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Autore: Leslie and Lalla    17/10/2010    1 recensioni
[Seguito di Drawing a SongAttenzione: può essere letta senza alcun problema anche da chi non ha letto il primo]
Sono passati sedici anni dall'incontro di Lori e Cleo, e ora tocca alle loro figlie fare i conti con il primo amore e le complicazioni che ne derivano.
Madelyn e Michelle sono due cugine adolescenti inseparabili eppure, alle volte, diverse: la prima è la fotocopia del padre, capelli castani, occhi verdi, terribilmente protettiva nei confronti della sorella più piccola e senza i libri, i quali le permettono di viaggiare di fantasia e quindi staccarsi per un po' da un mondo che sembra avercela con lei, non vivrebbe; la seconda il padre lo ha a malapena conosciuto, ha viaggiato in giro per il mondo armata di macchina fotografica e ora si sente un po' stretta nella piccola città di montagna dove l'hanno relegata.
A confronto di Michelle, Mad reputa indispensabili i ragazzi: le volte in cui ha preso una cotta per uno stronzo che aveva fretta di buttarla via senza curarsi dei suoi sentimenti sono incontabili, tanto che ora ha perso ogni speranza di trovare uno con la testa a posto ed è convinta che siano tutti come i suoi ex, cioè dei luridi vermi senza uno straccio di cuore. La cugina, invece, non ha mai pensato ai ragazzi come più che amici, non si è mai innamorata e dopo aver sentito le storie di sua madre, sua cugina e della sua migliore amica, ha paura che accada anche a lei.
Tuttavia le due ragazze, nonostante tutto, nel loro più profondo continuano a sognare la propria anima gemella, che sembra non essere poi così irraggiungibile...
[Scritta a quattro mani, con due punti di vista diversi: quello di Madelyn e quello di Michelle]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All of Drawing a Song and Sequels'
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17. Choices




Mercoledì 24 aprile

Madelyn's Pov.

Bip bip.
Faccio un grugnito quasi senza rendermene conto e in pochi secondi apro gli occhi.
Bip bip.
Per chissà quale motivo ho impostato il silenzioso al cellulare; probabilmente l'ho fatto ieri sera in discoteca. Ora che ci penso, ero abbastanza brilla. Ricordo solo che avevo un mal di testa pazzesco e così ho deciso di uscire e... O madonna. Sì, se non ricordo male c'era anche Gianluca fuori... ma perché ho solo vaghi ricordi?
Bip bip.
Stavo fumando, e lui mi aveva preso in giro perché non volevo ammetterlo e poi... E' partita una canzone romantica e si è avvicinato a me.
Bip bip.
Alzo gli occhi al cielo, altamente infastidita, e afferro il telefono sul comodino.
«Pronto» sbotto, con la bocca impastata.
«Madelyn?»
«Ciao, mamma.»
«Ti ho svegliata?»
Inarco le sopracciglia e do un'occhiata veloce all'orologio. Sai com'è, sono solo tornata a casa quasi alle quattro di notte e adesso sono le dieci di mattina.
«Praticamente» borbotto poi.
«Scusami, è che a pranzo non sono a casa, devo andare a cantare a una specie di ristorante dove c'è la musica, e tuo padre ha un consiglio di classe alle due, così sta via a mangiare.»
«Quindi siamo a casa da soli» concludo io, con un sospiro.
«Sì, solo che dovete andare al supermercato perché in casa non c'è quasi nulla.»
«Ah... va bene» biascico, stiracchiandomi le braccia.
«Mi dispiace, ma non sono riuscita a prepararvi niente» aggiunge lei.
«Non preoccuparti.»
«Allora ci vediamo oggi pomeriggio. Un bacio!»
«Ciao, anche a te» la saluto io, dopodiché interrompo la chiamata e poi mi sdraio di nuovo. Guardo il soffitto e sbadiglio.
Cosa diavolo ho fatto ieri sera con Gianluca?
Mi ci vogliono cinque minuti buoni per ricordare con esattezza cos'è successo. E appena la risposta arriva chiara e netta al mio cervello, spalanco la bocca e faccio un leggero gemito.
Oh mio Dio.
Subito dopo decido di alzarmi alla svelta, e purtroppo non ho previsto il forte giramento di testa che è normale data la bevuta di ieri – anche se effettivamente non ero proprio ubriaca.
Dio, ho bisogno di una doccia. All'istante.


