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Autore: kirlia    18/10/2010    2 recensioni
Dopo la morte di Silver Surfer e il matrimonio di Reed e Susan, la situazione sembra essere tornata alla normalità. Ma una nuova minaccia incombe sulla Terra, e qualcuno vuole vendicarsi sui Fantastici Quattro... In una cornice di scontri e nemici in agguato, la storia d'amore tra Johnny e Frankie, che non è così semplice com'era previsto.
Dal capitolo due: 
Mi gettai sul letto, con la testa tra i morbidi cuscini mentre ripensavo a lei, con un innocente sorriso sulle labbra. Frankie mi era piaciuta dal primo momento. Forse perché era così diversa da tutte le altre ragazze che avevo conosciuto da quando era diventato una star. Anzi, forse da quelle che avevo conosciuto in tutta una vita.
[...] Adesso poi, avevamo perso completamente i contatti. La missione contro Silver Surfer si era conclusa ed io non l’avevo più rivista da allora… chissà cosa stava facendo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come il Sole e la Pioggia

Come il Sole e la Pioggia...

Capitolo 2- Il nuovo Generale

 

 

 

Johnny Storm, la “Torcia Umana”

Baxter Building, New York.

 

«Johnny, il tuo atteggiamento è piuttosto ridicolo» commentò Susan, con

un tono di voce molto più severo del solito.

Non vedevo perché mia sorella dovesse comportarsi così… Che c’era di

male in fondo a volere un po’ di notorietà? Era forse un crimine? Io non la

pensavo affatto così.

E poi, guardiamo in faccia la realtà: eravamo i Fantastici Quattro! Non un

semplice gruppo di vip, noi eravamo dei supereroi di fama mondiale!

Tutti ci amavano… o, per meglio dire, amavano me.

«Sarebbe carino che almeno ti degnassi di rispondermi quando ti parlo» concluse

mia sorella, che doveva aver parlato per circa mezz’ora anche se io avevo

solo sentito l’ultima frase.

«Sai, Susie, non capisco perché ti scaldi tanto. Te lo dico in modo che tu lo

possa capire bene: siamo VIP, “very important people”! È normale che le

nostre facce siano in bella mostra sulle prime pagine di tutte le riviste, è normale

che i giornalisti ci vengano dietro in questo modo. Devi fartene una ragione» le

risposi con leggerezza, mettendomi comodo sul divano e incrociando le braccia

dietro la schiena.

«Forse sarà normale per te, Johnny, ma non per noi miseri mortali che

pretendiamo un po’ di privacy» rispose Reed al posto suo.

L’uomo elastico cinse dolcemente la vita della sua novella sposa, mentre mi

fulminava con uno sguardo che voleva significare “non innervosirla

ulteriormente”… ed io con un sospiro stanco mi alzai per avviarmi verso camera

mia.

«Okay okay, ho capito. Mi sembra inutile a questo punto chiedervi di firmare un

contratto con una multinazionale per diventare il suo sponsor…» dissi, mentre

camminavo lungo il corridoio illuminato alzando la voce per farmi sentire.

«E poi» feci per concludere «di privacy ne avete anche abbastanza qui in casa,

non vi pare?» dissi mentre chiudevo la porta dietro di me e sentivo l’ultimo

grugnito sconsolato di mia sorella.

 

La mia camera era assolutamente divina.

Divina, era davvero l’unica parola che il mio cervello era in grado di pensare

appena aprivo la porta.

Davvero, non mancava niente: il grande letto con le coperte maculate sopra,

l’enorme plasma che mi attendeva per dedicarmi ai più emozionanti videogiochi

mai inventati, uno stereo all’avanguardia con un impianto sonoro degno del

più lussuoso cinema del mondo… e candele.

Forse sembrava un po’ strano in quell’ambiente, ma le candele erano ciò che

dava all’atmosfera quel “non so che” di familiare, esotico e caloroso che

riusciva a rendere quella stanza davvero mia.

«Fiamma…» sussurrai tra me, per dare ai miei poteri quello slancio usuale che

riusciva ad infiammarmi. Stavolta però concentrai le scintille sul palmo delle mie

mani, per lanciarle poi verso ogni candela nella stanza, che si accese di colori

rosati, verdi, blu e gialli, mandando una luce soffusa su ogni oggetto nella

stanza e illuminando tutto di un intenso arancione dorato.

Beh, non era certo da me essere così romantico, mi dissi.

Ma forse quel Johnny Storm che tutti conoscevano non era solo “innamorato

di sé ai limiti del narcisismo”, come una volta qualcuno mi aveva descritto.

Qualcuno… beh, in realtà quel qualcuno era una persona che conoscevo bene,

 un certo Capitano dell’Esercito.

Mi gettai sul letto, con la testa tra i morbidi cuscini mentre ripensavo a lei, con

 un innocente sorriso sulle labbra. Frankie mi era piaciuta dal primo momento.

Forse perché era così diversa da tutte le altre ragazze che avevo conosciuto

da quando era diventato una star. Anzi, forse da quelle che avevo conosciuto

 in tutta una vita.

Il suo sguardo era serio, dedito al lavoro… e non aveva mai mostrato un evidente

interesse verso di me, anche se a volte con impertinenza avevo cercato di attirare

la sua attenzione.

Certo, per il matrimonio di Reed e Sue ero riuscito ad invitarla e ad averla con me,

ma… non eravamo mai andati oltre.

Ed io stesso mi sentivo in una strana situazione quando ero con lei, come se non

riuscissi ad essere naturale.

