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Autore: nefert70    14/10/2010    1 recensioni
Ipotetica lettera scritta da Margherita di Valois a Enrico di Guisa
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gli amori impossibili'
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17 agosto 1572

Amore mio,
non ho scritto il tuo nome perchè potrebbe essere frainteso il destinatario.
Tutti gli uomini importanti della mia vita si chiamano Enrico.

Ma uno solo è stato, è e sarà per sempre il mio solo amore, tu. Enrico di Lorena, duca di Guisa.

E' a te che penso in questa notte che precede il mio matrimonio, con un'altro Enrico, Enrico di Borbone, re di Navarra.

Domani mia madre pensa di vedermi regina di Navarra, ma ora ti confido un segreto, amore mio.
Domani quando il cardinale di Borbone mi chiederà il si sacramentale, io non profferirò parola, ma volgerò lo sguardo in cerca dei tuoi occhi, perchè il mio si è solo per te.

Amore mio, noi ci conosciamo da sempre, ricordo ancora i nostri giochi nel parco di Fontanbleau, ti trovavo così arrogante ma eri così bello, biondo che già dominavi su tutti.

Poi mio padrè morì e mia madre spedì, noi bambini più piccoli ad Ambroise. E io non ti vidi più , tranne che in rare occasioni ufficiali.

Poi a quindici anni mia madre mi richiamò ed io presi il mio posto a corte.

Non ero mai stata amata, sempre sola e assistita solo dalle governanti. Di mia madre avevo il terrore, e ancora c'è l'ho.

Gli unici che mi dimostrarono attenzione e amore furono i mie fratelli, il re Carlo ed Enrico, duca d'Angiò.
Carlo era così solo, mi faceva tanta tenerezza, re ma senza amici. Trasformava tutta la sua solitudine in rabbia. Mi accorsi subito che solo in mia compagnia era felice.
Devo ammetterlo, mi piaceva soggiogare il re.

Ma il mio preferito era Enrico, così bello, virile ed elegante.
Devo tutto a lui. Mi insegnò a danzare, mi acconciava i capelli ornandoli di perle e piume, sceglieva per me i vestiti e mi mostrava come indossarli.
Mi insegnò tutto, anche cose che un fratello non dovrebbe insegnare ad una sorella.

Poi ti rincontrai e tutto divenne come doveva essere. Mi innamorai di te, mio angelo biondo, del mio Enrico e tu di me.

Quello che non avevamo considerato era la gelosia dei miei fratelli, sopratutto di Enrico, che era stato il più caro al mio cuore.
Ci fece spiare dal suo favorito De Guast. L'orrendo De Guast scoprì il nostro nido d'amore e lo comunicò a mio fratello. Lui informò subito mia madre e il re.

Ricordi, amore mio, quando fummo avvertiti dalla mia cameriera che mia madre mi convocava nelle sue stanze, giacevamo uno nelle braccia dell'altro ebri della passione appena consumata.
Ti rivestisti e fuggisti dalla finestra dopo avermi dato il nostro ultimo bacio.

Io andai nella camera di mia madre e li, non c'è mai stata l'occasione di dirti cosa accadde, ma adesso voglio che tu sappia.
Appena entrai il re chiuse la porta e aiutato da mia madre mi picchiò a sangue. Quando furono soddisfatti, mi rialzarono, ero tutta lacera, coperta di echimosi. Mia madre cercò di rendermi presentabile e il giono dopo nessuno si accorse di nulla.
Le ferite guarirono ma il mio cuore ancora sanguina. Non ci fu più permesso di incontrarci.

Seppi in seguito che la tua famiglia, con l'intervento della mia amatissima madre, organizzò il tuo matrimonio. Caterina di Cleves era la figlioccia di mia madre.
Ad ottobre ti sposasti.
Anche io partecipai ai festeggiamenti. Mio fratello d'Angiò godeva nel vedere la nostra sofferenza.

Quando ti porsi i mie auguri di rito, i nostri occhi si incontrarono di nuovo, dopo tanto tempo e lessi il tuo messaggio.
Per sempre tuo.

Anche mio fratello percepì, subito mi scostò e avvicindosi al tuo orecchio ti sussurrò: "se dovesse capitarvi anche solo di lanciare uno sguardo su mia sorella, vi pianto un coltello nelle costole".
Capii che per il tuo bene dovevo evitarti. E così feci per questi due lunghi anni.

Ma oggi non c'è la faccio, ho bisogno di te, per affrontare domani.
Ho bisogno del tuo amore.

Per sempre tua.
      Margot

 


Il 18 agosto 1572 Margherita di Valois sposa nella cattedrale di Notre Dame de Paris il re Enrico di Navarra.
Lo sposo non udì il si della sposa. Era fuori che attendeva sul sagrato. Nessuno comunque lo udì. Perchè Margherita volse lo sguardo verso il suo indimenticato amore, Enrico di Guisa ed evitò di rispondere. Il re Carlo IX, impaziente e brutale, le diede un pugno sulla nuca, costringedola ad abbassare il capo. Il gesto fu interpretato come un assenso.  

 

 


 

  
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