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Autore: Annette85    16/10/2010    2 recensioni
Sirius, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sotto la testa, sospirò sconfitto: sembrava che il tempo in Infermeria non passasse mai e si domandava quanto ancora dovesse restare lì dentro. Per fortuna non tutto il male era venuto per nuocere, infatti la vendetta che aspettava Prongs si stava delineando sempre più nella mente del Marauder.[...]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Marauding Years'
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Nota: Finalmente una storia che non è stata scritta per un contest, anche se all'inizio doveva partecipare al Proud or Ashamed of Being a Black indetto da Vogue sul forum di EFP, ma poi ha preso vita propria e non sarei riuscita né a far ritornare Sirius protagonista assoluto (anche se un po' nel finale lo è), né a incastrare la citazione che mi era stata assegnata.
La storia segue il filone di un'altra mia ff sui Malandrini, più precisamente Hogwarts, we've got a lousy little problem!, questa la si può considerare un episodio intermedio tra la long di cui sopra e la futura fic sulla vendetta di Sirius (perché è giusto che James paghi XD); la si può leggere anche senza aver letto la long, in quanto c'è solo un riferimento a Sirius in Infermeria e non dice nulla di più o nulla di meno rispetto all'altra. Quindi leggete tranquillamente ;)
Ci tengo a sottolineare che questa non è una ff sulla coppia Sirius/Remus, anzi, tutt'altro XD per il resto vi lascio leggere in santa pace e non mi dilungo oltre^^
Buona lettura^^


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Gli amici si vedono nel momento del bisogno

Sirius, con gli occhi chiusi e le braccia incrociate sotto la testa, sospirò sconfitto: sembrava che il tempo in Infermeria non passasse mai e si domandava quanto ancora dovesse restare lì dentro. Per fortuna non tutto il male era venuto per nuocere, infatti la vendetta che aspettava Prongs si stava delineando sempre più nella mente del Marauder.

«Ti vedo bene», Remus interruppe i pensieri di Sirius e lo costrinse ad aprire gli occhi.

«Quando sei arrivato?» chiese il moro scrutandolo torvo.

«Circa dieci minuti fa», rispose con un’alzata di spalle l’altro.

«E hai aspettato fino adesso per parlare?» domandò ancora Sirius, sedendosi contro la spalliera del letto.

«Sai com’è, non ho voluto disturbarti dai tuoi voli di fantasia. L’espressione che avevi era troppo divertente», disse Remus, scoppiando a ridere subito dopo, mentre l’altro si rabbuiava.

Il moro incrociò le braccia al petto e sbuffò infastidito: «Per quale altro motivo sei venuto qui, oltre che per prendermi in giro?» chiese spazientito.

«Ci dev’essere per forza un motivo per il quale una persona faccia visita a un amico ammalato?» chiese innocente Remus. «Comunque ti ho portato gli ultimi doni delle tue fan».

Sirius lo guardò con odio: il Licantropo sapeva perfettamente quanto mal sopportasse quelle baggianate, eppure sembrava divertirsi un mondo. In quelle prime tre settimane di convalescenza, si era presentato ogni giorno con borse cariche di dolci, biglietti e boccettine di varie misure, contenenti indubbiamente pozioni d’amore create appositamente per lui.

«Ti prego, basta», ansimò Sirius guardando il nuovo cumulo di roba che l’amico aveva portato. «Non ne posso più».

«Beh, non sei l’unico», disse Remus sedendosi sulla sedia accanto al letto. «Non hai idea di quanto sia difficile sfuggire sempre a quei branchi di ragazze che si appostano nei corridoi, pronte a darmi il tormento».

«Immagino quanto ti dispiaccia essere, per una volta, al centro dell’attenzione di così tante ragazze», ghignò Sirius riprendendo un po’ del suo spirito.

«Non l’ho certo chiesto io», sibilò l’altro abbassando lo sguardo.

«Neanch’io, eppure me ne sto qui buono ad aspettare che questo schifo passi. E ti posso assicurare che James questa volta l’ha fatta veramente grossa», sbraitò il moro agitandosi sul letto. Il sacco con tutte le cose che Remus aveva portato cadde a terra e ne fuoriuscì il contenuto.

Una lettera particolarmente grande e dai colori sgargianti attirò l’attenzione del moro, non che le altre fossero tanto diverse, ma il destinatario non era certo lui.

«Moony», richiamò l’amico. «Cos’è quella lettera grande e fucsia?» chiese innocente rivolgendo uno sguardo a Remus.