«Buongiorno.»
Alzo lo sguardo automaticamente a quella voce così rassicurante e familiare.
«Ciao, tesoro» saluto Michelle con un sorriso che spero risulti radioso. In questo momento sono molto stanca a causa delle poche ore di sonno e sconsolata allo stesso tempo, però voglio comunque apparire allegra. Forse è perché oggi è l'ultimo giorno, oggi pomeriggio mia cugina torna a casa sua con Daniel, in treno. Quindi ciao ciao ai momenti felici. Eppure voglio godermela fino in fondo, perciò basta con quest'aria triste.
«Programmi per la mattinata?» mi chiede lei, appoggiando una mano su una sedia, come se fosse indecisa se sedersi subito o no.
Detto questo, Daniel varca la soglia e mi saluta allegramente, per poi scoccare un bacio sulle labbra a Michelle.
«'Giorno, Daniel» esclamo io, sistemandomi un po' meglio l'asciugamano che ho avvolto ai capelli, poi mi giro verso mia cugina e aggiungo: «Veramente se abbiamo intenzione di mangiare qualcosa per pranzo, ci conviene andare al supermercato. Uh, siamo anche oggi a casa da soli, mio padre ha tipo un consiglio di classe e mia madre... beh, a dir la verità non mi ricordo che impegno abbia» borbotto poi, cercando di far mente locale. Sbuffo, avrei dovuto ricordarmelo che stamattina prima di collegare il cervello per formare una frase con un senso logico mi ci vogliono circa dieci minuti.
«Perfetto, adoro fare la spesa» annuisce Michelle.
Faccio una smorfia. «Fortunata te, io la odio invece. Girare per gli scaffali per trovare quello che vuoi, cercare di memorizzarti com'è fatto il supermercato – io ho un senso dell'orientamento che fa paura –, reggere tutti quei borsoni... sì insomma, una faticaccia» concludo infine con un timido sorriso.
Michele fa una leggera risata, poi afferma: «Allora mangiamo e poi usciamo?»
Annuisco un paio di volte con convinzione. «Meglio, perché non abbiamo moltissimo tempo a disposizione, e poi per l'una il pranzo dev'essere pronto dato che mia sorella torna da scuola.»
«Perfetto allora» dice a questo punto Daniel, sedendosi a tavola. «Buon appetito.»
Pff, maschi.


