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Autore: HPlover    08/11/2005    9 recensioni
Ecco a voi la mia prima fic sulla meravigliosa coppia H/D! Sono emozionatissima, vi prego scrivetemi e ditemi se fa schifo... Un bacione a tutti!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUALCOSA DI NUOVO

By HPlover

 

 

 

Harry correva per i corridoi a perdifiato, incurante degli studenti contro cui andava a sbattere di tanto in tanto. Teneva la testa bassa e gli occhi fissi al pavimento, e la velocità faceva sì che nessuno potesse notare le lacrime che sgorgavano suo malgrado dai bellissimi occhi verdi. Era stato uno sciocco, si disse, a dire quelle cose così, ad alta voce, senza preoccuparsi di chi l’avrebbe potuto sentire. E ora era tutto perduto.

 

Harry aveva cominciato il sesto anno con l’umore ancora a terra per la scomparsa di Sirius. Non aveva voglia di riprendere le lezioni né di rivedere i suoi compagni di scuola. Si era trascinato dietro le sue cose seguendo i suoi migliori amici Ron e Hermione con una faccia da funerale infinita, ben determinato a mantenerla il più a lungo possibile, eppure non avevano ancora raggiunto il castello che già dovette rinunciare. Draco Malfoy, infatti, lo attendeva con i suoi scagnozzi per insultarlo come al solito. Normalmente ne sarebbe nata una lite furibonda, ma invece di rispondergli per le rime Harry…rimase a fissarlo incantato. Non poteva credere ai suoi occhi, perché durante quelle vacanze Draco era cambiato molto. Si era fatto crescere i capelli, che ora portava sciolti lunghi fino alle spalle, ed era diventato ancora più alto, superandolo di qualche centimetro Harry. Non appena lo vide il Grifondoro sentì le gambe diventargli molli e il sangue correre al viso, facendolo arrossire violentemente. Non riuscì ; a dire che un paio di sillabe balbettate, dando così altre motivazioni a Draco per prenderlo in giro.

Nelle settimane seguenti la prima impressione di Harry si rafforzò: Draco era diventato davvero bello. Era un pensiero un po’ insensato, visto che fino all’anno prima lo odiava…o no? Passò molti giorni a interrogarsi su questo punto, ma non poté dirsi altro che, in un’estate, quello che era sempre stato il ragazzo che più gli dava sui nervi di tutta la scuola era diventato colui che più attirava la sua attenzione. Non riusciva a smettere di osservarlo durante le lezioni, mentre era intento a prendere appunti e si leccava di tanto in tanto le labbra per la concentrazione; mentre erano nel salone principale per i pasti, che, Harry notò per la prima volta, il Serpeverde consumava con i suoi compagni ridendo e scherzando proprio come facevano lui e i suoi amici; durante gli allenamenti di Quidditch, quando dava sfoggio del suo fisico atletico irrobustito e modellato dall’età. Harry si ritrovò piano piano a sbavare letteralmente sull’immagine di Draco Malfoy ogni qual volta il biondi no non era intento a insultarlo, attività che ancora svolgeva e con rinnovata frequenza, visto che sembrava avere il dono di essere sempre dove si trovava lui. Il Grifondoro aveva una gran paura che qualcuno si accorgesse della sua nuova “ossessione” e gli facesse delle domande imbarazzanti. Cosa avrebbe risposto? La cosa più importante era che non se ne accorgesse il diretto interessato: se c’era una cosa di cui Harry era certo era che mai Draco Malfoy avrebbe corrisposto un sentimento simile al suo.

Così passarono i primi tre mesi di scuola, fino alla metà di dicembre. Quello fu il momento in cui la forza di volontà di Harry cedette. Negli ultimi giorni la sua “passione” per Draco era cresciuta in maniera esponenziale, dandogli parecchi problemi a livello intellettivo e anche motorio! Continuava a sorridere come uno scemo, a urtare le cose facendole cadere rovinosamente a terra soprattutto nei momenti di maggior silenzio, scoppiava a ridere da solo mentre avrebbe dovuto studiare o seguire una lezione e viceversa veniva colpito da incredibili attacchi di depressione che lo portavano a chiudersi tra le quattro tendine del suo letto a baldacchino e starsene lì a piangere finchè non si fosse stancato a sufficienza. Tutto questo, inutile a dirsi, finì per attirare l’attenzione di coloro che più erano vicini a Harry: Ron e Hermione. Dopo una lunga gara a morra cinese, i due Grifondoro avevano deciso che sarebbe stata la ragazza dai capelli ricci a chiedere spiegazioni all’amico.

