Nick: Any Ikisy
Titolo: Christmas [song]
Personaggi Scelti: Naruto
Uzumaki,
Sasuke Uchiha
Genere: Sentimentale, Song-fic, Azione
Contesto: Vago. Lo vedo come conclusione per la
serie Shippuden.
Rating: Giallo
Avvertimenti: One-shot, What if?, Friendship
Betareader: Sì
Note dell’autore: Questa
è una
Song-fic. Il testo
usato come accompagnamento appartiene a Christmas
song di Owl City; consiglio
vivamente di vedere il video, oltre che leggere la traduzione.
Introduzione: È la
vigilia; fuori nevica e le strade
sono
coperte di poltiglia gelata.
Eppure qualcuno
percorre ancora le vie principali di Konoha; qualcuno solo, che non
manca a
nessuno. Due stranieri conosciuti, al freddo.
[
IV° classificata parimerito e vincitrice del premio Yaoi
al Cold Contest indetto da Shark Attack ]
CHRISTMAS
[SONG]
Fuori
nevica.
La
finestra è parzialmente aperta, per via di alcune crepe a
spirale che non sono mai state del tutto sistemate; il freddo penetra
nell’appartamento e sotto i vestiti.
Sakura
gli aveva offerto di passare la vigilia assieme a lei
e alla sua famiglia, ma per lui non c’è niente di
peggio della compassione. Come
regalo, le ha chiesto di non fare caso a lui; di non volerlo proteggere
a tutti
i costi dalla solitudine.
Si
stringe nella giacca arancione, si raggomitola meglio
sulla poltrona consunta che per altro è poco lontana dal
termosifone rotto.
Guarda
quei coprifronte, uno di fianco all’altro. Uno
logorato, uno sfregiato.
Fuori
nevica.
It’s
Christmas and we
walk alone
Two strangers with
no one to miss us
On our own
Out in the cold
A
Konoha non nevica spesso: la locazione del villaggio è
favorevole alla calura estiva piuttosto che al gelo invernale.
Tuttavia
è la mezzanotte della vigilia. La neve sembra quasi
scontata.
Camminare
per le strade notturne della capitale lo rende
inquieto: è un nukenin, non può permettersi quei
passi sicuri e cadenzati. Cosa
succederebbe se lo vedessero ed identificassero?
Mantiene
la presa sull’elsa della kusanagi, per sicurezza.
Ha
i sandali però; non può rischiare di congelarsi i
piedi
perché vuole tornare a casa propria, dopo anni,
per onorare la memoria dei suoi cari.
Trudging
onward
Braving a harsh winter storm
You and I met passing by
And now our spirits feel warm
È
incredibile come, forse inconsciamente, Naruto si sia
trascinato fino al quartiere Uchiha.
La
mantella protettiva che indossa segue i movimenti del
vento gelido attorno a lui; l’aria che respira è
pesante, più del solito.
Non
ha niente da festeggiare; non l’ha mai avuto, in quei
giorni… Ma lì, un tempo, avevano luogo
celebrazioni festose che non avevano
niente a che vedere con lo squallore del suo alloggio e della sua vita
in
generale.
Entra,
a dispetto della considerazione per i morti. Perché
Sasuke è ancora tra quelle mura; la sua essenza persiste in
quell’abitazione
fredda e silenziosa, somigliandole sempre più.
Naruto
è convinto che, in qualche modo, quel posto sia una
parte importante della loro storia: gli ricorda lo stato di decadimento
in cui
il suo amico si trova.
Si
toglie i sandali infreddolito, ma ossequioso almeno per
un frangente.
Gli
abitanti di Konoha non entrano in quei corridoi, le
persone normali non cercano di ricordare quel passato; non perdono
tempo a
ferirsi come autolesionisti. Ma lui non è mai stato un
ragazzo normale.
Naruto
non sente il freddo. Semplicemente perché non ha mai
provato caldo. Così dicono.
Sasuke
era caldo. Ma Sasuke se n’è andato da troppo tempo
perché
si possa ricordare un fuoco fatuo di proporzioni così
piccole.
Una
piccola fiammella, tuttavia, c’è. Si alimenta con
poco,
ma quando giungerà il momento, divamperà in un
incendio.
E
il momento arriva per Naruto, quando poi scorge il minore
degli Uchiha nella penombra di un altarino mentre il fumo di un incenso
lo
avvolge.
«Dobe.»
Perché
è entrato in casa senza permesso.
Perché
si tratta di una ricorrenza strettamente personale.
Perché
lui non c’entra niente in quel contesto.
Ma
il modo in cui sgrana progressivamente gli occhi e spalanca
maggiormente la bocca gli ricorda i vecchi tempi, gli fa pensare che
c’era un periodo
in cui Naruto lo capiva con uno sguardo e niente più.
So I’ll spend my
Christmas with you
I’ll spend my Christmas with you
Forse
sarebbe cortese da parte di entrambi scambiarsi
reciprocamente gli auguri, se non altro un segno di civiltà,
giusto per
rimarcare il distacco che Sasuke ha voluto creare; il legame che ha
voluto
recidere. Eppure anche solo pensarlo è ridicolo.
Ma
è Naruto il primo a scomporsi: si avvicina a passo
spedito, sorprendendolo con uno scatto negli ultimi tre metri che li
separano.
