Serie TV > Bones
Ricorda la storia  |       
Autore: Kiki May    13/10/2010    2 recensioni
[Crossover BTVS/BONES]
“… il vicecapo Summers, del dipartimento di Washington. L’indagine le appartiene. Mi aspetto la massima collaborazione e disponibilità. Dobbiamo catturare uno psicopatico che ha a carico tre omicidi accertati.”
Un pericoloso serial killer è tornato a colpire. Buffy e Brennan svolgeranno l'indagine nel tentativo di assicurare il criminale alla giustizia. La collaborazione le porterà ad aprirsi l'una con l'altra e a prendere importanti decisioni sul piano personale.
Buffyverse: AU [Buffy & Spike]; BONESverse: Inizio Sesta Stagione [Brennan & Booth]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Temperance Brennan
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve, cari lettori.
Da tempo desideravo scrivere una storia del genere, un crossover BTVS/BONES. In particolare, l'idea della fanfiction nasce a seguito della lettura delle riflessioni sulla giustizia in BONES. Il miei quattro neuroni ancora funzionanti hanno cominciato a correre nella ruota ed è venuta fuori questa cosa.
La fiction si comporrà di 5/6 parti.

Per quanto riguarda la linea temporale: Questa storia è collocabile in un inizio AU della 6° stagione di BONES. Per intenderci, Booth è stato in Afghanistan ma non ha incontrato mai Hannah, né ha intrapreso una relazione con lei. Brennan è tornata a lavorare al Jeffersonian senza il suo aiuto perchè il nostro eroe è murato a casa da un permesso temporaneo e da una ferita di guerra. Per quanto riguarda il Whedonverse: tutto AU.

Il rating è giallo.
I pairings sono Booth & Brennan; Spike & Buffy.

Ho messo l'avvertimento Spoiler! per puro scrupolo, in realtà, non verrà fatta menzione significativa ai fatti delle prime puntate della 6° stagione. Eventualmente, l'avvertimento sarà rimosso.

Disclaimer: I personaggi non mi appartengono. Li uso per puro imbizzarrimento fangirlistico e perchè ho l'influenza. çOç

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

L’uomo uccide per nutrirsi, uccide per vestirsi, uccide per ornarsi, uccide per attaccare, uccide per difendersi, uccide per istruirsi, uccide per uccidere.

De Maistre

 

 

 

 

The Ground Beneath Her Feet

 

 

 

 

1. Ifigenia

 

 

 
È dolce veder la luce; e tu non mi costringere
a veder quello che sotterra giace.

Ifigenia in Aulide. Euripide

 

 

 

 


Il telefono tra le mani era solido e tiepido, coperto di sudore. Buffy lo stringeva forte, quasi in preda agli spasmi di una febbre improvvisa.
La televisione continuava a trasmettere un notiziario che avrebbe dovuto interessarla. Nelle orecchie, però, echeggiava solo un ronzio lontano, continuo e fastidioso. Le immagini sembravano distorte, rallentate, incomprensibili. Un alone di luce oscurava ogni cosa, ferendo gli occhi aperti e fissi della giovane donna.
Fece per posare l’apparecchio nella custodia, quando un capogiro la sorprese. Si sostenne appoggiandosi al divano, respirando con calma. Le servirono un paio di minuti per tranquillizzarsi. Rassicurata, si alzò nuovamente e, di corsa, si diresse al bagno. A vomitare l’anima.
Il cellulare aveva cominciato a squillare, vibrando sulla superficie del comodino in camera da letto. Ingoiando, con la gola riarsa dallo sforzo, si rannicchiò contro il water per un minuto. Stretta stretta, come una bambina.
Infine, chiamò a raccolta tutte le energie.
Si precipitò a rispondere.

