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Autore: Fenis79    16/10/2010    4 recensioni
Gwen si svegliò allegra e riposata quella mattina.
Tutto sapeva di buono e il cielo, attraverso la piccola finestrella che dava sulla strada era terso.
Si alzò dal letto e capì che qualcosa era cambiato.
Si sentiva più alta e più magra.
Il suo sguardo cadde sulle mani e si tramutò in meraviglia.
La sua pelle non era più ruvida e callosa bensì liscia e chiarissima.
Si tastò il viso, si sfiorò le labbra con le dita, percorse il profilo del naso con l'indice e si soffermò di nuovo sulle guance.
Scoprì che una pelle liscia e pefetta aveva preso il posto della sua solita secca e lievemente rugosa.
Ma cosa mi è accaduto? Si chiese.
Si precipitò alla rierca di uno specchio o qualunque cosa fosse in grado di riflettere la sua immagine.
Svuotò cassetti, spostò oggetti e fece cadere un paio di ceste.
Finalmente lo trovò.
Con mano tremante prese il suo unico, vecchio specchio che le aveva regalato tempo fa il padre.
Ma quando vide ciò che appariva all'interno della cornice finemente lavorata quasi non cacciò un urlo di sorpresa.
Un'altra persona he non conosceva le restituiva lo stesso sguardo stupefatto dallo specchio.
"Ma cosa...?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Principe Artù, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Quando aveva svolto tutti i suoi compiti di ancella, a Gwen

piaceva osservare fuori dalle finestre.

Si sedeva su una sedia, sofficemente imbottita, nella stanza di

Lady Morgana.

La stanza della sua padrona era poco più grande della sua

casetta, ma pensarci non le portava invidia o desiderio anzi,

quando si soffermava su questo dettaglio le scappava un

sorriso.

A casa sua poi, non vi erano sedie così comode e raffinate,

solo un paio, di legno, molto spartane.

Le aveva fatte suo padre, tempo fa, e aveva inciso in bella

calligrafia il nome di Gwen, sullo schienale.

Teneva anche l'altra, quella di lui.

Se l'era portata dietro dalla sua vecchia casa.

Era uno dei pochi oggetti di suo padre che aveva conservato,

non che fossero molti, ma gli altri aveva preferito riporli in un

baule, in cantina.

Lo aveva fatto un po' per dimenticare, non in senso negativo

però.

Subito dopo quel triste periodo, ogni volta, tornata a casa si

sedeva e si ritrovava ad accarezzare con lo sguardo gli oggetti

del padre tuffandosi all'indietro nei ricordi.

Ricordava, per esempio, quando lui era entrato in possesso di

quell'oggetto, quando le sue mani lo avevano sfiorato per la

prima volta o, se era stato costruito da lui, quando le aveva

chiesto il suo parere su come fosse venuto.

Lei rispondeva sempre con la stessa sincerità e dolcezza

caratteristiche della sua natura e il padre dopo averle

accarezzato la guancia con la mano ruvida ma gentile, le

rivolgeva un sorriso, il più bello, quello che riservava solo a lei.

Ma a volte ricordare le faceva male, la faceva piombare in una

lunga e lenta nostalgia.

A Gwen mancava, più di ogni altra cosa.

Più di mangiare, quando aveva fame, più del calore quando

faceva freddo e la sua casa piena di spifferi si trasformava in

una ghiacciaia.

A lei mancava l'amore di suo padre.

E ora si trovava lì, a pensare a lui, lo sguardo vuoto perso nel

cielo ceruleo.

Un insistente clangore la riportò alla realtà.

Il suo sguardo si spostò sui cavalieri, che si stavano allenando.

Il piazzale risuonava di urla di incitamento e dello stridio delle spade.

Uno di questi uomini aveva catturato in modo particolare l'attenzione di Gwen.

Si trovava al centro e stava duellando con un altro 

cavaliere, un sorriso arrogante era dipinto sul suo bel volto.

I capelli bronzei erano incollati alla fronte, era sudato e ansimante, era davvero attraente quando saltava, schivava, parava.

In realtà era sempre attraente, anche quando faceva i gesti più semplici e innocui.

Con un calcio ben assestato mise a terra l'avversario e gli puntò la spada alla gola.

Quest'ultimo a terra, si arrese,e Arthur ridendo gli porse una mano.

Gwen sorrise.

Era proprio questo che le piaceva di lui.

Da quando lo aveva conosciuto era maturato parecchio, pareva di più un uomo.

Se prima era borioso e vanesio ora era più umile e disponibile ad aiutare il prossimo.

Arthur si asciugò la fronte imperlata di sudore e rivolse uno sguardo verso la finestra della stanza di Morgana.

Sapeva che qualcuno lo stava osservando, e aveva indovinato anche di chi si trattava.

Gwen gli sorrideva agitando la mano dal parapetto.

Lui le sorrise e rimase così, fermo, con il naso all'insù sotto lo sguardo dei suoi soldati perplessi.


 Murasaki (i tuoi preziosi consigli:D)FleurDeLysAleinadelfin emrys _Diane_ e  ladyCullen1991.

Un grandissimo grazie a tutte voi!!!

  
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