Poi lo colpisce con un pugno poderoso; un colpo ben centrato che, non
sa
spiegarsi il motivo, non è stato in grado di prevedere e di
respingere.
It’s
Christmas and we
are in love…
L’incenso
brucia, portando le preghiere e i saluti di Sasuke
ai parenti defunti.
Non
ha fatto alcuna richiesta; augura solo felicità ai suoi
cari. Per lui rimane importante quel contatto; benché
effimera, è una delle
poche usanze che si è permesso di mantenere.
Questo
è il primo anno che Sasuke avanza la pretesa
di effettuare il rito nella
propria dimora in rovina.
Sasuke
sta pensando di tornare indietro.
Saperlo
è il regalo più grande che Naruto possa ricevere.
Dopo
quel pugno, però, ha sentito il cuore alleggerirsi:
perciò ha continuato a colpirlo e a incassare colpi.
Lo
ha scaraventato contro il muro, con inaspettata fermezza,
e lo ha fissato negli occhi trattenendolo per gli avambracci. Ha
guardato
quell’arrossamento trasformarsi gradualmente in ematoma, e si
è chiesto come
mai ci abbia messo così poco a gonfiarsi.
Sasuke
forse è debilitato. Non deve aver mangiato di
recente.
Si
sono massacrati di botte, senza però mai arrivare ad
estrarre i kunai o sfilare la kusanagi. E questo li fa stare meglio,
perché la
frustrazione è talmente contagiosa che alimenta se stessa,
non dando pace a
nessuno dei due finché lo sfogo non ha fine.
Non
fanno altro che prendersi a calci e pugni per un tempo
indefinito, perché Naruto ha dovuto aspettare quattro anni e
mezzo prima che
Sasuke si azzardasse a tornare, e Sasuke deve rispondere
all’affronto di essere
stato sfidato, per orgoglio se non altro.
Il
freddo è sparito, sostituito da un lieve strato di sudore
che ricopre entrambi i loro corpi. Delle sottili nuvolette di vapore
fuoriescono dalle loro labbra socchiuse, mentre il calore li assoggetta
e li
rende man mano più docili e provati.
Si
scrutano piano con la scusa che fuori è buio e loro si
stanno azzuffando; in realtà nessuno dei due saprebbe dire
come mai non
riescono a staccarsi gli occhi di dosso, dopo tanto tempo.
Non
hanno bisogno di abbassare la guardia: stanno bene
così…
Naruto
ha reso livido il volto candido di Sasuke, mentre
l’ultimo Uchiha ha graffiato ancora più
profondamente il viso di Uzumaki.
Sono
le prime ore del nuovo dì, il venticinque dicembre, e
tutto il villaggio è in festa: Sakura sta scartando i regali
che le hanno portato
gli zii più decrepiti, mentre Ino l’assiste
riempiendo i loro bicchieri di
alcool affinché crollino presto per il sonno; Hinata sta
tagliando il dolce
che, la tradizione impone, è il capostipite a dover
affettare e Neji è al suo
fianco per assisterla.
Loro
invece sono accasciati al pavimento, attendono che le
prime luci dell’alba li raggiungono da alcune finestre dai
vetri frammentati.
Naruto
non può fare a meno di pensare che, così come
poche
ore prima, è in una stanza buia, spoglia e fredda.
Nonostante questo, è tutto
inimmaginabilmente diverso.
Quando
finalmente il sole sorge, è intento a scorrere col piede
nudo alcune assi di
legno, seguendo le venature e giocando con le ombre create dal suo
stesso
alluce. È impacciato, ma vuole comunque tentare.
«Hai
ucciso Itachi…»
Sasuke
tiene gli occhi chiusi, proprio per impedire che i raggi feriscano i
suoi
occhi; le sue occhiaie sono evidenti ora: probabilmente ha viaggiato di
notte per
poter assistere a quell’alba.
«Hai
portato a termine la tua vendetta!»
Così
Naruto
ricomincia. Pretende una conferma, una sicurezza maggiore del vederlo
lì al suo
fianco.
È
davvero passato troppo tempo perché le parole, tra loro due,
valgano più di un
gesto?
Sasuke
non cambia espressione, pensando che chiacchierone era e chiacchierone
è
rimasto. Petulante,
indisponente, testardo e soprattutto…
«Dobe.»
And you don’t have anything to do
So I’ll spend my Christmas with you
Allunga un braccio per circuire le sue spalle, stringendolo debolmente in un maldestro abbraccio che vede il suo viso affondare nell’incavo del collo di Sasuke.
I’ll
spend my Christmas with you
«Teme!»
Avverte
distintamente una sensazione di umido lungo la propria clavicola,
mentre Naruto
si stringe ancor maggiormente a lui nel disperato tentativo di celare
le
lacrime. Le sente scendere anche dalle proprie guance. O magari si
tratta di un
sorriso invece.
Note di Any:
Ringraziamenti a Ginny-sensei, rekichan
e KonataChan
per il supporto e le correzioni.
Mi
congratulo con tutte le partecipanti e con la giudice, per la
rapidità e per i banner splendidi. La più grande
soddisfazione che mi ha dato è il premio Yaoi (L)
Piccola precisazione: il punto di vista di Naruto e Sasuke si alterna
nella prima ed ultima parte della storia, mentre nel mezzo si mischia.
Se prima non si capiva, provare ora.
[Revisionata il 9/7/11]