 


La scena del crimine era stata sigillata prima del suo arrivo.
La polizia locale allontanava file di curiosi, spingendoli dietro transenne immaginarie fatte di braccia e toraci. Dal fondo della strada provenivano i rumori delle ambulanze, il suono delle sirene spiegate. Non si riusciva a comprendere quasi nulla.
“ … e quando l’hanno trovata?” urlò Buffy all’ufficiale che la scortava.
L’asfalto scivoloso rendeva goffi i movimenti e rallentava l’andatura.
“Un paio d’ore fa. La chiamata era anonima, non siamo riusciti a capire da dove provenisse.”
“Una donna anziana?”
“Esatto.”
Buffy si fece largo nella folla, superando poliziotti e assistenti della scientifica. Giunse sul luogo del ritrovamento e fece una smorfia per il cattivo odore che impregnava l’aria. Tre cassonetti stracolmi di rifiuti erano stati gettati al suolo. Nel cumulo immondo di sporcizia, giaceva il corpo senza vita di una ragazza, nudo ed esposto.
Lo fissò senza emozione, cercando di imprimere nella mente ogni minimo dettaglio, dalla postura del cadavere all’ambiente circostante.
“Grazie, capitano. Avremo bisogno dei vostri uomini per qualche ora, il tempo di organizzarci col trasporto del cadavere e il rilevamento degli indizi.”
“Non si preoccupi. Terremo a bada questo macello. Piuttosto, sa dirmi se anche questa è opera sua?”
Buffy scosse il capo, stringendosi al cappotto.
“Prima di darle risposte, vado a sentire i miei collaboratori.” concesse soltanto, allontanandosi.
Una testa rossa brillava nella penombra del vicolo, china sul cadavere martoriato della giovane ritrovata.
“Will, che abbiamo?” esclamò Buffy, attenta a non avvicinarsi troppo.
Aveva messo, inavvertitamente, un paio di scarpe a cui teneva molto. Non avrebbe voluto macchiarle con sangue e schifezze assortite.
“Giovane donna sulla ventina. Segni di catene sui polsi e sulle caviglie, qualche abrasione, contusioni sparse. È stata abbandonata intorno alle prime luci dell’alba. Pare che non ci siano testimoni. In mezzo ai rifiuti, nessuno sembra essersi accorto del cadavere. Solito modus operandi: l’ha tenuta segregata per un po’ e poi l’ha uccisa, spezzandole il collo. Nessun segno di violenza sessuale. Almeno … ad una prima visione superficiale. La ragazza è bionda.” concluse Willow Rosemberg, voltandosi in direzione della collega.
Buffy roteò gli occhi e strinse le labbra.
“Pare che sia tornato a colpire.” borbottò mesta.
“Non ne sei convinta?”
“Assolutamente! È lui. Il maledetto ha deciso di dare il suo contributo alla mia felicità odierna. Pessima giornata. Iniziata di merda, rimasta nella merda.”
Willow si fece avanti, gettando al vento i guanti sterili usati. Assieme a Buffy, si diresse alla prima automobile disponibile.
“Che è successo?” domandò, scrollandosi di dosso le gocce di pioggia che le inumidivano il cappotto.
“Niente.” cercò di lasciar correre la collega, gesticolando vaga.
“Sei arrabbiata perché questo caso verrà affidato agli strizzaossa del Jeffersonian?”
“Sì … no … non è quello. Ho raggiunto un accordo con Giles. Gli strizzaossa ci servono, altrimenti non troveremo il bastardo neanche tra cent’anni. Il caso, però, rimarrà sotto la mia supervisione.”
“Whoa! Lavorerai con quelle attrezzature e con quel personale?!”
“Eh.”
Willow si parò di fianco all’amica, prendendola per le braccia, scuotendola come una bambola rotta. Lei roteò gli occhi, fintamente svenevole, sospirando rassegnata.
“Voglio dire: ma tu ti rendi conto? Conoscerai Temperance Brennan!”
“Temperance chi?”
“Un’antropologa di fama mondiale. La migliore che … senti, quella donna è un mito. Ho letto alcune delle sue ricerche e devo dire che, anche se non sono ferratissima nel campo dell’antropologia forense, lei mi sembra un autentico genio. Sei fortunatissima!”
Tu sei fortunatissima. Non preoccuparti che te la presento questa Turbolence cosa …”
“Temperance.”
“Quello che ho detto! Adesso, devo andare da Giles. Rapporto, rapporto, rapporto e, poi, presentazione agli strizzaossa.”
Con uno starnuto, Buffy si diresse all’auto.

