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Autore: Debbyh_    14/10/2010    2 recensioni
Chi è morto non può rinascere... mai. Anche se si tratta di una persona carissima... anche se continuiamo a pregare... non tornerà mai. Per quanto sia duro, dobbiamo accettare la sua morte... Ma non dobbiamo dimenticarla mai...
..QUESTA E' LA MISSIONE DEI PECCATORI RIMASTI IN QUESTO MONDO...
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola a tuttiiiii!!!!^^
se state leggendo, sono strafelice che vi stiate sacrificando per me..!
E' stato abbastanza faticoso cominciare questa storia.... non mi andava mai bene niente! Ma non ha importanza ora....^^
Vi auguro buona lettura... e spero continuerete a leggermi!^^

 


Prologo

 
"Amore..."
Lei non dorme, ma le piacciono le sue coccole quando cerca di farla svegliare. La mano di lui le sfiora una guancia in una dolce carezza.
"Tesoro, dobbiamo andare... alzati..." la chiama, sfiorandole il fianco nudo con le dita e dandole un leggero bacio sulla spalla. Sentire il suo respiro sulla pelle le fa battere più forte il cuore. "Tanto lo so che sei sveglia..." sussurra vicino al suo orecchio, provocandole brividi di piacere.
"Mmn..." protesta lei, fingendo di allontanarsi. Non le serve aprire gli occhi per sapere che lui sta sorridendo.
"Attenta..." la ammonisce. "Non provocarmi..."
Non riesce a trattenere un risolino quando la mano di lui le pizzica rudemente un fianco, per poi attirarla contro di sé. I suoi lombi premuti contro le morbide natiche sono un chiaro messaggio riguardo ciò che sta per accadere. Con un sospiro di piacere, lei inarca la schiena, per meglio accogliere la calda mascolinità. La testa di lui si abbassa a mordicchiarle la nuca.
"Mi farai impazzire..." mormora, entrando in lei.
"Oh... Così no... Ah!" non riesce a trattenere un gemito, mentre le spinte di lui si fanno più decise.
"Ti avevo detto di svegliarti..." mormora lui, stringendola contro il suo petto.
 
Mi alzo di scatto. Senza che me ne renda conto, la mia mano sinistra afferra qualcosa sul comodino, scaraventandolo contro la parete di fronte. Sfrego gli occhi, cercando di cancellare fino all'ultimo frammento del sogno. Un basso ringhio mi sfugge dalle labbra, rompendo il silenzio della stanza.
"Sempre lo stesso. maledetto. sogno...!" esplodo infine, cercando invano qualcos'altro da lanciare. Mi lascio cadere nuovamente sui cuscini, le braccia di traverso sugli occhi, indecisa se restare sveglia o rischiare il ripetersi del mio sogno tormentoso. Pochi minuti ed è la sveglia a decidere per me.
"Andiamo a lavorare." mormoro, sollevata.
   
 
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