10. Il disgelo
L'inverno stava
finendo.
Fine lo aveva visto
passare dalla finestra della sua camera, chiusa tra i muri del Palazzo Solare,
come la principessa nella sua alta torre.
In quei mesi c'erano state
altre rose di ghiaccio i cui petali non avevano resistito neppure alla luce
fioca dell'alba, proprio come i suoi sogni svanivano allo spuntare del
giorno.
Era stato bello illudersi
o anche solo conoscerlo: ora l'estate scalpitava in lei, era la sua
stagione.
L'inverno stava
finendo.
-Sei certa di poterlo
sopportare?- le chiese Rein. –Che è questo ciò che vuoi?
-Voglio che Wonder
continui a vivere- rispose, abbozzando un sorriso. Sacrificava la sua felicità
all'estate: non era una persona normale, non aveva un'esistenza normale. Quel
gesto le avrebbe impedito per sempre di scordare chi fosse e quale fosse il suo
ruolo.
La gemella la abbracciò
stretta a sé: a giorni sarebbe stato annunciato il suo fidanzamento con Bright,
ma il pensiero della rossa e del suo destino velava di tristezza la felicità
della sorella.
-Lascia perdere
tutto…fuggi con lui- le sussurrò, desiderando con ogni fibra del suo essere che
Fine potesse stare con Shade. Sapeva che era impossibile, ma non sopportava che
l'altra soffrisse.
-Non posso. Sii felice
anche per me, sorellina- replicò, uscendo dalla stanza.
*°*
-Shade, va tutto
bene?
La domanda della regina
Maria distolse il giovane dai suoi foschi pensieri: sentiva l'inverno placarsi
dentro di sé come una belva ammansita che pian piano si addormentava. Ma non si
chetava il sentimento che provava per Fine e che gli distruggeva il
cuore.
La natura si stava
destando, germogli verdi sbucavano dal sottile strato di neve che andava
sciogliendosi velocemente. L'estate era ormai prossima. Ora era lui a doversi
guardare dai poteri di lei.
Gli mancava: in quei mesi
era rimasto attaccato ad un ricordo e ai racconti di Bright, senza avere il
coraggio di rivederla dopo quanto era accaduto.
-Certo,
mamma.
-Sei diverso ultimamente.
Sono mesi che non ti vedo sorridere.
-Non ne ho più motivo-
pensò il figlio. –Non c'è più gioia da quando mi è stato negato
l'amore.
-Hai ragione- disse,
alzandosi e congedandosi con un leggero inchino. Si avviò verso il giardino,
sicuro che a breve avrebbe ricevuto una visita: in qualche modo la loro vicenda
doveva pur concludersi.
Incontrò Milky in un
corridoio: le accarezzò dolcemente una guancia, specchiandosi negli occhi
identici ai suoi, colmi di un'allegria e di una vitalità che lui dubitava d'aver
mai avuto.
-Innamorati della persona
giusta, sorellina, di quella con cui potrai dividere
l'esistenza.
Un passo silenzioso nel bianco chiazzato d'erba verde.
È l'estate a guidare la fine di una danza che l'ha travolta e che non ha evitato, pur conoscendone i rischi.
Il Regno della Luna: fu su
quel suolo che si posarono dolcemente i piedi di Fine.
-Sapevo che saresti
venuta- la accolse la voce del padrone di casa.
Un suono roco, carico di
passione e si una lieve amarezza: anche lui sapeva come doveva finire la
storia.
Semplicemente nel modo
giusto.
E poco importava se il
modo giusto per Wonder non corrispondeva al modo giusto per
loro.
-Grazie per le rose-
esordì la principessa. –Anche se si sono sciolte all'alba come il nostro amore-
aggiunse nella propria mente.
-Tu non credi ci sia una
possibilità?- tentò Shade, affondando nel suo sguardo
cremisi.
-Purtroppo no: tu sei
l'inverno, io sono l'estate. Non possiamo essere altro.
Si avvicinò di alcuni
passi, portandosi di fronte al ragazzo e attirandolo a sé: per un istante fu
tentata dall'idea di fermarsi e vivere quell'amore durato troppo poco. Ma fu
solo un attimo.
Poi non ci fu più niente,
a parte il viso del suo principe; niente da sentire oltre i loro respiri; niente
da percepire se non il freddo del corpo di lui e il calore del sole sui
capelli.
Avevano seguito il cuore e
avrebbero avuto per sempre memoria del loro incontro, di quei pochi minuti
sfumati in un battito d'ali, nel breve volgere di una stagione. M il cuore non
aveva alcuna logica e a volte coinvolgeva la gente in storie che non potevano
avere un lieto fine.
In copioni che non
potevano essere strappati.
-Io ti amo…ti amerò
sempre, ma…- sussurrò, poggiando la fronte sulla sua.
-È l'ora del disgelo-
replicò bruscamente Shade, cercando di nascondere il
dolore.
Fine chiuse gli occhi e lo
baciò, catturò il sole dentro di sé, mentre il giovane faceva altrettanto con la
neve rimasta: era l'unico modo per sopravvivere a quel contatto che sfuggiva
all'ordine naturale delle cose. Rimasero avvinghiati l'uno all'altra, il loro
bacio divenne qualcosa di più ardito, finché ghiaccio e fuoco non furono
insopportabili.
Si separarono a
malincuore, i loro occhi incatenati in un muto legame: la rossa piangeva, non
riusciva a trattenersi; Shade serrava le lacrime dietro quei muri di cobalto.
Tra loro un vuoto che sembrava incolmabile, fatto di rancori, rimpianti e
sofferenza. Di battute ancora da pronunciare, sempre uguali, sempre le stesse.
Non si poteva cambiare la storia: per quanti sforzi avessero fatto, lei li aveva
riportati sui suoi binari, manovrandoli come marionette.
-Addio, Shade- lo
salutò.
-Non ti dimenticherò mai,
Fine- concluse il principe, guardandola per l'ultima
volta.
*°*
La danza è giunta al termine e si è rivelata un ballo triste e malinconico, come le foglie che cadono dagli alberi.
Inverno ed estate tornano a danzare da soli, lontani l'uno dall'altra, serbando nel profondo il ricordo del loro unico incontro e amandosi per l'eternità.
In mezzo alla neve e al gelo invernale è sbocciato un fiore dai petali rossi, che sopravvive ai sei mesi in cui il freddo regna sul mondo.
Durante la torrida estate, una pozzanghera ghiacciata mantiene la sua superficie di glaciale cristallo e non si scioglie sotto il sole cocente.
La danza delle stagioni continua, ma qualcosa di lieve e quasi impercettibile è mutato grazie all'amore di due ragazzi. Forse, un giorno, qualcuno sarà davvero in grado di scrivere un nuovo capitolo.
Forse verrà un tempo in cui estate ed inverno si incontreranno ancora.
E potranno stare insieme per sempre.
FINE