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Autore: Terrae    16/10/2010    0 recensioni
Correva.
Tutti i suoni attorno a lui sembravano attutiti, in mano stringeva ancora la spada sporca di fango.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Madre Correva.
Tutti i suoni attorno a lui sembravano attutiti, in mano stringeva ancora la spada sporca di fango.
E correva.
Attorno a lui, guerra. I suoi compagni si battevano valorosamente contro quei mostri spietati. Contavano su di lui.
Scorse con la coda ell'occhio uno scintillio, un'ascia calava rapida sul suo cranio.
La fatica scivolò via in un istante, con un movimento rapido e fluido trafisse il fianco della bestia, che emise un gemito soffocato.
Quando il corpo morto toccò terra, il suo assassino era già lontano decine di metri.
Correva a perdifiato.
Aveva una missione da portare a termine.
La spada stretta in mano, brillava nella luce del rosso sole morente, rosso come il sangue di mille anime falciate.

Non aveva una famiglia, non aveva qualcuno che lo aspettasse.
La Guerra gli ha portato via tutti, tutto.
Quei mostri, venuti dal loro mondo lontano, avevano distrutto ciò che il suo popolo aveva cotruito in centinaia, migliaia di anni. Si comportavano come se tutto gli spettasse di diritto, come se l'Universo intero gli appartenesse.
Stolti.
Granelli di polvere, nell'Universo. Non sono nient'altro che questo. Noi tutti, non siamo altro che questo.
Ciò che hanno fatto, è imperdonabile.
Hanno distrutto un'intera civiltà...hanno ucciso come se fosse una cosa così semplice, così innocente...

Pochi labili penseri gli percorrevano la testa. Ma non poteva alimentarli. Non poteva distrarsi.
L'orizzonte incendiato lasciava il posto ad un cielo scuro. Una stella solitaria era comparsa.
Non gli piaceva uccidere. Gli faceva schifo. Lo faceva sentire in qualche modo sporco.
Ma questo lo teneva per sè. Era acclamato come un eroe. Il Falciatore di mostri. Così il suo popolo lo conosceva.
Era ormai diventato un simbolo, il simbolo della libertà, della speranza. Non poteva condividere con nessuno il suo dolore.
Quasi provava vergogna per ciò che faceva, sotto quel cielo così terso, così puro...

Era quasi arrivato. Se tutto era andato secondo i piani, i suoi compagni avrebbero...

Ma niente era andato secondo i piani.
Notò immediatamente le chiazze di sangue sull'erba, sui sassi.
E proprio lì, davanti a lui, un braccio mozzato. Poco più avanti, il corpo senza vita del suo proprietario, giaceva disteso. Spogliato dell'armatura, mostrava un fisico esile per un soldato. Era poco più che un ragazzo. I suoi occhi spenti persi nel vuoto avrebbero avuto ancora tanto da vedere...
Un profondo dolore gli trafisse il cuore...ma non poteva restare lì, se non voleva fare la stesa fine.
Provò un odio profondo per chi aveva compiuto quell'orrore, pur essendo coscente di aver fatto altrettanto in quella maledetta guerra.
Strinse il ciondolo che portava al collo.

Madre...

Rinfoderò la spada, scattò rapido per allontanarsi da quell'orrore...
Una dolore lancinante alla spalla gli mozzò il fiato all'improvviso. Ma non si fermò.
Continuò a correre. Doveva.
Di nuovo, un dolore atroce, questa volta al fianco.
La gamba cedette, si ritrovò in ginocchio sull'erba bagnata.
Due frecce lo avevano colpito.
Non poteva morire così, non ancora.
Si rialzò. Si voltò
Una sagoma scura gli puntava contro l'arco, era troppo lontana per essere colpito e troppo vicina per consentire la fuga.
Estrasse la spada. Poteva contare solo sui suoi riflessi, ridotto in quelle condizioni.
Era deciso a combattere.
Un vento freddo spazzò la radurà, una terza freccia venne scoccata.
La vide arrivare, sollevò la lama.
Un violento tintinnio, la freccia rimbalzò innocua sul prato.
Era il momento.
Con un grido si lanciò alla volta dell'arcere, deciso ad ucciderlo prima che incoccasse un'altra freccia.


Sentiva il sangue sgorgare dal suo petto.  Realizzò di aver fallito.
E mentre la sua vista si offuscava, lanciò un ultimo sguardo al suo assassino.

Umani...

Li maledisse, con tutto se stessò, ma non lasciò loro il privilegio di essere il suo ultimo pensiero.
Invece strinse il ciondolo che aveva ancora appeso al collo, scorrendo il dito sull'incisione...
Terra.
  
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