Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: esty_accientaly_in_love    17/10/2010    8 recensioni
Allora questa fiction è per il compleanno di Naruto, è un po in ritardo ma non ho spesso internet in questo periodo, è ambientata dopo lo shiupuden, dopo un eventuale ritono di Sasuke a Konoha. E' il dieci ottobre e Naruto decide di dare una festa alla quale parteciperà anche l'Uchiha, pur odiando simili cose. A questa festa succederà qualcosa che cambierà per sempre le vite dei nostri eroi. ATTENZIONE E' UNA SASUNARU!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
fg

Indispensabili banalità

 Il compleanno di Naruto cadeva il dieci ottobre. Quell’anno erano venticinque. Naruto aveva, ovviamente, deciso di dare una festa. Una grande festa, piena di dolci, pizzette e altro cibo fritto straunto, piena di gente (idiota) che si dimenava ridicolmente e in modo ritmato in quella usanza barbara che è il ballo e di altra gente (ugualmente idiota) che parlottava e chiacchierava, di argomenti assolutamente inutili, spanciandosi in risate atrocemente simili a nitriti e a ululati.
Come se questo non bastasse il festeggiato aveva addobbato l’intera casa con orrende decorazioni arancioni, verdi e viola e aveva invitato gente veramente, veramente assurda. Perciò, in caso si volesse un po’ di pace, si era costretti a trincerarsi in un angolino e pregare che qualche simpaticone un po’ troppo alticcio, non venisse a tentare di coinvolgerci in un fantastico trenino.

Questo sarebbe stato ancora quasi sopportabile per Sasuke e sarebbe stato sopportabile persino Kiba (in mutande) sul tavolo del salotto tutto intento a saltare e a cantare (o meglio barrire) sulle note di chissà quale orrida canzone, o il fatto che Nara e la sorella di quel Gaara stessero praticamente fornicando sul divano e lo sarebbe addirittura Sai, completamente ubriaco, che spara ogni due per tre battute a sfondo sessuale ancora più allucinanti del solito su qualsiasi cosa, persona o animale gli si pari davanti agli occhi.
Purtroppo, però, al peggio non c’è mai fine. Sasuke Uchiha non aveva un regalo. Non per colpa sua: aveva passato due settimane a cercarlo ma, appena un idea gli balenava in mente, la scartava subito. Erano tutte estremamente, tragicomicamente banali. Fare cose banali non era certo un comportamento che si addiceva a Sasuke Uchiha. Per questo aveva continuato a rimandare di giorno in giorno e, quasi senza accorgersene, si era trovato la sera della festa a mani vuote.  Va da sé che tutti avevano portato almeno un pacchetto infiocchettato se non addirittura due o tre.
Certo Naruto non se la sarebbe presa, sarebbe bastato fargli capire che in realtà stava cercando qualcosa di adatto. Lui gli avrebbe creduto, avrebbe sorriso e avrebbe detto che non importava, che gli bastava la sua presenza come regalo.
Sasuke, però, non riusciva a stare tranquillo. Dopo tutto quello che il biondo aveva fatto per lui non era stato nemmeno in grado di comprargli uno stupido pensierino.
Poteva non sembrare da lui preoccuparsi per un cosa simile: da quando era tornato, era decisamente cambiato. Senza contare che qualsiasi cosa avesse a che fare con quella biondissima testa quadra dell’Uzumaki prendeva un’importanza tutta particolare. Era così da sempre; in un certo senso lo era stato persino nel periodo spaventoso del suo tradimento.

