Ringrazio tutti quelli che hanno commentato^^ Un bacio
3
capitolo
La prima
cosa che Sana Shinako Tanaka pensò quando si riebbe dallo svenimento fu che
quei vecchiacci lassù erano dei veri e propri bastardi.
Altro che
clemenza e misericordia! L’avevano praticamente uccisa senza macchiarsi le
mani, ecco cosa!!!
Si riebbe
dopo un secondo di sconforto. E adesso dove diamine si trovava?
Diede
un’occhiata intorno a sé, cercando qualcosa di familiare a cui aggrapparsi.
Nulla di nulla. Non che fosse un problema, pensò amara. Per lei il concetto di
familiare era una cosa da prendere molto alla lontana.
-Che
palle, due minuti qui e voglio già andarmene…- mugugnò, cominciando ad
incamminarsi verso uno sporgente di roccia.
La
piccola stradina che vi conduceva sapeva tanto di maledetto e proibito, ma
dopotutto lei era stata scartata persino all’inferno, quindi… zero problemi su
tutta la linea.
-Molto
bene assassina… sei sopravvissuta a mille incarichi, a mille situazioni… saprai
ben cavartela in solitudine, no?- si disse fra sé e sé, osservando i suoi piedi
avanzare automaticamente. La verità era che non le importava nulla. Lei e la
speranza di una vita ideale avevano preso strade diverse a 8 anni. Quando lei
aveva impugnato per la prima volta una pistola.
Socchiuse gli occhi, sorridendo amara al ricordo. Era tutto impresso nella sua memoria, come se fosse stato ieri.
L’impugnatura fredda… la mano che
tremava.
IL fiato corto, l’istruttore che
la osservava inespressivo.
E poi… aveva provato qualcosa di
nuovo. La sensazione di essere onnipotente, di poter fare qualsiasi cosa. Aveva
stretto la presa, smesso di respirare. Poi aveva socchiuso gli occhi e preso la
mira… come se lo facesse da anni.
E il rumore sordo dello sparo, un
forte strattone al braccio e al polso.
E la sorpresa di scoprire che
aveva preso un centro perfetto.
Hai appena preso una strada
diversa da quella che volevi…
Benvenuta al mondo, assassina.
Ma ora
basta ricordare… lei ora di anni ne aveva 16, e sedicenne sarebbe rimasta per
sempre. Era morta… e morta sarebbe rimasta.
-E per di
più una morta psichiatra…- aggiunse rifilando poi una serie di bestemmie verso
i vecchiacci lassù. Possibile, pensò, che abbiano voluto darmi una seconda…
possibilità?
-Bene!-
dichiarò ad alta voce. –Bene!!!- ripeté sempre più chiaro. –Farò di tutto per
rovinarla, lo sapete? Io odio il vostro essere così schifosamente buoni!!!
Possibile che uno nn possa mai essere cattivo???!? Nn vi si storce mai la bocca
a furia di sorridere? Spero che succeda prima o poi!!!- ringhiò furente, un
diavolo per capello.
-Sappiate
una cosa… e ve lo dico una volta per tutte.- chiarì nera. –Io nn mi sono
suicidata perché ero disperata e nn volevo la mia vita!!! Sappiatelo!! Io… non
rivelerò il motivo… ma non sperate che mi nutra della vostra pietà!!!- e detto
questo riprese a camminare, con un portamento fiero e sicuro.
Nello
stesso tempo un uomo sulla settantina si batté platealmente una mano sulla
fronte. Era semplicemente disperato e non riusciva a capire perché quella
ragazza si comportasse in quel modo.
-Lux
tecum, Pietro… qualcosa non va?- un altro uomo sorridente si affacciò nello
studio dell’amico, osservandolo quasi con pietà.
-Lux
tecum, Paolo… spero solo che quella ragazza non si morda la lingua!- sbottò
esasperato, alzandosi dalla poltrona bianca sulla quale era seduto. Poi passò
una mano sul viso stanco, scuotendo la testa.
-E per
quale motivo…?-chiese divertito, osservando lo sconforto generale che dilagava
nell’animo del compagno.
-Perché
si avvelenerebbe da sola!!!- ringhiò esasperato, sbattendo con forza le mani
sulla scrivania. –Quella ragazza è impossibile!!-
-Se non
fosse improbabile direi che ti ha fatto ammattire non poco…- ma poi gli lesse
la verità negli occhi, e scoppiò a ridere come un maledetto. –Non ci posso
credere… lo ha fatto davvero… ti ha quasi fatto arrabbiare!!!-
-Ti prego
non girare il coltello nella piaga!!!- disse stanco.
-Guarda
tu stesso…- e con un piccolo gesto fece materializzare dal nulla una nuvoletta,
sulla quale scorsero le immagini della ragazza.
-Però
dai… bisogna ammettere che è bella!- chiarì il santo, sogghignando alla volta
dell’amico.
-Paolo!!-
esclamò sconvolto, fissando minacciosamente l’uomo di fronte a lui.
-Scherzavo,
scherzavo… vedrai che si risolverà tutto… tempo due mesi e sarà buona come un
agnellino…- disse bonariamente, alzandosi dalla sedia. –Ti saluto.-
-Arrivederci…
e spero che tu abbia ragione.- disse mormorando, mentre osservava l’uomo
uscire. E una brutta sensazione lo prese… una sensazione che non provava da
anni.
-Cavolo…-
mormorò la ragazza, trovandosi davanti uno spettacolo unico ed imperdibile. –E
così questa è la mia casa… la casa fra Inferno e Paradiso…-
Mewsana