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Autore: Darik    15/10/2010    3 recensioni
A Neo-Tokyo 3 arriva un nuovo pilota, che darà il via ad una serie di grandi cambiamenti nella vita dei nostri.
In un graduale e continuo crescendo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rewriting of Evangelion'
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2° CAPITOLO

“Uao! Non pensavo che fosse cosi spettacolare!”

Mana osservava l’immenso Geo-Front che si estendeva sotto di lei.

Aveva già sentito parlare della dislocazione particolare della base Nerv, ma vederlo con i propri occhi era tutto un altro discorso.

Senza contare che la luce proveniente da pannelli solari posti sulla volta di quell’immenso spazio, infrangendosi su strutture e sulla superficie di un lago sotterraneo, creava bellissimi riflessi luminosi.

L’auto con Mana e Misato viaggiava su un binario posto sulla volta del Geo-Front e l’altezza era davvero impressionante.

Il binario s’infilò in un tunnel, sottraendo quel paesaggio alla vista.

“E’ bellissimo!” esclamò Mana. “Maggiore, pensa che un giorno sarà possibile fare un pic-nic sulla riva del lago?”

“Be, solitamente il regolamento non lo prevede, ma ci sono delle eccezioni” rispose Misato ammiccando con lo sguardo.

“Fantastico! E spero davvero di poter invitare anche gli altri piloti. Non vedo l’ora di fare amicizia con loro!”

Misato lanciò al Fourth Children un’occhiata leggermente compassionevole.


In un altro punto della base, per l’esattezza la sala mensa, una ragazza con lunghi capelli rossicci rimase stupefatta. “Che?! Il Fourth Children è arrivato!? E’ per di più è una ragazza?!”

Shinji si turò le orecchie. “Asuka, che bisogno hai di urlare cosi? Non ci vedo nulla di scandaloso”.

“Zitto, idiota. Non capisci? Questo significa che avrò un’altra rivale! Un’altra ragazza che rischia di mettere in ombra la grande Asuka!”

“Combattere con gli Evangelion non è uno spettacolo. Asuka, pensavo lo avessi capito”.

“Non darmi lezioni, Stupi-Shinji!”

Asuka concluse tirando la cartella in testa a Shinji.

Poi sbuffando si diresse verso il self-service.

Tenendosi una mano in testa, Shinji si sedette rassegnato su una sedia.

Meglio attendere che Asuka avesse sbollito la sua rabbia prima di andare anche lui al self-service.

“Dovresti mettere dell’acqua fresca sulla testa”.

Shinji si voltò, vedendo affianco a se Rei Ayanami, imperturbabile come sempre.

“Ayanami, mi hai spaventato” disse Shinji davanti all’apparizione improvvisa della ragazza.

Rei si sedette su una sedia davanti a Shinji, tirando fuori un libriccino. “Stai pensando al Fourth Children?” domandò la ragazza cominciando a leggere.

“Be, si. Tu non sei curiosa? Voglio dire, torniamo da scuola e ci comunicano tutto a un tratto che avremo una nuova compagna. Non è cosa di tutti i giorni. Peccato che Asuka sia rimasta molto seccata dalla cosa”.

“Dovresti sapere com’è fatta Soryu”.

“Ayanami, io e Asuka viviamo sotto lo stesso tetto da neanche un mese. Un po’ presto per dire che la conosco appieno”.

Rei non distoglieva lo sguardo dal libro. “Allora da cosa nasce il tuo stupore?”

“E che dopo la vicenda del 9° Angelo, pensavo che avesse imparato a collaborare con gli altri. Il gioco di squadra, insomma. Invece se n’è uscita di nuovo con i suoi discorsi da ragazza superiore”.

Shinji guardò in un punto imprecisato. “Ti confesso di essere un po’ dispiaciuto”.

“Capisco” commentò Rei scorrendo una riga dopo l’altra.

Il ragazzo volle cambiare discorso. “Ma torniamo al Fourth Children. Secondo te che tipo di persona sarà? Riusciremo a diventare amici?”

“Se mi ordineranno di farlo, le diventerò amica” rispose l’azzurrina.

Shinji si lasciò scappare una lieve risata, e Rei, pur non alzando gli occhi dalle pagine, se ne accorse. “Perché ridi?”

