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Autore: Karmacoma    17/10/2010    4 recensioni
"Lui le disse si e la ingannò"
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Questa è la mia prima storia su EFP. In qualche modo dovevo pur iniziare, no? Questa one-shot è nata mentre ero in treno, di ritorno da casa, e stavo ascoltando "Lullaby" "coverizzata" dagli Editors. Magari può essere utile ascoltarla mentre leggete, o magari potete scoprire qualcosa di nuovo! Buona lettura e grazie per il vostro tempo! ^-^










Possibile che solo il leggero soffio del vento l’avesse svegliata dal suo sonno?

Stava sognando di un uomo, di una figura slanciata dai tratti gentili del viso e occhi color ghiaccio, persino intimidenti, a suo dire. Quello sguardo era attraversato da lampi di desiderio e da una velatura di rosso cremisi che non riusciva a spiegarsi. Sognava di essere accarezzata con dolcezza da questa figura a lei sconosciuta, in luoghi del suo corpo che reagivano come mai era accaduto. Come un fiore in boccio le sue labbra si schiusero, erano gonfie per il desiderio, lo percepiva, e lasciarono entrare due dita di quest’uomo, che la stava massaggiando con dolcezza.

Era sudata.. poteva percepirlo anche nel limbo tra sonno e veglia in cui si trovava. Il desiderio iniziava a crescere e per alleviarlo iniziò a stringere e strofinare le cosce tra di loro, nella speranza di trovare un po’ di sollievo. Sognava di passare le sue dita in quella selva che erano i capelli neri di quell’uomo e di spingere quelle labbra leggermente schiuse verso il suo seno. Mentre quella figura sconosciuta era intenta a lambire con la sua lingua la pelle bruna intorno al capezzolo, lei faceva scorrere le mani lungo le spalle di lui sopra quella camicia bianca che, a quanto pare, era già sbottonata. Scoprì due braccia toniche e ceree: una, tesa nello sforzo di reggere il corpo per non gravare su di lei, e l’altra che faceva contrarre i muscoli con un ritmo cadenzato poiché la mano stava accarezzando, penetrando e massaggiando le pieghe più intime del suo corpo.

Presa dall’accarezzare quelle braccia e ad un passo dall’orgasmo si svegliò ansante e con un velo di sudore, sola, nel suo letto. Era tutto così reale, ed era così eccitata che per un attimo pensò di portare a termine la dolce tortura che lo sconosciuto del suo sogno aveva iniziato. Quando poi scorse un’ombra alla finestra si voltò e lo vide. Non ebbe paura di quell’estraneo che si era presentato nel cuore della notte alla sua finestra. Lo aveva già conosciuto, in quel sogno. Il suo corpo reagì prima della sua mente. Ora Lui le stava dando un ordine preciso, e il suo corpo lo percepiva. Si mise a sedere sul letto, si alzò in piedi e si diresse verso la finestra. Fissava l’affascinante estraneo negli occhi, era inevitabile. Lui mosse le labbra nel tentativo di comunicarle qualcosa. Lei recepì il messaggio e aprì la finestra lasciando entrare solo l’inverno. Lo fissò rapita, ed era confusa perché non sapeva se questo fosse ancora un sogno. Lui le disse si e la ingannò.

“Entra”.  La bellissima e alta figura maschile entrò con grazia dalla finestra e si avvicinò lentamente a lei, che era solo la sua prossima gentile benefattrice. La ragazza si gettò fra le braccia di Lui desiderosa di continuare quello che era stato interrotto. Lui arrestò quell’impeto e le accarezzò delicatamente una guancia, all’altezza dello zigomo, le portò i capelli dietro l’ orecchio, scese indugiando sul lobo e lei socchiuse gli occhi compiaciuta. Le dita gentili di Lui indugiarono su quel collo fragile e poi scese carezzando con due dita la scollatura della sua parigina in seta color polvere. La mano di Lui cercò quella di Lei e sul palmo depositò infiniti baci e tracciò un percorso, fino alla piega del suo gomito. Portò la mano di Lei dietro la sua spalla e il suo  braccio all’altezza delle sue ginocchia e Lei si lasciò sollevare da terra rapita da ogni suo gesto. La depositò sul letto accarezzandole le gambe con quelle mani fresche e facendo scivolare le sue dita oltre il tessuto degli slip. Lei era in estasi, era evidente che il sogno non era finito, pensava. Tremava, preda del piacere e desiderosa di un contatto ancora più profondo mostrava esplicitamente con il corpo le sue intenzioni. Lui continuava a guardarla, un lieve sorriso compiaciuto faceva capolino su quelle labbra sottili. Lei aspettava paziente che Lui agisse o dicesse qualcosa.

“Si” fu tutto quello che Lei seppe dire alla muta richiesta che quegli occhi le inviarono. E Lui non esitò. Scostò i capelli dal collo, si avvicinò piano e con la punta della lingua leccò l’arteria pulsante e visibile quasi a voler tracciare il percorso che i suoi denti avrebbero intrapreso, o come a voler pregustare quel delizioso succo che avrebbe bevuto.
Lei continuava a tremare, vicina al limite, e pensava a quegli occhi mentre lui affondava i denti nel suo collo. L’iniziale stupore, si sostituì alla consapevolezza. Quel contatto era ancora più intimo di quanto lei avesse sperato. Lui era stregato dal suo sangue, e Lei lo aveva capito da come ad ogni ripresa il succhiare si faceva più urgente e i suoni provenienti dalle labbra di Lui le lasciarono intendere quanto gradisse la sua gentile offerta. Sentirlo assaporare e godere della sua potente linfa vitale, la rese orgogliosa di sé. Sospirò prima di lasciarsi travolgere dall’inevitabile orgasmo.
   
 
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