Così avvicinò Harry in sala comune una sera, mentre questi se ne stava solo soletto vicino al caminetto a fissare il fuoco con un’espressione turbata sul volto. Si sedette di fianco a lui e gli chiese “C’è qualcosa che non va, Harry?”

Per poco il moro non trasalì. Non si era neanche accorto della presenza dell’amica. Scosse la testa piano, sforzandosi di sorridere, e mormorò “No, va tutto bene. Perché?”

Hermione lo guardò severa.

“A chi credi di darla a bere? Non sono nata ieri, riconosco ancora un ragazzo che soffre di pene d’amore!”

“Ssshhhh!” le intimò Harry mettendole una mano davanti alla bocca e guardandosi intorno per controllare che nessuno avesse sentito. “Ma sei pazza?!” continuò dopo un attimo in un sussurro. “Non mi sembra proprio il caso di parlare di cose simili qui in sala comune. Ci potrebbe sentire qualcuno.”

“Allora ho indovinato!” esclamò la ragazza sorridendo soddisfatta. “Chi è? Chi è?”

“Non è come pensi, Hermione,” sospirò Harry. Poi la guardò di sottecchi. “È una questione un po’ delicata… Una cosa che non potrei dire neanche a Ron…”

“Ma io sono la tua migliore amica! Ti prometto che se non vuoi non dirò una parola a Ron. Non ti fa bene tenerti tutto dentro, però! Dai, sfogati, dimmi tutto e magari troveremo insieme anche un modo per aiutarti.”

“Non mi puoi aiutare, sono solo un…tipo strano, tutto qui.”

Hermione lo guardò perplessa.

“Oh, non guardarmi così, mi sembra di essere sotto processo!” esclamò Harry, senza tuttavia parlare sul serio perché già un mezzo sorrisino gli increspava le labbra. “Ok, te ne parlerò, ma non qui e non ora. Facciamo…domani pomeriggio alle due all’albero in riva al laghetto.”

“Ok!” disse felice Hermione e piantandogli un bacetto sulla guancia lo lasciò a riflettere da solo ancora un po’.

Harry si sentiva le orecchie bollenti. Era stato scoperto e ora avrebbe dovuto raccontare tutto a Hermione. Chissà lei come avrebbe reagito. Però, si disse mentre scivolava sotto le coperte, poco più tardi, era una ragazza intelligente e comprensiva e di certo non l’avrebbe giudicato per quel sentimento anomalo. Anzi, probabilmente gli sarebbe stata vicino. E lui aveva tanto bisogno di un’amica sincera in quel momento.

Il giorno seguente Harry arrivò all’appuntamento che Hermione era già lì ad attenderlo. Quando lo vide arrivare la ragazza chiuse con un tonfo il librone che stava leggendo e gli sorrise.

“Allora, Harry,” lo salutò allegra, “cos’hai di tanto segreto da confidarmi?”

Harry prese tempo alitandosi sulle mani e chiedendosi che mai gli fosse venuto in mente di dare appuntamente all’amica fuori al gelo nel bel mezzo di dicembre.

“Ehm… Non è facile… Come dire…”

“Vediamo, ieri ti ho chiesto di chi ti sei innamorato e tu non mi hai risposto né sì né no. Allora, ci ho azzeccato o no?”

“Diciamo di sì,” mormorò imbarazzato Harry.

“Ah, ma è stupendo!” esclamò Hermione battendo le mani dalla gioia. “E lei chi è?”

Harry tacque per un attimo.

“Ehm… Vedi, Hermione, il problema è proprio questo. Lei…non è una lei.”

“Oh! Vuoi dire che…”

“È un lui,” concluse Harry fissando i propri piedi.

“Ma non c’è proprio niente di cui vergognarsi, Harry, non siamo più nel medioevo quando queste cose andavano nascoste. Se tu ti senti bene così e per te questa persona è speciale…”

“Sì, tanto,” ammise il moro annuendo e sorridendo timidamente.

“Quanto sei dolce…” mormorò la ragazza, prendendolo sottobraccio e stringendolo a sé. “E dimmi, lui lo sa già?”

“No!” esclamò Harry con uno sguardo terrorizzato.

“Come no?! E cosa aspetti a dirglielo?”

“Non posso dirglielo!” spiegò il Grifondoro. Poi la sua espressione si fece un po’ triste. “Non mi vorrebbe mai.”

“Come fai a dirlo, scusa, se non ci provi a neanche a parlargli? Parti troppo prevenuto, come sempre. Non tutto deve andare sempre male.”

“Lo conosco bene, Hermione. È da quando sono in questa scuola che non fa ccio altro che incontrarmi con lui e penso di conoscerlo come le mie tasche. Non gli piaccio, non gli sto neanche simpatico e se gli confidassi ciò che p rovo per lui mi riderebbe in faccia e andrebbe a dirlo a tutti.”

