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Autore: Elelovett    17/10/2010    1 recensioni
Questo è il sequel della mia altra storia "Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se..." perciò vi prego di leggere prima quella fic e poi questa! Sono passati anni dalla tragica notte ed Emily e Claudia cercano di dimenticare. Ma il ricordo di Sweeney è duro a morire e darà loro del filo da torcere ancora una volta...Specie se Anthony Hope è veramente deciso a risolvere il mistero del barbiere. Riuscirà Emily a tenere all'oscuro di tutto la figlia di Pirelli?
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony Hope, Johanna Barker, Nuovo personaggio, Tobias Ragg
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sweeney Todd, cosa sarebbe successo se...'
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- Cosa stai facendo? Perché tutta questa fretta?- si dibatteva Serafine.

La lasciò andare solo quando erano in strada. La ragazza lo guardò male:

- Ci stavamo divertendo! Cosa ti è preso?

Toby si guardò alle spalle, quasi non l’ascoltava. Quello era Anthony Hope, e l’aveva visto! Stava per parlargli! La cosa migliore era stata fuggire cercando di non dare nell’occhio. Cercò una scusa per Serafine:

- C’erano dei brutti ceffi, non voglio tornare là dentro. Chissà cosa avrebbero potuto farti…

Lei gli sorrise:

- Ma ci sei tu con me.

Toby la guardò teneramente e la prese per mano dicendo che era meglio avviarsi verso casa.

Quando arrivarono il ragazzo lasciò che Serafine aiutasse Claudia a preparare il pranzo, ma disse ad Emily che doveva parlarle.

Poco dopo erano di nuovo in camera, lo sguardo di lei attentissimo e preoccupato. Toby le raccontò di aver visto lui stesso Anthony, e che l’uomo aveva cercato di fermarlo e parlare con lui. Era sicuro che l’avesse riconosciuto. Concluse dicendo:

- Ovviamente non so se volesse avvicinarmi per chiedermi qualcosa riguardo alla morte di Sweeney Todd…Ma quando l’ho visto il mio primo impulso è stato quello di scappare…

- Certo, hai fatto bene. E grazie di avermi avvertita. Come hai detto tu dobbiamo solo stare all’erta e mantenere la calma.

Uscita dalla stanza pensò che forse stava esagerando. Era impossibile che Anthony Hope stesse indagando su quella fatidica sera. Era soltanto la sua coscienza a suggerirle quella strana idea, stava ingigantendo qualcosa che forse neanche esisteva.

Durante il pranzo ognuno era immerso nei suoi pensieri. Persino Serafine era piuttosto taciturna. Claudia ancora non sapeva che cosa era successo al parco ma immaginava che ci fossero novità, e non dovette aspettare molto per esserne al corrente. Convennero che la cosa migliore era cercare di dimenticare Anthony Hope e in ogni caso non fare passi falsi. L’attività in negozio rubò loro molto tempo e nessuno pensò più all’accaduto di quella mattina.

E così passarono i giorni. Sembrava che tutto fosse tornato alla normalità.

Un pomeriggio Emily si svegliò dal suo pisolino con una strana sensazione. Aveva sognato Pirelli, cosa che non le succedeva da tanto tempo. Averlo rivisto, anche se solo in sogno, la faceva sentire immensamente persa, la sua voce l’aveva rassicurata e sentiva il cuore batterle forte, ma allo stesso tempo una profonda malinconia velava la sua anima, e si sentiva vuota. Era come se qualcosa le bruciasse dentro, il desiderio di riaverlo con lei era tornato vivo e doloroso. Con il passare delle ore la sensazione si affievolì, il sogno sembrava sempre più lontano e faceva meno male.

Quella sera il negozio era pienissimo, ma sia lei che Claudia ne erano contente, perché questo significava guadagni. Serafine aiutava la madre ed era molto cortese con i clienti. Toby stava attento ai forni e a volte serviva ai tavoli. Ad un certo punto Claudia si avvicinò alla vetrina e vide al di là, nella strada, un uomo ed una donna che guardavano dentro. Subito riconobbe Anthony e Johanna. Erano adulti, ma non poi così diversi. La coppia entrò e si sistemò all’unico tavolo rimasto. Claudia fece un bel respiro, guardò verso il fondo della sala per incrociare lo sguardo di Emily ed ottenere aiuto, ma vide solo Serafine che serviva pasticci. Decise di comportarsi con naturalezza. Non avrebbe fatto un passo falso, non stavolta. Si avvicinò sorridente, chiedendo:

- Un pasticcio signori?

- Grazie- rispose Anthony- ce ne porti due di maiale.

- Subito!

Si voltò e si diresse verso Serafine. Rubò due pasticci dal suo vassoio, ignorando le proteste della ragazzina. Voleva servire la coppia al più presto e vederli andar via. Ma quando portò i pasticci sentì chiederle quello che non avrebbe mai voluto.

- Ci siamo già visti, non è vero?

Arrossendo rispose ad Anthony:

- Non so signore. Passano tanti clienti qui. Voi non siete uno abituale.

Emily intanto stava uscendo dalla stanza del forno, e appena vide da lontano Claudia che parlava con Johanna ed Anthony si bloccò. Pensò di doverla aiutare. Calma, il segreto era la calma.

