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Autore: Agente_speciale_Jessi    14/10/2010    5 recensioni
E' la prima storia che pubblico. Accetto volentieri i commenti e le critiche costruttive. Questa storia parla di un confronto tra Tony e Ziva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi. Scusate se aggiorno poco ultimamente ma sono strapiena di compiti. Questo capitolo l’ho scritto un po’ di getto. Spero vi piaccia. E vi ringrazio tanto per tutti i commenti che lasciate perché mi fanno sentire davvero bene ogni volta che li leggo. Non si può non sorridere per la vostra dolcezza. Grazie di cuore e scusate se questa volta non vi ringrazio nel particolare. E’ perché devo tornare a studiare. Baciiii.


Ziva sperò che il resto della giornata passasse in fretta o che, almeno, fosse abbastanza occupata per non pensare. In quei giorni odiava stare ferma e pensare.
Ma questo non bastava. Lui era sempre lì davanti a lei, quando prendeva in giro McGee, quando mangiava quei panini impossibili, quando Gibbs lo riempiva di scappellotti e quando rideva come solo lui sapeva fare.
Ziva amava vederlo ridere. Era come se quello fosse l’unico momento in cui lo riconosceva davvero, soprattutto in quei giorni in cui lo stava davvero ferendo. E lei non voleva farlo, ma non poteva neanche lasciarsi ferire. Forse quella era l’unica vera paura di Ziva.
Quando i pensieri cominciarono a farsi insostenibili, andò in bagno a bagnarsi il viso.
L’acqua rigava le sue guance,proprio come volevano farlo le sue lacrime. Ma lei era troppo orgogliosa per poter piangere per lui, per Tony. Lui aveva ragione. Si stava negando da sola la possibilità si scegliere.
Rimase un minuto, quasi interminabile, a guardare il suo riflesso nello specchio. Non sapeva esattamente cosa guardasse o cosa aspettasse, ma lo capì nel momento in cui si ritrovò Tony dietro di lei.
-Io non sono perfetto Ziva. Non lo sei nemmeno tu.. – disse mentre l’abbracciava da dietro e fissando i suoi occhi in quelli di lei, attraverso quella lastra di vetro posta di fronte a loro.
- ma lo siamo insieme. – continuò.
Nel giro di qualche secondo lui sene andò e ritornò, forse, a lavorare. Lei rimase lì ancora per poco, finché non capì cosa doveva fare, cosa voleva fare.
Verso la mezzanotte Tony era ancora in piedi a riflettere su quanto fosse successo negli ultimi giorni. Sentiva che qualcosa era cambiato. Si, era cambiato tutto. Le giornate erano più belle, adesso aveva una ragione valida per poter essere sempre felice nonostante lei continuasse a dirgli no.
Ma lui aveva già deciso. Non si sarebbe mai arreso. Questa era l’unica vera volta che combatteva per qualcosa, o meglio qualcuno, che amava davvero. Perché lei è Ziva, è la voce che riempie le sue giornate, è il gioco di sguardi, è complicità, è forza, è il suo sorriso, è ragione e irrazionalità allo stesso tempo. Lei è, punto.
Mentre ci pensava qualcuno bussò alla porta. Non si era reso conto di quanto fosse tardi finché non guardò l’orologio. Si alzò e andò ad aprire.  La donna di fronte a lui era di spalle ma si girò non appena aprì la porta.
-Che ci fai.. – stava domandando Tony prima di essere interrotto dal più bel bacio mai ricevuto.
Le ciocche nere dei capelli di Ziva gli solleticavano il volto, le mani di lei erano sulle sue guance e tra i suoi capelli. Lui la sollevò leggermente da terra prendendola per i fianchi, per portarla dentro. Mentre con un braccio le cingeva la vita, con l’altro chiuse la porta dietro di loro.
Non si erano detti nulla. Non c’era bisogno di parole per descrivere quello che sentivano.
Quella notte non c’erano se, né ma, né perché. C’erano loro, c’erano sempre stati e ci sarebbero stati per sempre, più di sempre.
E lì fecero l’amore. Sì, si lasciarono andare come mai prima. Le labbra non persero mai contatto, ma continuarono a muoversi all’unisono mentre, indipendentemente dal freddo di quella giornata, dalle regole infrante e dalle scelte, giuste o sbagliate che siano, i loro corpi si mettevano a nudo, esattamente come i loro sentimenti e i loro pensieri. Ed era tutto perfetto così.
Passarono la notte a scambiarsi carezze, a stringersi forte, a scambiarsi pensieri, senza neanche emettere un suono. Perché, in quell’istante, le parole sarebbero state superflue. Loro si erano capiti.
Continuarono così fino ad addormentarsi. Lei poggiata sul suo petto e lui, un po’ di risposta e un po’ perché voleva, continuò a cingerle le spalle con il braccio e a stringerla forte. Tony aspettò che Ziva si addormentasse perché voleva guardarla dormire e continuare ad accarezzarle i capelli, giocando di tanto in tanto con qualche ciocca, finché non fu talmente stanco che gli occhi gli si chiusero contro la sua volontà.
Quando la sveglia di Tony suonò, lui allungò un braccio per sentire un contatto con Ziva. Al suo posto trovò un biglietto. “ Tony, non è stato un errore. Ma oggi è diverso.”
Di colpo, dopo averlo letto, si alzò in piedi e si precipitò a prendere i suoi vestiti rimasti a terra la sera prima. Si infilò di fretta il pantalone e la camicia. Uscì di casa talmente velocemente che non se l’era nemmeno abbottonata.
Lui non poteva permettere che Ziva cambiasse idea, non dopo quella notte.
Ma si sa. L’amore è incostante, illogico, insicuro. 
  
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