Ricorda: per non dimenticare.
† Nobu.
Avrebbe dovuto arrendersi, questo era certo, lottare per qualcosa di perduto era il più grande sbaglio che si potesse fare nella vita.
Nobu sapeva di dover cercare la propria felicità altrove ma ogni volta la rivedeva negli occhi di Hachi, quasi fossero due poli attratti l'uno dall'altra.
«Perdonami», mormorò, scusandosi più volte, quando senza controllarsi l'aveva abbracciata. Si aspettava una ramanzina – il fatto che fosse sposata, felicemente o meno, sarebbe dovuto servire da monito –, invece Hachi lo strinse ancor di più a sé.
«Un po' più forte», bisbigliò.
Nobu annuì, ignorando il fatto che stesse piangendo tra le sue braccia – felicità, gioia, dolore, rassegnazione? Chi poteva dirlo, chi mai poteva arrogarsi tale diritto?
Era inevitabile, poi, che quell'urto tra i loro corpi non si sarebbe sciolto così facilmente. Nobu non le chiese nulla, sentì solamente le labbra di Hachi sulle proprie e piano, profondamente, in silenzio si lasciarono cadere a terra.
Avrebbe dovuto arrendersi, questo era certo, lottare per qualcosa di perduto era il più grande sbaglio che si potesse fare nella vita. Forse, però, non aveva considerato un dettaglio importante: arrendersi e smettere di lottare per qualcosa di perduto era fuori discussione, se si ritrovava sempre.
Era proprio così: Nobu ed Hachi, volenti o meno, si ritrovavano continuamente. E, quando si lasciavano, era solo ed unicamente per sciogliersi in un abbraccio.
*
Sette anni dopo Nobu ed Hachi, questa è la mia fantasia malata XD – che posso farci, li voglio insieme *o*.
La raccolta si conclude qui, grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito, messo nelle preferite/seguite/ricordate <3.
Vi aspetto all'ultimo capitolo della long: “E' come il battito d'ali di una farfalla”, a presto <3.
Kiki.