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Autore: sushiprecotto_chan    18/10/2010    2 recensioni
[Galahad/Mordred] “Sai, da bambino pensavo che raggiunta l’età adulta mi sarei fatto presto una famiglia, con tanto di bei bambini a seguito, oppure che sarei entrato in convento.” Galahad lo dice ridendo, mentre è intento a giocare con qualche ciuffo d’erba alla sua destra. Se solo potesse vedere ancor meglio il suo volto, dalla sua visuale, Mordred probabilmente direbbe che il compagno sta letteralmente gongolando.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Mordred
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per questo meme, scritta e pubblicata per lucre_noin (Ilakey_chan **).
Che dire? E' la prima fanfiction che scrivo sulle Leggende ed anche la mia prima Galahad/Mordred. Spero solo che conservi una decenza intrinseca. XD (EDIT: è anche la mia prima ed effettiva Slash. *O* Qui c'è da festeggiare XD)
All'inizio doveva essere una sola drabble, poi sono uscite fuori due double-drabbles neanche tanto legate tra loro (okay, praticamente piuttosto separate, e che eppure sto pubblicando insieme). XD Buona lettura!

 

Là, sul prato.

 

“È piacevole passeggiare con voi, sir Mordred.”
È una bella giornata, ed i campi sono ricchi di frumento e d’erba, che sembra di un verde più vivo del solito. Il sole si riflette tra le fronde e i rami.
“E voi sapete mentire veramente male, sir Galahad.” Replica Mordred, secco.
Tutto, a partire dal tono felice di Galahad, al bel tempo dilagante ed a quell’atmosfera festosa che sembra esser propagata fin dalla più insignificante foglia, gli dà il nervoso e lo mette in soggezione.
Sir Galahad – il Santo – gli sorride. “La mia non era una bugia, e voi lo sapete.” Perché di solito dovrebbe fare il conto con la tipica ipocrisia della Corte, la finta gioia borghese tipica della nobiltà.
Anche Galahad è ipocrita – e lui lo sa bene. Ma con lui lo è di meno e le normali parole e azioni che normalmente dovrebbero dargli il voltastomaco quando si trova in sua presenza gli fanno sentire solo dei milioni di farfalle in pancia. Sicché non è propriamente il bel tempo o la probabile ipocrisia vagante a dare tante rogne a Mordred, bensì una specie di potenziale pretino dotato di capelli biondi come il grano.
È questa la cosa che gli fa più paura.

 

*

 

“Sai, da bambino pensavo che raggiunta l’età adulta mi sarei fatto presto una famiglia, con tanto di bei bambini a seguito, oppure che sarei entrato in convento.”
Galahad lo dice ridendo, mentre è intento a giocare con qualche ciuffo d’erba alla sua destra. Se solo potesse vedere ancor meglio il suo volto, dalla sua visuale, Mordred probabilmente direbbe che il compagno sta letteralmente gongolando.
“Ah, sì? Mi spiace che non sia andata esattamente così, allora.” Fa Mordred, con tono apparentemente incolore e con un ghigno malcelato sul viso. Il figlio di Lancillotto sorride.
Si trovano su un prato nei territori di Camelot, poco distante da Camelot stessa. È una libertà non trovarsi per un po’ tra quelle mura, dove Mordred è il figlio bastardo del re e Galahad il puro cavaliere sempre devoto a Dio. Lì, tra quei campi, Mordred è Mordred e Galahad è Galahad. E i loro corrispettivi pensieri s’impegnano solo a lasciarsi portare via dal vento, invece che a soffocarli.
“Ma se era questo il tuo obbiettivo fin dall’inizio! Lo so.”
Mordred ghigna – questa volta per davvero. “Oh, è stato un onore, sporcare un po’ il puro e adorato figlio di Lancillotto.”
Galahad gli si avvicina, poi lo stringe a sé. “Sono felice di non essere diventato frate. O di non essermi fatto una famiglia.”
Mordred soffoca un insulto ed affonda il suo viso nella tunica dell’altro.
   
 
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