Faccio qualche piccolo passo e poi mi fermo. «Mmh, a questo punto mancano i pomodori pelati per il sugo della pasta e l'acqua» annuncio, controllando un'ultima volta la lista della spesa che ho scritto velocemente prima di partire sul primo pezzo di carta che ho trovato.
«Allora noi pensiamo ai pelati e tu all'acqua, poi ci incontriamo davanti alla cassa» esclama Michelle, dopodiché si allontana insieme a Daniel senza nemmeno lasciarmi il tempo di rispondere.
Faccio spalline, poi mi volto e spingo con forza il carrello fino a destinazione, dove mi trovo davanti uno scaffale abbastanza alto dove sono riposti circa venti tipi diversi di acqua minerale sia naturale che frizzante.
Tiro un forte sospiro, rivoltando il naso all'insù. Vada per una frizzante San Benedetto. Così allungo le mani verso la prima cassetta vicina e mi alzo sulle punte.
«Serve una mano, signorina?»
Dallo spavento perdo l'equilibro e mi sbilancio all'indietro, cadendo praticamente tra le braccia di Gianluca.
«Ohoh, faccio così paura?» mi sussurra lui all'orecchio, stringendomi i fianchi con dolcezza.
Mi volto un poco fino a trovarmi il suo viso a poca distanza dal mio. «Più che altro mi hai preso alla sprovvista» preciso io.
Lui mi guarda negli occhi. «Adoro prendere alla sprovvista le persone.»
Scoppio in una risata, divertita.
Restiamo in silenzio ancora per qualche istante, poi lui alza le braccia – il suo profumo mi invade le narici – e afferra la cassetta d'acqua che stavo per prendere prima come se non dovesse pesare più di due chili, poi la appoggia delicatamente nel mio carrello, chiedendomi: «E' questa che volevi, giusto?»
Annuisco sei volte, incantata. «S-sì» balbetto poi.
Lui fa un sorriso sghembo. «Eccoti servita.»
Annuisco altre sei volte, ora però non ho nemmeno la forza di sillabare una sola parola.
Perché diavolo sto facendo così? Sembro un allocco, porco cazzo! Mad, muoviti e dì qualcosa. Qualsiasi cosa.
«Come va?»
Okay, non è esattamente la cosa più originale che potessi dire, però è già un passo avanti. Sicuramente è meglio che fare scena muta.
«A me bene, a te invece? Come mai qui?» mi risponde lui, perfettamente a suo agio.
«Potrei farti la stessa domanda» ribatto io, alzando le sopracciglia.
Lui alza scherzosamente gli occhi al cielo. «Io sono qui con mia sorella, oggi abbiamo ospiti a cena e mamma ci ha rifilato al supermercato stamattina, così “ha tutto il tempo per cucinare con calma”.»
Abbozzo un sorriso. «Io invece ho dovuto fare le spese perché in casa non c'era nulla di commestibile» rispondo poi a mia volta.
«Ah, ho capito. Sei qua da sola? Vuoi un passaggio a tornare o qualcosa del genere?»
Non smetto di sorridere. «No, non mi serve nessun passaggio o qualcosa del genere, grazie comunque però.»
E' strana l'atmosfera che c'è tra noi. Insomma, ieri sera ci siamo baciati al chiaro di luna e adesso eccoci qua a scherzare al supermercato come se fossimo amici di vecchia data. Sì okay, forse l'incontro decisamente troppo ravvicinato di prima non era esattamente cosa da “vecchi amici”, però è stato un incidente, no?
«Gianluca! Sbrigati!» grida una voce femminile a me sconosciuta alle nostre spalle.
Mi volto incuriosita, sapendo già di chi appartiene.
«Sì, Simo, arrivo subito» urla di rimando Gianluca. Poi dice, rivolto a me: «Devo andare ora, io e mia sorella siamo in ritardo.»
A quanto pare non siamo gli unici in ritardo, stamattina.
«Okay, ci si vede allora.»
«Certo» conferma lui, poi aggiunge in un soffio: «Comunque ieri è stato bello.»
Ecco, lo sapevo che non assomigliavamo a due amici di vecchia data.
Faccio un sorriso decisamente troppo forzato. «S-sì, lo è stato.. bello. Cioè, voglio dire, è stato bello» balbetto sconcertata, inconsapevole di quello che sto biascicando.
Complimenti Madelyn, quest'anno il premio per la ragazza più idiota dell'anno va sicuramente a te.
Lui, come se non bastasse, mi mostra un altro dei suoi sorrisi da far-piegare-le-ginocchia. «Già» afferma, dopodiché mi stampa un bacio sulle labbra senza indugiare troppo e corre via.
Okay, non siamo decisamente due amici di vecchia data.
Dopo alcuni istanti in cui rimango semplicemente sconcertata, decido di spingere il carrello verso la cassa, dove in seguito trovo Michelle e Daniel che si guardando attorno preoccupati.
Alzo una mano per farmi vedere e appena sono vicina a loro, esclamo con un sorriso imbarazzato: «Scusatemi per il ritardo.»
E va bene, ho fatto molto la vaga, è che in questo momento non ho proprio voglia di parlare di Gianluca e di conseguenza di quello che è successo ieri sera.