L’Uchiha sbuffò e si sistemò sulla sedia con nervosismo. Lanciò un occhiata a Naruto che sghignazza, chiacchierando con Sakura e Rock Lee. Il biondo indossava una casacca aperta su pettorali che si intonava con l’azzurro dei  suoi occhi e i pantaloni scuri disegnavano alla perfezione le cosce scolpite.
L’abbinamento dei colori non era chiaramente farina del suo sacco. Infatti c’era lo zampino della Haruno.
Il giorno precedente la ragazza si era presentata nel loro appartamento imponendo al ragazzo di vestirsi in modo decente almeno per il suo venticinquesimo. Come al solito aveva usato argomenti molto convincenti (aveva minacciato Naruto di picchiarlo così tanto, se avesse provato a protestare, che non avrebbe avuto problemi su come vestirsi perché il compleanno lo avrebbe passato in ospedale). Sakura, tendeva spesso ad essere un tantino troppo materna nei loro confronti ma in questo caso Sasuke non poté far altro apprezzare il suo gusto. Naruto era decisamente divino, cioè, si corresse subito mentalmente, era quasi passabile.
L’Uchiha fece passare lo sguardo annoiato sulla piccola folla che occupava la stanza. Tutti sembravano divertirsi tranne lui. Sospirò nuovamente e si chiese per l’ennesima volta cosa gli fosse saltato in mente quando aveva deciso di partecipare a quella festa.
Dopo essere tornato a Konoha ci aveva messo più di sei mesi per iniziare ad uscire di tanto in tanto il pomeriggio. La maggior parte delle volte veniva letteralmente trascinato di peso dai suoi ex compagni di squadra.
Negli ultimi tempi le passeggiate pomeridiane erano aumentate e si era persino aggregato a qualche vera e propria uscita di gruppo serale. Effettivamente nemmeno in quelle occasioni si era mai trovato a suo agio: i discorsi che si facevano erano così stupidi e sciocchi, e le attività erano sempre le solite. Insomma una  vera e propria fiera della banalità. Proprio non capiva cosa ci trovassero gli altri di così divertente. Di certo quelle serate non lo aiutavano a distrarsi da quella tremenda angoscia che sembrava non volerlo lasciare mai.
Sasuke sentì che i soliti pensieri stavano tornando prepotenti a invadergli il cervello.  Si alzò e si diresse verso il balcone; aprì la porta finestra e uscì a prendere un po’ di aria e a riposare le orecchie dal baccano. Si sedette a terra e poggiò la schiena al muro. Le mattonelle erano gelide e il freddo si trasmise dalle gambe a tutto il corpo. Il moro non aveva voglia di entrare a prendere il cappotto: la sua testa continuava a correre veloce.

Sapeva bene perché aveva deciso di essere presente in quella occasione, perché era la festa di Naruto. Semplicemente per quello. Per lo stesso motivo per cui, alla fine, aveva deciso di tornare a Konoha e per lo stesso motivo per cui aveva trovato la forza di affrontare i propri demoni giorno per giorno, senza cercare la pace attraverso la vendetta o la distruzione di tutto quello che gli ricordasse quanto di tragico ci fosse nel suo passato.
Per Naruto.
Tutto ciò che riguardava il biondo nella sua vita aveva un qualcosa di imprevedibile, che andava al di là della sua volontà e delle logiche che sembravano guidare gli accadimenti della sua esistenza.
Forse per quello le serate e i pomeriggi passati con lui a non fare niente, se non fingere di ascoltare i suoi sproloqui o ad allenarsi o a guardare la televisione o, semplicemente, a starsene seduti sul divano a fissare il soffitto, non gli dispiacevano affatto, sebbene fossero banali anche questi. Addirittura più banali degli argomenti da bar delle “uscite di gruppo”. Non gli dispiacevano a tal punto che erano andati a convivere in un piccolo bilocale da ormai due mesi.

“Sas’ke! Ti ho portato una coperta, ok che adori i rettili e tutti gli animali a sangue freddo, ma non vorrai mica diventare un ghiacciolo?” Una voce squillante strappò il ragazzo dalle sue elucubrazioni. L’oggetto dei suoi pensieri si è appena materializzato accanto a lui con in mano due plaid (arancioni) e sul viso un sorriso abbacinante. “Tsk” ribatté il moro alzando il sopracciglio per l’infelice umorismo della battuta. “Ringraziare mai?” Borbottò Naruto coprendolo e, sedutosi al suo fianco, si intabarrò anche lui nella coperta. “Lo sai che son contento che tu sia venuto, so bene quanto queste cose non ti piacciano.” il biondo sorrise appoggiando la testa sulla sua spalla. Era uno dei suoi sorrisi spiazzanti, quelli così luminosi e naturali che sembravano trasmettere la propria luce a tutto quello che li circondava.

Naruto era caldo pensò Sasuke che percepiva più intensamente del normale il peso del suo capo adagiato sulla propria clavicola e il contatto con il suo braccio, e il suo fianco anche attraverso tutta quella la stoffa. Il moro sentiva la testa leggera e, improvvisamente, un gran calore che si irradiava tutto il corpo a partire dal viso. Non osava muoversi o togliersi di dosso la coltre di lana diventata ormai un impiccio. La vicinanza con lui gli faceva quell’effetto da più o meno un mese, da quando si era accorto di provare qualcosa che andava decisamente al di là dell’amicizia.

