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Autore: Cat_and_Rabbit    19/10/2010    5 recensioni
Questa è la storia di una scrittice e una fumettista sull'orlo di una crisi di nervi.
Londra. Cinque gatti. Due vicini di casa gay. Un amico masochista. Frequenti overdosi di caffeina. E, soprattutto, LA MUFFA.
Preparatevi a morire dalle risate.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2.       I nuovi vicini

                Il giorno dopo, era un giovedì, fu un trambusto indicibile proveniente dalla strada a svegliarle.

- Cristo, chi è che fa sto casino all’alba?! – ringhiò Uccia emergendo da un groviglio di coperte. La sua coinquilina allungò un braccio fino al comodino per prendere il cellulare.

- Guarda che veramente sarebbe mezzogiorno…

- Appunto, è l’alba!

Qualcuno una volta azzardò l’ipotesi che le Uccie fossero animali notturni. Sbagliava: non sono notturni, sono solo inquietantemente pigri.

- Starbucks? – chiese Serena, la voce ancora impastata dal sonno. Prendendo il verso inarticolato di Uccia per un sì, impiegò tutte le sue forze per alzarsi e scivolare nei vestiti, mentre una ragazza e cinque gatti si spalmavano per occupare anche il suo posto sul letto.

Quando tornò, una ventina di minuti più tardi, con due caffè al caramello, una scorta millenaria di cookies e due panini che presumibilmente sarebbero stati il loro pranzo, trovò Uccia seduta sul letto con dei fogli in mano.

- Ho finito i quaderni. – annunciò – E anche i pennarelli neri.

- Toccherà uscire anche a te. – disse Serena con una nota di compatimento nella voce. Uccia per il nervoso bevve il caffè tutto d’un fiato, poi corse in bagno cristonando perché si era scottata la lingua.

Serena mentre addentava un biscotto diede un’occhiata ai disegni abbandonati dall’amica. Sangue. Sangue. Sangue. Due che si bac….ah, no, era l’illustrazione per il suo ultimo racconto. Sangue. Sangue. Sangue.

Sospirò. - Immagina che – disse a Nate che stava giocando con il suo alluce – un’idea o un miliardo di sterline ci piovessero dal cielo. Non sarebbe fantastico?

- ‘antastico. – bofonchiò Uccia – Ma ‘appi che non ‘uccederà. E ‘omunque ‘arebbe più probabile che ci ‘iovano un miliardo di ‘terline piuttosto che…

- Che tu impari a bere il caffè senza bruciarti?

Uccia le rivolse una lunga occhiata affettuosa.

- ‘erena? – disse alla fine.

- Sì?

- Ma ‘affanculo.

                Era all’incirca metà pomeriggio quando un suono improvviso le fece sobbalzare entrambe. Impiegarono diversi secondi a capire che si trattava del campanello, e si guardarono sconvolte: l’unica persona suonasse mai alla loro porta era il proprietario dell’appartamento che chiedeva gli arretrati dell’affitto, ma questo mese stranamente avevano già saldato la rata.

Fu con fare immensamente circospetto che Serena si avvicinò alla porta. Prima di aprire, si mise in punta di piedi per dare un’occhiata attraverso lo spioncino e assicurarsi che non si trattasse di un venditore di cravatte porta a porta o di un serial killer assatanato, due categorie che avrebbe evitato volentieri. Grazie al cielo, erano solo due giovani uomini. Uno indossava una maglia a righe e un paio di jeans logori, aveva una zazzera di disordinati capelli rossi e aspettava a testa alta che qualcuno rispondesse. Il secondo invece se ne stava in disparte, a braccia conserte, come se non volesse essere lì. Era magrissimo e leggermente più basso del rosso, vestiva di nero e aveva lunghi capelli biondissimi e lisci.

Serena impiegò qualche secondo a riconnettere il cervello e risucchiare il rivoletto di bava che le stava per scendendo a lato della bocca.

- Uccia! – sibilò.

- Chi è?

- I due esemplari maschili più belli che abbia mai visto!

- E allora apri, hai visto mai che uno sia masochista e uno bisex.

Serena annuì freneticamente e obbedì, mentre ogni sospetto cedeva il passo alla curiosità.

- Buonsalve. – disse riacquistando la propria dignità.

Il rosso alzò una mano in cenno di saluto. – Ciao! Mi chiamo Matt, e lui è Mihael, siamo i nuovi vicini. – disse indicando la porta accanto alla loro. – Siamo arrivati proprio oggi e siccome d’ora in avanti abiteremo sullo stesso pianerottolo ci sembrava educato venire almeno a presentarci. – sorrise – Speriamo di non aver disturbato…

- No, no! – si affrettò a dire Serena – Anzi, prego, venite!

- Oh, grazie!