“Ma è terribile! Non puoi dire sul serio. Chi è, lo conosco per forza se è di questa scuola. È Seamus?”

“No,” mormorò Harry, timoroso di rivelarle il nome.

“Allora Justin?” provò ancora la ragazza.

“No.”

“Ernie?”

“Hermione!”

“Sto andando a tentativi, che ne so!”

“È…è Draco,” sussurrò Harry.

“Draco Malfoy?” ripetè incredula Hermione.

“Sì…” rispose piano piano Harry. “Sapevo che non mi avresti capito, ma…”

“Vuoi stare zitto un attimo? È vero, è un po’ strano da parte tua, soprattutto visto che vi insultate giorno e notte…”

“Vorrai dire visto che lui mi insulta giorno e notte! Ultimamente non ho più la forza di rispondergli.”

Hermione lo osservò preoccupata.

“Ti sei proprio andato a cercare un osso duro,” commentò.

“Non me lo ricordare. Guarda, non so neanch’io come ho fatto ad innamorarmi di lui. Fino a quest’estate lo odiavo! Poi quest’anno all’improvviso l’ho visto e…puff! È come se avessi avuto un’illuminazione.”

“Sai, ha più senso di quanto non credi. L’amore e l’odio sono due sentimenti molto potenti, che spesso sono legati. Non sarebbe la prima volta che nasce un grande amore da un grande odio.”

“Non succederà mai, Hermione…” sospirò Harry.

“E perché no?”

“Ma mi hai ascoltato?! Ti ho appena detto che mi sono innamorato di Draco Malfoy! Malfoy!! Quello che ti chiama Mezzosangue e che mi chiama Sfregiato e che mi ha odiato dal primo giorno di scuola! Cosa posso fare? Pensi che possa andare da lui e dirgli – Senti Draco, ti dovrei parlare. Sai, mi sono innamorato perdutamente di te e la mia vita non avrà più un senso se tu non ne farai parte – ?”

Hermione stava per rispondergli ma uno scricchiolio e poi il rumore di un ramo che si spezza la bloccarono con la bocca aperta. Entrambi si voltarono e con orrore videro nientemeno che il suddetto Draco Malfoy appoggiato di malagrazia sull’albero alle loro spalle, il viso sorpreso e più pallido del solito. Harry si sentì svenire mentre il biondo si ricompose facendo due passi avanti e mostrandosi completamente.

“Potter…” disse con un tono di voce molto basso.

“Oh no!” esclamò Harry in preda al panico. “Da… Da quanto tempo sei lì?”

“Potter…” ripetè il Serpeverde, “non dicevi mica sul serio un secondo fa, vero?”

A Harry in un attimo sembrò che un peso insostenibile lo attirasse a terra d al collo, che una cascata di acqua ghiacciata scendesse lungo la sua schiena e che il cuore gli esplodesse nel petto. Draco l’aveva sentito…e lo stava rifiutando. Non che si fosse aspettato una reazione diversa, ma così, senza preparazione, senza essersi premunito… Sarebbe diventato lo zimbello della scuola in poche ore, ma quel che era peggio Draco non gli avrebbe mai più rivolto la parola, non l’avrebbe più neppure avvicinato. Per il Grifondoro quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Senza neanche rendersene conto si mise a correre più veloce che poté verso la scuola e una volta rientrato prese a salire le scale disperatamente, cercando un luogo dove nascondersi e starsene solo.

 

Così torniamo alla corsa senza meta dell’inizio. I suoi passi che risuonavano nei corridoi erano l’unica cosa che riuscisse a sentire a parte il martellare del suo cuore nel petto, che ancora non cessava di battere. Nulla aveva più senso, tutto era perduto, giocato, finito. Non aveva più speranza di essere felice, dopo che quell’ultima luce nel buio si era spenta. Come aveva potuto credere che Draco potesse ricambiarlo? Sì, perché Harry si rese conto in quel momento che in un angolino della sua mente ci aveva creduto davvero, o almeno sperato con tutte le sue forze. Pur avendo il respiro corto non riusciva a trattenere le lacrime, che scorrevano copiose sul suo bel volto cadendo sull’uniforme. Nella folle ricerca di un posto dove disperarsi in pace i suoi piedi lo condussero verso la guferia, ma non abbastanza accortamente. Infatti a pochi gradini dal culmine della torre inciampò nell’orlo della divisa e cadde rovinosamente. Lanciò un urletto di dolore e sorpresa, registrando la forte botta al fianco, ma quando fece per rialzarsi non trovò le forze per farlo e invece si appallottolò su se stesso singhiozzando forte e incontrollatamente.