 


“Abbiamo ottenuto un accordo importante. Ho parlato con Hacker e lui è disposto a …”
“… concedere la piena collaborazione delle forze in campo.” ripeté Buffy, con voce infantile e lamentosa.
Rupert Giles si fermò al centro dell’ufficio.
Portò le braccia ai fianchi e tolse gli occhiali, per dedicarsi ad una pulizia sommaria delle lenti. Un gesto che, da sempre, gli concedeva qualche secondo per frenare l’arrabbiatura e riflettere, distendere i nervi.
“Abbiamo a che fare con un serial killer, è troppo chiederti un poco di serietà? Sai anche tu come funzionano queste attribuzioni di competenza. La situazione è talmente delicata che il tuo cattivo umore dovrà essere tenuto a bada. Per giorni. Sino a quando non arriveremo a prendere il Cacciatore.”
Buffy si portò una mano ai capelli e chinò il capo, simulando dispiacere.
“So perfettamente come funziona, Giles. È tutto questo parlare e fare rapporto e rendere conto degli sviluppi ad ogni cazzata che mi dà sui nervi! Sono abituata a … rilassare certe regole. Mi serve a concludere l’indagine.”
“Che adesso dovrai chiudere attenendoti rigorosamente alla procedura. La posta in gioco è troppo alta. Anche il Texas entra nelle questioni di giurisdizione.”
“Lo so.”
“Il caso deve rimanere qui, Buffy.”
“Lo. So.”
Le porte dell’ufficio si spalancarono e fecero il loro ingresso il procuratore Caroline Julian e Andrew Hacker. Il vicedirettore del FBI strinse la mano a Buffy, sorridendo mellifluo.
Lei intercettò l’occhiata sarcastica della Julian e la ricambiò, aggrottando le sopracciglia.
“Vicecapo Summers! È un onore per l’FBI collaborare con lei! Siamo coscienti dei successi delle sue indagini. In assenza del nostro Seeley Booth, lei sembra essere una più che valida sostituta.”
“Non sono la sostituta di nessuno. Il caso è mio. Stavolta, grazie alla gentile collaborazione offerta, riuscirò a sbattere le chiappe del Cacciatore in galera e definitivamente.”
“Questo è l’atteggiamento giusto, biondina.” s’intromise la Julian, poggiando una pila di documenti sulla scrivania di Giles che, pronto, riprese occhiali e pezzuola. “Voglio aggiornamenti puntuali, niente sbavature nelle indagini, piste pulite e un mare di prove tali da sopravvivere a tutte le giurie e le revisioni di questo mondo.”
“Sono qui per garantirgliele, signora.”
“Eh, sì … andiamo a conoscere il resto della squadra, zucchero.”

 


I corridoi del Jeffersonian erano immensi, illuminati dai neon e puliti oltre ogni umana comprensione.
Percorrendoli, Buffy si trovò a ripensare ai primi distretti dove aveva prestato servizio, alla minuscola stanzetta degli interrogatori in centrale e, soprattutto, alla nuova sede della Polizia di Stato che non sarebbe mai stata ultimata. Il mondo era un covo di ingiustizie e trattamenti impari.
Marciò impettita, raggiungendo la sala principale, dove avveniva l’esame dei resti umani. Ad attenderla, un ristretto gruppo di uomini e donne. La squadra della Brennan.
“Eccoci qui, signori e signore.” annunciò il procuratore a gran voce. “Immagino che avrete sentito parlare del ritrovamento del cadavere di qualche ora fa. Supponiamo che il responsabile dell’omicidio sia il Cacciatore, il noto serial killer. Questa signorina qui …” Buffy fece un passo in avanti. “… È il vicecapo Summers, del dipartimento di Washington. L’indagine le appartiene. Mi aspetto la massima collaborazione e disponibilità. Dobbiamo catturare uno psicopatico che ha a carico tre omicidi accertati.”
“Io lavoro con le ossa!”
L’obiezione venne mossa da una giovane donna altissima e molto bella.
Vedendola avvicinarsi, Buffy si sentì pervadere da una specie di complesso di inferiorità per la sua bassezza, una sensazione che non provava dai tempi delle medie. Spalancò gli occhi, impressionata.
“Io lavoro con le ossa.” ripeté, secca, la dottoressa Brennan. “Da quello che ho potuto sentire, si tratta del ritrovamento di un cadavere integro, in perfetto stato per un’autopsia. Anche le precedenti vittime di questo Cacciatore non sono scheletri.”
“Dolcezza,” puntualizzò la Julian. “Questo caso ti tocca. Le precedenti vittime staranno perdendo peso e, se servirà fare un’autopsia qui, la faremo. C’è una prima volta per tutto.”
“Inoltre …” s’intromise Buffy, arrossendo impercettibilmente. “Inoltre.” ribadì, riacquistando presenza di spirito e inflessibilità. “Abbiamo due scheletri che risalgono a sei anni fa. La firma pare essere quella del Cacciatore, ma questo ce lo dovrete confermare voi. Il vostro contributo nell’analisi dei resti sarà fondamentale per scovare e assicurare alla giustizia un pericoloso criminale.”
“Certamente.” replicò una collaboratrice dell’antropologa forense.
Buffy le fece un cenno di gratitudine.
“Perché questo caso è così importante? Perché dobbiamo occuparcene noi? Non sono abituata a …” continuò la Brennan, quasi infastidita.
“E dovrai adeguarti, invece.” interruppe il procuratore. “A breve arriveranno documenti, rapporti, cadaveri e ossa. Voglio chiudere questo caso una volta per tutte.”
Buffy rimase sola con la squadra della Brennan.
Imbarazzata, cominciò con le presentazioni.