Il rosso sembrava felice dell’invito, mentre il biondo si trattenne appena dallo sbuffare mentre il compagno lo trascinava dentro.

- Io sono Serena – si presentò – e lei è Lisa. Socia, loro sono Matt e Mihael, i nuovi vicini.

- Ecco spiegato tutto quel casino. – commentò Uccia lanciandogli un’occhiataccia.

- Hem…scusatela – sussurrò Serena a Matt – Non è cattiva, ha solo un pessimo carattere.

Matt sollevò un sopracciglio con un’espressione a metà tra il perplesso e il divertito. - Questo significa che quei due andranno d’accordo - ghignò.

Serena li introdusse nel loro piccolo, incasinato e affollato mondo privato. - Scusate il disordine, ma siamo persone piuttosto…beh, disordinate.

Il rosso si guardò intorno e dopo un attimo di silenzio esclamò stupefatto: - Ma è ENORME!

Ovviamente si riferiva a ciò che nella stanza occupava l’ottanta per cento dello spazio: il Letto.

Esso rappresentava l’orgoglio e la felicità delle nostre due eroine. Era gigantesco, rotondo e morbidissimo, nonché la cosa più preziosa di tutto il monolocale. Il suo diametro era di due metri e mezzo e un emisfero era protetto da una testata in ferro battuto. Lo avevano acquistato non appena giunte a Londra, spendendo buona parte dei risparmi che avrebbero dovuto costituire la base nella loro nuova vita e gettando al vento, assieme alle sterline, il loro buon senso (che in realtà non era mai stato molto…) per quell’enorme alcova e numerosi set di lenzuola colorate, a righe, nere, di seta, cotone e lino. Insomma, un patrimonio per l’investimento del sonno. Lo avevano immediatamente giudicato un ottimo affare e, considerato che ci passavano circa 23 ore e mezza al giorno, lo era stato.

- Eh già! - rispose Serena giuliva - È la cosa più comoda del mondo! La controindicazione è che non c’è più spazio per nient’altro, quindi se volete accomodarvi dovete sedervi lì.

Matt non si fece pregare e trascinò con sé anche il biondo, che si rintanò in un angolo.

- Allora - chiese Serena - Da dove venite?

- Io sono di Aberdeen, ma sono venuto in Inghilterra con i miei quando avevo undici anni. Mihael invece…

Uccia osservava la scena con espressione corrucciata. Anche Mihael osservava la scena con espressione corrucciata. Le loro due espressioni corrucciate sembravano essere state sfornate dal medesimo creatore di espressioni corrucciate.

Alla loro aura negativa si opponeva l’allegro ciarlare di Matt e Serena, che sembravano già essere diventati super amici.

- Che maleducata, non vi abbiamo neanche chiesto se volete qualcosa da bere! - esclamò Serena di punto in bianco - Ci spiace, ma non abbiamo molto in casa…però se volete possiamo farvi un caffè, o un tè caldo…

- Tranquille, non dovete preoccuparvi! Volevamo solo presentarci, non c’è bisogno che vi disturbiate!

- Ma perché devono sempre parlare al plurale… - borbottarono Mihael e Uccia all’unisono. Si lanciarono un’occhiata sorpresa e dopo un attimo di silenzio scoppiarono a ridere. Gli altri due ammutolirono all’istante.

- Un…un momento… - disse Serena guardando alternativamente la coinquilina e il biondo – Tu…voi…

- …state ridendo?! – concluse Matt sconvolto.

- Beh, è tanto strano? – chiesero i macabri.

- Si! – esclamarono i chiacchieroni.

Fu per interrompere il silenzio imbarazzato che Serena cominciò a frugare nel pensile dell’angolo cottura alla ricerca di una caffettiera, intavolando con Matt un’allegra conversazione sulla bellezza dei gatti che, sospettosi, si aggiravano tra le loro gambe.

Dall’altra parte della stanza, Mihael sbuffò scocciato. – Che nervi, possibile che debba fare quella faccia ogni volta che manifesto un’emozione? Notizia sensazionale, signore e signori, Mihael Keehl non è un maledetto cyborg!

- Finalmente, qualcuno che può capirmi.

- Fanno così anche con te?

- Ogni maledetta volta.

Mihael la squadrò con interesse. – Lisa hai detto?

- Chiamami Uccia.

- Uccia?!

- Mi chiamano così.

- Quelli sono tuoi? – chiese lui indicando i vestiti che sbucavano dal surrogato di armadio che occupava il poco spazio tra la finestra e il muro.

- Sì.

- Piace lo stile goth?

- Molto.

- Ho avuto anch’io il mio periodo, ma poi ho lasciato perdere: troppo lungo vestirsi il mattino.