Calma Mad, non c'è niente di cui preoccuparsi. Voglio dire, alla fine Nicola ha fatto la stessa cosa con Chiara, no? Perché dovresti farne un dramma? Non sei stata tu la prima a tradirlo, dico bene? E allora. A questo punto l'unica cosa da fare è mandare a fanculo Nicola e vivere la mia vita accanto a Gianluca, per sempre felici e contenti. Facile.
«Mad, ci sei?»
Alzo lo sguardo di scatto e abbozzo un sorriso non esattamente convincente. «Sì» rispondo a mia cugina che mi sta fissando sconcertata. «Perché?»
«Siamo arrivati» mi fa notare, senza smettere di guardarmi.
Okay, non sembrerò esattamente presente in questo momento, però insomma, adesso prendermi per una pazza è un po' esagerato... oppure no? Mio Dio, sto davvero impazzendo.
«Giusto» faccio, spalancando la portiera. «Scus...» Ma non riesco a finire la frase che un urlo dolorante mi fa sussultare. «Oddio, scusami Nicola!» mi affretto a dire, quando mi accorgo che gli ho praticamente sbattuto la portiera addosso.
«Ma dove cavolo guardi quando esci da un'auto?!» sbotta lui con irritazione, mentre si massaggia un braccio.
«Ero distratta» borbotto poi, arrossendo visibilmente.
«L'avevo capito» sospira lui, poi si dirige stancamente verso il bagagliaio per aiutare a portar dentro la spesa.
Io intanto non faccio che tormentarmi di pensieri...
Te l'ho già detto, stupida di una Mad, adesso devi solo piantare Nicola e passare il resto della tua esistenza con Gianluca. D'accordo, forse non proprio tutto il resto della tua esistenza, però...
Ma che diamine dici? E Nicola, poi? Credi che sia semplice mollarlo e stare con uno per il quale non sei nemmeno sicura di provare dei sentimenti veri?
E tu che ne sai di quello che sento?! Sono convinta di provare per Gianluca...
Una leggera infatuazione, niente di più!
«Mad?! Mi aiuti in cucina?»
Alzo per l'ennesima volta il capo e do un'occhiata a Michelle che mi sta osservando sospettosa.
«Oh, sì, subito» mormoro, cercando di darmi una calmata.
Non credevo di soffrire di personalità multipla. Sì, sto letteralmente impazzendo.