“Perché hai detto la stessa cosa quando hai incontrato per la prima volta Asuka. Le stesse parole e anche lo stesso tono. Lo trovo buffo”.

A quel punto Rei guardò Shinji dritto negli occhi.

E il ragazzo ammutolì.

“C-che c’è?”

“Ti consiglio di andare a mettere qualcosa di bagnato sulla testa”.

Shinji stavolta obbedì subito, alzandosi e dirigendosi verso i bagni.

Allontanandosi, si voltò un ultima volta verso Rei che aveva ripreso a leggere.

“Non l’avrò mica offesa” pensò prima di andarsene.

Rimasta sola, Rei piegò un lato della bocca in un leggero sorriso.

“Io…. Buffa. Che novità”.


Shinji percorse il corridoio per il bagno.

In effetti toccandosi la testa, sentiva che c’era un punto del cuoio capelluto leggermente lacerato.

“Non dovrebbero sbucarmi bernoccoli, ma è meglio metterci dell’acqua”.

Sul tragitto, trovò la porta per gli spogliatoi con le docce.

“Uhm, un panno bagnato andrebbe a pennello. Tanto questi spogliatoi li usiamo solo io e le ragazze, che ora sono di là”.

Per questo entrò senza farsi problemi.

Un attimo dopo un doppio urlo risuonò per il corridoio.

Asuka lo sentì e scattò verso il bagno, seguita da Rei.

La Second Children andava più veloce e arrivò per prima.

Entrò nello spogliatoio. “Shinji! Cosa è su…cce….sso…”

Nello spogliatoio c’erano: Shinji seduto per terra, rosso come un peperone e con una mano davanti agli occhi.

Davanti a lui una ragazza altrettanto rossa come un peperone, con i capelli castani e indosso solo un accappatoio, appena uscita dalla doccia.

“S-H-I-N-J-I!!!” tuonò Asuka unendo le mani e facendo rumore con le nocche.

“N…. no…. Non è come credi…. Non sapevo che….” tentò di giustificarsi Shinji.

“MANIACO!!!” concluse gridando Asuka.


Misato non sapeva se rimproverare Asuka o mettersi a ridere. Ma prima il dovere. “Allora, dopo questo… incidente… facciamo le presentazioni. Ragazzi, questa è Mana Kirishima, Fourth Children e pilota dell’Evangelion 03”.

Mana imbarazzata salutò con la mano.

“Mana” riprese Misato “Loro sono i tuoi compagni: il ragazzo con l’occhio pesto è Shinji Ikari, il Third Children pilota dell’Eva-01, la ragazza che ora gli regge un pacco di ghiaccio sull’occhio è Rei Ayanami, pilota dell’Eva-00 e First Children. Infine la ragazza-pugile è il Second Children Asuka Soryu Langely, cui è assegnato l’Eva-02”.

La risposta dei tre Children: Rei proferì un “Salve”, Shinji tirò fuori un sorriso distorto dall’imbarazzo e dal dolore all’occhio, Asuka guardò dall’altra parte mugugnando qualcosa che avrebbe potuto essere di tutto, quindi anche un ‘Salve’.

“Signorina Misato, sbaglio o nella sua presentazione c’era un certo tono da presa in giro?” obbiettò Shinji.

“Non posso negarlo. Ammetto che Mana non avrebbe dovuto essere là, doveva attendervi nella sala mensa. Però siccome insisteva per farsi una doccia, e visto che doveva cambiarsi comunque per indossare il Plug Suit, allora…” rispose il maggiore.

“Non si preoccupi. E’ acqua passata, è stato solo un incidente” rassicurò Mana, che indossava una tuta rossa con il logo della Nerv.

“Bene. Adempiute questa formalità, andiamo in sala mensa. A pancia piena si parla meglio” propose Misato.

Durante il percorso per la mensa, Mana scrutava quelli che sarebbero stati i suoi tre compagni di battaglia: la First sembrava priva di emozioni e incapace di muovere un solo muscolo facciale.

E quei capelli azzurrini, e gli occhi rossi.

Una sola parola: inquietante.

Il ragazzo invece sembrava un tipo a posto, anche abbastanza carino.

Ma dava l’impressione di essere troppo timido.

La Second invece pareva un vulcano sul punto di eruttare, con un sacco di occhiatacce lanciate contro Ikari e qualcuna anche contro di lei, nonostante si fossero appena conosciute.

