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Autore: purepura    17/10/2010    2 recensioni
... fra le dita
(27/11/11)
Questa storia non verrà continuata come invece era in principio nei miei piani. Chiedo scusa a chiunque la stesse seguendo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Âpeiron
fra le dita

A Caterina, che non lo sa.
E a Virginia, che mi frega, e da brava sfacciata mi spiazza;
ed alla sua compagnia, che il filtro della sigaretta di turno scandisce.

    La sigaretta, come ogni volta, riscalda. Appoggiata a quel portone mi guarda, mentre aspira aspira e aspira. Non si ferma, ma nemmeno voglio che lo faccia. Significherebbe che il nostro momento è svanito, che si rientrerà a scuola e di nuovo ognuna per la sua strada. Invece la voglio con me, qui, che parlo e lei mi ascolta.
    Getta a terra il mozzicone, lo schiaccia e mi si avvicina.
    È bella, lo è sempre stata, ed è saggia. Saggia, arguta, complicata e intelligente.
    È Marika.
    Marika con la sua risata, con i suoi accendini multietnici, con il basco e la piastra.
    Marika che mi regala le felpe, che si accuccia quando ho freddo, che m’abbandona.
    Marika, che mi bacia.
    Marika, che mi odia.
    Marika, che mi manca.
    ‹‹Tesoro, piove! Fatti più in qua!››
    Solo se mi baci…
    Sorrido.
    ‹‹Non sia mai che i capelli ti si rovinino, bellezza›› dico.
    Mi si avvicina ancora. Il suo odore di Marika mi investe. È così buono. M sniffo le sue felpe, quando lei non c’è.
    Sempre.
    ‹‹Sì, è proprio così›› sorride. ‹‹Avanti, la mia sigaretta è finita. Rientriamo››
    ‹‹Ma la mia non lo è›› le dico, afferrandole un polso.
    ‹‹Tu non fumi›› sentenzia.
    No, non il tabacco per lo meno. No.
    ‹‹Fidati›› le dico. ‹‹Io non ho finito››
    Tu fumi? Sì, le felpe.
    Alza le sopracciglia.
    ‹‹La Vergati ci fa fuori››
    ‹‹La tua sigaretta va bene e la mia no?››
    ‹‹Tu non hai alcuna sigaretta››
    ‹‹E’ così orribile stare qui?››
    ‹‹No, ma non abbiamo tutta la mattina››
    ‹‹No›› dico.
    Abbasso lo sguardo. Mi ha rattristata. Ma avrei dovuto prevederlo, prima di alzare la mano e seguirla giù per le scale.
    Ma sono l’unica con cui lei fa l’amore.
    Perché non posso essere l’unica anche a seguirla giù per le scale? Giù per quelle scale scivolose, giù per le scale cerate.
    Una volta mi sono rotta un piede scendendo da quelle scale.
    La settimana più brutta della mia vita.
    Intravedo che incrocia le braccia. Si appoggia al muro e mi fissa.
    In mezzo al mondo, fuori dalle nostre camere, non mi toccherebbe. Lo so. Ma vorrei che ora lo facesse. Solo per essere sicura che non abbia dimenticato come si fa.
    ‹‹Che genere di problema hai?›› domanda.
    ‹‹E tu?›› mormoro.
    ‹‹Io? Nessuno! Pensavo fossimo tranquille. Che cosa è successo?››
    Sbuffo. Rialzo lo sguardo e incrocio il suo, comune.
    Non ha uno sguardo magnetico, bello, intrigante, particolare, delicato, sexy, pieno, imperscrutabile.
    È forse sereno, a tratti deciso, ma per il resto comune.
    E tuttavia, non ne ho mai visti altri come il suo.
    ‹‹Niente›› dico, avviandomi senza aspettarla su per le scale.
    ‹‹Oh certo! E io sono Napoleone! Monike, aspetta!››
    Mi rincorre. Prima che possa aprire il portone di vetro, vi appoggia una mano e mi impedisce il passaggio. Mi guarda in viso, e io faccio altrettanto.
    ‹‹Che cosa ho fatto?››
    Non osi più toccarmi…
    ‹‹Sono solo stanca, Marika. Davvero. Rientriamo, non preoccuparti››
    Spingo via il suo braccio e mi avvio su per le scale.
    Non mi afferra, non mi tocca, non mi guarda…




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Salve!^^
509 parole, ma che brava che sono stata. E l’ho scritta quasi tutta questa sera.
Era da un po’ che non mi si vedeva, vero?
La scuola, sapete, gioca brutti scherzi.
Io posso fare il possibile, scrivendo anche durante le spiegazioni, ma ahimè il tempo è quel che è! ^_^
In ogni caso, un’One-Shot tutta per le confidenti più inaspettate. Se non ci fossero le persone ancora in grado di sorprendermi, che vita orrida sarebbe!
E invece appaiono per magia, e ti parlano e criticano e istruiscono.
È tutta per loro, e per me….

Ogni evento narrato non corrisponde a fatti realmente accaduti, ma è solo frutto della mia immaginazione!


Ringrazio Melinda Pressywig e Cannibale (complimenti per il nickname! :=) per le loro recensioni.

Un'ultima cosa e poi vi lascio stare: l'Apeiron è il concetto filosofico dell'inifinito pensato da Anassimandro, che non è uno dei miei filosofi preferiti (oddei, non è che ce ne siano, per me, di filosofi preferiti) ma che mi ha fatta simpatizzare per questa parola...
Vi saluto! ^^

  
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