 


“Permesso?”
L’ufficio di Temperance Brennan era la cosa più bella – spaziosa e pulita – che Buffy avesse mai visto in vita sua.
Si sporse col capo, cercando di inquadrare ogni piccolo dettaglio. Dall’arredamento squisito ai particolari di design. Ancora una volta, la mente fu costretta a tornare al pensiero della futura sede delle indagini, destinata a rimanere immaginaria.
“Avanti. Stavo leggendo alcuni rapporti in attesa che arrivassero i resti.” fece Brennan , allontanando lo sguardo dal computer acceso.
Buffy si sedette e prese la mano della dottoressa, stringendola cordialmente.
“Non ci siamo ancora salutate come conviene. Buffy Summers, vicecapo del dipartimento di polizia di Washington.”
“Temperance Brennan, migliore antropologa forense che avrà modo di incontrare nel corso della sua carriera.”
Buffy rise, rallegrata da quella che credeva essere una prova di umorismo da parte della dottoressa.
“Non so perché lei rida. Non era una battuta, ma una constatazione oggettiva.”
Buffy tacque immediatamente e portò le mani alle ginocchia, mordendosi le labbra.
“Pensavo che …”
“I miei modi diretti tendono a spiazzare la gente. Questa, almeno, è la tesi di Booth.”
“Booth?”
Ignorando completamente la domanda, Brennan mostrò a Buffy la schermata del computer.
“Stavo guardando il rapporto riguardante il penultimo cadavere. Questo assassino imprigiona le vittime, le immobilizza con le catene e spezza loro l’osso del collo.”
“È esatto. Tutte le vittime sono giovani donne, dai diciotto ai venticinque anni, bionde. L’assassino le rapisce, le tiene imprigionate per qualche mese e, poi, ne fa ritrovare il cadavere. Di solito è la voce di una donna ad avvertire la polizia del ritrovamento.”
“Non è la donna il serial killer?”
“No. La donna sembra molto anziana. Le ossa del collo risultano spezzate con forza, manualmente. Dobbiamo cercare un uomo adulto, capace fisicamente di compiere una tale violenza.”
“Capisco. Esaminerò personalmente i resti per precisare le modalità degli omicidi.”
“La ringrazio.”
Buffy strinse il tessuto dei jeans, pensosa.
Volgendo lo sguardo alla dottoressa Brennan, fece caso agli orecchini che portava. Pendenti etnici in pietra verde, bellissimi e rari.
Si sentì in dovere di aggiungere altre informazioni al caso.
“Sulle donne … sui cadaveri non rimangono tracce che possano condurci al luogo dove il criminale tiene prigioniere le sue vittime. Pensiamo che per tutte sia lo stesso posto, ma non sapremmo come trovarlo.”
“Hodgins è molto utile in queste situazioni. Coi mezzi di cui disponete alla polizia sareste capaci di fare un’analisi più dettagliata?”
Ecco …”
“Anche questa è una constatazione oggettiva.”
“Certo.”
Silenzio di tomba.
Dal corridoio provenivano le voci degli addetti dal trasporto dei resti.
“Oh! Devono essere arrivati!”
“Sì!”
“Andiamo!”
“Assolutamente!”
Imbarazzate, Buffy e Brennan si diressero alla porta.
La dottoressa dovette fermarsi per una precisazione.
“Senta, vicecapo Summers ...”
“Mi dica.”
“Non sono abituata alla collaborazione con altri agenti di polizia. Da anni lavoro in coppia col mio partner, Seeley Booth. Entrambi siamo riusciti a ricreare quell’intesa che, in natura, serve a due organismi per portare a termine il medesimo compito. Onestamente, dubito che con lei si riproporranno le stesse condizioni. Cionondimeno, assicurerò la piena disponibilità delle mie competenze.”
“Ahem … sì! Cioè … capisco. È normale.”
“Non perché lei non mi sia simpatica! In realtà, non la conosco assolutamente.” precisò la dottoressa Brennan, assolutamente candida.
Buffy si passò una mano tra i capelli.
“Il caso era mio e … ho già sentito parlare di questo Booth. Non voglio calpestare i piedi a nessuno, mi creda. Non è mia intenzione.”
“Booth è a casa sua, disteso a letto, reduce da un’operazione al ginocchio. È appena tornato dall’Afghanistan e ha ottenuto un mese di permesso. Non vedo come potrebbe calpestargli i piedi.”
Certo. Intendevo … non cercherò di ricreare nulla di quello che avevate lei e il suo fidanzato …”
“Booth non è il mio fidanzato.”
Disorientata e a corto di argomenti, Buffy decise di troncare la conversazione.
“Forse è meglio dedicarci alle vittime.”
“La seguo.”