“Sai” riprese a parlare l’Uzumaki “sono così contento che tu sia qui che ti perdonerò perché non mi hai portato nessun regalo.” Per un attimo, uno solo, Sasuke ebbe la tentazione di chinarsi su di lui e baciarlo dicendo qualcosa tipo “Non è vero che non ho un regalo. Il mio regalo è questo.” A dire il vero era da un mese che entrambi giravano attorno all’ argomento senza che nessuno dei due avesse il coraggio di scoprirsi del tutto. Nonostante ormai fosse chiaro quello che provavano l’uno per l’altro, erano ancora timorosi a mostrare i propri sentimenti. Insomma non capitava tutti i giorni di innamorarsi del proprio migliore amico dello stesso sesso. Così non facevano altro che aspettare il momento giusto e quello avrebbe potuto esserlo, finalmente, ma Sasuke preferì desistere: non avrebbe fatto qualcosa così banale come dichiararsi al compleanno di Naruto.
“Anzi, adesso che ci penso..” aggiunse quest’ultimo dopo un attimo di pausa “Forse un regalo per me ce l’hai.”. Il moro trasalì, l’amico aveva in fondo allo sguardo un luccichio diverso che non lui seppe , non osò, interpretare chiaramente. Che il biondo fosse improvvisamente capace di leggere nel pensiero? Si chiese col cuore in gola. “Dai che hai capito Sasuke! Poi sono io l’idiota, eh? Se non vuoi darmelo, me lo prendo.” Sussurò Naruto  posando una mano sulla guancia dell’altro e unendo le loro labbra in un soffice, breve, contatto. Dopo pochissimi istanti si staccò ma subito lambì nuovamente la bocca di Sasuke e provò a farsi spazio con la lingua. Fu un bacio impacciato: era il primo per tutti e due. Eppure Sasuke sentì davvero le farfalle nello stomaco e il cuore correre nel petto come imbizzarrito. E, sebbene tutto quello fosse assolutamente scontato e banale, degno del più squallido romanzetto rosa, al ragazzo andava bene così. Forse non importava più nulla, forse quello che contava in quel momento era solo stare con Naruto, con la sua bocca che sapeva di buono premuta addosso. Il moro sorrise contro quelle labbra calde e morbide. Un altro pensiero banale. Sembrava un abitudine ormai. In ogni caso preferiva continuare a baciare quella testa quadra che starsene lì a rimuginare.

Parecchi baci dopo Naruto si staccò; aveva lo sguardo più perso ed ebete del solito, i capelli tutti spettinati e il respiro affannoso “Non male, anche se devo dire che ci manca un po’ di pratica, penso che dovremmo allenarci a lungo per migliorare” sghignazzò il biondo sornione.
“Adesso vieni, torniamo dentro.” disse prendendolo per mano e trascinandolo con sé.

 

 

La mattina seguente Sasuke, steso a letto mentre Naruto si lavava i denti dopo la colazione fu colpito da un illuminazione improvvisa: ciò di cui aveva più bisogno erano le cose banali. La sua vita di banale non aveva avuto proprio niente e non si poteva certo dire una vita felice, almeno fino ad allora. Sasuke aveva bisogno di cose come l’odore del caffè la mattina, come i pomeriggi passati in due sdraiati sul tatami sotto le coperte perché fuori pioveva troppo per andare ad allenarsi, come il bento che Sakura come una brava mamma continuava a preparare a tutti e due. Cose come baciare la persona che amata fino alla nausea, come le farfalle nello stomaco e, perché no, le dichiarazioni alle feste di compleanno. Oppure cose come guardare il proprio ragazzo affondare la faccia nel ramen nel tentativo di ingurgitarne il più possibile e come trovare adorabilmente irritante quando questo ne riemerge pieno di pezzi di cibo ovunque. Cose come un posto da chiamare casa e qualcuno da poter chiamare famiglia, cose come i pic-nic all’aria aperta in primavera,  come le continue gare, competizioni e sfide proposte dal biondo, come i piatti fatti in casa, come trovare mutande arancioni con le rane nel proprio bucato e riuscire comunque a fare pensieri poco casti su quello che sono destinate a contenere. Cose come fare l’ amore tutta la notte e svegliarsi distrutti e doloranti il giorno dopo, tanto da riuscire a fare solo colazione, dover subito tornare a letto e trovarsi a fare pensieri assolutamente sconclusionati e deliranti.
Sasuke ne aveva un bisogno tremendo e viscerale.
Visto che stare con Naruto, che di per sé era tutto fuor che banale, sembrava l’unico modo in cui il moro potesse concedere a se stesso queste piccole banalità decise che non se lo sarebbe lasciato scappare per nulla al mondo. Non che il biondo volesse andarsene da qualche parte. Anzi in quella notte passata a rotolarsi tra le lenzuola aveva già messo bene in chiaro che non aveva nessuna intenzione di lasciare che qualsiasi cosa interferisse nell’unione col suo bastardo preferito.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: esty_accientaly_in_love