- Vero. Ma la cosa più divertente è che sommando quello che ho speso in vestiti da quando siamo qui potremmo affittarci un altro appartamento, però in definitiva non esco mai di casa.

- Strana tipa.

- Sono un’artista. Dicono che gli artisti siano tutti pazzi per definizione.

Con un “Ah.” il biondo accettò la spiegazione.

- Ecco qua! – intervenne in quel momento Serena porgendo loro due tazze colorate. Poi, senza smettere di parlare, gli si sedette di fronte subito seguita da Matt.

- E voi, che cosa fate? – chiese lui proseguendo una conversazione evidentemente iniziata mentre preparavano il caffè.

- Io scrivo – disse Serena – e Uccia disegna. Ci guadagniamo da vivere così, o almeno ci proviamo.

- E vivete insieme da quanto?

- Mmm…quant’è, Uccia? Sono già diversi anni ormai…

- E come mai? Voglio dire, siete solo coinquiline o… - si schiarì la gola imbarazzato.

Serena rise. – No, no! Siamo amiche! Siamo venute a Londra per l’università e viviamo insieme da allora. Nei limiti del possibile lavoriamo anche insieme.

- Oh. Sì, certo scusa, non volevo sembrare… - si grattò la nuca – Sentite, tanto vale che ve lo dica, poi siete libere di giudicarci come vi pare…

Dall’espressione che aveva, le due ragazze cominciarono a credere che avrebbe confessato un omicidio. Invece…

- Noi siamo gay. E stiamo insieme.

La mascella di Serena franò di venti centimetri. – Da...davvero?

Matt annuì. – Se la cosa vi crea dei problemi ditelo, non ci…

Non finì la frase, perché in quel momento una tazza blu si rovesciò sul lenzuolo, mentre Serena crollava all’indietro sul pavimento.

- Oddio! – Matt schizzò in avanti per risollevarla – Che le prende, sta male? È colpa nostra?

Uccia scosse la testa.

- Tranquillo, sta benissimo. Avete solo appena reso la sua vita degna di essere vissuta.

 

                La prima cosa che fece Serena quando finalmente si riprese, fu tirare una testata al comodino. La seconda, guardarsi intorno per poi chiedere terrorizzata che fine avessero fatto i vicini.

- Sono tornati a casa loro. – rispose Uccia da sopra il letto.

- Senza neanche salutarmi? – chiese Serena, la voce già rotta dal pianto.

- Sono arrivati oggi, hanno ancora tutto da mettere a posto, e tu sei stata lì più di un’ora.

- E perché non mi hai svegliato?! Hai lasciato che i due angeli se ne andassero senza che io potessi nemmeno…

- Hey, guarda che Matt ci ha provato a tirarti su, ma non c’è stato verso.

Serena scosse la testa sconsolata. – Orrore! Non posso pensare di essere stata spiaccicata sul pavimento mentre i nostri meravigliosi vicini uscivano e…

- Tornano domani.

Serena per poco non svenne di nuovo. – È troppo bello per essere vero! – esclamò – Abbiamo due vicini belli come il sole, gay e che per di più domani tornano qui! Non è fantastico?

- Sì, certo… - rispose Uccia ricominciando a vederla come un cactus fluorescente.

- E poi Matt è simpaticissimo! Non trovi?

- Troppo petulante.

- Mihael invece è un po’ troppo cupo, però… - le si illuminarono gli occhi – È magnifico! Ed è gay! Dobbiamo assolutamente andare a comprare dei biscotti o qualcos’altro da mangiare, e del tè che l’abbiamo quasi finito e…ommioddio dobbiamo mettere in ordine, non possiamo fare di nuovo brutta figura!

Uccia aveva smesso di ascoltarla a “dobbiamo assolutamente”. Nella sua mente il cactus alieno saltellava per la stanza sempre più velocemente fino a esplodere in un sonoro “pop!”.

 

Ladies and gentlemen, siamo contentissime che a qualcuno sia piaciuto il nostro insensato delirio di onnipotenza ^^

Ci apprestiamo a rispondere dunque alle recensioni (che francamente non ci aspettavamo. *___________*)

 _AZRAEL_:  Siamo felici di averti permesso l'uso del verbo "trasudare" XD In effetti mai fu più facile caratterizzare dei personaggi, è bastato descrivere passo passo una delle nostre giornate tipo! XD Grazie mille per la bella recensione. ^__^

Hel Warlock: GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAZIE!!!! *______* La tua recensione è stata epica!  Tipo, wohohoho!!! Davvero, grazie grazie grazie!! Ti vogliamo tanto bene! Grazie alla tua recensione ti meriti una comparsata nella storia, basta che ci dici come vuoi essere chiamata! XD

titti94Grazie per averci messo tra i preferiti! ^.^
  
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