 


“Si chiamava Sarah Newman, ventiquattro anni. Impiegata in un negozio di fiori, stava organizzando il suo matrimonio, che si sarebbe dovuto celebrare a giugno. Scomparsa da due mesi, è l’ultima vittima del Cacciatore.”
Buffy poggiò i palmi distesi sul tavolo dell’autopsia, dove il cadavere pallidissimo e gonfio della ragazza giaceva come addormentato.
“Come potete vedere, la firma è chiara e riconoscibile.”
“C’è stata anche la telefonata della donna?” s’informò Hodgins, interessato.
“Sì. Tutto come da copione.”
“Bene, cercherò di rilevare ogni residuo che possa dirci dove la vittima è stata tenuta prima dell’omicidio.”
“Le pulisce per bene, lava anche le …”
“Non si preoccupi. Per quanto la pulizia possa essere coscienziosa, nulla sfugge all’occhio del Re del Laboratorio.”
Angela sorrise maliziosa, schiaffeggiando debolmente la spalla del marito.
“Dice sempre così e ha ragione. Non si preoccupi, vicecapo Summers.”
“Grazie.”
“Ossa? Per me?”intervenne Brennan.
C’era, negli atteggiamenti della dottoressa, una tale mancanza di malizia, una spontaneità, che non smetteva di sorprendere Buffy, abituata ad avere a che fare coi mentitori più incalliti.
Il vicecapo procedette ed indicò le generalità dei due scheletri sui tavoli da esame.
“Perfetto. Posso cominciare a lavorare. La informerò degli sviluppi, dottoressa Summers.”
“Mi tenga aggiornata. Torno in centrale a scandagliare la vita privata delle vittime, nella speranza di incappare in qualcosa di significativo.”
“Buon lavoro.”
“A voi.”
Non appena Buffy fu abbastanza lontana da non sentire, Hodgins s’avvicinò al resto del gruppo, ad Angela in particolare.
“Quella lì era Buffy Summers!”
“Quindi?” domandò incuriosito Wendell, preparando alcuni campioni da analizzare.
“Io … ma non leggete i giornali?! È famosa per alcune inchieste e ha anche distrutto la carriera al senatore Wilkins, rendendo pubblici certi suoi affari loschi …”
“E per questo è una donna degna di ammirazione!” scherzò Angela, divertita.
“Altroché! Dovreste ricordare un episodio di cronaca che la rese celebre e sbatté la sua faccia su tutti i notiziari. La Summers aveva appena sedici anni. Venne rapita da un pazzo fanatico, pseudo emulo di Charles Manson, che si faceva chiamare ‘Il Maestro’. Riuscì a fuggire e a liberare altre ragazzine come lei. In seguito, si scoprì che era stata proprio Buffy a pugnalare a morte Il Maestro, dando agli ostaggi il tempo per scappare.”
“Diamine! E aveva solo sedici anni?”
“Sì. E dovevate vedere la coltellata che ha sferrato! Ho letto delle vecchie testimonianze: un uomo non avrebbe saputo fare di meglio.”
Angela spalancò gli occhi, sorpresa.
“Sembra così minuta, indifesa …”
“L’apparenza inganna. E Buffy da vittima è diventata carnefice, a soli sedici anni.”