Adesso poi, avevamo perso completamente i contatti. La missione contro Silver

Surfer si era conclusa ed io non l’avevo più rivista da allora… chissà cosa stava facendo.

 

 

Capitano Francis Raye.

Ghiacciaio Russell, Groenlandia. Base dell’ Esercito Americano.

 

Mi avviai con sicurezza per i corridoi, scortata come al solito da qualche soldato

giusto per non camminare in solitudine.

Con mia estrema sorpresa non trovai nessuno a sorvegliare le varie camere e

ambienti della Base, e ciò significava che si erano già tutti radunati nella sala

principale dove sarebbe stato, fra soli dieci minuti, eletto il nuovo generale.

Chissà chi sarebbe stato…

Avvertendo il mio quesito nel viso, un tenente si azzardò a dire «Capitano Raye,

non sarà lei il nostro nuovo generale…?»

«No tenente Marshall, ho rifiutato l’offerta categoricamente. Non voglio essere

 la sostituta del grande Generale Hager» risposi, chiudendo definitivamente la

discussione e volgendo per un attimo la mente al ricordo del mio vecchio superiore.

Pur essendoci un rapporto prettamente professionale tra di noi, avevo sviluppato

una sorta di sentimento affettivo verso Hager… ed ero rimasta abbastanza turbata

dalla sua morte improvvisa.

Non avrei mai perdonato Victor Von Doom per ciò che gli aveva fatto.

 

Mentre ero immersa nei miei pensieri, arrivammo finalmente alla sala principale e,

dopo che il sistema computerizzato ebbe riconosciuto le mie impronte digitali,

riuscii ad entrare ed accomodarmi in prima fila.

La sala non era completamente silenziosa come al solito… sembrava che i soldati

fossero in fermento: non era mai capitata una cosa del genere, i nostri uomini

erano sempre stati diligenti ed attenti alle regole. Ma forse era normale che la

situazione creasse un po’ di scalpore, d’altronde la morte del generale non era

stata di certo una delle più frequenti.

Carbonizzato, totalmente carbonizzato.

Ebbi un brivido e di conseguenza mi ritrovai a scuotere la testa, per cancellare

quelle terribili immagini dalla mente. Il tenente Marshall, che si era accomodato

accanto a me, mi lanciò un’occhiata incuriosita.

«Tutto bene, Capitano…?» chiese, sinceramente preoccupato.

Quasi mi stupii di tutte le attenzioni che il tenente mi riservava. Era raro che tra

di noi ci fossero legami, ma mi sentii sollevata dalla presenza di Marshall in quel

momento.

«Si… si, la ringrazio Tenente. Sono solo leggermente turbata da tutto questo» mi

lasciai sfuggire, dimenticando per un attimo di stare confidando una mia sensazione

ad un mio sottoposto.

Lui inclinò leggermente la testa, quasi a darmi un’occhiata più attenta, poi un leggero

sorriso educato apparve sulle sue labbra mentre mi rassicurava «La scomparsa del

Generale è stata uno shock per tutti noi… immagino che per lei che era così

vicina a lui dev’essere stato ancora più sconcertante.»

Ricambiai il sorriso con naturalezza, mentre riuscivo di nuovo a rilassarmi. Confidare

le mie preoccupazioni a qualcuno mi aveva finalmente tranquillizzato.

Intanto, il lunghissimo discorso del soldato che tentava di richiamare l’attenzione

finì, presentando finalmente il nostro nuovo Generale.

«… ed ecco qui il nostro nuovo superiore, il Generale Starr» concluse, mostrandoci

una donna alta e sottile.

I suoi capelli neri e lucidi erano stretti in uno chignon come i miei e i suoi occhi

erano di una particolare gradazione di grigio-azzurro che le conferiva uno sguardo

severo.

Non ero solita giudicare le persone dal proprio aspetto ma tutto in quella giovane

donna mi portava a pensare “serpe”.

Davvero, aveva un aspetto… velenoso. Non mi piaceva proprio.

Comunque non potevo di certo contestare la scelta dei nostri superiori, magari

si sarebbe rivelata anche un buon capo.

Mentre facevo tutte queste supposizioni lei si avvicinò al microfono e cominciò a

parlare.

«Il mio nome è Daphne Starr e sono il vostro nuovo Generale. È stata davvero

una sorpresa per me sapere di essere stata scelta per questo ruolo, ma farò

del mio meglio per confermare le aspettative… » il suo discorso si protrasse per

circa quindici minuti ma non ascoltai con attenzione, visto che ero distratta dai

commenti incuriositi di vari soldati.

Ero anche quasi pronta ad andarmene quando un’ultima frase del Generale mi

fece voltare di nuovo verso di lei.

«Mi piacerebbe dare una svolta decisiva all’esercito, creando un nuovo gruppo

di speciali soldati dotati di conoscenze e capacità particolarmente sviluppate. Per

fare questo ho chiesto la collaborazione di una persona» disse con fierezza, poi

si voltò per chiamare qualcuno accanto a sé.

Il mio cuore ebbe un sussulto quando la figura uscii dall’ombra rivelandosi e creando

un coro di bisbigli in tutto il pubblico presente.

«Diamo il benvenuto al mio collaboratore più fidato, Victor Von Doom!»

 

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Finalmente ho avuto tempo di aggiornare, scusate l’attesa ^^’’

Ringrazio debby95 per la sua recensione e per avermi aggiunta tra le seguite ^_^

A presto :D

   
 
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