Arrivati a destinazione, il gruppo si servì sedendosi poi allo stesso tavolo.

Misato iniziò il discorso. “Allora, Mana, parlaci un po’ di te”.

“Non c’è molto da dire. Sono nata in America e solo due settimane fa sono stata selezionata come Fourth Children. Di conseguenza sono stata spedita per gli addestramenti nella quarta sezione della Nerv. E ieri mi hanno consegnato un foglio con su scritto ‘idonea’, di conseguenza mi hanno rimessa in viaggio ed eccomi qui. Lo 03 arriverà domani” raccontò la nuova arrivata.

“Nient’altro?” domandò Shinji.

Mana inarcò un sopracciglio. “Che intendi dire, Ikari?”

“Parlo della tua famiglia”.

“Non c’è niente da raccontare. La mia famiglia è normalissima. Mio padre fa l’avvocato, mia madre è un insegnante. Ho due fratelli maggiori che vanno all’università. E io fino a due settimane fa ero una normalissima studentessa delle medie. Tra i ragazzi delle medie americane e quelli giapponesi non c’è molta differenza in fondo”.

Shinji si fece pensieroso. “Capisco. Sei davvero fortunata, sai?”

“Be, penso di si. E voi invece cos…”

Mana sussultò lievemente.

Misato le aveva dato un colpetto al piede.

Lei e Mana si scrutarono per qualche secondo, la donna aveva uno sguardo di quelli ammonitori.

Quindi la ragazza in un angolino della sua mente trovò una domanda di riserva.

“E voi invece cosa avete fatto finora contro questi cosiddetti angeli? Finora ne avete combattuti sei, giusto?”

“Si, e finora abbiamo sempre vinto. Però è stato molto difficile, davvero terribile” rispose Shinji.

“Che parole da perdente!” commentò Asuka alzandosi e andandosene con il piatto quasi pieno.

La sorpresa per Mana fu forte. “Ma cosa le è preso?”

Shinji allargò le braccia.

“Col tempo, penso che capirai” fu la risposta di Misato.

Rei invece continuava a mangiare imperturbabile.


L’Albero della Vita troneggiava sull’intero ufficio di Gendo Ikari, seduto alla sua scrivania con le mani giunte davanti al mento.

Al suo fianco c’era il vicecomandante Kozo Fuyutsuki, impegnato nella lettura di un manuale di scacchi.

“Cosa ne pensi?” domandò il vice.

“Non ci sono prove che sia stata lei. La faccenda è avvolta nel mistero”.

“Oh oh, non dirmi che Gendo Ikari, che vive perennemente nel mistero, per la prima volta non sa che pesci pigliare”.

Gendo non si scompose. “Nella vita di quella ragazzina non c’è niente di anormale, dal giorno della sua nascita fino ad adesso. E non può essere un infiltrata, la sua selezione per pilotare lo 03 è stata quasi casuale, dato che nel soggetto precedentemente scelto si è scoperta una malformazione cardiaca”.

“Potrebbe allora averli davvero aggrediti lei?”

“Una quattordicenne che non pesa neppure cinquanta chili difficilmente può buttare giù dal finestrino di un treno quattro ragazzi molto più grandi di lei”.

Kozo sfogliò un'altra pagina del manuale. “I quattro sono stati interrogati, giusto?”

Gendo osservò le foto poggiate davanti a lui. “Si, e non sono niente. Quattro giovani impegnati in una balordaggine tipica di quell’età. E non hanno fatto in tempo a capire cosa è successo. Hanno detto che qualcuno li ha presi e buttati fuori dal finestrino uno dopo l’altro in pochi secondi. Ne avranno per almeno un mese, e già devono ritenersi fortunati”.

“Proprio vero. Quando li hanno buttati giù, il treno stava rallentando perché vicino alla stazione. In caso contrario…”

Kozo immaginò alla lontana cosa sarebbe successo e sentì un brivido lungo la schiena.

“A proposito. La facilità con cui sono saliti su quel treno riservato è inaccettabile. Dobbiamo sostituire subito il responsabile del servizio di sicurezza esterno” aggiunse Gendo.

“Naturalmente. Ma ora cosa facciamo?”

“Indaghiamo” concluse il comandante della Nerv.

 

 

  
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