Il Licantropo si voltò lentamente verso quello che Sirius stava indicando e sbiancò quando lesse il proprio nome sulla busta.

«Ehm», iniziò a dire deglutendo, ma le parole non volevano saperne di uscire.

Sirius lo guardò con un ghigno stampato sul volto, mentre l’amico arrossiva sempre di più e, il moro ne era sicuro, avrebbe voluto sprofondare negli abissi della terra.

«Moony, sei un Grifondoro», disse Sirius per togliere almeno un po’ l’altro dall’imbarazzo. «Dovresti dimostrare un po’ più di coraggio nell’aprire la lettera della tua ammiratrice».

Remus alzò gli occhi sull’amico, pronto a ribattere, ma si rese conto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe risultata una scusa. «L’ho aperta», rispose con un filo di voce, riportando lo sguardo al pavimento, in quel momento la cosa più interessante che ci fosse.

Gli occhi di Sirius si illuminarono: «E cosa c’è scritto?» chiese eccitato come un bambino la mattina di Natale.

«M’ha lesto utire», bisbigliò Remus.

«Cosa?» domandò ancora Sirius non avendo compreso bene la risposta.

«Mi ha chiesto di uscire!» sbraitò alzandosi di scatto. «Contento?»

Il ghigno di Sirius si fece ancora più marcato, mentre si alzava a sua volta e prendeva per le spalle Remus per farlo risedere sulla sedia.

«Ora respira, vedrai che non sarà così drammatico», disse cercando di rassicurarlo. «Oh, il nostro piccolo Remus sta crescendo», aggiunse poi imitando la voce e gli atteggiamenti di una madre che scopre improvvisamente il proprio figlio più grande.

Il Licantropo lo guardò male e si ripromise di sbranarlo alla prossima luna piena, ma un’idea gli balenò in testa e non poté fare a meno di sorridere.

«Padfoot, ho avuto un’illuminazione», disse battendo le mani e puntando i propri occhi in quelli di Sirius.

Il moro deglutì a fatica e sentì il letto mancargli sotto il sedere, mentre riconosceva quello sguardo. Forse per la prima volta in vita sua ebbe veramente paura che stesse per succedergli qualcosa di brutto.

***

“Perché non gli ho saputo dire di no?” si chiese per l’ennesima volta, mentre faceva avanti e indietro davanti alla porta dei Tre Manici di Scopa. “Come si può essere così fifoni? Per Morgana, è solo una ragazza”.

Sbuffò e si scompigliò i capelli castani frustrato, ancora non riusciva a credere di aver ceduto con così tanta facilità a quella cosa. Quando era arrivato James a dare manforte a Remus era stato anche peggio e non aveva potuto dire di no.

Si fermò un attimo e si guardò intorno: forse c’era ancora la possibilità di scamparla, Mielandia era piuttosto affollato, ma nessuno l’avrebbe notato sgattaiolare nella cantina.

Una ragazza bionda aveva iniziato a sbracciarsi dall’altra parte della strada, quando aveva incrociato il suo sguardo e Sirius si sentì morire dentro.

«Ciao, Remus», salutò non appena gli fu di fronte. «Non pensavo che avresti letto la mia lettera».

«Oh, non ricevo molta corrispondenza», rispose sentendosi estremamente stupido. La ragazza rise pensando fosse una battuta e lo trascinò all’interno del locale, mentre Sirius-Remus pensava al modo migliore per uccidere il proprio migliore amico per averlo incastrato in quella cosa.

“Come uccidere un Lupo Mannaro, numero uno: strangolarlo nel sonno con la cravatta della divisa della scuola” pensò mentre Madama Rosmerta li guardava entrare e sorrideva comprensiva da dietro il bancone.


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Un bel premio a chi indovina quale fosse l'idea venuta in mente a Remus e perché Sirius si trovasse davanti ai Tre Manici (sì, sono cose banali, intuibili e scontate, forse, ma il premio lo do ugualmente).
Detto questo, vi svelo un piccolo retroscena: la mia mente bacata aveva pensato a un'altra versione, forse ancora più terribile e devastante per il nostro Remus (ma non posso infierire su di lui, povero cucciolo), cioè quella lettera avrebbe potuto essere della piccola Nymphadora, arrivata direttamente al Marauder, e poi quest'ultimo l'aveva infilata tra le cose per Sirius.
Poi ho abbandonato l'idea perché non mi sembrava giusto scioccare né Remus, né Sirius XD
Mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate di questa piccola cosa, quindi non fatevi scrupoli a commentare ;)

Ciao ciao

   
 
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