando scie di acqua marina lungo tutto il ponte, si abbarbicò sulla torretta e rimase a scrutare il mare in solitudine.
Benji la seguì con lo sguardo, poi aumentò la velocità per allontanarsi dall’ennesima isola su cui non avevano trovato traccia né di Philip, né di Evelyn.
Holly raggiunse il tavolo di poppa e si versò un bicchiere d’acqua. Tom era lì e russava piano riverso sul ripiano, la guancia poggiata sulla cartina geografica. Non ebbe il coraggio di svegliarlo e lo lasciò così per raggiungere Bruce.
Harper da parte sua, era talmente e profondamente preoccupato per la sorte di Evelyn che aveva rovistato nella stiva, aveva trovato un costume da bagno, si era cosparso di crema solare e, sdraiato sul ponte, aveva aperto una rivista di parole crociate trovata in cucina, con un bicchiere di succo di frutta ghiacciato posato accanto tra le gomene. Si distraeva così, per non affliggersi sulla sorte della fidanzata.
Amy era seduta a prua a pensare ai fatti propri. Si stringeva le ginocchia al petto e, in quella posizione accoccolata, quando il vento smuoveva la maglia di Mark, l’intera popolazione maschile della barca poteva osservare indisturbata l’elastico laterale delle mutandine. Finora però lo aveva notato solo Bruce.
Benji accostò lo yacht all’isola successiva, Jenny scese dal suo rifugio e si accostò alla murata, già pronta a tuffarsi tra le onde per raggiungere la riva e proseguire le ricerche. Quando il ronzio del motore diminuì e lo yacht si fermò, la giovane era ancora sola accanto alla balaustra e fissava i compagni, incerta e stupita.
-Stavolta nessuno viene con me? Bruce, non sei preoccupato per Evelyn?-
-Preoccupatissimo.- replicò il ragazzo, la penna pensierosamente ficcata tra i denti, bloccato su una definizione che gli precludeva la conclusione del cruciverba.
-Stai pure comodo Harper.- il portiere bloccò il timone e alzò -Vado io con Jenny.-
-Grazie Benji, ma ci ho ripensato. Stavolta credo che me la caverò meglio da sola!- e si tuffò lasciandolo lì.
-Se non lo hai capito, le tue attenzioni non sono gradite, Price.- gli fece presente Mark.
-Che attenzioni?- domandò Bruce senza curiosità. Voleva mostrarsi coinvolto ma in realtà non stava ascoltando un fico secco.
-Allora vai tu con lei, Landers? O pensi che sia più sicuro lasciarla a scorrazzare da sola, senza sapere chi o cosa potrebbe trovarvi?-
Mentre lontano la figurina di Jenny si avventurava solitaria sulla spiaggia, Benji, sentendosi al cento per cento dalla parte della ragione, si arrampicò agilmente sulla balaustra e si tuffò in acqua.
-In cucina ho trovato dell’insalata, delle patate e del formaggio in quantità sufficienti a sfamarci. Che ne dite se intanto preparassimo qualcosa da mangiare?- domandò Holly affacciandosi dalle scalette.
Bruce scattò in piedi.
-Finalmente una proposta sensata!-
-Ragazzi! Qualcosa non va!- esclamò Tom.
Svegliato dalle chiacchiere dei compagni, era andato a controllare il quadro comandi e gli era preso un colpo. Indicò frustrato e preoccupato il display, che lampeggiava di rosso con un’allarmante scritta WARNING in blu elettrico. Oltre ad essere una violenza cromatica per gli occhi, quella reazione del computer di bordo gli sembrò molto, molto inquietante.
   
 
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