Appena esco dalla stazione, tiro un forte sospiro. Sono le quattro e mezza e Michelle e Daniel sono appena partiti per tornare a casa. Il problema è che a me sembra essere passata neanche un'ora da quando erano qui. Prima che partissimo da casa mia, Nicola si è gentilmente offerto di accompagnarci in auto, in modo da risparmiarci la lunga camminata. Prima che arrivasse il loro treno, avevamo a disposizione ancora un quarto d'ora, così abbiamo preso un ghiacciolo e siamo stati insieme ridendo e scherzando come se niente fosse. Poi sono partiti, Michelle mi ha dato un bacio sulla guancia e Dan mi ha salutato con la mano. Io non ho resistito, e sono scoppiata in lacrime. Allora mia cugina mi ha rassicurato che ci saremmo riviste presto, e che non aveva senso piangere in quel modo. Io ho annuito, sorridendo mentre le lacrime mi rigavano le guance.
E ora, come se non bastasse, mi ritrovo sola con Nicola in macchina.
Da quando siamo partiti non ho distolto un attimo lo sguardo dal finestrino alla mia destra, e Nicola ha continuato a fissare la strada davanti senza spiccicare parola.
Non vedo l'ora di arrivare a casa e andare in camera mia chiudendomi a chiave. Non sopporto più la sua presenza, dannazione.
«C'è qualcosa che devi dirmi?» chiede lui improvvisamente, in tono abbastanza distaccato.
«Io?» sbotto, senza nemmeno guardarlo.
«Sì, sono un po' di giorni che ti comporti strana con me: mi parli solo se ti chiedo qualcosa, non mi sfiori nemmeno, e ovviamente non mi ricordo l'ultima volta che ci siamo baciati.»
Per poco non scoppio a ridere istericamente. «Ah, vuoi pure che ti baci?!» esclamo, questa volta voltandomi verso di lui.
Lui strabuzza gli occhi. «Sei ancora la mia ragazza, o sbaglio?»
«La tua ragazza?» ripeto io, allibita. Per un po' di tempo non ho più la forza di parlare né di fare qualunque cosa. Sono troppo sconvolta.
«Oh, ho capito» mormora lui, dopo una pausa di assoluto silenzio. «C'è un altro.»
«Perché non dici “un'altra”, invece?»
A questo punto tutti i suoi muscoli si immobilizzano e la mascella si contrae leggermente. «Mi... mi hai visto con...» balbetta poi.
«Con Chiara, sì» rispondo io, in tono – con mio grande stupore – neutro.
«Oddio, mi... mi dispiace, davvero» aggiunge, tremando un poco.
«Lo vedo» ribatto io, gelida.
«No, Mad, ascoltami» fa lui, improvvisamente. «Io... ho sbagliato, e ne sono consapevole. E' stato un momento di debolezza, non era mia intenzione farti...» poi si blocca.
«Farmi cosa, Nicola? Farmi soffrire come un cane?! O farmi illudere in quel modo?» lo riprendo io, alzando inconsapevolmente il volume della voce. «Perché sì, io sono ancora una di quelle ragazze che crede ancora nell'amore. L'amore vero, quello senza macchia e senza paura. E facendo quello che hai fatto, mi hai illuso e basta. Ho sofferto, ma ora...»
«Ora è tutto finito!» mi interrompe lui, gridando. «Non la vedo più, le ho detto che avevo sbagliato, che lei non era nessuno... Le ho detto tutto, Mad, credimi.»
«Perché dovrei?» gli domando, stringendo le palpebre.
Detto questo, Nicola accosta la macchina e spegne il motore. Poi si gira per guardarmi negli occhi. «Perché è la verità, ecco perché dovresti farlo.»
Rimango ferma senza spiccicare parola, poi dopo un po', sostenere il suo sguardo mi risulta impossibile, così mi giro di scatto verso il finestrino e con mio orrendo stupore, mi accorgo che ho iniziato a piangere come una bambina.
«No, tesoro, non devi... scusami, scusami, Mad, sono una persona orrenda» inizia lui, poi dolcemente mi accarezza i capelli.
Reprimo un gemito. «Tu dici così... solo per... farmi contenta, ma non lo credi davvero...» sussurro poi, tra un singhiozzo e l'altro.
«Stai scherzando?!» esclama lui. «Io lo credo davvero, non lo dico solo per farti contenta, porca puttana! Io sono un ragazzo stronzo, bastardo e insensibile. O almeno, lo ero. Perché da quando sto con te, io sono sicurissimo di essere cambiato. Te lo giuro su tutto quello che vuoi, su questa fottuta auto, o su mia madre, o sulla mia testa! Prima me ne sarei sbattuto altamente le palle, adesso invece, con te, non riesco a fregarmene. Io ci tengo a te, ci tengo davvero. E non voglio perderti.»
Rimango letteralmente stupita dalle sue parole, e per qualche minuto non faccio altro che pensare se posso veramente fidarmi di lui o no.
Poi lui interrompe il circolo dei miei pensieri e mi afferra le mani senza esitazione. «Ti amo, Mad, ti amo davvero. E scusami se sono andato con Chiara, è che tutte le volte che mi respingevi, sembrava che cadessi sempre più in basso. Allora non ce l'ho fatta. Ma adesso che ho capito che in questo modo ti avrei potuto perdere, mi son reso conto del mio enorme sbaglio. Ora non mi importa più se non vuoi fare l'amore con me, giuro che non mi interessa. Voglio solo continuare a stare con te, voglio sentirti solo mia e basta. Ti lascerò i tuoi tempi, te lo prometto. Aspetterò quanto vuoi.»
Un'altra lacrima mi scende dall'occhio sinistro, questa volta non so se sia una lacrima di tristezza o di commozione.
Nicola me la asciuga con il dito indice e mi mostra uno dei suoi sorrisi sghembi fantastici. «Puoi perdonarmi?»
Finalmente apro la bocca dopo tanto tempo, e la voce infatti mi esce roca e esile: «Io... non lo so Nik, ammetto che mi hai presa in contropiede, non pensavo che mi dicessi delle cose simili, né che mi amassi veramente come tu dici.»  
«E' così, amore, te lo assicuro.»
Faccio un timido sorriso, forse per farmi più coraggio. «Ti credo» affermo poi, guardandolo negli occhi.
A questo punto il suo volto si illumina di un sorriso del tutto radioso. «Grazie per avermi dato un'altra possibilità, e ti prometto che non me la lascerò scappare.»
Annuisco un paio di volte, senza parlare.
«Stiamo di nuovo insieme, vero?»
A queste parole, ammutolisco. Stiamo di nuovo insieme?
«Nik, io credo...» inizio, e nel parlare alzo lo sguardo fino a incrociare i suoi occhi che mi fissano speranzosi. «...di sì.»
«Ti amo» ripete, dopodiché mi afferra il viso e mi stampa un bacio sulle labbra. Io non riesco a impedirglielo.
Mi impongo di sorridere, almeno per cercare di rassicurarlo. Il risultato però è uno strano incurvarsi di labbra. Non so se si possa definire esattamente un sorriso.
Fantastico. E adesso?















