Questa mini
tournée è durata più di un mese, e mi ha veramente distrutto. In compenso, ora
Brian è convinto di essersi vendicato a sufficienza, ed è deciso a lasciarmi il
resto delle feste libero. Niente canti natalizi in giro per l’America,
quest’anno. Anche perché è il primo Natale che passiamo senza papà, e c’è
bisogno di me a casa. Mi dispiace soltanto che Grace non potrà essere con me il
giorno di Natale.
Mi ha fatto
un’incredibile sorpresa, tornando da Parigi con un mese di anticipo, con in mano
il diploma firmato e controfirmato dai titolari del corso. Ora è
un’organizzatrice di eventi professionista, e aspetta soltanto un colloquio di
lavoro. Sta andando tutto per il meglio, e credo che finalmente potrei trovare
il coraggio di chiederle di sposarmi. Se solo non avessi paura di sentirmi
rispondere di no…
Quest’anno
tocca a me azionare l’autoscatto per la tradizionale foto di famiglia. Al
momento di gettarmi ai piedi del divano, faccio un pasticcio, e nella
fotografia si vede soltanto la mia faccia, con dipinta su un’espressione
piuttosto buffa. Ma il resto della famiglia decide all’unanimità che va bene
così. Anche perché, senza papà a darci le direttive, anche la fotografia di
Natale ha perso valore.
Ripenso
all’album trovato nel bungalow, sotto le assicelle. L’ho prestato ad Allie. Ha
voluto guardarlo da sola. È uscita dalla propria camera da letto con gli occhi
gonfi e rossi di chi ha pianto molto. Non sono riuscito a dire niente, e ho
riportato l’album al bungalow. Bungalow terribilmente deserto, da quando anche
i latrati di Roxy si sono spenti. L’abbiamo seppellita nel cimitero degli
animali, con il suo osso di gomma completamente mordicchiato e il suo
guinzaglio preferito. Stella è convinta che anche lo spirito di Roxy vaghi
ancora sulla terra, come quello di papà. Non so se darle retta: insomma, non so
molto sull’aldilà dei cani.
Mettiamo
Stella a letto alle undici, convincendola che solo così Santa Claus si farà
vivo. Allie e la mamma sono in cucina a rigovernare, mentre Alex e Gary completano
una partita di monopoli in salotto. In un angolo, accanto a una finestra,
Christine e io guardiamo fuori, sperando di vedere un fiocco di neve
volteggiare sulla città.
“Sai, non
sembra nemmeno Natale, senza la neve” sospira.
“Mi ricordi
l’incipit di ‘Piccole Donne’, sai?”
“Hai letto
‘Piccole Donne’?”
“Per scuola”
rispondo in fretta.
Sorride.
“Non dirmi bugie, zio Josh. Lo sai che sono l’unica che le sa smascherare.”
“Beh, è un
bel libro” ammetto. “Un classico della letteratura americana. E comunque anche
tu non sai tenere segreti con me. Che è successo?”
“Che cosa
dovrebbe essere successo?”
“Non lo so,
ma qualcosa deve essere successo. È
tanto tempo che non ti vedo sorridere così.”
Arrossisce appena,
tornando a guardare fuori. Il modo in cui cerca di evitare i miei occhi mi
ricorda tanto Lucy. Mi chiedo chi sia il fortunato che recita la parte di Josh,
in questo strano remake.
“Si chiama
Jake” mi confessa, a bassa voce. “Ma non dire niente a nessuno.”
“Hai la mia
parola” prometto solennemente.
“Dei ragazzi
avevano appeso del vischio, a scuola. Ma gli insegnanti lo hanno fatto
togliere. Lui ne ha conservato un rametto, e durante la ricreazione si è
avvicinato, mi ha chiesto se poteva parlarmi, e…”
“…ha fatto
dondolare il vischio sulle vostre teste e ti ha…”
Annuisce,
impedendomi di terminare la frase. Vedo ancora i suoi occhi brillare. Mia
nipote ha ricevuto il suo primo bacio, e io sono felicissimo per lei. Forse,
dopotutto, i miei nipoti avranno un’adolescenza migliore della mia. E non posso
che gioirne.
***
Natale con i
tuoi, Capodanno… con chi ami.
Potremmo
sintetizzare così le nostre feste, io e Grace. Lei ha trascorso il Natale a
Denver con sua madre, il suo patrigno e i tre fratellastri con tanto di
famiglia, ma il Capodanno è una questione privata. Il Capodanno riguarda me e
lei, e lo trascorreremo… a casa. Tre giorni soltanto per noi. Tre giorni che
trascorriamo trascinandoci stancamente dal letto alla cucina. Può sembrare
banale e scontato, ma è la vacanza più bella che mi sia mai concesso.
A casa mia,
con la donna che amo, aspettando il momento giusto per chiederle di diventare
mia.