Un tocco leggero lo riscosse dalla sua disperazione. Una mano forte ma delicata gli stava sfiorando la spalla, come in una carezza. Harry alzò controvoglia lo sguardo, pulendosi il volto dalle lacrime con il palmo della mano per darsi un contegno, e si ritrovò davanti a pochi centimetri…Draco. I capelli biondi che gli ricadevano un po’ scomposti davanti agli occhi per la posizione chinata, il petto che si alzava e abbassava velocemente come se fosse affannato per una lunga corsa e i brillanti occhi grigi che lo fissavano…preoccupati, forse tristi. Completamente diversi dal solito, comunque, con una luce che Harry non aveva mai visto e non sapeva interpretare. Il moro fece un respiro profondo, trattenendo un nuovo attacco di lacrime, e lo guardò interrogativamente.

“Ti… Ti sei fatto male?” domandò Draco.

“Che… Che ci fai qui?” gli chiese Harry con voce rotta.

“Io… Uh… Scusa…per prima… Non sapeva cosa dire… Non intendevo…” biascicò ansante il Serpeverde.

“Mi hai inseguito fin qui per divertirti a prendermi in giro?”

“No!” esclamò Draco, scuotendo veementemente la testa. “Non… Tel’ho detto, non intendevo risponderti in quel modo prima, ma ero stato colto di sorpresa e… Non sapevo che dire.”

Harry lo fissò perplesso. Che stava cercando di dirgli Draco?

“Era…da tanto tempo che cercavo di trovare le parole e il coraggio per avvicinarmi a te e parlarti, sai?” continuò il biondo, le cui guance già arrossate dalla corsa si tinsero ancora un po’ di rosa. “Ma non è tanto facile…”

“Che stai cercando di dirmi?” chiese il Grifondoro, per le cui orecchie quel discorso appariva stranamente piacevole.

“Anche per me…è lo stesso. Anch’io mi sento così. Solo che ormai sono anni che…mi tengo dentro tutto questo e… Non avrei mai pensato che tu potessi accettare, tantomeno ricambiare…”

“Non ti capisco,” mormorò Harry, il quale non credeva più a ciò che udiva.

“Io… Tu mi piaci, Harry. Sono già due anni quasi, dai tempi del Torneo Tremaghi, che non riesco a toglierti gli occhi di dosso, e avrei voluto parlartene, ma non ne avevo il coraggio, così ho continuato a comportarmi come sempre…da stronzo…per non farti notare niente… Pur di starti vicino…”
Harry ricominciò inconsciamente a piangere, stavolta però silenziosamente. Draco gli sfiorò una guancia con le dita, fermando il corso di una lacrima e rivolgendogli un sorrisino triste.

“Che… Che ci facevi lì, oggi pomeriggio?”

“Nelle ultime settimane non ce la facevo più a starti lontano… Stavo impazzendo, così ho cominciato a seguirti. Scusa, non avrei voluto origliare i tuoi discorsi privati, ma sembrava qualcosa di serio e importante, e così…” Il biondo si interruppe chiaramente molto imbarazzato, abbassando lo sguardo sulle proprie mani.

Harry continuò a fissarlo per un attimo con la bocca mezza aperta e gli occhi rossi e speranzosi, poi gli prese una mano tra le proprie e sussurrò “Ti amo, Draco.”

Il Serpeverde alzò nuovamente lo sguardo e lo fissò negli occhi verde smeraldo del compagno che tanto amava.

“Anch’io, Harry. Ti amo davvero,” sussurrò. Poi si chinò in avanti e dolcemente posò le proprie labbra su quelle del giovane Grifondoro.

Harry sospirò sentendo quel contatto delicato e morbido, chiudendo gli occhi e abbandonandosi alle emozioni. Si sentì sciogliere e la testa che gli girava mentre le sue labbra imparavano a conoscere quelle del ragazzo che tanto amava e che tanto aveva sognato di baciare. Fu un bacio casto ma pieno di promesse e sentimento. Quando si staccarono Harry tornò a fissare il volto ora disteso e sorridente del proprio compagno.

“Allora… Questo momento lo posso considerare come l’inizio di…qualcosa di nuovo, tra noi?” chiese incerto.

“Non aspettavo altro,” mormorò con un nuovo sorriso Draco, chinandosi ancora una volta a baciare il suo ragazzo.

 

 

 

Wow, che emozione! Non so cosa dire, è la prima fic  che scrivo, ditemi che ne pensate (e se volete che vada avanti!).

Un bacione a tutti coloro che hanno letto fin qui!

HPlover

  
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