- Ma sì- stava dicendo Anthony- non ricordate? Venivo spesso a mangiare qui quindici anni fa. Come potete non ricordare? Vi raccontavo di come cercavo disperatamente di salvare…Mia moglie…

E toccò la mano di Johanna che sorrise. Poi continuò:

- Anthony Hope! Il marinaio.

Claudia pensò di non poter continuare a lungo con la finzione:

- Oh, ma certo! Adesso ricordo, è passato molto tempo! Anthony Hope, sì, mi raccontavate spesso delle vostre avventure. Bene, spero che amiate sempre i nostri pasticci, adesso devo…

- No, aspettate. Volevo chiedervi una cosa. Vi ricordate quando vi parlavo del barbiere Sweeney Todd?

- Mi dispiace, io dovrei proprio…

- Cosa succede qui?- li interruppe Emily con aria severa.

Fingeva di rimproverare Claudia per la sua loquacità con i clienti.

- Non vi disturberà più signori- disse- è richiesta ai forni.

Johanna esclamò:

- No, siamo noi che l’abbiamo trattenuta!

- Sì, volevamo chiedervi un’informazione…- aggiunse Anthony.

Emily sentì un brivido lungo la schiena. Ma chiese con un sorriso:

- Di che cosa avete bisogno?

- Ecco- rispose l’uomo- siamo stati via per molti anni. Volevamo sapere qualcosa di più sulla morte del barbiere Sweeney Todd. Aveva una bottega in Fleet Street. L’ultima volta, quando abbiamo lasciato Londra, era stato trovato morto nella cantina del negozio di pasticci della signora Lovett. Le indagini sono proseguite? Sapete qualcosa riguardo alle circostanze della sua morte?

Emily aveva studiato questa risposta sperando di non doverla mai dare:

- Sweeney Todd? Non ne sappiamo niente. Siamo sempre state un umile negozio, non badiamo a certe storie. Sì, ci stupì la sua morte, ma per quanto ne sappiamo le indagini sono finite lì.

- Era un assassino, io l’ho visto.- disse cupa Johanna.

Claudia ammise:

- Sì, c’era qualcosa di poco chiaro, di losco in quello che faceva. Ma non sappiamo altro.

- In realtà- Emily non si poté trattenere- era un farabutto e un assassino. Ha ucciso centinaia di persone innocenti senza alcuna pietà e non merita di essere ricordato.

Si accorse dopo di aver parlato troppo. Si morse il labbro e cercò di non guardare Anthony. Lui esclamò:

- Be’, però questo lo sapete! Io lo conoscevo, eppure non posso ancora credere che fosse capace di…

- Sono solo voci- lo interruppe Claudia- abbiamo sentito in giro che era un assassino e che quella sera sono morte con lui altre persone. Solo questo.

Johanna abbassò lo sguardo ed emise un gemito. Forse non riusciva ancora a pensare al giudice Turpin. Anthony però insisteva:

- Voi forse non sapete altro, ma non lavora forse per voi un ragazzo…Come si chiama? Non ricordo il nome. Insomma, ho visto poco fa passare per i tavoli un ragazzo. Sono certo che lavorasse per la signora Lovett quindici anni fa. Lui deve sapere qualcosa! Sicuramente era presente quella sera, non vi ha mai raccontato niente?

Claudia non riuscì più a nascondere l’angoscia. Emily le strinse la mano e rispose:

- Non ne sa più di noi, e non ne abbiamo mai parlato a lungo.

Disgraziatamente Toby si trovava a passare proprio alle loro spalle. Anthony lo fermò con un gesto. Poi parlò:

- È da un po’ che volevo parlarti. Scusate se insisto ma è un argomento che mi sta molto a cuore, voi capirete. Si tratta di Sweeney Todd…

E mentre cominciava di nuovo il discorso con Toby, Emily mandò Claudia ad aiutare Serafine. Quando si voltò di nuovo verso il tavolo Anthony stava dicendo:

- Una strana faccenda…Ma voi non sapete assolutamente niente? Neanche dei misteri nel quale era coinvolto in vita?

- Niente, signore. Non mi ha mai rivelato niente. Io lavoravo per la signora Lovett e mi hanno sempre trattato con onestà. Non ero al corrente dei loro piani o dei guadagni. Quella sera, la sera in cui è morto, mi avevano raccomandato di andare a comprare le spezie per i pasticci, e ammetto di aver speso qualche penny ad una locanda. Una volta tornato ho trovato la polizia, e sono fuggito. Ma non so niente.

La menzogna che aveva appena così ben esposto, senza alcuna traccia di esortazione, era degna di un maestro del crimine. Emily lo ammirò come non mai. Ora che anche l’unico possibile testimone aveva detto di non saper niente li avrebbero lasciati in pace. Johanna cominciò a mangiare il suo pasticcio mentre Anthony li ringraziava per le informazioni. Emily concluse:

- Figuratevi. Ma sono passati tanti anni, ormai è quasi una leggenda. Vi consiglio di non pensarci più.

L’uomo annuì con la testa, ma non si sentiva soddisfatto. Voleva ancora sapere, tutto ciò non lo convinceva. Sweeney Todd era un assassino, ma con lui si era mostrato disponibile e davvero molto gentile. Aveva un carattere taciturno e irruente, ma era stato un suo compagno. Non avrebbe abbandonato le indagini.

Emily e Toby erano tornati al lavoro, tremando, ma fieri di essere usciti vincitori.

  
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