 


In macchina, Buffy ebbe un altro capogiro.
Decise di fermarsi a prendere qualcosa da mangiare, perché svenire in centrale non sarebbe stato dignitoso né professionale.
Il telefono squillò ed era Dawn che la rimproverava con un messaggio vuoto, senza testo.
Digitò il numero della sorella, prendendo un grosso respiro.
“Pronto? Dawn?”
“Lavori.”
L’affermazione secca fece serrare gli occhi di Buffy.
Era già arrivata in centrale. Aveva bisogno di tempo per sostenere quella conversazione e non poteva permettersi di perdere neanche un secondo.
“Ascolta …” cominciò, il più conciliante possibile.
“No! Non ti voglio ascoltare! Non ti voglio ascoltare proprio! È la seconda volta che dai buca e mi sono veramente stancata di te e del tuo immenso egocentrismo!”
“Dawn, non ho tempo adesso …”
“Era venuto per noi, Buffy. Era venuto per te. E tu, come sempre, non hai voluto incontrarlo, mettendo in mezzo il tuo stupido lavoro! La tua missione!”
“Non posso parlare. Sono in centrale. Non l’ho fatto di proposito a mancare l’incontro con papà. Forse non avete acceso il televisore, ma il Cacciatore ha colpito ancora.”
“Sì, ripetitelo. Ripetiti che è questione del Cacciatore, dello Squartatore, del Macellaio … ormai sappiamo come sei fatta e neanche stavolta ti sei smentita.”
Buffy strinse le labbra, inviperita.
Avrebbe dovuto mettersi in ginocchio al ritorno a casa, per giustificare un’assenza che non dipendeva da lei.
“Non ho tempo ora. Scusami.” tagliò corto, terminando la telefonata.
Gesto che la sorella le avrebbe fatto pagare a caro prezzo.
Fece per dirigersi in ufficio, quando il cellulare vibrò per la seconda volta. Il messaggio di testo era di Winifred Burkle, nome che terrorizzò e fece impallidire Buffy.
Ripensò al malore del pomeriggio, bloccandosi nel bel mezzo del corridoio.
Scelse di spegnere il cellulare.

 

 

 

 

 

Note Nerd ~


- Ifigenia è un personaggio della mitologia greca. Figlia di Agamennone, è protagonista di una famosa vicenda tragica. Il padre, infatti, deve sacrificarla per consentire alle navi dirette a Troia di partire. Sinteticamente potremmo dire che Ifigenia rappresenta il prototipo della "vittima innocente".

- I capitoli di questa fanfiction saranno intitolati alle eroine del teatro antico greco.

- Il "Pessima giornata. Iniziata di merda, rimasta nella merda.” pronunciato da Buffy è un omaggio ad una bella frase dell'Ottava Stagione di BTVS. L'originale è. "Bad day. Started bad, stayed that way."

- Il titolo della fanfiction è anche il titolo di una famosa canzone degli U2. Bisogna ringraziare Bono.

- Un grazie particolare alla beta Kew che, al termine di ogni capitolo, riceverà un'immagine sempre più ormonosa di Bradley James. ù___ù

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Bones / Vai alla pagina dell'autore: Kiki May