Lui è sempre più
importante
Capitolo Unico
Le mie scarpe lasciano impronte leggere sui gradini.
le scale di Grimmauld Place sono sempre molto
polverose, nonostante la signora Weasley pulisca piuttosto spesso.
Ma è un po' come tutto quello scritto tra queste mura,
non andrà mai via.
Lui lo sa, noi lo sappiamo.
La camera di Harry e di Ron è quella più grande, con
la maniglia a forma di serpente che si morde la coda. Quante volte l'ho aperta?
Loro erano sempre lì ad attendermi.
Oggi ho paura di aprire questa porta, per il timore di
ritrovarvi dentro quello che vi ho trovato il giorno prima, il giorno prima
ancora, quattro giorni prima, la settimana prima.
Socchiudo la porta e guardo dentro. Ron è immobile,
seduto sul letto, ma certamente si è accorto dell'intrusione - credo che lui la
intenda esattamente così - e tra un po' si volterà verso di me, centrando al
primo colpo il mio sguardo attraverso quello spiraglio sul mondo.
Ma a Ron, oramai, non interessa molto del resto del
mondo, non più. Tutti i giorni si ripete lo stesso scenario, come un nastro
rimandato più e più volte indietro.
Da quando è morto Harry, per Ron, per noi, tutto se ne
è andato con lui.
Ma odio il comportamento di Ron. Non riesco a capirlo,
non riesco a capirci, tutto è andato in un verso che neppure io avevo previsto.
Lui si comporta come se fosse l'unico a soffrire, come
se io amassi Harry meno di lui, e non ha alcuna intenzione di condividere
questo immenso e comune dolore con me.
E comincio anche a capire il perchè.
Ognuno di noi due considerava Harry 'suo', in una
propria maniera. Quante volte ci siamo ritrovati ad affrontare qualcosa
insieme, noi tre? Non molte. Sono state più le volte in cui siamo
stati 'Harry e Ron' o 'Harry ed Hermione'. E mai 'Ron ed Hermione'.
Io e Ron, noi siamo sempre arrivati l'uno all'altra
attraverso Harry...pensavamo di essere grandi amici e, per Merlino, addirittura
di piacerci, ma l'amore...è quella lieve e tiepida agitazione che provavo
innanzi a lui?
In realtà era Harry che ci univa, e ora che se ne è
andato, tra noi si è aperto un abisso.
Da quando è successo, passa tutto il tempo nella camera
che ha diviso con lui, a guardarsi intorno come a voler scannerizzare e
imprimere nella memoria quel pezzo di vita, ma io so che in realtà fissa un
candido e doloroso nulla.
Finora non ha mai versato una lacrima, ogni tanto si
sfoga distruggendo le cose.
Non più tardi di ieri sera ci aveva raggiunto nel
salotto e s'era diretto senza una parola e senza alcuna esitazione verso la
vetrina, e lo avevo seguito con lo sguardo pensando che volesse sfogarsi
bevendo del brandy...il brandy che beveva sempre con Harry. Un attimo dopo era
il caos.
Aveva spalancato con violenza le vetrine, e con una
manata lanciato per aria una decina di bicchieri. Per un attimo, ho visto la
follia nei suoi occhi, nei suoi lineamenti contratti, nel silenzio di quelle
mute urla che il cuore lanciava...Ha spaccato quel legno pesante con la sola
forza delle sue mani e della disperazione. Senza neanche accorgermene, mi ero
avvicinata e avevo cominciato anch'io a fracassare il mobile, con le mani, con
le gambe, con le spalle...quel momento fuori dal mondo, idealmente vicino a
Harry, è stato il primo che abbiamo condiviso assieme dopo la sua morte, e
probabilmente sarà anche l'ultimo.
Alla fine, i vetri e i pezzi di legni scricchiolavano
sotto i nostri piedi. Il sangue colava dalle nostre mani.
La signora Weasley piangeva afflosciata sul divano, il
viso coperto dalle mani; io, Fred e George eravamo a debita distanza da Ron e
Ginny...lei non era a casa. Lei non è mai a casa, in questi giorni, ma a me
sinceramente non importa, e non credo importi a Ron.
Subito dopo quel momento di follia, pensavo di essere
finalmente riuscita ad avere contatti con lui, ma lui un attimo dopo ha alzato
lo sguardo e mi ha guardato in una maniera che non dimenticherò mai.
Chi sei tu? Cosa vuoi? Come ti permetti di
intrometterti?
Ero rimasta senza fiato; non ero ferita, il mio era lo
sgomento più totale.
Poi se ne è andato, senza permettere alla madre in
lacrime di curare i tagli profondi delle sue mani, è tornato in quel piccolo
suo mondo, questa camera che urla Harry da ogni buco e che lo sta faccendo
diventare sordo a tutto il resto.
Credo che probabilmente mi rimproveri il fatto che non
mi stia disperando come lui. Lui pensa che non lo capisco, ma si sbaglia.
E' una colpa se cerco di imparare a vivere e ad andare
avanti senza Harry? Vorrei che anche Ron ci provasse, perchè Harry così
vorrebbe, e vorrebbe che ci aiutassimo a vicenda senza permettere che lui
intralci le nostre vite...
Ma abbiamo fallito, se puoi perdonaci e continua a
proteggerci, Harry.
La verità è che nessuno di noi era realmente
preparato a tutto questo. Io e Ron, le persone più vicine a Harry, ed Harry
stesso, più di tutte. In maniera particolare Ron, credo; Harry era colui
attraverso il quale usciva da una realtà che gli stava stretta, Harry era la
sintesi di tutto ciò che Ron stesso avrebbe voluto essere: e potrebbe esserlo
ancora, ma la sua morte l'ha annientato e, forse, motivato ancora di più in una
certa maniera...ma è giusto diventare come qualcun'altro per farlo rivivere
attraverso sè?
Quanto a me, non ho certo la presunzione di dire che
solo io sto soffrendo, che solo io soffro nella maniera giusta, nel modo
che Harry vorrebbe...questo no. Sarebbe sleale.
Ma sono stanca di chiedermi perchè questo, perchè quello, perchè le cose tra me e Ron non
sono andate come "dovevano" andare...Dopotutto, la risposta a tutto
questo ce l'ho e, almeno stavolta, Ron, dal suo guscio, dal suo silenzio, mi
dice che è d'accordo con me.
Lui, Harry,
è sempre più importante.