*** Spazio Autrici ***

Scusate scusate scusate per l'ennesimo ritardo. Questa volta è colpa mia, ho avuto una settimana piena fino all'orlo, e non sto scherzando. In cinque giorni sarò riuscita a collegarmi tipo una o due volte, ed è stato giusto una scappata; diciamo che sono stata veramente al computer solo durante il weekend >.> (haha, io invece sono sempre al pc ma evito msn, quindi diciamo che è anche colpa mia *asd ndLeslie)
A voi come va? Spero che siate meno stressati di me =.=

Okay, passiamo a questo capitolo di Ds2: come potrete notare Mad è moolto confusa, e riuscirà a schiarirsi veramente le idee solo nei prossimi capitoli (pardon le poche informazioni, ma preferisco fare la vaga, altrimenti perdiamo anche i pochi lettori che ci sono rimasti xD).
Che dite riguardo alle reazioni di Mad? Erano previste? Come avreste reagito voi, al suo posto? (fatemi sapere, sono curiosaa **)

Ultima cosa prima di chiudere, causa imprevisti il festeggiamento del primo anniversario di Ds è stato rimandato alle vacanze di Natale (scusateciiii!). Però, per farci perdonare, vi diremo che la sorpresa è una one-shot (più precisamente un Missing Moments :D) riguardo a... seguiteci e lo scoprirete! ;) Aspettiamo commenti *w*

Come sempre, grazie di cuore alle 21 persone che stanno seguendo la storia, alle altre 8 che l'hanno aggiunta nelle preferite e alla 1 persona che l'ha messa tra le ricordate! ;) Grazie anche a chi l'ha letta semplicemente, le visite sono tantissimissime **
 

marypao  non preoccuparti, anche noi come te siamo piene di cose da fare >.<  E vorremmo scusarci con te personalmente per i nostri costanti ritardi ç.ç Potrai mai perdonarci, tesoro? Comunque, tranquilla, fai pure con comodo riguardo alle mie fic del mio account singolo, veramente, non ti perdi nulla xD E, per quanto riguarda i nomi della mia scuola, con 'ste riforme continuano a cambiare, non ti immagini che strazio per me -.-'' Tu che bello che fai il classico ** Come la Linduzzz! Io non resisterei a fare il greco o.o Detto questo, lascio la parola alla mia socia ;) (muhaha, greco xD ho un compito in classe venerdì >.< ma passiamo alle cose importanti: non posso rivelarti nulla sul futuro del triangolo - per il tuo bene, sia chiaro u.u - ma posso rivelarti che sto scrivendo l'ultimo capitolo prima dell'epilogo :D Like Lily and James, sempre bloccata, ma ho una mezza idea di aggiornare entro novembre xD okay, non mi sembra di avere altro da dire >.< ndLeslie) Allora al prossimo aggiornamento, carissima (: E grazie mille per tutto ciò che fai per noi, te ne saremo infinitamente grate *w* Bacioni <33


Per oggi è tutto, gente! :)
Baciii,
Lalla e Lesie


   
 
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